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LANTICA CHIESA PIEVANALE DI SAN GIORGIO IN TEGLIO
di Eugenio Marin
Il 22 gennaio 1886 mons. Domenico Pio Rossi, vescovo di Concordia, concedeva la facoltà di demolire lantica chiesa pievanale di Teglio, rispondendo favorevolmente alla supplica presentata alcuni giorni prima dal parroco don Silvestro Mior (1). Tale atto si inseriva al termine di un lungo e sofferto decennio che aveva visto lAmministrazione Comunale di Teglio Veneto affrontare, in una non facile congiuntura finanziaria, lannosa questione di dotare il Comune di un cimitero, visto che contro le leggi e le norme igieniche si continuava anacronisticamente a seppellire i cadaveri nei recinti delle chiese, divenuti oltretutto insufficienti per le accresciute popolazioni (2).
Dopo il misero fallimento del tentativo di costruire un unico camposanto per le due parrocchie, dietro le vive proteste di tegliesi e cintellesi che vedevano così minacciata la loro plurisecolare autonomia comunitaria, il consiglio comunale fu costretto nel 1886 a deliberare la progettazione di due cimiteri (3).
Nel frattempo fin dal 18 agosto 1884 era iniziata la costruzione di una nuova chiesa nel centro del paese (4); tuttavia a causa della situazione economica dei tempi, la fabbrica stentava a volgere a compimento.
Ecco dunque che la decisione di demolire lantica chiesa, la cui condanna a morte era peraltro già segnata nel momento in cui fu intrapresa lerezione della nuova (5), veniva a sbloccare sia il problema del cimitero di Teglio, lasciando libero campo allampliamento dellesistente, sia a quello di fornire materiali da costruzione per il nuovo tempio (6).
E così, mentre sempre più vivo si faceva lo slancio della popolazione per limpresa da poco iniziata, nei primi mesi del 1886 scompariva per sempre una testimonianza di storia, di fede e di vita comune quale era stata per la millenaria pieve di Teglio la sua chiesa.
Le origini
Prima di tentare una ricostruzione delle principali vicende che interessarono lantica chiesa, è necessario far luce sulle possibili origini delledificio di culto che, come abbiamo visto, sorgeva al centro dellattuale cimitero.
Il Tagliamento nellantichità
Lantica idrografia del nostro territorio nei primi secoli dellera cristiana, presentava una situazione assai diversa dallattuale, determinata dalla presenza di corsi dacqua oggi del tutto scomparsi o enormemente ridotti nelle loro dimensioni. In particolare è cosa nota che il Tagliamento si immetteva nellAdriatico con due foci, data lesistenza di un ramo ora estinto da Plinio chiamato Tiliaventum Maius, il quale passava anche per Teglio, ed in particolare presso il sito della vecchia chiesa (7). Lo confermerebbero, oltre la presenza nei campi circostanti di notevoli quantità di ghiaia e materiali alluvionali, anche le quote altimetriche dei terreni limitrofi, molto più bassi rispetto al piano del cimitero; in più anche landamento curvilineo degli appezzamenti della zona richiama la presenza di un corso dacqua ben più importante della roggia Lugugnana.
Il ricordo di ampie aree umide, che assieme alla stessa Lugugnana è ciò che resta dellantico Tagliamento di Plinio, ci viene da alcuni toponimi attestati a due passi dal cimitero: lama, con chiaro riferimento ad una zona paludosa, e i laghi ai confini con il territorio di Fossalta, di cui oggi sono straordinariamente scampati dalle bonifiche solo minuscoli acquitrini (8).
Inoltre laccostamento della nostra chiesa con le acque torrentizie del Tiliaventum Maius trova conferma nel fatto che la presenza dellacqua era un requisito fondamentale nella fondazione di un edificio sacro, ed in particolare di una pieve, nel Medioevo (9).
Ma ciò non spiega ancora le motivazioni che fecero nascere la chiesa proprio in quella zona, così esterna rispetto al paese, data oltretutto la totale assenza di testimonianze archeologiche o documentarie che provino un ipotetico spostamento del centro abitato.
Secondo una personale lettura di un documento del 1434, Ernesto Degani riferì per certa una deviazione della roggia Lugugnana avvenuta in tale anno. Su quella affermazione si sono poggiate in seguito fantasiose ipotesi su un parallelo spostamento del villaggio di Teglio, per motivare il decentramento della chiesa. Recenti acquisizioni hanno però posto molte ombre sulla correttezza dellinterpretazione del Degani, che si fondava sullanalisi di un regesto e non del documento integrale, e ci portano a dire che una rettifica del percorso della roggia in epoca imprecisata cè stata sicuramente ma non nei termini radicali creduti in passato e soprattutto che ciò non comportò alcun mutamento dellassetto urbano (10).
La conferma di questo ci viene anche dalla ricerca archeologica di superficie che non ha riscontrato alcuna traccia di insediamenti nei dintorni del cimitero.
Una situazione di isolamento che non costituisce un unicum ma che non si verifica con molta frequenza nella zona. Per altri casi analoghi al nostro, come ad esempio Centa di Giussago, Santa Petronilla di Savorgnano e San Pietro di Versiola, solo per citarne alcuni, si è potuto riscontrare che dietro simili collocazioni "fuori mano" si celava quasi sempre il riutilizzo di edifici depoca romana o comunque la presenza in loco di antichi insediamenti dalle cui spoglie si sono tratti i materiali per ledificazione delle chiese (11).
Ma lipotesi, per quanto suggestiva, che lo stesso possa essere capitato anche per Teglio, non è facilmente dimostrabile in quanto lunico modo che ci permetterebbe di verificarla, e cioè lindagine archeologica, si rivela per ora impercorribile data la presenza delle sepolture.
In ogni caso già da tempo si sono individuati insediamenti romani lungo il paleoalveo del Tagliamento, tra cui uno proprio a Teglio presso il Cesiol dei Laghi (12), per cui non appare inverosimile che ve ne fossero altri più ad est, magari su qualche altura protetta dalle acque come quella su cui sorgeva la chiesa. In occasione di inumazioni o esumazioni compiute nel vecchio cimitero, sono più volte venuti alla luce grandi quantità di laterizi appartenuti certamente alla chiesa (13) e a tale proposito lamico Vincenzo Gobbo mi segnala di aver riconosciuto in alcuni frammenti affioranti tra i tumuli materiali depoca romana, che in questa sede proponiamo per la prima volta in disegno: la cosa è interessante, tuttavia da prendere con cautela visto che durante i lavori del secolo scorso il piano del cimitero è stato rialzato con terra di riporto.
La cortina medioevale di Teglio
Ferma restando lipotesi che il luogo fosse frequentato fin dallepoca antica, una nuova strada si sovrappone a questa e ci introduce nel mondo delle cortine medievali, luoghi di difesa rurali disseminati un po ovunque nel Friuli storico ed in special modo in pianura. Il fenomeno, dietro al quale nel passato si è vista una reazione alle invasioni degli Ungari nei secoli X - XI (14), è stato di recente riletto. Una diversa analisi ha infatti portato a spingere in avanti di un paio di secoli il momento di maggior
fioritura di tali costruzioni, ponendole in relazione non solo con i pericoli esterni ma pure con quelli interni, "i disordini endogeni via via crescenti" oltre che con "la capacità di organizzazione autonoma delle comunità rurali che si viene nel contempo precisando" e infine con "levoluzione degli antichi castelli dalla loro struttura elementare più antica, adatta a ricoverare la popolazione dei centri abitati vicini, verso forme che non consentono più tale funzione" (15).
Ebbene quale nesso vi è tra tutto questo e la realtà storica di Teglio? Fino ad oggi mancava qualsiasi riferimento sullesistenza di una cortina nel territorio tegliese ma un documento inedito introduce una importante novità: latto, del 1348, testimonia la presenza di un terreno posto in Teglio "prope silvam post ecclesiam", confinante da un lato con la "fovea cortinae" (16). La rilevanza della scoperta non si limita alla semplice acquisizione del dato in sè, ma ci porta a compiere unulteriore considerazione inerente proprio la nostra chiesa. Infatti non vi è alcun dubbio che il luogo di difesa coincideva con larea circostante lantica pievanale, fatto che si evince dalla lettura del documento sopra citato e che ci viene confermato dal costante legame tra cortine ed edifici ecclesiastci (17). Inoltre dallosservazione condotta nel Friuli si ricava che assai spesso le cortine venivano dislocate in posizione eccentrica rispetto ai villaggi, proprio come nel nostro caso, e questo sia per permettere una fuga in caso di assalti improvvisi, sia per consentire la fruizione agli abitanti di più comunità (18). Dunque il recinto plebano delimitato da un fossato e serrato da un muro o da una palizzata poteva così prestarsi in caso di pericolo a spazio difensivo e la chiesa stessa se necessario diveniva luogo di rifugio e di deposito per la popolazione (19).
La pieve di Teglio e i suoi Santi
La prima testimonianza documentata riguardante la pieve di Teglio risale allanno 1186, quando essa viene elencata tra i territori soggetti allautorità spirituale del vescovo di Concordia nella bolla di papa Urbano III; subito dopo, nel 1191, la pieve viene annessa alla Mensa Capitolare (20). Questi atti non solo ci confermano che già nel XII secolo esisteva un edificio di culto, ma lo qualificano tra i centri religiosi dotati di un sacerdote in cura danime, nei quali venivano amministrati i principali sacramenti, prerogativa delle sole pievi (21).
Lintitolazione compare invece solo a partire dal 1351 quando pre Pietro da Rimini era beneficiato "in ecclesia Sancti Georgi de Tileo" (22).
Quello per il guerriero martire di Cappadocia è un culto che ben si addice ad una chiesa posta in una zona ricca dacqua (23) come abbiamo dimostrato precedentemente essere anche il caso di Teglio; al pari poi di San Michele Arcangelo, che deteneva lintitolazione di uno degli altari laterali, tale venerazione ci riporta allambiente longobardo successivo alla conversione al cattolicesimo di questo popolo (24). Si tratta perciò di una dedicazione che può essere indicativa di un preciso periodo storico e che può far collocare la fondazione della primitiva chiesa tegliese verso lVIII-IX secolo (25).
Tale epoca si pone come la più probabile anche in riferimento alla lenta perdita di importanza che stava subendo il corso del Tagliamento Maggiore, ormai ridimensionato nella sua portata e dunque meno minaccioso per ledificio di culto (26).
A questo punto però bisogna registrare una tradizione ben radicata, la quale afferma che la chiesa in esame sarebbe stata interessata da un cambio di titolare: San Giorgio avrebbe soppiantato un più antico culto per San Giacomo (27).
La cosa, per quanto possa apparire strana, non costituirebbe una novità nel panorama santoriale della diocesi di Concordia; una recente scoperta archivistica dimostrerebbe che anche la vicina pieve di Fossalta è stata interessata da un mutamento del titolo: San Zenone sostituì infatti, nel corso del trecento, loriginaria intitolazione ai Santi Ermacora e Fortunato (28).
Tuttavia allo stato attuale delle ricerche non sono venuti alla luce elementi che provino in maniera certa lavvenuto cambio di titolo per Teglio. Anzi le poche tracce emerse complicano ulteriormente la situazione.
Innanzitutto sappiamo che a Teglio poco prima della metà del 300 si svolgeva unimportante festa il primo di maggio, giorno dei Santi Filippo e Giacomo il Minore, e che il vescovo come giurisdicente locale doveva far custodire la fiera che si svolgeva in concomitanza (29). Fonti dal XVI secolo in poi ci dicono che lannuale ricorrenza della dedicazione della chiesa veniva celebrata il 25 luglio, data in cui si solennizza San Giacomo il Maggiore (30) e che pure in tale occasione si teneva in villaggio una sagra paesana con largo concorso di gente dei paesi vicini. Infine laltare maggiore (tardo seicentesco) della vecchia chiesa, oggi conservato nella nuova, vede accanto alla statua di San Giorgio un simulacro marmoreo raffigurante San Giacomo il Maggiore, facilmente riconoscibile per i tipici attributi (bastone con la zucca e veste da pellegrino adornata con la conchiglia) (31).
Tutto questo ci fa sospettare in primo luogo ad una avvenuta contaminazione di culti, fatto che spesso la tradizione popolare opera, con una vera e propria confusione generata sia da omonimie (Giacomo Maggiore e Minore), sia forse da elementi iconografici che legano tra loro San Giorgio, San Filippo e i due Giacomi (32).
Un dato merita comunque una particolare attenzione e cioè la corrispondenza tra la festa di San Giacomo Maggiore e quella della dedicazione, fatto che non può essere spiegato come una semplice coincidenza, visto che la scelta del giorno di consacrazione di una chiesa non era mai casuale e molto spesso cadeva nella ricorrenza del titolare. In ogni caso ammettere una presunta precedenza del titolo di San Giacomo significherebbe anticipare la fondazione della nostra pieve nei primissimi secoli di diffusione del cristianesimo, ipotesi che francamente lascia molti dubbi (33). Semmai in quella data di dedicazione, documentata con certezza solo dal 500, si potrebbe leggere la volontà di votarsi al Santo di Compostella manifestata dalla popolazione alla fine del Medioevo in occasione di una probabile ricostruzione della chiesa.
Perciò, pur non sentendoci di formulare opinioni definitive, diciamo soltanto che nulla vieta un parallelismo di culti, opinando però, fino a prova contraria, che non fu San Giorgio a sostituire San Giacomo, ma questultimo ad ascendere gradualmente fino a condividere con il primo laltar maggiore. Ferma restando la supremazia di San Giorgio nel titolo della pieve, di cui dalle testimonianze più antiche in nostro possesso ne detiene lindiscusso patrocinio, la venerazione del Santo di Compostella trova motivo dalla grande fama da lui acquistata soprattutto dal XII secolo in tutta Europa, legata al Santuario spagnolo e alla protezione dei pellegrini (34).
Anche nella nostra diocesi la devozione a San Giacomo si diffuse ampiamente; ne sono una chiara testimonianza il ciclo di affreschi raffigurante le storie del Santo risalenti ai primi del 500 che decora la vicina parrocchiale di San Tommaso di Bagnara. La venerazione di San Giacomo potrebbe essere correlata alle vie di comunicazione percorse dai pellegrini che, scendendo dallEuropa centrale, si recavano a Compostella attraversando il Friuli favorendo così la penetrazione del culto. Secondo recenti ipotesi vi erano due direttrici parallele al Tagliamento e forse Teglio e Bagnara, e più a nord Arzenutto, si trovavano presso una di quelle vie (35).
Ipotesi sullevoluzione strutturale della chiesa
Tentare unanalisi, sia pure a grandi linee, di quello che era laspetto materiale della chiesa, è compito assai arduo data la scarsità di testimonianze pervenuteci, ed in particolare di fonti iconografiche.
Lunica eccezione è costituita dalle tavole elaborate nel 1877 dalling. Grando su incarico dellAmministrazione Comunale in previsione di un ampliamento del cimitero, le quali però raffigurano solo il perimetro dellaula ed annessi (36).
Tutto ciò limita fortemente le possibilità di rilettura dellantico edificio, dovendo accontentarci di una ricostruzione lacunosa basata sui pochi documenti che gli archivi ci hanno restituito.
Riedificazione o ampliamento ?
Unulteriore questione che ci troviamo a dover affrontare, e che in passato altri si sono posti, è se la chiesa demolita nel 1886 era la primitiva costruzione altomedioevale o un rifacimento posteriore. A dar corpo alla disputa, si pongono le riflessioni di mons. Giacinto, il quale sospettando che la chiesa "... non fosse antichissima e non certo la primitiva ...", adduceva come principale motivazione la presenza in essa di un altare dedicato alla Vergine del Rosario (37).
Unaffermazione, questultima, a dir poco discutibile poiché, se è vero che un grande impulso alla devozione mariana del Rosario venne alla fine del XVI secolo (38), lerezione di un altare ex novo o in sostituzione a vecchi titoli, non implicava certo la ricostruzione della chiesa !
Tuttavia il compianto sacerdote nellavanzare lipotesi della ricostruzione colse probabilmente nel segno. Lanalisi del rilievo delling. Grando ci ha permesso di compiere interessanti osservazioni, che unite ad altre acquisizioni ci portano alla medesima conclusione.
Innanzitutto emerge la mancanza di cappelle laterali sporgenti dal perimetro, tipiche invece di chiese antiche rimaneggiate. In secondo luogo le dimensioni dellaula (m 28x10 circa) appaiono esagerate per un edificio sorto in età tardo antica o altomedioevale e per di più in aperta campagna. Lorientamento poi lascia un po' perplessi essendo il coro non rivolto canonicamente verso lest astronomico, ma spostato quasi in direzione nord.
Di contro uninformazione riportata dai documenti di fine 800, i quali affermano che il pavimento della chiesa trovavasi "... m 1e ¼ sotto il livello del suolo in mezzo alle tombe ..." (39), ci lascia non poco stupiti. Indubbiamente ciò fu la conseguenza dellinterramento del cimitero dovuta
al continuo uso di seppellire i defunti attorno alla chiesa che si perpetuava dal Medioevo in quei pochi metri quadrati, fatto che avrà comportato dei periodici lavori di sistemazione con lapporto di nuova terra (40); in ogni caso il dislivello di 125 cm appare notevole se si considera che nel costruire le chiese si prediligevano luoghi sopraelevati.
Comunque, se questultimo dato risulta essere lunico ad imporre una certa cautela nel sostenere una sicura ricostruzione, almeno un riatto o un ampliamento consistente appare fuori discussione.
Lo provererbbe un documento finora inedito, del 1462; latto contiene la deposizione giurata di un tale che, essendo vissuto circa 40 anni prima per un breve periodo a Teglio, ricordava che la gente del luogo si era attivata "... circha fabricam et reparationes ecclesiae Sancti Jeorgj de Tileo ..." (41).
Un intervento che, nel corso del XV secolo, giustificherebbe un adeguamento della chiesa alle necessità di una comunità in crescita dopo i secoli bui del Medioevo, così come accadde in quasi tutte le località dei dintorni (Cordovado, Gruaro, Portovecchio, Bagnara, ecc.) (42).
Linterno della chiesa
La chiesa si presentava con una semplice aula rettangolare lunga m 19 circa e larga 10, che si innestava in un presbiterio pure esso a pianta rettangolare di m 9x7. Del complesso faceva parte anche il campanile, la cui base misurava 4.5 m di lato, posto a ridosso del coro da cui si accedeva, e certamente non molto alto se viene definito "tozzo" da Arreghini (43).
Allinterno si conservavano tre altari, traslati nella nuova parrocchiale, tutti databili tra il XVII e il XVIII secolo: il maggiore dedicato al patrono San Giorgio Martire con le statue marmoree del titolare e di San Giacomo; alla sinistra rispetto al coro vi era quello, pure esso marmoreo, dei Santi Michele e Valentino. Il titolo di questultimo viene alternatamente assegnato ora alluno ora allaltro nei verbali delle visite pastorali (vedi regesto). È probabile che i due santi figurassero nel dipinto andato perduto che ornava detto altare, così come si può notare nella pala attualmente collocata nella chiesa parrocchiale sulla parete sinistra, eseguita nel 1926. Dallaltro lato stava laltare ligneo del Rosario, sede dellomonima confraternita canonicamente eretta nel 1652, ma già presente almeno dagli ultimi anni del 500 (44). Il pregevole dipinto raffigurante la Vergine del Rosario tra i Santi Domenico di Guzman e Caterina da Siena, opera di Osvaldo Gortanutti, fu commissionato al pittore carnico dalla confraternita in seguito ad un generoso lascito di cui fu beneficiata nel 1668 (45).
Come era consuetudine per molte chiese di un tempo, al suo interno sotto il pavimento trovavano posto alcune sepolture. Oltre allimmancabile arca riservata ai sacerdoti, ricordata nel testamento del 1718 di don Antonio Brunetti, parroco di Cintello ma nativo di Teglio e qui sepolto (46), si è accertata lesistenza di almeno unaltra tomba, quella famigliare dei sigg. Borghesaleo, attestata nel 1782 (47). In quanto alla loro dislocazione non è possibile stabilirla con esattezza; si sa soltanto che si trovavano lontano dagli altari, in ossequio alle leggi ecclesiastiche (48).
Altre opere di un certo interesse, tutte visibili nellattuale parrocchiale, costituivano larredo dellantica pievanale: il fonte battesimale in pietra del XVI secolo con il coperchio ligneo dipinto del XVII secolo al cui vertice è posta la figura del Battista (49); lacquasantiera pure in pietra del XVI secolo; infine bisogna ricordare il cosiddetto "Calvario", costituito da tre statue lignee policrome di buona fattura risalente al XVI/XVII secolo, con Cristo sulla croce ed ai lati la Madonna e San Giovanni. Il trittico, oggi smembrato, un tempo doveva essere collocato su di una trave sotto larco trionfale della vecchia chiesa (50).
Ma se le sculture si sono fortunatamente conservate, ben diversa sorte è toccata alle pitture che certamente decoravano le pareti della chiesa. Qualche vago ricordo ci viene dalle visite pastorali: nel 1648 il vescovo Cappello ordinò perentoriamente che fossero imbiancate le pareti in modo da coprire le "figure indecentes", chiaro riflesso dellepoca post-tridentina che bandiva ogni forma di distrazione per il fedele (51).
In occasione di unaltra visita del 1782 è il parroco a relazionare sullo stato della sua chiesa, che egli dichiara essere consacrata in quanto "... si potevano vedere ancora le croci dipinte sul muro prima di imbiancare ..." (52).
Lultima menzione che si fa di pitture risale addirittura ai primi del 900; allatto di abbattere ledificio sacro i Tegliesi, colti forse da qualche scrupolo di coscienza, decisero infatti di risparmiare un tratto di muro in ragione degli affreschi che lo decoravano (53). Tuttavia quel "rudere" non tardò a creare disturbo alla visuale: complice linsensibilità generale, soprattutto delle autorità, il 3 settembre 1904 la Giunta Comunale di Teglio Veneto deliberò la demolizione anche di quellultimo frammento, completando la distruzione della chiesa (54).
E così di quello che fu il simbolo per eccellenza della comunità tegliese non restava più traccia alcuna, se non nello sfumato ricordo di quanti ancor oggi si ostinano a non dimenticare.
NOTE AL TESTO
A.C.Teglio, Lavori Pubblici, b. 1.
2 L. VENDRAME, Dallabbattimento della vecchia Pieve in cimitero alla costruzione della nuova Chiesa Parrocchiale, in "Il Tiglio", Bollettino della Comunità Parrocchiale di San Giorgio Martire, Teglio Veneto, Natale 1996, pagg. 8-9.
3 A.C.Teglio, Registro delibere del Consiglio Comunale 1883-1886 (del. 16 II 1886); L. VENDRAME, cit., pagg. 8-9.
4 C. ARREGHINI, La Pieve di San Giorgio Martire di Teglio Veneto. Memorie, dattiloscritto, p. 4.
5 Già nel 1884 il Comune procedette alla demolizione del campanile, assecondando le pressioni del "Comitato per lerigenda Chiesa", per ricavare materiali da costruzione. A.C.Teglio, Registro delibere del Consiglio Comunale 1883-1886 (del. 20 IX 1884).
6 Vedi nota n. 3.
7 G. ROSADA, I fiumi e i porti nella Venetia orientale. Osservazioni intorno ad un famoso passo pliniano, in "Aquileia Nostra", vol. L, 1979, coll. 226- 228; G. BROCCA, Profilo storico, in Studio geopedologico ed agronomico del territorio provinciale di Venezia parte nord orientale, Venezia, 1983, p. 30, nota 3 e p. 77.
8 Per i due toponimi si vedano le rispettive voci nella prima parte del presente volume a pag. 94.
9 A. TAGLIAFERRI, La Pieve in Friuli; aspetti e problemi storici, in La Pieve in Friuli, Camino al Tagliamento, 1983, p. 21; G. PRESSACCO, Rustica sacra et prophana, in Religiosità popolare nel Friuli Occidentale, Pordenone, 1992, pagg. 126-128.
10 Secondo una personale lettura di un documento del 1434, E. Degani riferì per certa una deviazione della roggia Lugugnana avvenuta in tale anno. Su quella affermazione si sono poggiate in seguito fantasiose ipotesi su un parallelo spostamento del villaggio di Teglio, per motivare il decentramento della chiesa. Recenti acquisizioni hanno però posto molte ombre sulla correttezza dellinterpretazione del Degani, che si fondava sullanalisi di un regesto e non del documento integrale, e ci portano a dire che una rettifica del percorso della roggia in epoca imprecisata cè stata sicuramente, ma non nei termini radicali creduti in passato, e soprattutto che ciò non comportò alcun spostamento dellabitato.
La conferma di questo ci viene anche dalla ricerca archeologica di superficie compiuta dallamico archeologo Vincenzo Gobbo, che non ha riscontrato alcuna traccia di insediamenti nei dintorni del cimitero.
E. DEGANI, La Diocesi di Concordia, Udine, 1924², p. 322; A. RIZZETTO, Una Comunità Agricola. Teglio Veneto dalle origini allUnità dItalia, Casier, 1987, pagg. 45-46. Si veda inoltre la voce Lugugnana nel presente volume.
11 A. TAGLIAFERRI, Coloni e Legionari romani nel Friuli celtico. Una ricerca archeologica per la storia, Fiume Veneto, 1986, pagg. 95-116 e 402-405; A. A.SETTIA, Pievi, cappelle e popolamento nellAltoMedioevo Friuli, in: A. A. SETTIA, Chiese, strade e fortezze nellItalia medievale, Roma, 1991, pagg. 21-25; Centa: V. GOBBO, Lo scavo della pieve di San Martino, in Lo scavo della pieve di San Martino, Portogruaro, 1984, pagg. 14-29; Santa Petronilla: Mappa Archeologica. Gli insediamenti depoca romana nellagro concordiese, Portogruaro, 1985, p. 39, sito n. 3; San Pietro: F. PIUZZI, I saggi di scavo, in San Pietro di Versiola, Sesto al Reghena, 1997, pagg. 41-51; San Rocco: V. GOBBO, Schede di rilevamento, in Morsan al Tiliment, Udine, 1988, p. 43, scheda n. 3.
12 Mappa Archeologica, cit., p. 58, sito n. 11.
13 Devo questa informazione al sig. Zadro Luigi.
14 M. G. B. ALTAN, Nascita e sviluppo dei borghi fortificati, in: T. MIOTTI, Castelli del Friuli, vol. V, Storia ed evoluzione delle fortificazioni in Friuli, Udine, 1981, pagg. 163-187; id. , Cente, cortine, nel Basso Friuli Concordiese (Portogruarese), in: Lo scavo della Pieve di San Martino, cit., pagg. 30-32; P. MONTINA, Per una diversificazione tra cortine e cente friulane, in "Ce fastu ?", LXI, 1985, I, pagg. 21-28.
15 A. A.SETTIA, Chiese e fortezze nel popolamento del Friuli, in: A. A. SETTIA, cit., p. 124 e passim.
16 A.S.Tv, Fondo Notarile, Serie I, b. 11.
17 A. A. SETTIA, cit., pp. 121-123; M. G. B. ALTAN, Nascita e sviluppo dei borghi fortificati, cit., p. 167.
18 M. G. B. ALTAN, Nascita e sviluppo dei borghi fortificati, cit., p. 167.
19 Ibidem; A. A. SETTIA, cit., p. 123.
20 E. DEGANI, La Diocesi ..., cit., pagg. 115-117, 144; B.Marc.Ve, Fondo Manoscritti, Cod. Lat. classe IV n. LII=2302, cc. 132r-132v.
21 F. DE VITT, La Pieve medioevale: lineamenti e problemi storici, in: La Pieve in Friuli, cit., p. 25.
22 A.S.Tv, Fondo Notarile, Serie I, b. 11.
23 G. BIASUTTI, Racconto geografico santorale e plebanale per larcidiocesi di Udine, Udine, 1966, pag. 35; A. GIACINTO, Annuario della Diocesi di Concordia-Pordenone, Pordenone, 1977, pagg. 27-28.
24 G. BOGNETTI, I "Loca Sanctorum" e la storia della Chiesa nel regno dei Longobardi, in: Letà longobarda, Milano, 1967, vol. III, pag. 340.
25 P. C. BEGOTTI, La Pieve di Fossalta nella storia ecclesiastica concordiese, in: Chiesa di San Zenone Vescovo. Centenario dellinaugurazione, Udine, 1996, pag. 22.
26 G. ROSADA, cit. .
27 A. GIACINTO, cit., pag. 27.
28 In generale si veda: E. DEGANI, cit., passim; C. G. MOR, Pievi e feudi nella Diocesi di Concordia, in: La Chiesa Concordiese. 389-1989, vol. II, La Diocesi di Concordia-Pordenone, Pordenone, 1989, pagg. 39-53.
A conferma di ciò, nel corso delle nostre ricerche, ci siamo imbattuti in un documento dellanno 1348 in cui pre Jacobo de Daynerys viene citato quale "plebano plebis Sancti Hermacorae de Fossalta, Concordiensis Diocesis". A.S.Tv, Fondo Notarile, Serie I, b. 11. A. BATTISTON, Della venerazione dei Santi Ermacora e Fortunato. Un documento inedito sulla storia della Pieve di Fossalta di Portogruaro, Fossalta di Portogruaro, 1996.
29 B.Marc.Ve, Fondo Manoscritti, Cod. Lat. classe IV n. LII=2302, c. 148v.
30 Doc. 1585: A.C.V.Pn, Nonnulli processus ab anno 1582 usque ad annum 1586; Doc. 1713: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, cart. n. XVI (Vallaresso). Tali documenti sono riportati anche nel regesto in calce al presente studio.
31 J. FERNÁNDEZ ALONSO, Giacomo il Maggiore, in: Bibliotheca Sanctorum, vol. VI, Roma, 1965, coll. 364-388; G. CAPPA BAVA - S. JACOMUZZI, Del come riconoscere i Santi, Torino, 1993, pag. 122.
32 San Giacomo Maggiore viene spesso raffigurato anche nelle vesti di guerriero a cavallo, e in ciò molto simile a San Giorgio. Il drago poi, attributo di questultimo, accompagna anche San Filippo. J. FERNÁNDEZ ALONSO, Giacomo il Maggiore, cit.; G. CAPPA BAVA - S. JACOMUZZI, Del come riconoscere i Santi, cit., pagg. 82,84,122.
33 P. GOI, "Ecclesia Sanctorum Jacobi et Philippi subtus villam Arzenutti", in: San Martino al Tagliamento. La chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo di Arzenutto, San Martino al T., 1993, pagg. 11, 23-24; A. PERSIC, I Santi Filippo e Giacomo: tradizioni del Cristianesimo delle origini e culto moderno, in: San Martino al Tagliamento. La chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo di Arzenutto, cit., pagg. 33-46.
34 J. FERNÁNDEZ ALONSO, Giacomo il Maggiore, cit.; G. BIASUTTI, Spunti di agioidiologia per il canale di San Pietro in Carnia, in: Darte e la Cjargne, Udine, 1981, pag. 108; A. PERSIC, I Santi Filippo e Giacomo: tradizioni del Cristianesimo delle origini e culto moderno, cit..
35 Le testimonianze di una venerazione per San Giacomo potrebbero essere correlate alle vie di comunicazione percorse dai pellegrini che, scendendo dallEuropa centrale, si recavano a Compostella attraversando il Friuli favorendo così la penetrazione del culto. Secondo recenti ipotesi vi erano due direttrici parallele al Tagliamento e forse Teglio e Bagnara, e più a nord Arzenutto, si trovavano presso una di quelle vie. T. M. ROSSI, La strada per Santiago di cà e di là da laghe, in "La Panarie", XXIII, n. 90-91, 1991, pagg. 83-85; Per gli affreschi si veda P. GOI - G. BERGAMINI, Arte religiosa in Diocesi di Concordia fra trecento e cinquecento, in: La Chiesa Concordiese, cit., pag. 182; P. GOI, "Ecclesia Sanctorum Jacobi et Philippi subtus villam Arzenutti", cit., pagg. 11-31.
36 A.C.Teglio, Lavori Pubblici, b. 1; L. VENDRAME, cit..
37 A. GIACINTO, cit., pag. 28.
38 C. F. BLACK, Le confraternite italiane del cinquecento, Milano, 1992, pagg. 49,139.
39 A.C.Teglio, Registro Delibere del Consiglio Comunale, 1883-1886 (del. 16 II 1886).
40 Si ha notizia di una richiesta di ampliare il cimitero datata alla fine del 700. L. VENDRAME, cit.; A.S.Ve, Provveditori alla Sanità, b. 294.
41 A.S.Ud, Fondo Notarile Antico, b. 5248.
42 E. DEGANI, cit., pagg. 320, 342, 674, 676.
43 C. ARREGHINI, cit., pag. 3.
44 A.C.V.Pn, Visite Pastorali, cart. n. VI (Sanudo il Vecchio), a. 1592; G. STIVAL, Alle origini di una tradizione, in "Il Tiglio", Bollettino della Comunità Parrocchiale di San Giorgio Martire, Teglio Veneto, Agosto 1982, pag. 4.
45 G. STIVAL, Alle origini di una tradizione, cit.; P. GOI, Osvaldo Gortanutti pittore e intagliatore, estr. da "Itinerari", a. VI, n. 1, Marzo 1972, pagg. 3-6; A.P.Teglio, Cattastico della Ven. Chiesa e Ven. fraterne di Teglio, c. 60r.
46 A.S.Pn, Fondo Notarile Antico, b. 289/2425, c. 54r.
47 A.C.V.Pn, Visite Pastorali, cart. n. XXI (Bressa), f. 84.
48 Ibidem.
49 Nella visita pastorale del 9 V 1655 il vescovo ordinò di collocare il simulacro di San Giovanni Battista sopra il battistero e di dipingerlo esternamente; A.C.V.Pn, Visite Pastorali, cart. n. XI (Cappello), vol. II, c. 6v.
50 G. C., Conoscere per amare, per conservare. Il Calvario, in "Il Tiglio", Bollettino della Comunità Parrocchiale di San Giorgio Martire, Teglio Veneto, Pasqua 1982, pagg. 4-5.
51 A.C.V.Pn, Visite Pastorali, cart. n. X (Cappello), vol. II, c. 2r.
52 Si tratta delle croci della dedicazione, presenti in numero di 12, affrescate allatto di consacrare una chiesa ma a volte ridipinte qualora le originali non fossero più visibili. A.C.V.Pn, Visite Pastorali, cart. n. XXI (Bressa), f. 84.
53 A.C.Teglio, Registro Deliberazioni della Giunta Municipale, 1904-1905 (del. 3.IX.1904).
54 Ivi
REGESTI 1186 1904
1186, 12 marzo, in Verona
Bolla con cui papa Urbano III prende sotto la sua protezione il vescovo di Concordia con i suoi possessi temporali e spirituali; tra le pievi compare anche quella di Teglio mentre Cintello e Suzzolins (Cisolino) vengono ricordate solo tra le ville.
Fonti: E. DEGANI, La Diocesi di Concordia, Udine, 1924, pp. 115-117; B.Marc.Ve, Fondo Manoscritti, Cod. Lat. classe IV n. LII= 2302, cc. 132r e v.
1343 ca., s. l.
Elenco delle feste che si svolgevano nellambito dei domini temporali del vescovo di Concordia: in Teglio il giorno primo di maggio, festa dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo.
Fonti: B.Marc.Ve, Fondo Manoscritti, Cod. Lat. classe IV n.52=2302, c. 148v.
in Portogruaro
Acquisto di un maso sito in Teglio; nel descrivere i confini di un terreno posto nelle vicinanze della chiesa viene nominata la fossa della cortina.
Fonti: A.S.Tv, Fondo Notarile, Serie I, b. 11.
1351, 28 luglio, in Portogruaro
Donazione di un terreno posto in Portogruaro. Il beneficiario è "presbitero Petro de Ariminio beneficiato in Ecclesia S.cti Georgij de Tileo".
Fonti: A.S.Tv, Fondo Notarile, Serie I, b. 11.
1462, 18 novembre, in Teglio
Esame di testimoni; Berholinus q.m Girardi di Gruaro di anni 55 afferma di aver vissuto per un breve periodo a Teglio circa 40 anni prima, quando la gente del luogo si era attivata "circha fabricam et reparationes Ecclesiae Sancti Jeorgj de Tileo".
Fonti: A.S.Ud, Fondo Notarile Antico, b. 5248.
1498, in Teglio
Data segnata sulle autentiche delle Sacre Reliquie dei Santi Nicolò, Pietro, Lamberto, Giorgio, Cristina e Filippo. La notizia è riferita dal parroco di Teglio in occasione della visita pastorale di mons. Sanudo il 15 maggio 1620.
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. VII, V. Sanudo II, c. 147v.
1558, 18 luglio, in Teglio
Visita pastorale di mons. Pietro Querini alla chiesa parrocchiale di San Giorgio; il SS.mo Corpo di Cristo è conservato in un tabernacolo ligneo indorato; vi è fonte battesimale, il tutto è tenuto in ordine.
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. IV, V. Querini, vol. I, c. 223v.
1579, 6 ottobre, in Teglio
Visita pastorale di mons. Pietro Querini. Nella chiesa dedicata a San Giorgio visita il SS.mo Sacramento, gli olii santi, e il Sacro Fonte che era "sine ciborio seu cubula". Quindi rinuncia al cattedratico e lo devolve per lacquisto di un tabernacolo ligneo indorato.
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. IV, V. Querini, vol. II, c. 113r.
1584, 21 ottobre, in Teglio
Visita apostolica di mons. Cesare de Nores. La chiesa è consacrata e annessa alla Mensa Capitolare; vi sono tre altari: il maggiore dedicato al titolare San Giorgio, laltare di San Valentino ed un terzo senza titolo. Esiste pure il tabernacolo, il fonte battesimale, la sacrestia ed il cimitero.
Inventario della Chiesa di San Zorzi de Teglio:
Una pianeta de veludo rosso in buon esser con tutte le sue circustantie
Altra pianeta nuova de zambaloto con le sue come di sopra circustantie
Pianeta de tella verde con le circustantie usada
Doi altre pianete de bombasina una de ....... negra laltra bianca con le sue circustantie usade
Un altra pianeta de seda verde vechia et senza circustantie
Crose doi una de quali senza arzento laltro con puoco
Calisi tre assai buoni et in buon esser
Confaloni duoi un nuovo et laltro usado overo peneli
Un baldachino de zambaloto rosso nuovo con le sue ......... tutto in bonissimo esser
Mantili de diverse sorti n. 20
Tovaglie de diverse sorti n. 8
Messali tre in bonissimo esser
Un altro libreto da batizar et altri diversi offity appartenenti ad un curato da esser usati in chiesa et fuor di chiesa
Borse quatro de diversi colori belissimi con li suoi corporali et animete de ... doppio
Candelieri quatro di laton
Fonti: A.Cap.Pd, Visita Apostolica Nores Concordia, cc. 496r. 497r.
1585, 7 agosto, in Teglio
Esame di testimoni. Si afferma che il giorno 25 luglio passato si era svolta la "festa di Teglio" (la data coincide con la festa della dedicazione della chiesa e con la solennità di San Giacomo).
Fonti: A.C.V.Pn, Nonnulli Processus ab anno 1582 usque ad annum 1586.
1586, 12 giugno, in Teglio
Visita pastorale di mons. Matteo Sanudo; si ordina che la confraternita che ha sede nellaltare maggiore venga di nuovo eretta con i "Capitoli".
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. V, V. Sanudo, fasc. I, c. 52r.
1592, 25 maggio, in Teglio
Visita pastorale di mons. Matteo Sanudo; il SS.mo Sacramento è conservato nellaltare maggiore di San Giorgio entro un tabernacolo ligneo. Viene annullata la confraternita del SS.mo Rosario perché eretta senza licenza del vescovo. Il visitatore ordina che la finestra degli olii santi si faccia nel coro dalla parte del campanile; che nessuno ardisca entrare nel campanile ad eccezione del campanaro, sotto pena di scomunica; che si faccia un trozo sopra il sagrato per andare in processione "a torno a torno dalla parte verso il muro di esso sagrato".
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. VI, V. Sanudo, c. 95r.
1596, 1 ottobre, in Teglio
Visita pastorale di mons. Matteo Sanudo; si ordina di acquistare "due angeli honorevoli per laltare maggiore".
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. V, V. Sanudo, vol. II, c. 255.
1620, 15 maggio, in Teglio
Visita pastorale di mons. Matteo Sanudo il giovane. Ordini del visitatore: "si faccia un reliquiario con li suoi cristali in termine di sei mesi e si accomodi uno degli altari piccoli. Ad irimpeto del confes.rio si faccia un Altare".
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. VII, V. Sanudo II, vol. II, c. 147v.
1642, in Teglio
Inventario delle suppellettili della chiesa di San Giorgio di Teglio:
Calici n. 2
Patene n. 2
Corporali con animette n. 3
Velli da calici di diverse sorti et colori n. 15
Borse da calici n. 6
Cordoni n. 3
Camisi con li suoi amiti n. 5
Pianette con sue stolle et manipoli n. 9
Piviali n. 1
Pavioncini per il tabernacolo del SS.mo n. 4
Tovaglie ovvero mantili per li altari n. -
Tovaglie per gli scabelli del coro n. -
Messali n. 2
Manuali ovvero saltirio per il choro n. 1
Pisside overo custodia per il S.mo dargento n. 1
Hostensorio per il SS. di rame indorato n. 1
Turibolo con sua navicella et cuchiaretto dargento in tutto n. 3
Pace dargento
Croci n. 2
Candelieri in laton in tutto n. 1
Pinelli overo confaloni n. 2
Lampade in latone n. 3
Sechieletto di rame n. 1
Bossoli dargento pe logli santi n. 3
Bossoli in metallo pe gli oli santi con la sua cassetta n. 4
Base pe.... oglio santo ... ricamata n. 1
Una bacinella di laton p. il batizare et sua cassetta n. 2
Umbrello per portar il S.mo agli infermi n. 1
Antepetti per gli altari n. 3
Ferale per portar il S.mo aglinfirmi n. 1
Cussini de cuoio n. 2
Anzoli di rilievo sopra laltar grande n. 2
Aste per torze n. 2
Ceroferary n. 6
Capiletti per smorzar i candelotti n. 6
Un armaro dalbeo in sacristia n. 1
Scabelli dalbeo n. 2
Li turini per il choro n. 2
Armaro per li pinilli dalbeo n. 1
Duoi cassette divise robbe in sacrestia n. 2
La scola del S.mo ha un baldacchino di damasco n. 1
Un campaneletto n. 1
Un rologio di sabion n. 1
Fonti: A.Cap.Conc., Pievi e Parrocchie unite alla Mensa Capitolare, cart. 129/1.
1648, maggio, in Teglio
Visita pastorale di mons. Benedetto Cappello. Il vescovo visita laltare della Beata Vergine del Rosario, che risulta regolarmente consacrato, e quello di San Michele. Richiamando le disposizioni di una precedente visita, evidentemente non eseguite, ordina di imbiancare le pareti della chiesa ed in particolare di cancellare le immagini "indecentes" ai lati degli altari suddetti. Infine invita a restaurare i muri del cimitero.
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. X, V. Cappello, vol. II, c. 2r .
1652, 15 settembre, in Teglio
Viene canonicamente eretta la confraternita del Rosario ad opera di fra Tommaso Martinelli rettore e priore del convento di S. Giovanni di Portogruaro dellOrdine dei Predicatori.
Fonti: A.S.Ud, Congregazioni Religiose Soppresse, b. 519; si veda anche G. STIVAL, Alle origini di una tradizione, in "Il Tiglio", Bollettino della Comunità parrocchiale di Teglio Veneto, Agosto 1982, p. 4.
1655, 9 maggio, in Teglio
Visita pastorale di mons. B. Cappello. Nella chiesa vi sono i seguenti altari: il maggiore dedicato a San Giorgio sede della confraternita del SS.mo Corpo di Cristo, laltare di San Michele e quello del Rosario, consacrato. Si ordina di collocare il simulacro di San Giovanni Battista sopra il battistero e di dipingerlo esternamente.
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. XI, V. Cappello, vol. II, c. 6v.
1663, 19 maggio, in Teglio
Visita pastorale di mons. B. Cappello. Chiamato a presentare la relazione per la visita personale al clero, il pievano di Teglio don Pasqualino Brunetti espone, tra le altre cose, che in parrocchia si svolgeva la processione ogni terza domenica del mese in onore al SS.mo e ogni prima domenica dopo il Vespro quella del Rosario. Lo stesso giorno nella visita "locale" il vescovo ispeziona la chiesa dove trova i soliti tre altari, di San Giorgio, di San Michele e del Rosario, questultimo con indulgenza perpetua, per il quale decreta "fieri novam iconam".
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. XI, V. Cappello, vol. I, c. 32r e vol. III, c. 24r.
1668, 4 maggio, in Frattina
Testamento del nobile sig. Florendo Frattina; vengono istituiti quali eredi universali gli altari del SS.mo nella chiesa di Annone e della Madonna del Rosario nella chiesa di San Giorgio in Teglio.
Fonti: A.P.Teglio, Cattastico della Ven. Chiesa e Venerande Fraterne di Teglio, c. 60r; G. STIVAL, Alle origini di una tradizione, in "Il Tiglio", Bollettino della Comunità parrocchiale di Teglio Veneto, Agosto 1982, p. 4.
1670, 30 giugno, in Teglio
Visita pastorale di mons. Agostino Premoli. Ordini del vescovo: allaltare di San Michele Arcangelo si provveda di una "icona" similmente a quanto previsto per laltare del Rosario nella precedente visita.
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. XII, V. Premoli, vol. IV, c. 97r.
1675, in Teglio
Documento in cui si registra la necessità di restaurare il coperto della chiesa "nelli luochi bisognosi" e altresì i muri del cimitero "in più parti minati".
Fonti: A.Cap.Conc., Pievi e Parrocchie unite alla Mensa Capitolare, cart. 129/1.
1678, 23 agosto, in Teglio
Visita pastorale di mons. A. Premoli. Il visitatore ordina che venga aggiustato il tetto "ubi indiget"; allaltare del Rosario dispone di accomodare le "immagines" rovinate.
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. XII, V. Premoli, vol. V, c. 3v.
1690, 4 agosto, in Teglio
Visita pastorale di mons. A. Premoli. Nellaltar maggiore, consacrato, ha sede la confraternita del SS.mo Sacramento, retta da laici come pure la confraternita del Rosario. Ordini: provvedere una pisside piccola per la comunione agli infermi; aggiustare gli "scamnia"; aggiustare il muro del cimitero e mettere un crocefisso sopra una colonna marmorea in mezzo.
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. XII, V. Premoli, vol. VI, c. 58v.
1694, 27 settembre, in Teglio
Visita pastorale di mons. Paolo Valaresso. Nellaltar maggiore vi è un tabernacolo ligneo. Altri altari: San Valentino martire, Beata Vergine del Rosario. Ordini: dipingere internamente il fonte battesimale, aggiustare la pala del Rosario, aggiustare il pavimento, collocare una grata ferrea nel cimitero per impedire lingresso degli animali.
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. XIII, V. Valaresso, vol. I, c. 95v.
1712, in Teglio
Visita pastorale di mons. Paolo Valaresso. Relazione del pievano don Rinaldo Variola: "eretta questa Chiesa Parrocchiale di Teglio sotto linvocazione di San Giorgio consacrata li 25 Luglio giorno di San Giacomo et si fa loffitio, ha altari n. 3, il primo è il maggiore sotto il titolo pure di San Giorgio sopra cui vè riposto il Santissimo Sacramento in tabernacolo di legno indorato viene mantenuto di cera, suppellettili et altre cose necessarie per il culto Divino dallentrata di questa Chiesa. Il secondo è sotto il titolo della Beata vergine di Rosario vien provveduto dallelemosina che si cava. Il terzo sotto il titolo di San Valentino vien mantenuto con lentrata della Chiesa ....". Inventario degli oggetti preziosi:
Due calici
Due piside, una grande et una piccola
Un ostensorio
Tre patene
(................)
Messali n. 2
Da requiem n. 2
Rittuali n. 2
Un toribile dargento
Una pase dargento
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. XVI, V. Valaresso, vol. II, c. 2r.
1718, 6 maggio, in Cintello (?)
Testamento di pre Antonio Brunetti parroco della villa di Cintello: "... Intendo il mio cadavere sia sepolto nella Ven. Chiesa Parrocchiale di San Giorgio di Teglio nella solita sepoltura de sacerdoti, in caso però chancora non fosse fatto il monumento da me designato da farsi avanti laltare della Ven. Fraterna del Rosario, al qual effetto è preparata la pietra, e dovrà effettuarsi dal mio herede ....".
Fonti: A.S.Pn, Fondo Notarile Antico, b. 289/2425 c. 54r.
1726, 1 ottobre, in Teglio
Visita pastorale di mons. Jacopo Maria Erizzo. Decreti della visita: laltar maggiore (San Giorgio) sia restaurato; allaltare del Rosario "icona accomodari"; altare di San Michele sia aggiustata la parte superiore.
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. XVI, V. Erizzo, vol. II, c. 16v.
1730/31, in Teglio
Pagamenti al pittore Giacomo Carneo per laltare del Rosario.
Fonti: A.S.Ud, Congregazioni Religiose Soppresse, Veneranda Confr. del Santissimo Rosario di Teglio, 1730-1804, b. 519, c. 2r e 3r; P. GOI, Carneo e Carneadi, in: Antonio Carneo (1637-1692). Atti della Giornata di Studio, Portogruaro, 1995, p. 157.
1731/32, in Teglio
Pagamenti al pittore Iseppo Buzzi per il pennello del Rosario.
Fonti: A.S.Ud, Congregazioni Religiose Soppresse, Veneranda Confr. del Santissimo Rosario di Teglio, 1730-1804, b. 519, c. 4; G. STIVAL, Alle origini di una tradizione, in "Il Tiglio", Bollettino della Comunità parrocchiale di Teglio Veneto, Agosto 1982, pp. 4-5.
1744, 21 giugno, in Teglio
Vicinia. Viene approvata la proposta di edificare un altare "alla parte sinistra andando allaltare Maggiore, dove presentemente è intitolato Altare di San Michele quale si attrova indecente per la Celebrazione della Santa Messa ed anco sospeso da Monsignor Ill.mo e Rev.mo Vescovo ...".
Fonti: A.S.Pn, Fondo Notarile Antico, b. 1284/9092.
1763, 17 aprile, in Teglio
Visita pastorale di mons. Alvise Maria Gabrieli. Altar maggiore marmoreo con pietra sacra, dedicato a San Giorgio; in "cornu evangeli" altare marmoreo con pietra sacra e due colonne lignee indorate (titolo Beata Vergine del Rosario). Ordini: entro 4 mesi aggiustare la porta maggiore; collocare la croce in cimitero entro 3 mesi.
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. XIX, V. Gabrieli, vol. I, c. 89r.
1782, 16 settembre, in Teglio
Visita pastorale di mons. Giuseppe M. Bressa. Visita personale a don Valentino Cecchini. Dalla relazione si ricava che: "... non vi sono documenti sulla fondazione esendo questa antichissima". La struttura della chiesa è "bisslonga". La chiesa risulta consacrata "avendo veduto segno delle croci prima che fosse di nuovo imbiancata". La ricorrenza della consacrazione si celebra il 25 luglio. Vi sono in chiesa tre altari: maggiore (San Giorgio Martire), a destra San Michele e a sinistra Rosario. Nessuno è consacrato, tutti hanno la pietra sacra. In chiesa vi sono due sepolture entrambe lontane dagli altari, una per i sacerdoti e laltra per i nob. signori Borghesaleo. Inventario:
Calici dargento con sue patene n. 2
Pissidi n. 2 con ostensorio
(.........)
Toribolo e navicella dargento
Istromento della Pace dargento
(.........).
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. XXI, V. Bressa, f. 84.
1804
Statistica del Friuli. Teglio: "... La chiesa è in passabile stato distante dallabitato, e affatto campestre, e questa viene mantenuta con le proprie rendite ...".
Fonti: B.C.Ud, Fondo Principale, ms. n. 965/III, c. 58r.
1822, 28 luglio, in Teglio
Visita pastorale di mons. Pietro C. Ciani. Altar maggiore marmoreo con pietra sacra; altare "in cornu evangeli" marmoreo con pietra sacra (San Michele Arc.); altare in "cornu epistolae" ligneo con pietra sacra (Beata Vergine del Rosario).
Fonti: A.C.V.Pn, Visite Pastorali, n. XXII, V. Ciani, p. 310.
1884, 18 agosto, in Teglio
Posa della prima pietra della nuova chiesa di Teglio.
Fonti: C. ARREGHINI, La Pieve di S. Giorgio Martire di Teglio Veneto. Memorie. Dattiloscritto, A.P.Teglio, p. 4.
1884, 20 settembre, in Teglio
Deliberazione del Consiglio Comunale con cui si approva la demolizione del campanile. "... in seguito alla visita fatta nel giorno 5 corr. risulta che per quanto riguarda la pubblica sicurezza sarebbe sufficente scaricarlo delle troppo pesanti campane che consideratamente pochi anni adietro furono sopra collocate. Visto il rapporto dello stesso Ing. Bon dal quale risulta ancora che con un irrobustimento quel campanile tornerebbe servibile senza alcun pericolo; Visto però lo slancio della popolazione nellaver già incominciato la costruzione di una nuova chiesa nel centro del paese fidente nel volere e potere; Considerato che eretta la nuova chiesa il campanile attuale resterebbe alla distanza di 700 metri circa dalla nuova chiesa per cui inservibile allo scopo; Considerato che la chiesa attuale una volta costruita la nuova verrà demolita perché inutile e per valersi di quellarea per ampliare il cimitero attuale, quindi anche per quella chiesa inutile il campanile; Vista la domanda posta dalla Commissione per la nuova chiesa tendente ad ottenere da questo Consiglio il permesso di demolire il campanile della Parrocchiale di San Giorgio di Teglio Veneto per avvalersene di quel materiale nella costruzione della nuova chiesa Il Consiglio a voti unanimi per alzata e seduta delibera di facoltizzare, come facoltizza, la Giunta Municipale a permettere alla Commissione per la fabbrica della Chiesa la demolizione del campanile .... e luso del materiale stesso nella costruzione della nuova chiesa ...".
Fonti: A.C.Teglio, Registro Delibere del Consiglio Comunale, 1883-1886.
1886, 22 gennaio, in Portogruaro
Decreto del vescovo mons. Domenico Pio Rossi con cui si concede il permesso di demolire la vecchia chiesa parrocchiale al fine di impiegarne i materiali per la costruzione della nuova.
Fonti: A.C.Teglio, Lavori Pubblici, b. 1.
1886, 16 febbraio, in Teglio
Delibera del Consiglio Comunale con la quale si abroga la delibera del 11-V-1877 che prevedeva la costruzione di un unico cimitero per lintero comune; approvazione del progetto di un nuovo cimitero per la frazione di Cintello ed ampliamento di quello di Teglio. Il Consiglio delibera altresì di concedere il permesso di demolizione della chiesa parrocchiale di San Giorgio di Teglio Veneto esistente nel centro del cimitero stesso. Nellesaminare le motivazioni emerge un dato riguardante la chiesa stessa: " ... la vecchia chiesa venne chiusa ancora per le condizioni pessime in cui trovasi stando il pavimento metri 1 ¼ sotto il livello del suolo in mezzo alle tombe ...".
Fonti: A.C.Teglio, Registro Delibere del Consiglio Comunale, 1883-1886.
1888, 20 novembre, in Teglio
Benedizione della nuova chiesa e sua apertura al culto.
Fonti: C. ARREGHINI, La Pieve di S. Giorgio Martire di Teglio Veneto. Memorie,
cit., p. 4.
1896, 18 maggio, in Teglio
Consacrazione solenne della nuova chiesa da parte di S.E. mons. Pietro Zamborlini arcivescovo eletto di Udine, amministratore apostolico della diocesi di Concordia.
Fonti: C. ARREGHINI, La Pieve di S. Giorgio Martire di Teglio Veneto. Memorie, cit., p. 4.
1904, 3 settembre, in Teglio
Delibera della Giunta Municipale con cui si decide di demolire il muricciolo esistente nel mezzo del cimitero avanzo della vecchia demolita chiesa. Tale muro "altro non è che un rozzo rudere che non havvi ragione affatto di lasciar sussistere, perché laffresco che già esisteva sopra una parete dello stesso muro del lato di ponente è totalmente scrostato per modo che già da tempo non presenta nessuna immagine ....".
Fonti: A.C.Teglio, Registro Delibere di Giunta Municipale, 1904-1905.