Tra l'aquila e il leone

Gruppo di Ricerca Storica Milleseicentosei

CINTELLO Sul Lemene Villam de Tileo

INDICE Presentazione Introduzione Le fonti I toponimi

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Contributi di storia e cultura locale

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INTRODUZIONE

Cos'è la toponomastica?
Dobbiamo innanzitutto dire che fa parte dell'onomastica, disciplina che si occupa dei nomi propri e li contrappone ai nomi comuni. Le sezioni in cui si divide l'onomastica sono l'antroponimia che studia i nomi degli uomini, l'etnonomastica che ricerca i nomi dei popoli ed infine la toponomastica che è la scienza che raccoglie i nomi di luogo, li classifica e cerca di spiegarli anche se non sempre ci riesce.

Quando  e come un nome comune diventa toponimo
Possiamo affermare che un nome comune si trasforma in toponimo allorché cessa di indicare un luogo generico (ad esempio un bosco), ed inizia ad essere, magari all'inizio solo per poche persone della comunità, un sito preciso e ben delimitato (es. il boschit). Tale nome si riferirà dunque ad un solo posto e perderà di significato se inserito in un contesto estraneo all'oggetto a cui fa riferimento, anche se tanti toponimi hanno un omofono nel lessico comune, ma tale diversa funzione sarà compresa da parlanti di una medesima koinè linguistica impedendo così ogni equivoco.
Un nome proprio -un toponimo- attraverso il suo aspetto fonetico e grafologico ha la possibilità di designare qualsiasi cosa all'interno di un sistema di comunicazione ed è da tutti compreso per ciò che designa, al di là del primitivo valore semantico della parola che può invece non essere più percepito dai parlanti, ad esempio perché vecchio di centinaia di anni. Un caso emblematico può essere il toponimo fornase; tutti i tegliesi capiscono a quale zona si riferisce tale nome, ma pochi sanno che tra Teglio e Cintello per alcuni secoli a cavallo di Medioevo ed Età  Moderna funzionò realmente un opificio del genere. In altre parole un nome può mantenere la propria funzione anche dopo la scomparsa di ciò che lo ha generato e giustificato, magari anche se l'aspetto attuale differisce totalmente da ciò che il nome suggerisce: nessuno si stupisce ora se sui pascoli crescono rigogliose le barbabietole.
Il toponimo è dunque un segno linguistico a cui viene abbinato un referente. Parola ed oggetto designato vengono messi in relazione nel momento in cui qualcuno decide di identificare un luogo con un nome. C'è un aspetto forse poetico in queste "aride" riflessioni, in quanto la genesi toponimica si deve alle emozioni che una immagine suggerisce ad un uomo, il quale adopera le proprie possibilità linguistiche per descrivere e comunicare quello che ha provato. Da quanto detto deriva che il toponimo non descrive il paesaggio ma lo interpreta; per questo molti luoghi simili portano nomi diversissimi. I tecnici parlano in questi casi di denominazioni "traslate", ci sono poi le "letterali", quelle "per eccezionalità" e "per abbondanza", ma pretendere di imbrigliare in categorie fisse i nomi dei luoghi è una battaglia persa in partenza.
Possiamo noi risalire all'emozione che ha generato il nome? Spiegare il toponimo è una impresa assai ardua perché risulta indispensabile conoscere l'epoca in cui fu pensato il toponimo, inoltre bisogna considerare la pluralità di significati che poteva avere la parola a quel tempo, come pure la modifica di riferimenti a cui la parola può essere stata soggetta nel tempo.

A cosa serve una ricerca toponomastica?
Ovviamente nessuna scienza è fine a sé stessa. La toponomastica è scienza ausiliaria della storia quando sono presenti altre fonti documentarie, quali le archivistiche, le archeologiche o le bibliografiche. Per lo storico il nome di un luogo rappresenta un fossile, un relitto di una fase linguistica, testimonianza dei popoli che si sono succeduti sul territorio; una accurata ricerca può ad esempio portare ad una precisa individuazione topografica di comugne e comunali, al giorno d'oggi terre di proprietà privata anche se il nome testimonia che non fu sempre così, o alla conferma di ipotesi sulle essenze un tempo diffuse sul territorio come l'albero del pero, da cui perarutto, in luoghi dove ora regna la monocoltura maidica, o ancora parla delle modificazioni territoriali: è possibile che un tempo estesi laghi dividessero Teglio da Gorgo? A quanti il bando e il giai rammentano i longobardi? Lo studio dei nomi aiuta a comprendere queste cose... e molte di più.
La toponomastica può essere essa stessa fonte storica diretta? Certamente gli idronomi hanno contribuito ad individuare il corso del Tiliaventum maius ben prima delle foto satellitari. Bisogna però porre attenzione all'uso che si fa di tale delicata materia. Molti nomi di una medesima categoria danno indicazioni precise, come l'assenza totale di altri. Sarebbe buona norma confrontare i dati di una ricerca di zona con quelli più ampi riguardanti l'intera regione linguistica... ancora una volta risulta fondamentale
per la riuscita del lavoro il metodo.
La trasmissione della conoscenza del territorio, tra gli scopi di questo lavoro, difficilmente può quindi trascurare l'onomastica nei suoi vari aspetti in quanto per la ricerca è importante sia il nome di un'area che può essere ampia come interi paesi, sia il locale nomignolo con cui si identificano famigliarmente pochi metri quadrati di terreno.
Comprendere il motivo per cui i toponimi hanno questa valenza storica significa introdurre un argomento che non può essere trattato come merita in poche righe di una introduzione, ma non si può nemmeno trascurare un tema tanto importante. Pensiamo che anche noi, nel XX secolo, usiamo con disinvoltura i toponimi in molti aspetti del quotidiano: l'indirizzo su una lettera cos'è in fondo se non un toponimo che, certamente, non ha la forma dei suoi "antenati" (via Garibaldi o via Parz sono anche concettualmente diversi da
chiaranda), ma assolve alla medesima funzione. Un toponimo in un atto notarile datato 1997 riguardante un qualsiasi terreno è forse superfluo anche se l'appezzamento in questione è ora adeguatamente distinto dai numeri particellari? Certamente nei secoli scorsi l'identificazione di un sito attraverso il proprio nome era indispensabile (pensiamo alle investiture dei secoli cosiddetti bui del Medioevo) ma seppur con rimpianto per una bellezza che alle nostre orecchie non appare, anche al numero del catasto bisogna assegnare una funzione quasi toponimica.
Ricordiamoci che la produzione nella fabbrica dei toponimi non conosce tuttora ferie; il "prodotto" esce dalla catena di montaggio della comunità con continuità. Autostrada è toponimo quanto braida, ci piaccia o meno. Ci prendiamo qui la responsabilità di affermare che i toponimi hanno valenza storica perché indispensabili ora come mille anni fa alla ordinata vita sociale e comunitaria.

Note per la lettura e comprensione dello studio
Al fine di rendere lo studio facilmente fruibile sia ai cultori della materia sia a chi non possiede conoscenze specifiche sulla toponomastica locale, abbiamo suddiviso la ricerca in due parti: la prima, destinata soprattutto agli studiosi e divisa in quattro grandi periodi, riporta  fedelmente in ordine alfabetico e cronologico, tutti i toponimi individuati.
Ciò fornisce al lettore non solo un'ampia gamma di lemmi ma anche la testimonianza di evoluzioni e trasformazioni linguistiche succedutesi nei secoli.
Accanto ad ogni toponimo viene indicata oltre all'ubicazione topografica nell'ambito del Comune, l'anno e la precisa collocazione archivistica del documento da cui esso è stato tratto. Per ragioni di carattere storico abbiamo deciso di evidenziare chiaramente quali toponimi appartenevano a Teglio e quali a Cintello, prendendo come riferimento la più antica rappresentazione catastale completa del nostro comune risalente al periodo napoleonico, nella consapevolezza però che tale confine non coincide perfettamente né con gli antichi limiti medioevali né con le ripartizioni civili e religiose attuali.
Nella seconda sezione del lavoro si è data l'interpretazione ad ogni toponimo, conservando in testa alla spiegazione l'anno e la sua collocazione geografica; in alcuni casi nel testo compaiono i rimandi ad altre voci correlate, evidenziate mediante un corpo tipografico diverso (maiuscolo).