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         IL  GIORNO  12  luglio 2007

 


di SILVIA VIGNATI


ROM ERRANTI. Dopo quello al parco Altomilanese, ieri mattina l'ennesimo sgombero. La polizia locale ha liberato lo stabile di via Liguria, occupato da otto famiglie romene con bambini al seguito. Siamo ancora in quell'area in cui, poco distanti dal muro di cinta, sorsero anni fa le prime baracchine di legno e lamiere. L'abitazione fu in passato dimora di albanesi e marocchini. Sulle carte doveva già essere abbattuta: lì sorgerà infatti il tanto contestato iper. Da un paio di mesi circa era diventata la casa dei rom. "arredata" con oggetti trovati in discarica, corredata delle soliti fatiscenti condizioni igieniche. Tetto comunque certo fino a ieri mattina intorno alle 8, quando gli agenti hanno allontanato i cittadini comunitari, accompagnati in stazione, fatti salire sul treno per Milano e fin lì presidiati. Poi che sarà di queste persone, non è dato sapere. Lo sgombero si è svolto senza episodi di tensione; erano presenti anche due agenti a cavallo, che non hanno perso di vista qualche rom che tendeva a imboccare la strada dei prati. Del resto gli accampati erano già consapevoli che, alla buon’ora, sarebbero arrivate le forze dell'ordine a snidarli.

POCO LONTANO, qualche legnanese commentava soddisfatto «era ora». Nessuna tensione anche qualche giorno fa al parco Altomilanese: ora quella ventina, trentina di persone sgomberate ha cercato una sistemazione fra la via Novara e i confini del parco, di Busto Arsizio, di Castellanza. «La strategia è evitare che i rom creino insediamenti stabili, tutti i sindaci del territorio hanno concertato un indirizzo comune, ma con questi sgomberi non si risolve nulla, e neppure si assicura ai cittadini la tanto sacrosanta, legittima sicurezza che tutti vogliamo - commenta Giuseppe Marazzini, ex consigliere di Rifondazione comunista -. Donne, uomini e bambini sballottati da una parte e dall'altra: a chi giova? Perché impegnare così le forze della polizia locale? Pensiamo allora al rimpatrio con la costruzione di un progetto di solidarietà in loco». Una proposta sul "fattore rom" era stata formulata dalla lista "Insieme per Legnano": Franco Crespi l'aveva consegnata al sindaco e ai rappresentanti del quartiere San Paolo. Il progetto era bilanciato su due tempi: in una prima fase si individua un luogo di sosta temporanea controllabile dalle forze dell'ordine. La seconda fase prevedeva la riattivazione dei locali della vecchia casa mandamentale di via Bellingera per il fermo delle persone in attesa di processo, che dovrebbe essere celebrato "per direttissima" a Legnano.