POLLICE verso di «Insieme
per Legnano»al progetto di recupero della ex Pensotti di via Firenze. La formazione
politica che si raccoglie attorno all’ex candidato sindaco (ed ex sindaco
negli anni Ottanta) Franco Crespi ha votato contro - con 5 mani alzate -
durante l’ultima seduta del Consiglio comunale che ha dato l’avallo al piano
della Giunta Vitali. «Sono tanti i motivi di dissenso - spiega il capogruppo
Crespi -. Per scelta politica "Insieme per Legnano" è contraria
all'esagerata cementificazione della città. L’operazione relativa alla ex
Pensotti ci sembra vada in questo senso. Per questo motivo abbiamo votato
contro alcune delibere inserite nel progetto di riqualificazione in
discussione nell’ultimo Consiglio comunale di mercoledì 10 ottobre».
A
detta di «Insieme per Legnano», l’Amministrazione passata si è più
volte giustificata dicendo che non poteva impedire nuove costruzioni perché
l’area è di proprietà privata. «Ritieniamo ci sia certamente un diritto di
proprietà, ma c’è anche un dovere dell’Amministrazione comunale di lavorare
per il bene comune: sicuramente è bene comune provvedere a sanare un'area
dismessa fonte di problemi igienici e sociali, ma non è bene comune
distribuire grandi volumetrie nel territorio a scapito di un’edilizia più
misurata, di servizi di pubblica utilità e di un rilancio delle attività
produttive. L'Amministrazione comunale dovrebbe essere protagonista
dell’azione urbanistica condivisa da più parti e non a rimorchio del privato.
Deve quindi predisporre un piano che ridisegni in modo equilibrato la Città,
tenendo conto delle sue esigenze di qualità della vita».
PER FRANCO CRESPI « i
provvedimenti in discussione all’ultimo Consiglio comunale, di per sé,
potevano essere condivisi, visto che comportavano un'entrata consistente per
il Comune, ma essi non potevano che essere valutati nel contesto di una
visione generale della città contro la quale per le ragioni prima esposte
siamo critici. Inoltre, a chi sostiene che l’operazione sull’area ex Pensotti
serva a risolvere i problemi legati allo spaccio ed alla malavita, ribattiamo
che il problema droga non si risolve solo smantellando le aree industriali
per costruirci sopra, ma soprattutto con interventi di prevenzione e di
controllo e azioni educative e sociali. Legnano non ha perso la sua vocazione
industriale e produttiva, tanto è vero che la stessa Confindustria legnanese
lamenta la mancanza d'infrastrutture per l'insediamento di nuove attività
produttive o l'ampliamento di quelle esistenti. Non rispondere a questa
esigenza sarebbe un’occasione persa».
|