home Green Rock Alpine Club

attivita

4000

arrampicata

alpi

relazioni

diari

storie

fotografie

4000

arrampicata

altre montagne

club

membri

contatti

guestbook

link

vari

sito

mappa

news

updates

disclaimer

4000arrampicataalpi


attivita

relazioni

fotografie

club

link




home 4000 Punta Dufour relazioni       precedente successivo

Punta Dufour

4635 m

Cresta ovest

La Punta Dufour è la vetta più alta del Monte Rosa e della Svizzera, seconda nelle Alpi al solo Monte Bianco, e si eleva non sulla cresta principale di confine come le altre vette principali del gruppo ma su una cresta secondaria rivolta ad ovest, quindi in territorio svizzero. La salita per la via normale svizzera lungo la cresta ovest, più semplice di quella italiana per la cresta sud-est, non è per nulla un'ascensione banale. L'elevato dislivello tra il rifugio e la vetta e le molte ore necessarie alla salita richiedono un ottimo allenamento fisico ed un perfetto acclimatamento alla quota; inoltre il Monte Rosa gletscher presenta nella prima parte numerosi ed insidiosi crepacci che possono essere piuttosto pericolosi specie a tarda ora; infine i tratti rocciosi della cresta ovest se innevati o ghiacciati possono risultare delicati. Ciò nonostante in rapporto alle difficoltà da superare la frequentazione di questa bella vetta risulta essere abbastanza elevata. Dalla vetta, condizioni atmosferiche permettendo, si gode un panorama stupendo che si estende a gran parte dell'arco alpino occidentale.

Difficoltà: PD+ ( II / 40° )
Dislivello: 300m + 1900m
Tempo: 2h-3h + 6h-7h

Dalla stazione di Rotenboden (2815 m) del costosissimo trenino Zermatt-Gornergrat, si segue il sentiero che taglia lungamente a mezza costa, spesso in leggera discesa, i pendii meridionali del Gornergrat. Si arriva ad incontrare un'evidente deviazione ben segnalata per la Monte Rosa hutte, che dal sentiero principale si stacca ripida verso destra. Si scende in direzione del ghiacciaio, anche attraverso un breve tratto attrezzato con corde fisse, sino a raggiungere il Gornergletscher (quota 2500 m circa). Si mette piede sul facile ghiacciaio privo di crepacci e lo si risale guidati da numerosi e ben visibili paletti segnavia, sino a raggiungere e a scavalcare una grossa morena. Qui si passa sull'attiguo Grenzgletscher, che presenta qualche grosso crepaccio evitabile grazie alle segnalazioni presenti e che occorre risalire fino a portarsi quasi sotto la verticale del rifugio stesso. Si abbandona il ghiacciaio (qualche corda fissa tra i crepacci più insidiosi) e si raggiunge la sponda rocciosa tramite un ponticello di legno. Le segnalazioni portano ora a risalire dapprima delle liscie placche rocciose (corde fisse e gradini di legno), poi un tratto meno ripido lungo tracce di sentiero intervallate da qualche gradino roccioso. Si raggiunge infine la Monte Rosa hutte (2795 m) lungo un buon sentiero che percorre il filo della morena. [2h-3h]

Dal rifugio si torna inizialmente a seguire il sentiero sulla morena, fino a raggiungere una traccia che si stacca a sinistra (non proseguire dritto verso il Grenzgletscher) e risale il ripido pendio di blocchi e sfasciumi (ometti); si raggiunge la Untere Plattje dove la pendenza diminuisce. Si prosegue sempre per detriti rocciosi e sfasciumi, a volte su tracce di sentiero, facendo attenzione a seguire i molteplici ometti presenti (in questo tratto le direttive di salita sono più di una, ma portano tutte nella stessa direzione). Dopo aver risalito un successivo pendio più ripido, si raggiunge l'Obere Plattje (3277 m) dove si inizia la risalita del Monte Rosa gletscher. All'inizio il ghiacciaio presenta una serie di insidiosi crepacci abbastanza complicati da superare: si deve salire puntando la soprastante cresta della Dufour spostandosi di preferenza più sulla destra che non sulla sinistra. Dopo questo tratto caotico, ci si dirige verso sinistra (di solito è presente una buona traccia) per guadagnare il vallone glaciale (qualche crepaccio) che sale verso la Silbersattel, tra la Punta Dufour e il Nordend. Lasciando a sinistra la quota 3827 m, si risalgono i ripidi pendii nevosi dello Scholle sino a raggiungere una zona meno ripida alla base del pendio del Satteltole (4050 m circa).
Qui si prende la traccia che risale il pendio verso destra, abbandonando quella che verso sinistra punta alla Silbersattel ed al Nordend. Inizialmente il pendio non è troppo ripido ma la pendenza aumenta nell'ultimo tratto (40°), prima di raggiungere la sella del Sattel (4359 m) sulla cresta ovest della Dufour. [4h30-5h30]
Da qui la cresta si alza inizialmente nevosa e piuttosto stretta (attenzione al ghiaccio), quindi diventa rocciosa in corrispondenza di un’elevazione di rocce rotte (4499 m), che va scavalcata. Si prosegue sempre lungo il filo di cresta per neve e terreno misto non difficile fino a raggiungere l'anticima. Qui la cresta diviene di nuovo rocciosa, piuttosto stretta, a blocchi e gradoni; un ripido risalto va superato sulla sinistra (II) lungo un vago canalino quindi, dopo aver raggiunto un intaglio, si supera il verticale salto di rocce finale lungo un camino sulla sinistra (II, a volte sono presenti spezzoni di corda), giungendo così in vetta. [1h30]
In discesa si può seguire la via di salita, oppure scendere per la cresta sud-est verso il rifugio Regina Margherita o raggiungere la Silbersattel per il canale attrezzato del versante nord (vedi sotto).

Cresta sud-est

Lungo la cresta sud-est della Punta Dufour corre quella che viene chiamata la via normale italiana alla vetta. E' una bella salita, aerea e al sicuro da pericoli oggettivi, ma è anche un itinerario sempre piuttosto esposto ed impegnativo, dove bisogna prestare attenzione agli eventuali tratti ghiacciati e dove è bene non farsi sorprendere dal maltempo. Qualcuno preferisce pernottare al rifugio Regina Margherita prima di attaccare questa via: è vero che tempi e dislivello per la giornata della cima si riducono di molto, ma se non si è dotati di un'accilmatazione più che perfetta, una notte a 4500 metri può significare il fallimento dell'ascensione prima ancora di averla iniziata. Se le condizioni sono buone le creste dello Zumstein sono tracciate, mentre sulla cresta sud-est della Dufour possono servire da riferimento i molteplici segni dei rampini sulla roccia. Possono essere utili un paio di dadi o friends, fettucce e qualche cordino.

Difficoltà: AD ( III / 40° )
Dislivello: 200m + 1300m
Tempo: 1h30 + 6h30-7h30

L'avvicinamento più semplice e meno faticoso è quello che prevede una salita in funivia da Alagna Valsesia (1191 m) fino a Punta Indren (3260 m). E' possibile raggiungere Punta Indren anche salendo da Gressoney, se si vuole allungare la camminata di 2h-3h, attraverso il Passo dei Salati e lo Stolemberg: se si tralascia l'orribile tratto devastato dalle piste da sci, l'aggiramento dello Stolemberg può essere una bella passeggiata, in ambiente più selvaggio di quello del versante Valsesiano.
Da Punta Indren si segue "l'autostrada" per i rifugi Mantova e Gnifetti, dapprima tra i detriti rocciosi di quel che resta del ghiacciaio d'Indren, quindi sul ghiacciaio vero e proprio. Si lascia sulla destra la traccia della via normale alla Punta Giordani, muovendosi sempre in modestissimo dislivello. Le condizioni del luogo possono essere molto variabili, secondo l'innevamento; d'estate è ormai quasi impossibile trovare neve e a volte il passaggio sul ghiaccio (qualche crepaccio) può richiedere attenzione. Si punta alla bastionata rocciosa che separa i ghiacciai d'Indren e di Garstelet. La si può aggirare facilmente a sinistra per un buon sentiero che porta in breve al rifugio Mantova (preferibile per questioni di affollamento al rifugio Gnifetti); in alternativa è possibile superarla direttamente per facili roccette e qualche tratto attrezzato con corde fisse, per sbucare al margine del ghiacciaio di Garstelet. Da qui è possibile scendere al rifugio Mantova (3498 m) in cinque minuti, oppure se si è portata una tenda (soluzione ottimale per non dover prenotare con mesi di anticipo) ci si può accampare in una delle numerose piazzuole già preparate con tanto di muretti di protezione, tra le dune moreniche poco distanti dal rifugio. Mettere in conto un quarto d'ora di salita supplementare se si intende raggiungere il rifugio Gnifetti (3647 m). [1h-1h30]

Dal rifugio Mantova si risale il ghiacciaio sino a portarsi sotto al rifugio Gnifetti. Lo si aggira sulla destra per pendii non ripidi e si raggiunge un’ampia zona pianeggiante, con qualche crepaccio (attenzione nelle ore più calde). Si prosegue attraversando l’intero plateau in direzione del margine sudoccidentale della Piramide Vincent. Si risale il ghiacciaio del Lys inizialmente in diagonale verso sinistra, lungo una rampa un po' ripida, quindi si prosegue su pendenze più moderate, senza mai allontanarsi troppo dalle ripide pendici della Vincent; in alcuni tratti ci si dovrà adattare a passaggi obbligati tra ampi ed insidiosi crepacci. Superata una serie di dislivelli irregolari (30°/35°) si raggiunge la conca nevosa sottostante il Balmenhorn. Lo si lascia sulla destra e si prosegue lungo l’ampia traccia che porta in direzione del Colle del Lys. Senza raggiungere il colle vero e proprio, si guadagna il punto di passaggio (poco più in alto) verso la Punta Gnifetti (4248 m). [2h30-3h]
Al termine dell'ampio pianoro nevoso, la traccia scende attraversando a mezza costa il pendio settentrionale della Punta Parrot, fino a raggiungere una conca sottostante il colle Sesia (4299 m). Qui si riprende a salire tagliando in obliquo sotto alla Punta Gnifetti alla testata del Grenzgletscher (ignorando l'eventuale traccia che scende verso sinistra alla Monte Rosa hutte) fino a raggiungere i pendii meno ripidi che portano al colle Gnifetti (4454 m). Dal colle, lasciando a destra l'evidente traccia che conduce alla Punta Gnifetti, ci si porta sul margine orientale del plateau e si piega a sinistra per risalire la cresta sud-ovest dello Zumstein. Si sale inizialmente su terreno nevoso, comodo e poco ripido; presto l'inclinazione aumenta (40°) e la cresta si fa piuttosto stretta, fino a raggiungere il breve e roccioso tratto finale (bella ed emozionante la vista sulla sottostante parete est). Superate le facili roccette sommitali, spesso tra neve e ghiaccio, si raggiunge la vetta della Punta Zumstein (4563 m). [1h30-2h]
Si scende ora lungo l'aerea cresta nord, inizialmente nevosa (spesso ghiacciata), piuttosto ripida e delicata, quindi più facile e con alcune roccette. Raggiunto il colle Zumstein (4452 m) si attacca la cresta sud-est della Dufour; si superano inizialmente alcuni facili rilievi rocciosi (tra i quali un gendarme più pronunciato da evitare sulla sinistra) quindi la cresta si fa ripida e sale per salti verticali e placche (II e III, seguire i segni dei ramponi sulla roccia), fino a raggiungere il Grenzgipfel (4618 m). Raggiunto un intaglio, un successivo ripido salto (III) conduce all'Ostspitze (4632 m), da dove si prosegue per la rocciosa cresta sommitale, quasi pianeggiante ma aerea. Aggirato un ultimo gendarme sulla sinistra per un camino si giunge in vetta. [2h30]
In discesa si può seguire la via di salita, oppure scendere per la cresta ovest verso la Monte Rosa hutte (vedi sopra) o raggiungere la Silbersattel per il canale attrezzato del versante nord (vedi sotto).

Versante nord

La via per il canale del versante nord è stata attrezzata di recente (2006) con grosse corde fisse, che corrono sulle rocce ai lati del canale nevoso dalla Silbersattel sino alla cresta sommitale. Non è certo una via molto elegante, ma permette di accoppiare senza troppi problemi la salita della Punta Dufour con quella del Nordend (in entrambe le direzioni). Inoltre, se le condizioni dei crepacci sulla via normale del Nordend sono buone, viene usata come discesa alternativa da chi sale per la cresta ovest. Particolare attenzione va prestata se le corde sono ghiacciate o in caso di abbondante innevamento.

Difficoltà: PD+ ( II / 40° )
Dislivello: 300m + 1900m
Tempo: 2h-3h + 6h-7h

Dalla stazione di Rotenboden (2815 m) del costosissimo trenino Zermatt-Gornergrat, si segue il sentiero che taglia lungamente a mezza costa, spesso in leggera discesa, i pendii meridionali del Gornergrat. Si arriva ad incontrare un'evidente deviazione ben segnalata per la Monte Rosa hutte, che dal sentiero principale si stacca ripida verso destra. Si scende in direzione del ghiacciaio, anche attraverso un breve tratto attrezzato con corde fisse, sino a raggiungere il Gornergletscher (quota 2500 m circa). Si mette piede sul facile ghiacciaio privo di crepacci e lo si risale guidati da numerosi e ben visibili paletti segnavia, sino a raggiungere e a scavalcare una grossa morena. Qui si passa sull'attiguo Grenzgletscher, che presenta qualche grosso crepaccio evitabile grazie alle segnalazioni presenti e che occorre risalire fino a portarsi quasi sotto la verticale del rifugio stesso. Si abbandona il ghiacciaio (qualche corda fissa tra i crepacci più insidiosi) e si raggiunge la sponda rocciosa tramite un ponticello di legno. Le segnalazioni portano ora a risalire dapprima delle liscie placche rocciose (corde fisse e gradini di legno), poi un tratto meno ripido lungo tracce di sentiero intervallate da qualche gradino roccioso. Si raggiunge infine la Monte Rosa hutte (2795 m) lungo un buon sentiero che percorre il filo della morena. [2h-3h]

Dal rifugio si torna inizialmente a seguire il sentiero sulla morena, fino a raggiungere una traccia che si stacca a sinistra (non proseguire dritto verso il Grenzgletscher) e risale il ripido pendio di blocchi e sfasciumi (ometti); si raggiunge la Untere Plattje dove la pendenza diminuisce. Si prosegue sempre per detriti rocciosi e sfasciumi, a volte su tracce di sentiero, facendo attenzione a seguire i molteplici ometti presenti (in questo tratto le direttive di salita sono più di una, ma portano tutte nella stessa direzione). Dopo aver risalito un successivo pendio più ripido, si raggiunge l'Obere Plattje (3277 m) dove si inizia la risalita del Monte Rosa gletscher. All'inizio il ghiacciaio presenta una serie di insidiosi crepacci abbastanza complicati da superare: si deve salire puntando la soprastante cresta della Dufour spostandosi di preferenza più sulla destra che non sulla sinistra. Dopo questo tratto caotico, ci si dirige verso sinistra (di solito è presente una buona traccia) per guadagnare il vallone glaciale (qualche crepaccio) che sale verso la Silbersattel, tra la Punta Dufour e il Nordend. Lasciando a sinistra la quota 3827 m, si risalgono i ripidi pendii nevosi dello Scholle sino a raggiungere una zona meno ripida alla base del pendio del Satteltole (4050 m circa).
Qui si abbandona la traccia principale per la Punta Dufour che risale il pendio verso destra; si segue invece quella che verso sinistra punta alla Silbersattel ed al Nordend. Ci si dirige quasi in piano verso la base dell'evidente sperone del Nordend (sperone Morshead) sino a raggiungere l'inizio di un ripido pendio sovrastato da seracchi e tagliato da grandi crepacci. Lo si risale inizialmente sulla sinistra per poi tagliare decisamente verso il centro sino ad individuare il miglior punto di passaggio (40°) tra i grossi ed insidiosi crepacci. Superata la zona centrale, per pendii meno ripidi ci si porta in diagonale verso il roccioso versante nord della Dufour sino a raggiungere la Silbersattel (4517 m). [5h-6h]
Da qui ci si rivolge al versante nord; saliti pochi metri su neve si raggiungono le corde fisse che inizialmente risalgono le rocce sulla destra dell'evidente canale nevoso; si passa quindi sulla sinistra e si prosegue fino a raggiungere l'aerea e rocciosa cresta sommitale che in breve conduce in vetta. [1h]
In discesa si può seguire la via di salita, oppure scendere per la cresta sud-est verso il rifugio Regina Margherita o raggiungere la Monte Rosa hutte scendendo per la via normale lungo la cresta ovest (vedi sopra).

relazioni       precedente successivo
© 2009  Green Rock Alpine Club  v2.0             built: 15.03.2009