Dente del Gigante
4014 m
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Via normale, parete sud-ovest |
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Il Dente del Gigante, erto ed aguzzo (Carducci docet) obelisco roccioso, sorge all'inizio della cresta di Rochefort ed è ben visibile e riconoscibile sin da Courmayeur. La sua via normale è una tra le più famose scalate delle Alpi, a tutt'oggi facilitata da corde fisse che abbassano le competenze tecniche di arrampicata necessarie dal V+ al III+. Un itinerario di splendida esposizione, molto bello, su roccia ottima; molto frequentato. Dato l'orientamento della parete è consigliabile partire tardi, anche per non rischiare di trovare le corde fisse ghiacciate. Fare particolare attenzione al brutto tempo: in caso di temporali l'intera guglia è un pericoloso parafulmine naturale. Possono essere utili le fettucce per assicurarsi ai canaponi in caso di bisogno. Per una migliore acclimatazione, anzichè salire direttamente dal fondovalle con la prima funivia del mattino per compiere l'ascensione (oltretutto se non si è abbastanza veloci si rischia di perdere l'ultima corsa di discesa) è consigliabile pernottare al rifugio Torino la sera precedente. |
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Difficoltà: |
AD- ( III+ ) ; senza corde fisse D (V+) |
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Dislivello: |
700m |
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Tempo: |
3h30-4h |
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Dal rifugio Torino (3375 m, raggiungibile in funivia da Courmayeur) si attraversa il plateau del Colle del Gigante, ci si porta alla base delle Aiguilles Marbrées (da aggirare sulla sinistra) e si risale quindi il ghiacciaio in direzione del dente; punto di riferimento l’evidente canalino nevoso che incide la bastionata rocciosa sottostante la Gengiva. Ci si porta sulla cresta superiore di questo contrafforte roccioso risalendo direttamente il canalino nevoso (45°) oppure tenendosi sulle facili roccette della sua sponda sinistra. Da questa cresta secondaria si segue un sistema non difficile, a tratti delicato, di canalini e roccette rotte miste a neve, obliquando verso destra fino a raggiungere la cresta principale e la base di un gran gendarme, che deve essere aggirato sulla destra. Si segue quindi la cresta di rocce miste a neve con alcune logiche deviazioni fino a raggiungere la conca nevosa della Gengiva, alla base della parete sud del Dente del Gigante. [2h-2h30]
Da qui, si costeggia a sinistra la base della parete fino a raggiungere una evidente scaglia staccata. E' possibile risalire direttamente fino al bordo superiore della scaglia e quindi passare sulla parete della guglia (chiodo) per poi raggiungere pochi metri più in alto un terrazzino dove si può sostare, attrezzato con un grosso fittone con anello di calata; in alternativa (più complicato) è possibile proseguire lungo la cengia alla base della scaglia, aggirare lo spigolino della parete principale e quindi risalirla interamente fino al terrazzino di sosta. Purtroppo la parte iniziale della via normale è stata interessata da un franamento che ha leggermente modificato la via di salita; la linea migliore è ora attrezzata con spit. Si sale dalla sosta per un altro paio di metri (III), quindi si inizia un lungo traverso a sinistra di una decina di metri, attrezzato con un paio di chiodi, che porta fino all'imbocco di un ampio ed evidente canale di rocce facili che solca la parte bassa della parete ovest del Dente; si sosta alla base del canale. Si risale quindi il canale per tutta la sua lunghezza (40 metri circa), attrezzato con un solo chiodino in prossimità dell'attacco; utili qui un friend e qualche fettuccia, anche se le difficoltà sono ancora abbastanza contenute (II/III). In uscita è preferibile non risalire direttamente il diedrino finale, ma aggirare il roccione alla testa del canale sulla sinistra; più facile anche se costringe (per evitare problemi di scorrimento di corde) a fare sosta su un chiodo invece che sul fittone di calata, qualche metro più in alto. Un paio di metri più in alto si trova un ampio terrazzone pianeggiante e l'attacco delle placche Burgener. Le impressionanti placche della parete sud-ovest sono alte circa 45 m e interamente attrezzate con grosse corde di canapa, che da questo punto non si abbandonano più fino quasi in cima. Si risalgono le placche venate da profonde fessure (senza usare le corde III/IV) fino ad un piccolo terrazzino sulla cresta ovest e ad un fittone, dove si sosta per la quarta volta. Si prosegue lungo le corde, prima in verticale (tratto faticoso leggermente strapiombante) e poi in traverso a destra tagliando, all'altezza di una serie di scaglie staccate, tutta la parte superiore della parete sud-ovest; si sosta alla base di un grande camino, dove le corde ricominciano a salire. Si risale una successione di camini in prossimità della cresta sud-sud-ovest (corde fisse o V/V+ faticoso); si sosta al termine dei camini, su un terrazzino attrezzato con un nuovo fittone, dove terminano i canaponi e il tratto verticale della salita. Si prosegue quindi lungo una cengia e una crestina sulla destra che porta in prossimità di una targa e poi alla base del salto terminale della Punta Sella. Si supera il breve muro verticale (IV), poi una nuova cengia e di nuovo un muretto, fino ad arrivare in cima alla Punta Sella (4009 m). Si scende per un breve caminetto seguito da un saltino strapiombante, dove può essere utile lasciare una fettuccia lunga per la risalita al ritorno. Raggiunto l'intaglio tra le due cime si attraversa la breve crestina (raramente di neve affilata) e quindi si supera direttamente l'ultimo salto verticale (III e corda fissa, oppure IV+) fino alla punta principale del Dente (Punta Graham). [1h15-1h30]
In discesa è possibile seguire le corde di canapa ma, specie in caso di traffico, può essere conveniente procedere a calate in doppia. Si può seguire con le calate la linea di salita oppure, dall'inizio dei camini, effettuare una doppia lunga (40 m) dalla parte opposta dello spigolo, per raggiungere direttamente la sosta dove inizia il traverso; da qui con un'altra doppia lunga (45 m) si arriva alla base delle placche Burgener. Serve ancora una doppia lunga (40 m) per superare il canale e, dopo un breve traverso, un'ultima brevissima calata (10 m) permette di raggiungere la Gengiva. Di recente è stata attrezzata anche una linea di calate (lunghe) direttamente lungo la parete sud che parte dalla sella tra le Punte Graham e Sella: soluzione comoda e veloce.
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