Arrivato a Roma Giovanni Cena si dedica alla ricerca di una catena di compromessi che renda possibile la creazione di una categoria di persone più vicina alla classe agiata dei latifondisti, traendo spunto dalla documentazione che raccoglie sugli stili di vita dei gruppi di contadini che abitano le zone della campagna romana e dell'agropontino cercando nella loro vita punti di raccordo con la vita rurale, secolare che si viveva anche nelle campagne del settentrione, per poter avere la possibilità di convincere le famiglie ricche del sud a investire sulla costruzione di strutture che dessero stabilità a una situazione di arretratezza avvertita come insopportabile dallo scrittore.

I primi sforzi dello scrittore vengono ripagati con posizioni favorite nell'ambito delle discussioni utili di un riassetto politico e sociale, come un temporale scosse l'uno e l'altro versante e portò aria di cambiamento laddove gli fu concesso dai governanti, dalle classi potenti che si dimostrarono amichevoli nel concedere spazi per la critica di un sistema che a lui pareva in un primo tempo malleabile, e non fisso o dogmatico in assoluto, e in un secondo tempo costruito, dalle persone che lo aiutarono partecipando alle sue iniziative. Ciò che scosse il Cena furono queste possibilità di riemergere dalla sua situazione ambigua di stallo grazie alla sua capacità di immedesimazione nel mezzo che usava per raccontare e grazie alla capacità di attendere quei pochi passi che furono utili alla tempistica degli avamposti da cui lui attendeva risposta. Le sue proposte spopolarono laddove era parso necessario applicare i caratteri della sua riforma, quando lui ne aveva seguito la fase burocratica e quando anche lui aveva deciso di assentarsi dalla sua posizione di dialogatore con quelli che amministravano la sua riforma, e aveva intrapreso la strada della vita da giornalista nel documentare le avventure dei soldati nel periodo della grande guerra (1914-1918), per cercare di riportare gli adulti ad ascoltare le sue parole ed elevarsi da quello stato materiale che lui cercava di sconfiggere attraverso la creazione dell'istituto della scuola per la formazione di un istinto di fraternità e uguaglianza che proiettasse, come oggi è constatabile attraverso qualunque discorso tra chiunque e chiunque, i propri occhi nella filosofia del concetto mondo, e non nella drammaticità della guerra, combattuta o idealizzata nell'idea che a suo dire apparteneva ai suoi capi, che aldilà di tutto fosse giusto mostrare un pezzo di deserto, semplicemente per trovarsi vicini agli altri paesi che come l'italia mantenevano quell'atteggiamento di difesa nei confronti di una natura che sempre più si prestava al controllo dell'uomo.

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