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Recensione dell'album
"Reset" dei Negrita
Reset contiene i più grandi successi
di questo fantastico gruppo rock italiano, che, secondo
me, escludendo la scena punk è uno dei pochi gruppi
nostrani ad un buon livello; altro che Laura Pausini,
Tiziano Ferro e musica dance commerciale!
Canzoni come "Mama maè",
"In ogni atomo", "Hollywood" sono
già miti, senza togliere nulla a "Life" o
"Negativo", impregnate di un rock mostruoso.
Gli ingredienti di questo album sono
melodie mischiate efficacemente a riff sporchi. Da tutto
il disco permea un grande senso di paranoia, in alcuni
casi persino atteggiamenti autodistruttivi (ad es.
"...Ho anche pensato di chiudermi in un cesso e
spararmela per non pensare..." "...Alzo stereo
a palla per non pensare, alzo così tanto da farmi
male...").
Da notare i pezzi campionati inseriti
efficacemente nelle canzoni.
I testi apparentemente non hanno
significato, ma se si esaminano attentamente e con
orecchio critico si capisce il significato di ciò che
il leader dei Negrita vuole esprimere (vedi la
recensione di "Hollywood").
La tecnica musicale della chitarra è
da notare per la sua discreta complessità che si rifà
a stili d'altri tempi come il rock-blues anni '70. La
voce del cantante è modulata tra il rauco e il
baritonile, qualità che personalmente ho sempre
preferito alla classica voce acuta in falsetto dei
gruppi heavy metal (assolutamente da non disprezzare!).
Consiglio l'acquisto di questo disco a
chi piacciono testi alla "Nirvana" e a chi
veramente riesce ad apprezzare le chitarre distorte. Un
buon inizio per rivalutare l'ormai decadente scena
musicale italiana.
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