La
nuova figlia, il lavoro di Jane al tempio di Tymora e la relativa tranquillità
che c’era nelle valli, avevano dato a Zeross e a Dobos molto tempo per
dedicarsi a se stessi: Dobos a tagliare legna per l’inverno e Zeross a cercare
di studiare magia, anche se a dire il vero la maggior parte del tempo lo passava
a sonnecchiare sull’amaca nel giardino: proprio uno di quei pomeriggi, il suo
destino iniziò a compiersi.
L’incubo lo ritrovò e lui non era affatto pronto a fronteggiarlo: il demone
lo strinse nella sua morsa magica, e gli disse che era vincino al libro, molto.
Gli mostrò la foresta a est di Shadowdale, e i resti, nascosti dalla
vegetazione, di un antica dimora. Il castello di Xellas.
Zeross pensava che la figlia, Jane, e i suoi amici avessero infine vinto il
demone che era dentro di se, ma si sbagliava: lasciò stare la sua amaca, i suoi
libri, e la sera, assieme a sua moglie e Dobos e Raugh, l’ex folletto di Parn,
Zeross parlò, e raccontò del demone.
- E questo è tutto: probabilmente ci sono delle rovine, dentro le quali è
nascosto il libro di Xellas, mio padre.
Jane e Dobos, si guardarono, insicuri sul da farsi: sicuramente c’era qualcosa
o qualcuno a fare la guardia del libro, se in tutto quel tempo non si era mosso
di li.
Raugh però non la pensava così, e per niente intimorito e svolazzando
allegramente attorno alla testa di Dobos, disse:
- Andiamo a prenderlo, no?
Zeross
e Jane si guardarono, e decisero che era la cosa migliore da fare: liberarsi da
quella maledizione, per sempre: per questo Zeross passò una intera giornata a
studiare gli incantesimi migliori, mentre Jane pregava con tutta se stessa
Tymora, e affidando la gestione del tempio mentre era via a Ashok, uno dei suoi
servitori.
Il giorno dopo, mentre il sole sorgeva dalla foresta del Cormanthor, a est,
Zeross, Jane, Dobos e Raugh, si avviarono verso il luogo indicato dal demone:
dopo un paio di ore di cammino, sentirono un rumore, come se qualcosa si
muovesse velocemente nella foresta. Dobos impugnò l’arco, e punto nella
direzione dalla quale proveniva il rumore, mentre Zeross sguainava la spada:
quando Dobos scoccò due frecce, Zeross colpì la cosa con un Dardo di magia,
che lo colpì come sempre in pieno.
Allora Jane si avvicinò al corpo esanime, ed esclamò che era solamente un
povero cervo: quando Dobos e Zeross lo videro così ferito, non cercarono di
fermare Jane, mentre lo curava grazie al potere di Tymora.
Proseguendo, avvistarono ad un centinaio di metri di distanza un cumulo di
macerie: erano arrivati. Quella probabilmente doveva essere stata molto tempo
prima la casa di Xellas. Mentre cercavano un apertura verso il quasi ovvio
sotterraneo, Raugh, molto più pratico, usò la sua magia per scavare una fossa,
direttamente dentro il sotterraneo.
Erano arrivati: scesero, ma trovarono una brutta sorpresa. Una decina di Wraith,
ombre di esseri malvagi dell’antichità, cercarono di attaccarli, mettendoli
ben presto in grande difficoltà: il tocco di quei mostri infatti
- Venite qui vicino a me, disse Jane, mentre invocava il potere di Tymora.
Una luce verde-oro si diffuse per un paio di metri da Jane, tenendo alla larga i
mostri, che temevano il potere della dea della fortuna: Dobos finì i mostri con
l’arco, aiutato dalle magie di Raugh e Zeross.
Scesero quindi al livello inferiore, e trovarono i guardiani del tesoro di
Xellas: i golem di pietra. Esseri animati dalla magia, e dalla forza
sovrannaturale, che potevano essere feriti solamente da armi incantate con la
magia.
La forza del gruppo però si mostrò un'altra volta insufficiente e quindi il
gruppo decise di usare l’intelligenza al posto della forza, e questa si rivelò
l’intuizione giusta. I golem, infatti, riuscivano a malapena a salire la
ripida scalinata che portava a quel livello del sotterraneo: bastava una
spallata di Dobos per farli volare giù, riducendoli in mille pezzi.
- Beh, direi che è ora di riposarsi.., disse Dobos sfinito, mentre Jane cercava
di curargli le ferite
Zeross seguì il suo suggerimento, e si sedette, spalle ad un muro: stava
cercando di ricordare qualcosa di quel luogo. Xellas lo aveva sicuramente
portato lì, ma lui non riusciva a rammentare nulla: l’unica immagine rimasta
di suo padre era la sua lunga veste blu, con i bordi dorati. Lo teneva per mano,
quando era ancora un bambino.
Raugh, dal canto suo, non era stanco, ma piuttosto annoiato: I Wraith gli erano
sembrati un diversivo interessante, ma i golem erano stati una delusione. Troppo
deboli.
Così planò magicamente sulla spalla di Dobos, e vi rimase per un bel po’,
mentre gli altri riposavano, prima di esordire con:
- Andiamo?
Jane gli sorrise, si alzò, e disse:
- Forza, non dovremmo essere molto lontani, almeno credo.
E
così fu: dopo un paio di bivi e una trappola semplice da evitare, arrivarono
alla stanza in cui era custodito il libro. Zeross sentiva la magia sprigionare
da quell’oggetto, una magia che pervadeva la stanza stessa.
Sorrise ai suoi amici, e disse che sarebbe andato da solo: quando avrebbe
portato fuori il libro, il demone sarebbe apparso. In quel momento sarebbero
intervenuti, per cercare di batterlo una volta per tutte.
- Non preoccuparti, tornerò, disse Zeross a Jane, dandole un bacio.
Dobos, Raugh e Jane guardarono Zeross entrare nella stanza, avvicinarsi al
piedistallo e prendere i libro: neanche il tempo di uscire dalla stanza, che il
demone appari, di fronte a loro.
Era nero come la notte, e per un attimo i cuori di coloro che lo videro si
fermarono: era l’essenza stessa della malvagità. Quell’essere usò i suoi
poteri per strappare di mano il libro a Zeross, e ferirlo prima che potesse fare
qualcos’altro.
- Grazie figlio di Xellas, ora avremo la nostra rivincita contro i draghi..
Subito Dobos e Jane cercarono di intervenire, ma una barriera magica impediva
l’accesso alla stanza: nemmeno la magia di Raugh poteva nulla contro il
potente incantesimo di Xellas.
Zeross, capita la situazione, usò la spada degli elementi (che Dobos gli aveva
dato, riferendogli le parole di Falagar) contro il demone, scatenando il potere
del fuoco contro di lui: ma nulla poteva scalfirlo!
Mentre il demone colpiva a ripetizione Zeross, Dobos, Jane e Raugh non potevano
fare altro che restare a guardare: con un grande colpo, Zeross però mise in
difficoltà il demone, che per vendicarsi lo bloccò nella sua morsa,
scomparendo assieme a lui.
Caldo?
Inferno? Zeross lo sapeva.. quel vigliacco di un demone lo aveva portato
nell’inferno a nove cerchi, il suo piano di provenienza! In pochi attimi
sarebbe morto, o perché la magia protettiva che si era lanciato sarebbe finita,
o perché un intero esercito di demoni lo avrebbe fatto a pezzi!
Non gli restava altro che usare la sua ultima risorsa.. l’anello che gli
permetteva di contattare suo padre, Xellas, nel piano Astrale.
“Mettimi
di nuovo in animazione sospesa… aiutami!”
-
Dobos! Cosa facciamo adesso? Dove sarà Zeross?
Jane dopo aver detto queste parole si mise a piangere, e Dobos per consolarla la
prese tra le sue forti braccia e disse:
- Lo troveremo, fosse anche all’inferno!
<Capitolo XII><continua?>