Capitolo XII: Ci sarà un’altra occasione

 

La torre di Elminster da quel giorno è praticamente disabitata, e tutti sanno a Shadowdale di non potersi più permettere di sperare nell’aiuto di Elminster. Dal canto loro, Zeross, Dobos, Falagar e Ras, avevano, dopo la faccenda delle tre sorelle, parlato poco.
Jane era inspiegabilmente nella torre del mago, mentre loro erano impegnati in una battaglia cruenta: Zeross non si spiegava come aveva fatto a non notare la mancanza di sua moglie, era come se non ci fosse mai stata.
Quando Jane era rinvenuta, gli aveva stretto le mani nelle sue, e gli aveva detto di credere in lei.

Zeross non aveva capito, ma Naunt e Ras gli avevano consigliato di fare quello che voleva: probabilmente l’incantesimo di Elminster non aveva funzionato a dovere. Zeross aveva deciso che doveva essere stato così.
Dopo una settimana, Jane stava decisamente meglio, e Zeross, portandogli dei fiori di campo, gli disse:
- Jane io, beh, vorrei sapere come, balbettò.
- Zeross, senti devo dirti una cosa, anche se non ho mai avuto il coraggio di dirtelo: io…, disse Jane esitando.
- Io sono la settima sorella, ecco la mia metà si è unita me quel giorno, in cui Elminster ci ha convocato. Io, ho cercato di uccidervi, ho cercato di distruggere le mie sorelle..
Zeross smise di respirare per un attimo, cercando di dire qualcosa.
Jane si irrigidì, sapendo di averlo perso, quando lui la guardò nei suoi bellissimi occhi azzurri, e le disse:
- Non mi importa chi sei: l’importante è che, insieme, guardiamo il futuro.
Jane lo baciò, credendo impossibile che un uomo del genere potesse esistere veramente.

Il giorno dopo, quando tutti erano assieme alla locanda di Shadowdale, Ras salutò tutti dicendo che adesso se la potevano cavare da soli.
- E’ tempo che porti a termine la missione della mia vita per il mio dio, disse.
Montò sul pegaso che fù di Parn, e partì verso ovest.
Dobos, Jane, Zeross, lo guardarono, mentre scompariva all’orizzonte, oltre i picchi del tuono.
- E’ tempo che anche noi andiamo, disse Falagar.
- Ma come?, chiese stupito Dobos.
- Tieni: questa spada la dovrai dare a Zeross: il suo futuro non sarà semplice, e ne avrà bisogno.
Detto questo Falagar diede a Dobos la spada degli elementi. Salutò i suoi amici, ed assieme a Naunt, si diresse verso sud.


La vita passò tranquilla per alcuni mesi, finché un giorno, nella piccola casa di Dobos, Jane e Zeross, una nuova vita sbocciò.
- Zeross, posso entrare?, chiese timidamente Dobos.
- Ma certo amico! Devi vederla è bellissima! Jane ha deciso di chiamarla Shaerly, tu che ne dici?, disse Zeross contentissimo per la nascita della sua prima figlia.
- Dico che sarà felice!
I tre amici, Jane, Dobos e Zeross, sorrisero ad una nuova vita che entrava nei reami.
 

Molto più a sud, ad Ashabenford, un uomo, scese da cavallo, notando qualcosa, un anello, che splendeva nella polvere della strada: guidato da una mano invisibile, indossò l’anello, gettò il simbolo di Liira a terra, cercò una spada, e mentre Falagar si chiedeva dove si era ficcato, l’uomo lo uccise con un solo colpo.
Prese le sue pietre, e disse:
- Il vecchio Naunt è morto: ora c’è solo Alpha. Azun avrà quello che si merita per quello che ci ha fatto.
Detto questo, andò a sud, verso il Cormyr.
 

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