Golem Studio, da Niahm a Metropolis
Il Golem Studio, in punta di piedi, si affaccia sulla platea fumettistica un paio di anni fa, con la saga fantasy Niahm, giunta al terzo numero. Merito alla Dream Colours, piccola ma attiva casa editrice creata da Andy Milanesio e diretta da Alessandro Bottero; dopo aver iniziato puntando unicamente sul materiale americano Crossgen ha aperto un piccolo settore made in Italy, che si amplierà per fine anno anche del volume Metropolis A.D.

Rispondono alle nostre domande sul Golem Studio e sulle sue prossime uscite Marco Sonseri e Alessandro Borroni.

Come nasce e chi si "cela" dietro lo studio Golem?
Marco Sonseri: L’idea di far nascere il Golem Studio è nata con Alessandro Borroni. Siamo molto amici e condividiamo molte idee vicine in merito al fumetto. Ma abbiamo anche quelle piccole diversità che servono a completare due autori che hanno ruoli diversi all’interno della lavorazione di un fumetto. Io scrivo, lui disegna. In animo, mettere in piedi uno Studio è sempre stato presente. L’incontro con l’editore Andy Milanesio ci ha permesso di realizzarlo.
Alessandro Borroni: Il GOLEM Studio, nasce da un'idea vecchia come gli anni trascorsi da quando Alessandro Borroni (cioè io!) e Marco Sonseri si sono conosciuti… circa dieci. Accomunati da subito dalla passione viscerale per il fumetto, abbiamo cominciato a far progetti e sogni su come uscire dal buio che a metà degli anni '90 era calato su tutta l’industria del fumetto e che non lasciava spazio a chi magari era pronto per proporre qualcosa di nuovo.In quegli anni da dopo-bomba cominciarono a fiorire timidamente le varie autoproduzioni, praticamente l’unica chance di far sentire la propria voce nel mercato contratto. Tra queste autoproduzioni c’eravamo anche noi con il nostro fiammante Revangel, Eroe del terzo millennio, realizzato anche con altri autori.Quell’esperienza è stata la prima vera collaborazione tra noi due, che praticamente non si è mai interrotta.

Altri gruppi più o meno uniti si stanno facendo strada lentamente, come Canicola o Self Comics. Perché questa ricerca dell'unione tra autori? L'unione fa la forza?
MS: Si, l’unione fa la forza. Nel corso della propria esperienza professionale è naturale lavorare con più persone ma con poche si raggiunge un certo feeling. Non c’è nulla di male ad ammetterlo. E raggiungere un certo feeling, vuol dire discutere insieme, saper mettere da parte talvolta le proprie idee a favore di altre più valide, avere una certa empatia con i colleghi nello svolgere il compito che hai davanti. Ma soprattutto significa lavorare con una certa tranquillità. Non è uno stato di perfezione quello che si cerca; è una buona dose di coordinazione. E questo nel Golem Studio c’è. Anche perché con i nostri bravissimi colleghi, Marcello Marino (webmaster), Francesco Bonanno (disegnatore), Manolo Linares (colorista/disegnatore) e Laura Lombardo (colorista) ci siamo mossi, fino ad ora, sugli stessi binari. Non aspettiamo altro, adesso, di lavorare anche con Raffaele Coletta (illustratore e colorista), new entry del gruppo che dai lavori che ci ha mostrato è davvero un validissimo elemento.
AB: Esattamente. L’unione fa la forza e consente di elaborare un progetto in tutte le sue parti creative, dalla sceneggiatura, al disegno, al lettering, al colore. Un piccolo gruppo ben affiatato e professionale solleva un editore da parecchie grane, perché lo mette in condizione di avere un prodotto pronto per la stampa, senza dovere seguire costantemente tutti i vari componenti del processo creativo. Fino a ora infatti, come Golem Studio, abbiamo avuto la fortuna di incontrare editori intelligenti, che valutando le nostre possibilità e i nostri progetti, ci affidano in toto la realizzazione e il controllo del prodotto, ovviamente riservandosi qualche osservazione qualora fosse necessario. E’ stato così per esempio con la San Paolo edizioni e con la Dreamcolours.E’ un piacere lavorare con un approccio di questo tipo!

Lavorate in un vero studio, o comunque vi riunite spesso, o lavorate per lo più separati?
MS: Lavoriamo separati ma ci sentiamo più volte al giorno. E’ indispensabile!
AB: Io e Marco che siamo il nucleo del Golem Studio, insieme a Marcello Marino, abitiamo a Palermo, la nostra città e questo è sicuramente un vantaggio dato che possiamo interagire costantemente. Purtroppo gli altri nostri colleghi vivono in altre città, ma grazie al meraviglioso mondo di internet abbiamo la possibilità di interagire costantemente, riunendoci di fatto solo quattro o cinque volte l’anno.

In un lavoro di gruppo, quanto è importante la fase di progettazione di un fumetto? Quali sono gli aspetti che curate maggiormente?
MS: Curiamo tutto. Dall’idea alla stesura del progetto e a chi presentarlo, dalla sceneggiatura ai dialoghi, dai disegni alla colorazione fino ad arrivare all’apparato redazionale. Esistiamo da quasi un anno ormai e da quasi un anno l’attenzione che riponiamo nelle opere che realizziamo è sempre maggiore.
AB: Personalmente mi esalto solo quando lavoro sulle pagine della storia. Tutto il lavoro di preparazione è per me molto noioso!!! Voglio assecondare sempre il mio impulso creativo senza dovere passare dai mille bozzetti che servono per fissare il personaggio o gli ambienti, che sinceramente credo sono necessari più agli altri che a se stessi. Ma mi rendo conto che è il classico “lavoro sporco” da fare.

Come e a quali editori vi siete proposti con Niahm? Cosa c'era di pronto, cosa avete presentato, quali sono state le accoglienze?
MS: Niahm nasce da un’idea mia che ha preso forma grazie alla bella matita di Francesco Bonanno ma a presentare il progetto siamo stati io e Alessandro. Il progetto è stato subito accolto dalla Dream Colours, nella persona di Andy Milanesio, il grande boss. Oggi siamo più che soddisfatti nell’apprendere che il secondo numero è stato candidato al premio Gran Guinigi.
AB: In prima e unica battuta a Dream Colours! Abbiamo conosciuto Andy Milanesio alla fiera di Milano e gli abbiamo sottoposto una dose massiccia di nostri progetti, che abbracciavano praticamente tutti i generi. Lui è stato subito catturato in particolare da un progetto che io e Marco avevamo già in fase avanzata con 5 pagine realizzate. Successivamente abbiamo fatto una serie di riunioni operative nella sede di Dreamcolours, dove Andy ci ha proposto una sorta di partnership tra noi e Dreamcolours. Andy avrebbe voluto lanciare immediatamente questa serie, ma essendo io impegnato nella realizzazione del Vangelo a fumetti per la San Paolo Edizioni (di prossima uscita!), abbiamo preferito iniziare la collaborazione con Dreamcolours facendo Niahm, affidando la parte grafica all’amico Francesco Bonanno, che ne aveva già elaborato gli studi. A questo punto mancava solo un nome a quello che già era un gruppo di lavoro.

Il rapporto con Dream Colours, alla soglia del terzo e quarto albo targato Golem Studio, sembra essersi sempre più rafforzato e avete spostato un poco l'ago della bilancia delle pubblicazioni di un editore nato per proporre un universo fumettistico statunitense. Vi siete sentiti un po' "difensori dell'italico fumetto"?
MS: Andy Milanesio ha un grande merito: quello di credere nelle nuove leve. Ed è uno che va dritto al sodo; non importa alla fin fine che tipo di curriculum hai. Se funzioni, ci lavori. Altrimenti…è stato un piacere. Non si può non dire infatti che entrare nel mondo dei comics significa entrare in una grossa, spietatissima industria. Tutto si misura sul campo.
AB: Personalmente esordirò come disegnatore per Dreamcolours soltanto adesso con la pubblicazione del volume antologico di METROPOLIS A.D. Ma come dicevo prima, io e Marco abbiamo impostato e seguito il rapporto con l’editore. Siamo stati molto contenti di potere lavorare un pò “all’americana”, perché questo mercato è proprio quello che vogliamo raggiungere. Sappiamo bene di avere in mente una tipologia di fumetti che non è più quella del fumetto ultrapopolare attuale negli USA, che ha subìto varie e pesanti influenze da generi impensabili come i manga, ma la nostra idea di un fumetto americano classico è più che radicata e andremo avanti così, perché questo è il nostro modo di raccontare. Resta da stabilire COSA sia oggi l’italico fumetto come dicevi nella domanda.Se intendevi Bonelli e scuola Bonelli, non ha bisogno di difese da parte nostra! Noi cerchiamo solo di fare quello che ci piace e che secondo noi manca in un mercato come quello italiano, un “pò” povero di iniziative non canonizzate dal bonellide approccio alla realtà!

Ci parli della genesi di Niahm?
MS: Niahm all’inizio doveva essere un uomo, eppure vecchio. Un mago d’altri tempi, diciamo. Poi le fate mi hanno conquistato et..voilà, eccola bellissima e giovanissima aggirarsi per le terre irlandesi del post avvento del Cristianesimo. È un fantasy che non punta ad “effetti speciali”, per così dire. Poco mi interessa far vedere azioni magiche ma l’atmosfera che si deve respirare…quella si che deve fare la differenza. Deve essere un’atmosfera magica. E proprio per questo tutto concorre a renderla palpabile. Da Niahm ai personaggi che incontra, dall’ambiente ai rimandi folcloristici. Per non parlare dei disegni poetici di Francesco Bonanno. Per certi versi è un prodotto nuovo in Italia, come produzione fatta nel nostro Paese.

Da dove deriva la passione per il fantasy?
MS: Se dico che l’ho sempre avuta sono banale?
AB: Per quanto mi riguarda le mie passioni abbracciano tutto quello che è avventura condita da elementi fantastici, ma al fantasy preferisco la fantascienza, il supereroistico, il metropolitano e il western, che è un genere che tutti danno per morto ma che torna sempre, perché è il genere avventuroso per antonomasia!

Il terzo albo chiude la prima stagione della serie. Quali sono i piani futuri per la serie? Quanti numeri sono in progetto?
MS: Il progetto che studieremo con Andy Milanesio è legato principalmente a mettere ancor più in vista il fumetto di Niahm; cercare di farla uscire da una certa nicchia di lettori ed estenderlo il più possibile non soltanto a chi ama il fantasy. Non è certamente un’impresa facile ma crediamo sia realizzabile, in fondo. È un progetto editoriale che comunque dopo i suoi tre numeri non vedrà certamente la fine. Lo faccio capire anche io nella postfazione dell’ultimo albo.

Metropolis ADAdesso arriva Metropolis A.D., un progetto sicuramente affascinante. Volete parlarci di come è nato, di che cos'è?
MS: E’ un modo per raccontare storie metropolitane; storie che possono e che effettivamente accadono durante la nostra vita. Ed ecco allora le storie d’azione, quelle comiche, quelle realistiche e quelle che ti lasciano l’amaro in bocca. Credo che sia venuto fuori un bel prodotto. Aspettiamo commenti, ovviamente. La sua uscita tuttavia, causa tempi di lavorazione davvero strettissimi, uscirà dopo la fiera di Lucca. Per tempo vi comunicheremo tutto, naturalmente. Quindi rimanete sempre sintonizzati!!
AB: Il progetto è nato in tempi recentissimi, ossia quando Andy ha letto una storia breve che Marco ha pubblicato con l’Eura. Ci ha chiesto se potevamo realizzare un volumetto di storie di vita nella metropoli ed il giorno dopo eravamo già a lavoro. Da tempo avevamo in mente di produrre varie storie brevi da far girare, così alcuni soggetti li avevamo già pronti, ricordo al volo “Agente Scelto” che ho appena finito di disegnare e “Il Vecchio Tobias” che avrei voluto realizzare io, anche se il bravo Giorgio Pontrelli ha fatto davvero un bel lavoro. Adesso sto ultimando l’ultima storia, proprio quella dedicata a Will Eisner e la consegna incombe!!!

Metropolis A.D. presenta anche un omaggio al maestro Eisner, un autore che penso abbia lasciato qualcosa a tutti coloro che fanno fumetti.
MS: Eisner è il più grande di tutti. No “è stato”. È. Lui con il fumetto parlava, raccontava, pensava. Will Eisner ed il fumetto sono una sola cosa. Non c’è nessuno, ad oggi, come lui. E poi manteneva sempre un basso profilo…un eroe d’altri tempi, purtroppo!
AB: Che Will Eisner sia stato uno di quelli che hanno definito i canoni del fumetto moderno, esplorandone come nessun altro le infinte possibilità è un FATTO. Lui è il suo amicone Jack Kirby hanno costruito la storia del fumetto americano, in due direzioni diverse. Le opere di questi due e degli altri maestri sono sotto gli occhi di tutti. Quello che è un vero piacere è il momento in cui si conoscono questi geni assoluti e il constatare come il successo e gli infiniti meriti non abbiano scalfito la genuinità e la semplicità del loro essere.
Ho avuto la fortuna di potere conoscere, tra gli altri, John Romita, Will Eisner, Joe Kubert alle varie fiere e soprattutto John Buscema in vari incontri non fieristici, quindi lontano dal filtro delle case editrici. Con John Buscema e la sua simpaticissima moglie Dolores abbiamo instaurato un rapporto quasi familiare. E un onore potere riscontrare come questi autori leggendari restino integri anche come persone, in contrapposizione con alcuni autori o mestieranti dei nostri nefasti tempi, i quali, dato che hanno pubblicato qualcosina qua e la, credono di potere salire in cattedra e camminare a svariati centimetri dal suolo. Ecco, nella nostra breve storia di 8 pagine cerchiamo di rendere omaggio alla grandiosità dell’uomo Will Eisner… il quale, almeno per quanto riguarda me, è solo uno dei giganti che intendiamo ringraziare. Personalmente quindi attraverso questa intervista dedico la storia “Un Incontro Inaspettato” anche agli altri maestri di stile e di umana ricchezza, tra cui soprattutto il mio amico John Buscema.

Il confronto con l'editoria, con la pubblicazione e i lettori, hanno certamente avuto un peso importante nella vostra maturazione come autori, un confronto importante per un autore. Quali cose vi ha insegnato Niahm, e cosa pensate di dover ancora imparare?
MS: Imparare? Un sacco di cose. Non credo si finisca mai di imparare. Ma il bello è che ti vai formando sempre un’idea più precisa del mondo lavorativo in cui bazzichi. Niahm, pur non essendo per molti di noi il primo lavoro a fumetti, ci ha permesso comunque di relazionarci ancora meglio con il mercato e i lettori. Un’esperienza sicuramente forte ma importante. Di strada da fare, comunque, ancora ce n'è tanta.
AB: Come detto prima, il mio rapporto con Niahm è marginale e si limita alla sola cover del numero 3 di prossima pubblicazione. Il mio confronto con l’editoria avviene da circa quindici anni. Ho lavorato su parecchi progetti esuli dallo strettissimo mercato fumettistico. Ho prodotto vari volumi che difficilmente avranno voce nel burrascoso mondo del fumetto cosiddetto popolare, ma che hanno altre utenze. L’ultimo esempio in ordine di tempo è, come accennavo prima, il Vangelo a fumetti, un librone di circa 150 pagine a colori per le edizioni San Paolo, che uscirà nei mesi successivi al Natale e del quale ci terrei a darvi notizie quando sarà il momento.

I vostri progetti futuri, oltre a Niahm, cosa prevedono?
MS: Estero. Puntiamo all’estero. I mercati sono tutti competitivi. In quello italiano personalmente vedo dei validi prodotti paradossalmente più a livello delle piccole produzioni che delle grandi realtà editoriali. È un mercato dunque da tenere sempre sottocontrollo, se mi passi il termine. Non si vive però, a conti fatti, un bel momento secondo me…ma è pur vero che di idee tra piccoli editori e nuovi autori ce ne stanno parecchie. L’estero, sarebbe la ciliegina sulla torta.
AB: Abbiamo in cantiere una marea di idee e progetti che stiamo elaborando di cui vi daremo notizie a tempo debito. Per adesso mi sento di scrivere solo due parole: Chuck Dixon.

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