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Con l'avvento dell'Università come luogo deputato all'insegnamento
della medicina ad impostazione teorica e speculativa, diventa necessario
stabilire un curriculum di studi che preveda la lettura ed il commento di
una serie di testi ritenuti fondamentali per l'apprendimento della medicina.
Secondo un'opinione comune, intorno al XII secolo si sviluppò a Salerno
un metodo di insegnamento scientifico con la sistemazione del curriculum:
più probabilmente il corpus di testi che entrarono a far parte di
questo curriculum si formò in Francia tra X ed XII secolo, dove esisteva
una maggiore disponibilità di scritti medici che non in Italia. Dalla
disponibilità delle traduzioni di Costantino
Africano e dell'insieme di quei testi tramandati direttamente
dall'antichità (e, successivamente dalle traduzioni dal greco e dall'arabo
di Burgundio da Pisa e Gherardo da Cremona) si venne a formare un'antologia
di trattati "di base" detta Articella, così chiamata perché
base dell'arte medica. L'Articella venne probabilmente adottata a Parigi
dai Parvipontani (ovvero dallo studium di Petit-Pont) e successivamente
passò a Salerno dove venne compendiata con le nuove suggestioni
aristoteliche da Mauro, Ursone e Bartolomeo (i quali probabilmente avevano
studiato a Parigi). L'Articella diverrà il testo obbligatorio per
tutti gli studenti di medicina sino al secolo XV e si arricchirà di
glosse e commenti fatte dai vari professori che la commentavano nelle loro
lezioni. All'Articella venne affiancato, nella seconda metà del XIII
secolo il Liber Canonis di Avicenna, che
diverrà il testo più importante per la formazione del medico.
Inoltre, con il sopravvento dell'aristotelismo a partire proprio dal XIII
secolo, alcuni testi dell'Articella verranno sostituiti da nuove traduzioni
di autori arabi. Il curriculum rimarrà quindi
pressoché inalterato (a parte commentari e glosse) fin'oltre il XV
secolo.
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