Don Angelo Albani ­ Don Massimo Astrua


LE OSSA DELL'APOSTOLO PIETRO SONO ANCORA NELLA SUA TOMBA SOTTO LA BASILICA VATICANA ?

Parte II

GLI SCAVI ORDINATI DA PIO XII NEL 1939 CHE PORTARONO AL RINVENIMENTO DELLA TOMBA DELL'APOSTOLO PIETRO.



Per molti secoli, praticamemte fino all'inizio del secolo ventesimo, nessun Papa osò ordinare una ispezione archeologica della tomba di San Pietro. La tomba dell'Apostolo incuteva in tutti un sacro timore reverenziale.

Fu Pio XII che, pochi mesi dopo la sua elezione a Pontefice, volle iniziare gli scavi sotto il pavimento della Basilica Vaticana e specialmente sotto l'altare della Confessione dove, secondo l'ininterrotta tradizione, si sarebbe dovuta trovare la tomba dell'Apostolo.

Questi scavi Ñdiretti da Mons. Ludovico Kaas coadiuvato dagli archeologi professor Enrico Josi, Padre Antonio Ferrua e Padre Engelbert Kirschbaum e dall'architetto Bruno Maria Apollonj GhettiÑ durarono circa un decennio (dal 1941 al 1950) e portarono dapprima alla scoperta, sotto la Basilica Vaticana, di una vasta necropoli di epoca precristiana, orientata da Ovest ad Est. La sua posizione rispetto alla Basilica è visibile (in nero) nella figura sottostante:

Il lettore potrà notare che l'estrema zona Ovest della necropoli viene a trovarsi proprio sotto la "cupola" michelangiolesca, ossia sotto l'Altare papale detto "della Confessione".
Se ora osserviamo una pianta più dettagliata di tale necropoli, potremo constatare che l'estrema zona Ovest comprende un cortile abbastanza vasto chiamato dagli archeologi campo "P".


In questo ulteriore ingrandimento della zona Ovest della necropoli, possiamo notare che il campo "P" è delimitato, sulla sinistra di chi guarda, da un muro che va da Nord a Sud, detto "Muro rosso", dal colore dell'intonaco che lo ricopre.

Al centro di questo "Muro rosso" è visibile una piccola nicchia semicircolare e un poco più in alto un piccolo muro, detto muro "G", ricoperto sul lato Nord da numerosi graffiti.

La figura seguente ritrae in modo molto dettagliato la zona della piccola nicchia e del muro "G".

In essa sono chiaramente visibili il tratto del "Muro Rosso" con la nicchia che fa da sfondo alla Edicola del II secolo e la base delle due colonnine marmoree che sostenevano la lastra di travertino che costituivano l'Edicola o "Trofeo di Gaio" del II secolo.

Tra la nicchia e la base delle due colonnine, ossia proprio al centro del "Trofeo", gli archeologi di Pio XII ritrovarono il luogo della primitiva sepoltura di Pietro (dell'anno 64), ma lo trovarono vuoto. Come spiegare questo mistero?
La risposta verrà dal rinvenimento, a nord della sepoltura primitiva, di un loculo, rivestito di marmo, di epoca costantiniana (inizio del IV secolo) che l'Imperatore aveva fatto scavare all'interno di un muro già esistente (il cosiddetto muro "G"). e dove vi aveva deposto, avvolte in prezioso tessuto di porpora e d'oro, le ossa dell'Apostolo.
La parete nord del Muro "G", era ripiena di graffiti col nome di Cristo, di Maria e di Pietro, ma gli archeologi non vi fecero gran conto.

* * *

Di enorme importanza fu invece il ritrovamento di un graffito di sette lettere greche (ricordiamo che il greco era allora la seconda lingua dell'impero), inciso sul "Muro rosso" nella zona di esso alla quale veniva ad appoggiarsi il lato Nord del muro "G". In tal modo il graffito veniva a trovarsi all'interno del Loculo, come risulta dal suo perfetto adattamento alla lacuna rimasta nell'intonaco del "Muro rosso". Ciò ha portato giustamente la professoressa Guarducci ad arguire che quella scritta fosse stata graffita da una mano insinuatasi nel loculo prima della sua chiusura in età costantiniana.

Tale graffito diceva:

La storia di questo graffito è, a dir poco, rocambolesca. Esso fu trovato su una carriola di detriti dal padre Ferrua, uno dei quattro scavatori ufficiali, il quale (per motivi inspiegabili o, come lui disse, per salvarlo) se l'era portato a casa sua finché, quando nel 1952 la cosa fu risaputa, per ordine di Pio XII dovette restituirlo al Vaticano.



Le sette lettere greche sono così state interpretate esattamente dalla professoressa Margherita Guarducci, epigrafista di fama mondiale:



Facciamo notare che l'esistenza del prezioso graffito essendo venuta a conoscenza purtroppo solo nel 1952 quando la campagna di scavi indetta da Pio XII era da tempo ufficialmente conclusa non poté essere annunciata da Pio XII nel suo solenne annuncio del ritrovamento della Tomba fatto alla chiusura dell'Anno Santo 1950.

* * *

Al termine dei lavori, gli archeologi diretti da Mons. Kaas giunsero anche a stabilire con certezza che i successivi rifacimenti dell'altare della Confessione, che vari Papi avevano operato nei secoli (l'altare maggiore della Basilica costantiniana fu rifatto da Gregorio Magno nel VI secolo e poi da Papa Callisto II nel XII secolo e infine da Clemente VIII nel XVI secolo) giacciono tutti uno sopra l'altro e poggiano tutti sull'antico monumento costantiniano.

Lo spaccato verticale della zona archeologica rappresentato nella fprossima immagine mostra, in basso, il luogo terrigno della primitiva sepoltura del corpo di Pietro' avvenuta subito dopo il martirio, sulla quale, nel II secolo è stata innalzata l' edicola funeraria o ''Trofeo" detto di Gaio. Sulla destra si vede il muro "G'' con il loculo marmoreo dove Costantino trasportò, nel IV secolo, le ossa dell'Apostolo. Il tutto ha come sfondo la parete orientale del ''Muro rosso".

Alla base del disegno si vede il livello del pavimento costantiniano; più in su la base dell'altare di Callisto II (secolo XII) che circondava quello più piccolo eretto nel VI secolo da Gregorio Magno; più in su ancora il piano dell'attuale altare con le colonne a tortiglione del Bernini.
In sostanza, gli scavi fatti effettuare da Pio XII confermarono archeologicamente quanto già storicamente si sapeva con certezza: che la tomba di San Pietro esiste ancor oggi sotto l'altare papale detto della "Confessione" della Basilica Vaticana, tanto che Pio XII poté dichiarare al mondo nel radiomessaggio natalizio a chiusura dell'Anno Santo 1950: «É stata veramente trovala la tomba di San Pietro? A tale domanda la conclusione dei lavori e degli studi risponde con un chiarissimo "Si": la tomba del Principe degli Apostoli è stata ritrovata!».



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