IN NOMINE SANCTÆ ET INDIVIDUÆ TRINITATIS

LETTERA DI INTENTI PER LA FONDAZIONE

FONDAZIONE - INTENTI SPIRITUALI - STRUMENTI ETICO-FORMATIVI

FINALITÀ PRATICHE E STRUMENTI OPERATIVI

 

 

ESSENTIA

A) Fondazione. - La "Congregazione Templare San Bernardo di Clairvaux", è un Movimento di chiara ispirazione religiosa, con sede nel monastero Cistercense della Certosa di Firenze.

B) Intenti spirituali. - L’intento della "Congregazione Templare San Bernardo di Clairvaux", è quello di riproporre nel nostro tempo gli ideali che mossero gli antichi Monaci-Cavalieri, esortati nel De Laude Novæ Militiæ di San Bernardo, sui cammini della Conversio e Peregrinatio cristiane. Essi cercano libertà attraverso VERITÀ e GIUSTIZIA in nome della FEDE; vivono, nella SPERANZA di attuare la coincidenza di preghiera e azione, cardine del pensiero di San Bernardo e della spiritualità cistercense, in una visione ecumenica sentita, umile e cavalleresca; testimoniano qui, ora, alle soglie del Giubileo e come impegno per il Terzo Millennio, la CARITÀ dell’incontro evangelico.

Un incontro su ciò che unisce e un fraterno dialogo su ciò che divide o sembra dividere: ut unum sint 1.

Una PORTA APERTA per tutti gli uomini che Dio ama:

 sia per coloro che si identificano negli intenti e nei comportamenti qui richiesti e che, ispirati dal salmo 113b: non nobis, Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam e dall’"Imitazione di Cristo", operano per l’avvento del regno dello Spirito Santo invocando l’aiuto e la protezione di Maria santissima nostra Signora;

 sia per coloro che per altre vie, ma con autentico dono di sé, desiderano concorrere a realizzare in terra la grande "opera di Dio".

 

CONVERSIO ET PEREGRINATIO

C) Strumenti etico-formativi. - Potranno aderire ed essere accolti nel Movimento quelle persone, uomini e donne, che:

 abbiano dato prova col Noviziato o con l’esercizio dell’Oblazione secolare cistercense, che la loro ispirazione viene da Dio 2;

 si sentano chiamati ad una "conversio" di vocazione templare e vi corrispondano, intraprendendo, dal punto in cui ognuno si trova, una personale peregrinatio di crescita umana "integrale" 3 ;

 trasmutino con fermezza in sé il male come stimolo al prossimo in cerca della Verità.

In questo iter di crescita interiore il templare:

 con l’aiuto spirituale del defensor fidei;

 con incontri religiosi ed approfondimenti su temi morali, etici e culturali;

 con fraterni scambi di reciproca e concreta collaborazione;

 rimette in discussione con umiltà (oggi come un tempo) tutte le "certezze" e le esperienze secolari negative, per intraprendere un nuovo "cammino":

 abbandonando le convenzioni conformiste acquisite, superando così pregiudizi, mediocrità e disimpegno;

 rifiutando sia privilegi che facili consensi;

 non "usando" Dio per scopi di Cesare 4, ma al contrario impegnandosi nella ricerca di verità non preconfezionate;

 promuovendo con tolleranza antisettaria il convergere dei tanti sentieri nell’unica Via 5, col rifiuto di un sincretismo banale;

 sublimando la complementarità insita in quelle dualità solo apparentemente opposte come la mansuetudo del monaco da coniugare alla fortitudo del guerriero;

 richiamando quindi l’iniziazione sacramentale della Cresima per applicare uno spirito cristiano "indiviso" nella professione laica, senza etiche derivanti da "logiche" soggettive o di gruppo.

Per invocare la Rivelazione dello Spirito di Dio, ogni aderente al Movimento:

 farà ricorso alla PREGHIERA "comunitaria" (con partecipazione alle liturgie e ai riti programmati talora anche con i monaci, e con gli oblati secolari cistercensi), e "individuale", (in periodici ritiri, con la meditazione e la contemplazione e con la pratica della Lectio Divina) per interiorizzare la Parola nel "desertum" in una "comunione di solitari";

 si impegnerà con AZIONE concreta e con fermezza per "sollevare e proteggere il prossimo" (oggi come un tempo) ricercando "armi monacali" (le virtù cristiane) e "armi guerriere" (la fortezza, la capacità di agire per non essere complici passivi, la tenacia nell’adempimento dei doveri del proprio stato 6);

 metterà a disposizione la propria professionalità per realizzare le attività di questo Movimento Templare;

 si dedicherà alla denuncia caritatevole del male con prudente vigilanza 7.

Questo percorso potrà essere realizzato valorizzando talenti 8 e carismi 9, con la protezione di Maria, gloria della stirpe di Davide nel pieno affidamento alla Grazia di Dio.

 

EXISTENTIA SEU OPERATIO

D) Finalità pratiche. - Il Movimento della "Congregazione Templare San Bernardo di Clairvaux" si impegna a:

  1. riproporre ufficialmente nella Chiesa, suo alveo originario, la realtà templare, il cui mito è stato da tanti abusato fino a vantare irreali discendenze;
  2. volgersi alla Spiritualità ed Operatività templare per ascendere:

  al "fiore" della fiducia 10 che ne caratterizza le origini,

  al "frutto" della perseveranza 11 nell’adempimento dei propri doveri,

  alla "croce" 12 della consapevole coerenza.

  1. favorire una convergenza con quei nuclei di spiritualità e operatività che la provvidenza ci farà incontrare, perché col dono delle diversità, si arricchisca l’unità di intenti;
  2. riscoprire la "sapienza dimenticata" del cristianesimo medioevale, nella sacralità delle proporzioni numeriche, nel simbolismo mistico, nella pietra che canta, nella grande lezione del sole che scandisce il "tempo" nel Tempio.
  3. collaborare con tutte le organizzazioni che intendono lavorare per rendere Gerusalemme e i Loca Sancta cittŕ aperta.

E) Strumenti operativi. – Il Movimento verrà coordinato da persone, scelte fra coloro che, applicandosi "con pura attenzione e ferma perseveranza" 13, "amanti della Verità e della Giustizia" 14, "con umiltà" 15, "con saggezza" 16 e "con rigore" 17 testimonino nelle loro opere lo spirito dei Fondatori secondo le indicazioni dello Statuto della "Congregazione Templare San Bernardo di Clairvaux" di cui questo documento è parte integrante.

Tale "Gerarchia", con struttura dinamica e flessibile, avrà il compito specifico di:

 stabilire contatti e formulare richieste agli Enti ecclesiastici preposti, per l’approvazione dello Statuto ed il riconoscimento dell’Essere e dell’Esistere del Movimento;

 promuovere i rapporti con altre realtà riferendosi anche alla "Carta Caritatis" cistercense;

 coordinare con saggio potere l’obbediente esecuzione di ogni indicazione autorevole scaturita dall’umile confronto negli "incontri generali", nelle agapi fraterne, nei sobri convivi allargati ad amici, collaboratori e sostenitori e dalle sollecitazioni scritte;

 garantire l’organizzazione e l’autodisciplina;

 stabilire per ogni singola situazione la rappresentanza e la responsabilità del Movimento.

 

 

 

 

NON NOBIS, DOMINE, NON NOBIS, SED NOMINI TUO DA GLORIAM

 

 

 

CONGREGAZIONE TEMPLARE SAN BERNARDO DI CLAIRVAUX

MILITES CHRISTI TEMPLIQUE SALOMONIS

CERTOSA DI FIRENZE

AD MCMXCVII

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 NOTE

 

 

1 [Gv 17,11]

Et iam non sum in mundo et hii in mundo sunt et ego ad te venio. Pater sancte, serva eos in nomine tuo, quos dedisti mihi: ut sint unum, sicut et nos.

 Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.

 Torna al testo

 

 

2 [1Gv 4,1-3]

Carissimi, nolite omni spiritui credere, sed probate spiritus si ex Deo sint: quoniam multi pseudoprophetae exierunt in mundum. In hoc cognoscitur Spiritus Dei: omnis spiritus qui confitetur Iesum Christum in carne venisse, ex Deo est: et omnis spiritus qui solvit Iesum, ex Deo non est, et hoc est antichristi, quod audistis quoniam venit, et nunc iam in mundo est...

Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla provale ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è gia nel mondo. [1Gv 4,1-3]. Cfr. l’art. 58 della primitiva Regola dei Milites Christi.

 Torna al testo

 

 

3 [Giovanni Paolo II, Varcare la soglia della speranza; cfr. pag. 37 e seguenti. Mondadori, Milano 1994.]

Torna al testo

 

4 [Mt 22,21]

Reddite ergo quae sunt Caesaris, Caesari: et quae sunt Dei, Deo.

Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.

Torna al testo

 

5 [Gv 14,6]

Dicit ei Iesus: Ego sum via, et veritas, et vita. Nemo venit ad Patrem, nisi per me.

Gli disse Gesù: <<Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

 Torna al testo

 

6 [Ef 6,10-19]

De cetero fratres confortamini in Domino, et in potentia virtutis eius. Induite vos arma Dei, ut possitis stare adversus insidias diaboli: quia non est nobis conluctatio adversus carnem et sanguinem: sed adversus principes, et potestates, adversus mundi rectores tenebrarum harum, contra spiritalia nequitiae, in caelestibus. Propterea accipite armaturam Dei, ut possitis resistere in die malo, et omnibus perfectis stare. State ergo succincti lumbos vestros in veritate, et induti loricam iustitiae, et calciati pedes in praeparatione evangelii pacis: in omnibus sumentes scutum fidei, in quo possitis omnia tela nequissimi ignea extinguere: et galeam salutis adsumite: et gladium Spiritus, quod est verbum Dei, per omnem orationem et obsecrationem orantes omni tempore in Spiritu: et in ipso vigilantes in omni instantia, et obsecratione pro omnibus sanctis: et pro me, ut detur mihi sermo in apertione oris mei cum fiducia, notum facere mysterium evangelii.

Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace . Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito , cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo,

Torna al testo

 

7 [Mt 24,42]

Vigilate ergo, quia nescitis qua hora Dominus vester venturus sit.

Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.

Torna al testo

 

8 [Mt 25,14-30]

Sicut enim homo proficiscens, vocavit servos suos, et tradidit illis bona sua. Et uni dedit quinque talenta, alii autem duo, alii vero unum, unicuique secundum propriam virtutem, et profectus est statim. Abiit autem qui quinque talenta acceperat, et operatus est in eis, et lucratus est alia quinque. Similiter qui duo acceperat, lucratus est alia duo. Qui autem unum acceperat, abiens fodit in terra, et abscondit pecuniam domini sui. Post multum vero temporis venit dominus servorum illorum, et posuit rationem cum eis. Et accedens qui quinque talenta acceperat, obtulit alia quinque talenta, dicens: domine, quinque talenta mihi tradidisti, ecce alia quinque superlucratus sum. Ait illi dominus eius: Euge bone serve, et fidelis, quia super pauca fuisti fidelis, super multa te constituam, intra in gaudium domini tui. Accessit autem et qui duo talenta acceperat, et ait: Domine, duo talenta tradidisti mihi, ecce alia duo lucratus sum. Ait illi dominus eius: Euge serve bone, et fidelis, quia super pauca fuisti fidelis, supra multa te constituam, intra in gaudium domini tui. Accedens autem et qui unum talentum acceperat; ait: Domine, scio quia homo durus es, metis ubi non seminasti, et congregas ubi non sparsisti: et timens abii, et abscondi talentum tuum in terra: ecce habes quod tuum est. Respondens autem dominus eius, dixit ei: Serve male, et piger, sciebas quia meto ubi non semino, et congrego ubi non sparsi: oportuit ergo te mittere pecuniam meam nummulariis, et veniens ego recepissem utique quod meum est cum usura. Tollite itaque ab eo talentum, et date ei qui habet decem talenta: omni enim habenti dabitur, et abundabit: ei autem qui non habet, et quod videtur habere, auferetur ab eo. Et inutilem servum eicite in tenebras exteriores: illic erit fletus, et stridor dentium.

Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

Torna al testo 

 

9 [1Cor 12, 4-7]

Divisiones vero gratiarum sunt, idem autem Spiritus: et divisiones ministrationum sunt, idem autem Dominus: et divisiones operationum sunt, idem vero Deus qui operatur omnia in omnibus. Unicuique autem datur manifestatio Spiritus ad utilitatem.

Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune

Torna al testo

 

10 [Prov 3,5]

Habe fiduciam in Domino ex toto corde tuo, et ne innitaris prudentiae tuae.

Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza;

Torna al testo

 

11 [Mt 10,22]

et eritis odio omnibus propter nomen meum: qui autem perseveraverit in finem, hic salvus erit.

e sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato.

 Torna al testo

 

 

 12 [Mt 10,38]

Et qui non accipit crucem suam, et sequitur me, non est me dignus.

chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.

Torna al testo

 

13 [dal Prologo della primitiva Regola dei Milites Christi]

Innanzi tutto chiunque tu sia, cavaliere di Cristo che scegli un modo di vita così santo, occorre che applichi nella tua professione una pura attenzione ed una ferma perseveranza; essa è riconosciuta da Dio tanto degna, santa e sublime che se viene osservata con perseveranza, darà in merito la fortuna di essere parte dei cavalieri che dettero per Cristo le loro anime..

Torna al testo

14 [art 49 Regola cit.]

… ascoltare, per mezzo di giudici fedeli ed amanti della verità, chiunque si rivolgerà a voi per una qualche questione … e vi comandiamo di eseguire inflessibilmente ciò che vi sembrerà giusto.

Torna al testo

 

15 [art 47 regola cit.]

Conviene andare, quando si è (uomini) di religione, con semplicità e senza risate, con umiltà e non parlando troppo, ma dicendo cose ragionevoli…

Torna al testo

 

16 [art. 59 regola cit.]

Comandiamo di non convocare sempre tutti i fratelli al consiglio, solo quelli che il Maestro abbia ritenuto adatti per saggezza.

Torna al testo

 

17 [art 68 regola cit.]

D'altra parte il Maestro, che deve tenere in mano il bastone e la verga - con il bastone sostiene la debolezza degli altri e con la verga colpisce i vizi dei peccatori mediante retto zelo -, cerchi d fare ciò con il consiglio e con il parere spirituale del patriarca, affinché… una troppo libera indulgenza o una eccessiva severità non mantengano nell'errore il peccatore.

 Torna al testo





CONTINUA


Torna all'indice |