Sceneggiatura: Age e Scarpelli
Fotografia: Sandro D’Eva (Technicolor)
Scenografia: Luigi Scaccianoce
Musica: Carlo Rustichelli
Montaggio: Alberto Gallitti
Produzione: Edmondo Amati per Apollo InternationaI Film, Roma
Durata: 103’
Interpreti: Ugo Tognazzi (Mario Bonifazi), Vittorio Gassman (Lorenzo
Santenocito), Yvonne Furneaux (Lavinia Santenocito), Ely Galleani (Silvana
Lazzarini), Michele Cìmarosa (maresciallo Casciatelli), Checco Durante (Renato
Baldini), Pietro Tardi, Simonetta Stefanelli
Soggetto:
Indagando sulla morte di una giovane tossicomane,
Silvana, avvenuta in circostanze che fanno pensare a un delitto, il
giudice istruttore Bonifazi, un integerrimo magistrato, scopre, interrogando
i genitori della morta, che nella sua fine può in qualche modo essere
implicato l’industriale Lorenzo Santenocito, un ricco e spregiudicato
speculatore edile, che sotto l’etichetta delle "pubbliche relazioni",
si serviva di Silvana per intrattenere i suoi altolocati clienti. Dopo
aver cercato di bloccare, sia con le minacce che con le lusinghe l’inchiesta
di Bonifazi sul suo conto, e fatto rinchiudere in manicomio il vecchio
padre, che non si è voluto prestare a inventargli un alibi per la sera
della morte di Silvana, l’industriale riesce finalmente a procurarsi
una falsa testimonianza, che dovrebba scagionarlo definitivamente. Bonifazi,
però. smaschera il falso alibi di Santenocito, di cui ordina immediatamente
l’arresto. L’industriale, tuttavia, non ha, tra le sue colpe, anche
quelle di aver ucciso Silvana: lo scoprirà lo stesso giudice istruttore,
leggendo il diario della povera ragazza. Al termine di una giornata
in cui Roma impazzisce per una vittoria dell’Italia sull'Inghilterra,
Bonifazi giungerà con amarezza alla vera conclusione dell’inchiesta:
certe cose avvengono perchè sono il "sistema" e l’ottusa coscienza generale
a consentirle. Distruggendo la prova dell’innocenza dell’indiziato,
il giudice deciderà perciò di trascinarlo ugualmente in tribunale per
colpire, attraverso lui, tutto quello che egli rappresenta.
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