Marco Bellocchio 


GINEPRO FATTO UOMO (1962)

Regia: Marco Bellocchio;
sog, scen.: Marco Bellocchio
fot.: Ettore De Tomasi (35 mm, b/n)
prod.: Centro Sperimentale di Cinematografia (Roma)
Dur.: 45'

La trama.
Una non meglio definita università, dove campeggia una statua di Minerva. Ginepro, giovane dai modi autoritari, è costantemente pedinato da un operatore, Bandini, che lo riprende in varie situazioni. La sua ex ragazza, Maddalena, che Bandini tenta di conquistare senza successo, lo aspetta all’interno, ma Ginepro va a cercare invece Igor - che lo considera un idolo e lo segue come un’ombra - dentro al pozzo al centro del chiostro dell’Università, dove Igor spesso si rifugia. Dal colloquio tra i due, Igor emerge come succube dell’amico, che a sua volta però, attraverso un confronto con Maddalena, si rivela piuttosto fragile. La statua di Minerva in pezzi introduce una serata decisiva a casa di Bandini, in cui vengono proiettati i suoi filmini muti. Uno mostra Ginepro, segretario di un sindacato, durante un comizio per l’anniversario della Liberazione: i gesti nevrotici e ridicoli del politico svelano tutta la debolezza dell’uomo. Maddalena, che insieme a Bandini e a Igor fa parte di un piccolo gruppo estremista, vuole tornare con Ginepro per aiutarlo e perché pensa che il suo appoggio politico potrebbe giovare al gruppo. Bandini cerca di dissuaderla, mettendo in rilievo l’infantilismo di Ginepro che secondo lui avrà sempre bisogno di mamme e di vittime. Maddalena e Igor, convinti dal discorso di Bandini, continuano la visione dei filmini. Scoprono una bobina senza titolo, la montano: le immagini mostrano Ginepro che attraversa un cimitero, poi entra all’Università e abbatte la statua di Minerva. È l’ultima rivelazione: Bandini voleva distruggere Ginepro ai loro occhi per subentragli nell’attività politica al fianco di Maddalena.