CARO MICHELE (1976)
di Mario Monicelli


Soggetto: dal romanzo omonimo di Natalia Ginzburg
Sceneggiatura: Suso Cecchi D’Amico, Tonino Guerra
Fotografia (colore Technospes): Tonino Delli Colli
Scenografia: Lorenzo Baraldi
Costumi: Gitt Magrini
Musica: Nino Rota
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Aiuto regista: Carlo Vanzina
Produzione: Gianni Hecht Lucari per Flag Film
Distribuzione: Cineriz
Durata: 115'
Interpreti: Mariangela Melato (Mara), Lou Castel (Osvaldo), Alfonso Gatto (padre di Michele), Fabio Carpi (Colarosa), Delphine Seyrig (Adriana), Aurore Clément (Angelica), Marcella Michelangeli, Renato Romano, Eriprando Visconti, Isa Danieli, Adriano Innocenzi, Costantino Carrozza, Alfredo Pea, Loredana Martinez, Eleonora Morana, Carla Witting, Giuliana Calandra, Luca Del Fabbro


Soggetto:
Figlio di una benestante famiglia borghese, Michele, dopo aver militato nel movimento studentesco attorno al 1968, decide di andarsene dall’Italia, deluso nell’illusione di poter abbandonare la propria classe sociale in decadenza attraverso il bagno purificatore delle lotte. Attorno alla sua figura di romantico fuggiasco ruota l’azione. Adriana, la madre, cerca di ritrovare un rapporto col figlio a cui è molto legata, mentre il padre, un pittore affermato, conosce un lento ed inesorabile declino fatto di tristezza e di senso di inutilità; lo stesso avviene al cognato, funzionario di partito messo in crisi da un modo di far politica che non riconosce più come suo. In contrasto con questo mondo, la freschezza e la voglia di avventura di Mara: estroversa e ribelle, cerca viaggiando in compagnia del bambino (avuto forse proprio da Michele) di modificare la propria condizione sociale. Michele morirà a Bruges dove la polizia carica un corteo, dimostrando con la sua parabola l’impossibilità di riscatto di una classe; viceversa, Mara si avvia lungo un’autostrada alla ricerca di qualcosa che non appare ma che sicuramente c’è.