Terragni
Il coraggio di andare contro.
Giuseppe
Terragni durante la sua vita di progettista si è trovato
più di una volta a realizzare opere troppo innovative per
i suoi contemporanei, che destarono orrore e scandalo, perchè
distruggevano quelli che fino ad allora erano stati dei punti fermi
e quindi impossibile da superare.
La prima importante opera che destò una grande quantità
di polemiche, addirittura da pensare di poterla abbattere, fu sicuramente
il Novocomum.
Un casa di abitazioni che sconvolge tutti i dettami della imperante
logica rinascinamentale, per diventare il primo edificio moderno
realizzato in Italia.
Terragni ha il coraggio di fare quello che nessuno in Italia aveva
ancora tentato, e lo fa aggirando il sistema stesso, consegna un
progetto in stile "classico" alla commissione per farlo
approvare e poi, invece, costruisce un edificio totalmente differente,
che genera l'aspettato coro di proteste.
Il Novocomum distrugge tutti quelle che erano le regole del modello
rinascimentale : la simmetria centrale , il rafforzamento dell'angolo
che viene invece svuotato, lo schema base-elevazione-cornicione-attico,
la sezione del Novocomum è, infatti, esattamente il ribaltamento
di questo tradizionale schema rinascimentale.
Con questa operazioni Terragni porta l'architettura italiana finalmente
in Europa, avvicinandosi alle teorie di Le Corbusier sulle abitazioni,
all'uso della trasparenza predicato dal Bauhaus, al nuovo modello
dell'architettura moderna insomma.
Un'altra importante tappa nel suo viaggio verso la modernità
è sicuramente la Casa del Fascio di Como,
dove pur credendo nell'ideologia fascista la sua opera non desterà
poche polemiche da parte degli stessi committenti che pensavano
ad un'opera monumentale ancora alla maniera classica.
Terragni, invece, realizza un "oggetto", un "mezzo
cubo perfetto e bianco.Un prisma astratto, senza basamento, elevazione,
cornicioni che si riverbera in una piazza anch'essa bianca e liscia."
[Da Antonino Saggio,"Giuseppe Terragni Vita e Opere ",Edizioni
La Terza,Roma-Bari 2004]
Il trattamento dei prospetti è poi totalmente innovativo,
ognuno prelude la vista del successivo, con la realizzazione di
asole verticali contrapposte a parti chiuse e l'uso del telaio (altra
fondamentale invenzione).
La stessa pianta, che ad un primo frettoloso sguardo, può
sembrare simile alla tipologia a corte, in realtà se ne distacca
completamente, mettendo in relazione l'interno con l'esterno, si
genera così un movimento verso l'interno, dall'immagine esterna
di volume stereometrico si è portati a scoprire la complessità
dello spazio interno.
Più tardi in un'altra casa di abitazione, Terragni si troverà
a sconvolgere l'usuale schema a cortile interno, generando nuovamente
numerose polemiche che ritarderanno molto la realizzazione dell'opera.
Nella Casa Rustici, infatti, Terragni, divide il
lotto in tre parti uguali e dispone ortogonalmente alla strada due
corpi di fabbrica distinti tra loro, lasciando un asola centrale.
Il tutto è poi riunito con un sistema di passerelle in facciata,
che schermano il vuoto centrale e sancisono il definitivo annullamento
del blocco chiuso.
Ancora una volta Terragni ha avuto il coraggio di opporsi ai modelli
prestabiliti dalla pratica usuale, e di realizzare un opera che
ha il chiaro scopo di distruggere il blocco chiuso in una città,
Milano, pianificata per la realizzazione principalmente proprio
di blocchi chiusi.
La lezione di Terragni è quindi più che mai attuale,
trovandoci noi in un epoca di rivoluzione, dove molti hanno tentato
le più svariate sperimentazioni, e spesso si sono trovati
a doversi scontrare con un sistema non ancora pronto ad accoglierli.
Allo stesso tempo, però, in questa epoca di cambiamenti,
altrettanti numerosi progettisti pensano che il fatto di sperimentare
nuove tecnologie e addentrarsi in innovativi campi di ricerche con
l'utilizzo di particolari software e l'invenzione di nuovi materiali
siano sufficenti a fare un buon progetto, perdendo di vista quelle
che sono i riquisiti indispensabili di un progetto quali la fruibiltà,
l'accessibiltà e altro.
Se in epoca industriale l'edificio doveva solo funzionare era quindi
una macchina, oggi, invece, deve dare qualcosa di più, deve
essere un simbolo, raccontare delle storie, mi sento, però,
di dire che bisogna stare attenti a non fare progetti che diano
solo quel "più" e che non abbiamo quello che è
e sarà sempre il requisito minimo ossia che funzionino!
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