"Due temi la cui soluzione tende ad assumere valore di "modello" e non di "eccezione":un palazzo per uffici da una parte ,una casa di abitazione dall'altra sono infatti gli elementi ripetibili della struttura urbana:le soluzioni adottate dai due architetti tendono ad affermare un nuovo modo di intervento che, proprio in quanto possile "norma", disturba e da scandalo:
Questa casa che desta oggi tanti scandali e proteste, tanti allarmi e tante meraviglie, passerà poco tempo e non sarà l'eccezione segnata a dito, l'anomalia.Sarà, e per tutti,la "casa di domani".

Da Antonino Saggio, "Giuseppe Terragni Vita e Opere", Edizioni La Terza, Roma-Bari 2004, pag.22.

L'eccezione che diventa norma; la norma che diventa eccezione .

Riflettendo sull'esperienza di Terragni mi appare quanto mai evidente la sua attualità .

Come spesso avviene, ed è avvenuto nel corso della storia, i geni, in qualsiasi campo loro operino, sono spesso oltraggiati e guardati con timore all'inizio del loro operato finchè non diventa troppo evidente la loro superiorità e quindi è inevitabile dargliene atto.

La genialità di Terragni si coglie nella capacità che egli ha avuto di trasformare l'eccezione in norma costruendo un edificio come il Novocomum dove l'eccezionalità, all'inizio additata e criticata, diverrà, poi, fondamento del nuovo modo di costruire non più basato sui modelli classici-rinascimentali ma sui nuovi concetti della nuova epoca della macchina ; al tempo stesso Terragni è riuscito a fare della norma eccezione dimostrando che si può rendere un edificio monumentale e simbolico anche usando elementi apparentemente semplici ma mescolati tra loro in maniera da generare un unicum, la Casa del Fascio di Como, senza però ricorrere agli ordini e alle decorazioni tipiche del linguaggio classico.

 

 

Terragni oggi considerato universalmente un genio e definito enfant prodige dell'architettura italiana è stato però al suo tempo criticato da Pagano che attacca il suo capolavoro, la Casa del Fascio di Como, parlando di "strane novità" e di "preoccupazione di creare un' opera insolita" ; come dire, nella più banale delle affermazioni "la storia si ripete!".
Troppo spesso ho sentito rivolgere accuse del genere a un Gehry, ad un Libeskind, ad una Hadid da architetti che forse come Pagano, pur intuendo la genialità dei soggetti in questione, non sono in grado di comprenderla perchè non hanno appreso o non vogliono apprendere i linguaggi della nuova rivoluzione informatica ; perchè è evidente che non si potrebbe neanche concepire il Guggenheim di Bilbao senza l'uso del computer !

 

 

 

Purtroppo ancora oggi il nuovo spaventa chi non riesce (o non vuole) stare al passo con i tempi ormai sempre più frenetici e che quindi cerca in tutti i modi di riaffermare il vecchio demonizzando il nuovo.
Ormai la rivoluzione è in atto non ci saranno più studenti disposti ad ascoltare professori che definiscono Libeskind incapace di risolvere gli angoli non capendo che la forza dal suo Museo Ebraico di Berlino sta proprio nella tensione del suo andamento zigzagante e che dietro questa forma apparentemente "insolita" c'è tutto un discorso legato all'olocausto ; quindi il senso c'è e non si può parlare come non lo si poteva fare per Terragni di "preoccupazione di creare un'opera insolita" .

 

 

 

 

 

Viene quindi più che mai verificata la definizione data da Zevi al termine modernità come ciò che trasforma la crisi in valore e suscita una estetica di cambiamento ; tuttavia c'è da aggiungere che per comprendere la modernità bisogna avere gli strumenti per capire il valore e l'estetica del cambiamento altrimenti neanche Terragni potrebbe essere considerato un genio, incappando nello stesso errore fatto da Pagano.

"Tra il passato nostro e il nostro presente non esiste incompatibilità.Noi non vogliamo rompere con la tradizione : è la tradizione che si trasforma, assume aspetti nuovi, sotto i quali pochi la riconoscono"
Gruppo 7, in "Rassegna Italiana", 1926