Michele
Emmer
"Mathland. Dal mondo piatto alle ipersuperfici"
(La rivoluzione Informatica)
Italia, 2003Testo&Immagine
(Universale di Architettura, n. 143)
La
matematica ha cambiato profondamente l'idea che abbiamo oggi di
spazio, facendoci capire che in un certo senso siamo noi a creare
e inventare lo spazio attraverso il mutare delle nostre idee su
di esso.
Michele Emmer descrive questo cambiamento di idee attraverso un
viaggio dove si è guidati dal Quadrato e dalla Sfera del
libro di Edwin A. Abbott "Flatlandia : racconto fantastico
a più dimensioni" .
Il viaggio si fonda su sei pilastri necessari per capire il nuovo
mondo dove ci porteranno le due figure geometriche :
1_lo spazio euclideo : spazio della perfezione,
dello spazio platonico, fondato su definizioni e assiomi.
2_la libertà : la matematica è il
regno della libertà dove si inventano oggetti nuovi, nuove
teorie e nuovi problemi.
3_come queste idee vengono trasmesse : ossia come
vengono comprese dai diversi settori della società
4_il computer : idea geniale di un matematico,
strumento sofisticato, insostituibile.
5_il progresso : i nuovi risultati non cancellano
i precedenti.
6_le parole : parole simboliche, metaforiche che
fanno ormai parte del linguaggio comune.
Il
Quadrato abita il mondo a due dimensioni, Flatland, appunto, mentre
la Sfera quello a tre dimensioni.
Per gli abitanti di Flatland non si può nemmeno immaginare
l'esistenza di un mondo a tre dimensioni perchè il loro mondo
è fatto come di ombre dai contorni luminosi che si spostano
sulla superficie di un foglio di carta.
Per cui la solo cosa che gli abitanti di Flatland vedono della Sfera
che è scesa dal mondo a tre dimensioni a fargli visita, è
una linea che rappresenta la sezione tra il piano dove vivono gli
abitanti di Flatland e la Sfera.
La Sfera spiega al Quadrato l'esistenza di un mondo a tre dimensioni,
il Quadrato dapprima inorridito da questa idea si compiace poi della
scoperta di un nuovo mondo e inferforato da questa novità
ipotizza l'esistenza di un altro mondo a quattro dimensioni applicando
lo stesso ragionamento che la Sfera gli aveva spiegato poco prima
.
Compare così il cubo a quattro dimensioni, l'ipercubo,
generato dalla traslazione di un cubo lungo un quarto asse perpendicolare
allo spazio tridimensionale, l'ipercubo ha 16 vertici, 32 spigoli,
24 facce.
In campo artistico i primi a intuire che la geometria dello spazio
non era più solo quella euclidea e che ci fosse una quarta
dimensione furono i Cubisti, ma il movimento che
la comprese più a fondo fu il Futurismo
dove la quarta dimensione non era più statica e astratta
come la intesendevano i cubisti, ma teneva conto della forma che
viene creata dal succedersi degli stati di moto.
Alcuni artisti hanno rappresentato l'ipercubo tra cui Theo
Van Doesburg nel progetto per una casa privata e Salvador
Dalì nel dipinto Crucifixion, ma la vera svolta
si ha con il computer grazie al quale si realizza il desiderio del
Quadrato di vedere una Sfera e un Cubo a quattro dimensioni.
Marcos Novak, ha reinterpretato questi concetti
derivanti dalla matematica rinforzando il ponte architettura e matematica
:
"Lo spazio, come sappiamo, è a un tempo non euclideo,
curvo e multidimensionale, e contiene più di tre dimensioni
spaziali.[...]Spazio e superfici sono quindi interconnesse : entrambi
sono multipli, la differenza tra iperspazio e ipersuperficie consiste
nel fatto che un'ipersuperficie di un iperspazio a n dimensioni
è un sottomultiplo di n-1 dimensioni.
Quindi l'ipersuperficie di un iperspazio a quattro dimensioni spaziali
è uno spazio a tre dimensioni spaziali, prodotto tramite
una proiezione, una sezione o uno screening."
Emmer chiarisce, infine, il concetto di topologia
usando una definizione di Poincaré :
"la
topologia è la scienza che ci fa conoscere le proprietà
qualitattive delle figure geometriche non solo nello spazio ordinario,
ma anche nello spazio a più di tre dimensioni"
Nel
1958 il matematico August Ferdinand Mobius inventa
una nuova superficie dello spazio tridimensionale, il nastro
di Mobius appunto.
Questa superficie ha interessanti proprietà : la si può
percorrere tutta lungo l'asse più lungo tornando al punto
di partenza e senza aver mai attraversato alcun bordo; il nastro
ha una sola faccia, non c'è esterno e non c'è interno.
Interessante è l'esperienza di Max Bill,
architetto e artista, che scrisse un articolo dal titolo "Come
cominciai a fare superfici a faccia unica", dove descrive
la sua scoperta del nastro di Mobius pensando di aver inventato
una forma nuova.
Egli realizzò delle sculture utilizzando questa forma tra
cui "Endless Ribbon" presentato per la prima volta alla
Triennale di Milano del 1936.
Tra gli architetti contemporanei perticolarmente interessati ha
queste forma sono Ben Van Berkel e Carolin Bos (UN STUDIO)
che hanno usato il nastro di Mobius come diagramma della loro Mobius
house e la bottiglia di Klein, una superficie chiusa ad
una faccia senza esterno ne interno, per la stazione di
Arnhem.
La Mobius house è organizzata come un percorso continuo che
si rigira e si piega su se stesso; l'edificio è organizzato
in relazione alle attività di chi vi abita, le traiettorie
si incontrano in alcuni punti secondo un diagramma ad anello, vi
è una conpentrazione continua tra interno ed esterno.
Emmer citando Stephen Perrella afferma :
"la topologia architettonica è la mutazione della
forma, della struttura, del contesto e del programma in modelli
compositi e dinamiche complesse"
In conclusione Michele Emmer ci ricorda che le parole più
importanti per un architetto sono fantasia e libertà,
parole che hanno permesso all'architettura contemporanea di arricchire
il suo patrimonio progettuale.
Una bella lezione per chi credeva, prima di leggere questo libro,
che la matematica fosse l'esatto contrario!
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