Il coraggio di aprirsi

La situazione dell'architettura italiana è quanto mai deprimente per uno studente di architettura del quinto hanno alla soglia della laurea.
Alle naturali ansie sull'incertezza del nostro futuro, si aggiunge la consapevolezza che in Italia non si fa niente di tutto quello che studiamo.
Non ci sono i Van Berkel, i Gehry e le Hadid come nel resto di Europa.
Le recenti realizzazioni delle opere di Piano e Meier a Roma, ci sono apparse come un miracolo, e non ordinaria amministrazione, come lo è per un abitante di Londra o di Berlino che vede la realizzazione di edifici di illustri architetti quasi ogni giorno.
Viaggiando per le capitali europee ci si rende quanto mai conto dell'arretratezza in cui verte l'Italia.
Londra è in continua trasformazione, a distanza di pochi mesi si riscia di non ricononoscerla, a Berlino hanno realizzato in dieci anni quello che in Italia non farebbere neanche in cento allo stato attuale delle cose.
E' triste pensare che molti giovani architetti siano costretti a spostarsi all'estero per poter lavorare o anche solo per fare un'esperienza di architettura contemporanea; è ancora più deprimente se si pensa che questo fenomeno non è limitato solo all'architettura ma anche ad altri campi della scienza e della cultura (la famosa "fuga di cervelli").
Perchè in Italia la rivoluzione che abbiamo visto in Germania, in Spagna, in Francia non avviene?
Lo stesso ambiente universitario, ovviamente, è appesantito da questo senso di insoddisfazione e di arretratezza nei confronti del resto d'Europa che ci supera di anni luce.
Da noi le tematiche della rivoluzione informatiche sono, si, affrontate da diversi progettisti che però sono costretti a recarsi all'estero per realizzarle, se non vogliono che rimangano per sempre sugli schermi dei loro computer.
Non so se la mia generazione riuscirà a fare qualcosa per cambiare questa situazione, ma il senso di insoddisfazione è ormai un sentimento comune alla maggior parte degli addetti al settore, per cui non posso che pensare e sperare che questa crisi si trasformi veramente e al più presto in valore.