Modernità Crisi e Information Technology
__concept dopo la lettura di: Tempo prima dimensione dello spazio di Antonino Saggio

 

ArcheoCaad: la struttura si apre alla quarta dimensione

[…Lo spazio così definito avrà secondo il nostro ragionamento una serie di caratteristiche comuni agli altri:
[1] IL TEMPO È LA PRIMA DIMENSIONE DELLO SPAZIO
[2] LO SPAZIO È UN INTERVALLO PERCORRIBILE
[3] PUNTO È CIÒ CHE NON HA SPAZIO, NÉ TEMPO
[4] OGNI SISTEMA DI RIFERIMENTO INFERIORE È CONTENUTO DA UNO SUPERIORE
[5] DA UN SISTEMA INFERIORE SI HA PROIEZIONE DI UNO DI LIVELLO SUPERIORE
[6] OGNI SISTEMA DI RIFERIMENTO È VALIDO AL SUO INTERNO E HA UNO SPAZIO E UN TEMPO AUTONOMO.

Ma per cercare di capire veramente che cosa è uno spazio a quattro dimensioni dobbiamo aggiungere ora una settima formulazione:
[7] IN OGNI SISTEMA DI LIVELLO SUPERIORE COESISTONO INFINTI SISTEMI DI RIFERIMENTO DI LIVELLO INFERIORE…
]

da Tempo prima dimensione dello spazio di Antonino Saggio

 

Dopo la lettura dell’articolo sopra citato, mi sono accorto, ragionando a lungo, che il mio concept e la sua concretizzazione progettuale contenevano in sé alcuni dei punti discussi dal professor Saggio. Questi, anche se presenti in forma germinale, hanno bisogno di essere analizzati in maniera più larga ed esauriente; per far ciò quindi disporrò dello schema riportato in citazione, interpretando i sette punti secondo le idee da esporre.

1_Il tempo è la prima dimensione dello spazio
Innanzitutto bisogna riflettere su qual è lo spazio reale del progetto: il cunicolo tubolare che si aggira all’interno dei fori. Questa formulazione progettuale può sembrare banale, però in se contiene il concetto planimetrico di linea da percorrere: ovvero il soggetto è schiacciato a livello “bidimensionale”, ovvero è costretto a percorrere avanti e indietro un vero e proprio labirinto fatto di traiettorie intrecciate su di un unico piano (il terreno), che può anche piegarsi ma non per questo muta la condizione “bidimensionale” dell’intenzione planimetrica. Ovviamente se scendiamo dal livello di visione planare a quello della visuale prospettica, ci accorgiamo che siamo in realtà in un mondo a tre dimensioni, dove il soggetto è “libero” di muoversi ma solo all’interno della sezione progettuale: quindi abbiamo di fronte un’istallazione tridimensionale chiusa e che può essere percepita sensorialmente in vari modi (tra un po’ vedremo perché mi tengo sul generale in quest’ultimo punto). Se però decidiamo di utilizzare ArcheoCaad dinanzi a noi appare una quarta dimensione, ovvero la possibilità di accedere ad informazioni che non fanno parte né del mondo esterno all’istallazione, né al mondo interno, ma che provengono da “universi paralleli” che contengono le folli possibilità progettuali che ArcheoCaad mette in mano ai fruitori del software. Mostrate queste possibilità spaziali ora bisogna fare uno sforzo mentale e cancellare alcune condizioni basilari alla percezione: ovvero facciamo scendere il buio totale sulla nostra area di progetto. Questa non vuole essere una forzatura, ma è una semplice constatazione di una delle possibilità (remote, lo ammetto) che si possono verificare in un qualsiasi giorno. Immaginiamo una notte senza stelle e luna, blackout totale al centro di Roma e i turisti “intrappolati” nella nostra area, senza mezzi per illuminarsi. Se ciò sembra troppo arduo, basti sostituire questa situazione con un soggetto non vedente. In entrambi i casi scomparsi i parametri visuali, che sono il principale strumento di percezione dimensionale, rimane solo camminare nel tubo e capire attraverso il “tempo” di percorrenza le dimensioni nelle quali siamo costretti. Ovviamente anche i suoni e gli odori, così come il tatto, possono aiutarci a comprendere lo spazio, ma la verità è che senza il mezzo “tempo” (ad esempio di avvicinamento al suono) questi non sarebbero validi: quindi sono secondari. Si può affermare quello che è citato sopra, ovvero che il tempo è la prima dimensione dello spazio, eliminata la quale lo spazio non potrebbe essere misurato.

2_Lo spazio è un intervallo percorribile
Automaticamente, rispetto alle precisazioni fatte sopra, è chiaro che lo spazio è un intervallo percorribile in varie direzioni determinate dalla struttura dimensionale e misurabili principalmente attraverso il concetto di tempo. Ad esempio se riflettiamo sulla struttura planimetrica, la percorribilità, anche se curva, è profondamente costretta e bidimensionale. Se ci immergiamo nello spazio progettuale, invadiamo con il nostro corpo uno spazio 3D che ci permette, nei suoi limiti, azioni lungo i tre assi cartesiani (x,y,z). Ma cosa succede se utilizziamo il software ArcheoCaad?
A questo punto affermo con assoluta certezza che operiamo attraverso un nuovo concetto di percorribilità: il salto per muoverci all’interno della quarta dimensione (leggi l’intero scritto del professor Saggio per comprendere a pieno le parole chiave da lui chiaramente espresse). Questo salto è attualizzabile solo attraverso una protesi che non può essere non tecnologica. In questo contesto non bisogna inventarla, esiste già ed è fornita dal progetto stesso: il software e l’hardware, ovvero i programmi pseudo-raster o vettoriali e il touch-screen trasparente e i proiettori.

3_Punto è ciò che non ha spazio, né tempo
Quello detto precedentemente cadrebbe senza il supporto di questa affermazione: un punto è adimensionale poiché non è un intervallo percorribile, quindi non è assolutamente misurabile neanche attraverso il tempo, visto che ci è precluso il movimento. Ciò va a supporto delle affermazioni inerenti il progetto, in quanto non esistendo il “sistema punto” nella mia elaborazione, tutto ciò che è stato formulato in precedenza è assolutamente valido, o almeno innegabile a livello logico.

4_Ogni sistema di riferimento inferiore è contenuto da uno superiore
Riflettiamo direttamente sul progetto, per chiarimenti rimando sempre all’articolo Tempo prima dimensione dello spazio. Abbiamo dapprima citato un sistema bidimensionale, ovvero la linearità con cui si svolge la planimetria, meglio ancora la costrizione a traiettorie di andata o ritorno all’interno del tunnel. Questo primo e basilare sistema è ovviamente contenuto, preservando le sue regole costituenti, nel sistema tridimensionale superiore. Qui abbiamo la possibilità di muoverci in molteplici direzioni, ma persiste la legge fondamentale del sistema inferiore, siamo sempre costretti a livello “bidimensionale”. Il concetto si chiarisce se pensiamo al sistema esterno, ovvero il sito, come il sistema tridimensionale con le sue leggi di multidirezionalità che contiene il sistema tunnel bidimensionale con le sue leggi di bidirezionalità: avanti o tornare indietro. Ovviamente i due sistemi sono collegati, basta uscire dal tunnel e prendere coscienza delle nuove regole. Poi vi è un altro sistema, quello quadridimensionale, che contiene i precedenti e che è percorribile solo attraverso la pratica del salto. Questo nuovo universo, essendo 4D contiene una miriade di sistemi 3D visualizzabili e navigabili solo attraverso la protesi-software. Quest’ultimo è come un buco nero attraverso il quale visitare dimensioni parallele, quindi possibili (nuove proposte formali per i Fori), o addirittura effettuare salti temporali (ricostruzione digitale dei resti Archeologici). Queste soluzioni non sono fruibili, ma possono essere sovrapposte alla realtà, anche perché l’uomo è una macchina concepita per la tridimensionalità; delle altre dimensioni può avere solo la percezione e una fruizione mediata grazie all’elasticità della sua mente. Questo discorso ci porta al punto successivo.

5_Da un sistema inferiore si ha proiezione di uno di livello superiore
Siamo nel sistema bidimensionale, ovvero il tunnel; da questo abbiamo immediata percezione di un sistema superiore se usciamo dal precedente solo percorrendolo (ricordiamo infatti che il tunnel non è sviluppato infinitamente continuo, ma è discontinuo per permettere il “passaggio dimensionale”). Questo primo passo è facilmente comprensibile poiché basato sulla nostra realtà percettiva. Ora abbiamo percezione dei due sistemi e siamo addirittura entrati nel mondo 3D. Da questo, utilizzando il software ArcheoCaad, possiamo percepire un sistema a quattro dimensioni non immediatamente percorribile, ma comunque comprensibile poiché davanti a noi si aprono una serie infinita di possibilità: possiamo scegliere quale mondo esplorare, senza però invaderlo fisicamente, ma collegando la nostra mente con questo universo attraverso il nostro corpo e la protesi tecnologica istallata. La percezione di queste nuove dimensioni si sovrappone a quella del nostro “sistema natale” (il tridimensionale): abbiamo aperto delle porte su universi paralleli.

6_Ogni sistema di riferimento è valido al suo interno e ha uno spazio e un tempo autonomo
Ognuno dei tre sistemi, come già accennato, ha sue leggi precise, che comprendono ovviamente, attraverso l’uso dei mezzi spazio e tempo (che sono variabili indipendenti), concetti come velocità, accelerazione, gravità (variabili dipendenti, ovvero che variano al mutare dello spazio e del tempo). Ad esempio nel sistema 2D del tunnel non ci è concesso uscire dal percorso se non nelle sue interruzioni, quindi la regola fondamentale è quella di rimanere nella percorrenza bidirezionale, quindi bidimensionale. Il sistema 3D lo conosciamo perché è quello in cui viviamo (per precisare esso contiene infiniti sistemi bidimensionali), ma il più interessante per capire questo assioma è sicuramente l’universo 4D. Quest’ultimo infatti ha regole di velocità e percorrenza che variano continuamente, poiché esso contiene una serie di sistemi 3D con leggi di tempo e spazio completamente differenti tra loro. Quindi il sistema quadridimensionale contiene in sé tutte le regole dei sistemi 3D, e noi attraverso la protesi ci possiamo muovere a differenti velocità oppure possiamo muovere gli oggetti con regole gravitazionali che possono variare da zero ad infinito (per fare un paragone basta pensare al funzionamento di Internet).
Quindi per terminare mi sembra doveroso riaffermare quello scritto dal professor Saggio e da me riportato alla conclusione della citazione:
7_In ogni sistema di livello superiore coesistono infiniti sistemi di riferimento di livello inferiore.

 

 

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