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Ancora una bella vista della Cima Sasso |
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Pogallo vista dalla Cima Marsicce |
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Una sosta sulla cima del Marsicce |
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Il rio Pianezzoli poco prima di Pian di Boit |
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L'alpeggio di Pian di Boit |
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Una bella "pozza" sotto il ponte di cemento nel tragitto da Pian di Boit a Pogallo |
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Ponte Casletto: qui incomincia la Valgrande e finisce la nosta avventura.... |
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Si conclude l'avventura! |
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Da questo punto assai panoramico la
vista spazia ad abbracciare in primo piano l'alta Val Pogallo e oltre
verso il Lago Maggiore e la pianura. Dopo una breve sosta il sentiero
prosegue quasi in picchiata in direzione del complesso delle Torri di
Terza. Occorre usare molta cautela perchè il tratto di discesa è
veramente scosceso: in alcuni testi è riportata la presenza di catene
e/o corde che invece non ci sono!! Alla fine della discesa il sentiero
devia a sinistra entrando nella valle di Finero per aggirare le Torri di
Terza (luogo quanto mai impervio e dirupato). Raggiunta la colletta si
rientra in Val Pogallo dove ci attende una serie interminabile di
saliscendi di notevole dislivello. Un occhiata all'orologio ci fa capire
che probabilmente non riusciremo a terminare il tragitto programmato.
Raggiungiamo infatti la Bocchetta
di Terza verso le 13,00: ci aspettano ancora il Monte Torrione, la
Piota, la Nord della Zeda e la successiva discesa verso Cicogna. Una
veloce stima del tempo necessario ci scoraggia decisamente e decidiamo
che non è opportuno proseguire.
Questo è uno dei punti in cui è
possibile uscire dal percorso scendendo verso Pian di Boit. Imbocchiamo
il sentiero in discesa, la prima parte su terreno brullo, poi, superati
i ruderi dell'Alpe Terza, si entra in una fitta faggeta dove il sentiero
ricoperto di foglie ci causa qualche caduta di ...schiena.
Al termine della faggeta guadiamo
il Rio Pianezzoli e Luca ne approfitta per fare un rinfrescante
pediluvio. Poco dopo il terreno si apre in una bella radura dove sorge
l'alpeggio di Pian di Boit. Ci accampiamo attorno ai resti di un fuoco
di bivacco e pranziamo.
L'alpeggio è molto bello e l'Ente
Parco ha ristrutturato il bivacco che ora è molto accogliente e
confortevole (per quanto lo possa essere un tavolato per dormire...). Il
sentiero ora procede con più tranquillità passando ora su un lato ora
sull'altro della valle in direzione di Pogallo guadando più volte il
torrente. In uno degli attraversamenti siamo costretti a toglierci calze
e scarpe, ma la frescura dell'acqua risulta alquanto piacevole per i
nostri poveri piedi che hanno camminato per ore e ore. In circa un'ora e
trenta raggiungiamo Pogallo e, da li, imbocchiamo il comodo sentiero che
in un'altra ora e mezza ci porta a Cicogna. Il nostro giro sarebbe
virtualmente terminato, ma a causa della frana la nostra auto è ancora a
Rovegro. L'idea di fare ancora tutta la strada a piedi ci deprime, ma un
gentile escursionista (in auto) ci offre un passaggio. Alle 19,00 siamo
alla macchina: esausti, un pò delusi per non essere riusciti a
completare l'intero giro ma determinati a rifarlo, rientriamo a casa. |