Una breve sosta per riprendere
fiato e per mangiare un boccone, poi ci aspetta la parte più impegnativa
della gita: l'attraversamento della Corona di Ghina. Si prosegue tra
saliscendi restando sempre in prossimità della cresta sommitale; in
certi punti, per procedere, bisogna anche affrontare brevi tratti di
roccia. Qualcuno di noi non era preparato per questo "alpinismo", ma con
l'aiuto di tutti riusciamo a proseguire.
Al termine della Corona di Ghina ci
attende una discesa resa viscida e scivolosa da una precedente
pioggia... per percorrerla fino in fondo impieghiamo quasi un'ora, con
l'aiuto di provvidenziali ontanelli che ci frenano la discesa.
Siamo ormai in vista della prima
delle tre strette, e qui commettiamo un errore di percorso che ci
costringe ad un escursus in cresta per ritrovare la via corretta. Dopo
un'erta rampa arriviamo alla prima stretta: qui, esausti, ci fermiamo
per uno spuntino. Sono già le sedici e trenta!!
Proseguiamo lungo le
strette: una continua serie di saliscendi che ci portano
alternativamente sui due versanti per arrivare infine all'ultima, ripida
e faticosa stretta, oltre la quale si scollina e si arriva alla sella
erbosa sulla quale si trova il rifugio della Bocchetta di Campo. Anche
da questo punto di osservazione il panorama spazia dalla catena del Rosa
in lontananza, dietro la Colma Piana, alla vista frontale ed imponente del Pedum, e in basso il cuore della Valgrande e la Motta di Campo. |
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Dopo la Cima Sasso...ci aspetta la terribile "Corona di Ghina"... un percorso in cresta piuttosto accidentato |
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Skinky e Giò impegnati in un delicato passaggio sulla Corona di Ghina |
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Un tratto di "sentiero" sulle "Strette" |
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... la FATICA dipinta sul volto di Johnny alla fine delle "Strette" |
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Eccoci in vista del rifugio della Bocchetta di Campo |
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Il Pedum visto dalla Bocchetta di Campo fa meno paura!! |
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La catena del Rosa fà capolino oltre la "Colma Piana" |
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La "Motta di Campo" nella luce della sera |
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