Vexator 2A3
– Integrated Single Ended Stereo Amplifier with 2A3
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Lo
schema di riferimento è il seguente:
L’alimentatore:
Il
primo triodo della 6SN7GT è polarizzato
nel punto di lavoro 68,5V 3,2mA (tensione di griglia Ec = -1,5V). Il secondo
triodo 204V 2,8mA (Ec = -6V). Infine la 2A3
in 275V 60mA (Ec = -45V).
Da
notare la completa assenza di semiconduttori al silicio e simili, anche il raddrizzamento
dell’anodica è effettuata con una valvola (5U4G).
Il
progetto è semplice, ma relativamente costoso. Per ottenere il giusto risultato
è necessario usare componenti di qualità.
Tutte
le resistenze sono all’ossido metallico,
perché rispetto a quelle al carbone hanno fattore di rumore più basso (… sono
meno rumorose), mentre tutti i condensatori sono a pellicola di polipropilene che hanno ottime qualità sonore.
La
parte più importante riguarda senza dubbio i TU che devono essere di ottima
qualità e, di conseguenza, sono molto costosi. Tuttavia, in commercio esistono
alcuni dai prezzi veramente interessanti. Io ho utilizzato i TU di autocostruire, hanno un ottimo rapporto
qualità/prezzo: li consiglio.
Ecco
una foto:
Di
seguito è riportata la lista dei componenti ed il fornitore:
Le
2A3 sono della Electro Armonix, del tipo gold grid, mentre le 6SN7 e 5U4,
sempre della EA ma gold pin.
Andando
controcorrente ho voluto realizzare un circuito stampato anziché fare il
cablaggio in aria.
Credo
che con lo stampato si riesca a controllare meglio la posizione delle linee e
poi è molto più ordinato. Questo ultimo aspetto forse è un po’ discutibile,
considerando che in giro ho visto certe realizzazioni veramente perfette!
Il
layout è il seguente:
L’immagine
è in scala.
Non
c’è una regola precisa per la realizzazione di uno stampato in BF. È importante
evitare i link di massa e posizioni critiche dei vari componenti, che
potrebbero causare ronzii. La lunghezza e spessore delle linee non è importante
perché siamo in una gamma di frequenze (20 Hz – 20 KHz) in cui si può parlare
di parametri concentrati, cioè la lunghezza d’onda è molto maggiore della
lunghezza di una linea (e dello stesso stampato).
Io
consiglio sempre, una volta realizzato la board di spruzzare la vernice
protettiva, questo per evitare che il rame si ossidi. Infatti gli elettroni
utilizzano nel loro “movimento” solo la superficie e, non l’intero volume, di
un metallo (effetto pelle), quindi se si ossida aumenta la resistenza.
Ecco
una foto della board:
Il
supporto è in vetronite, per la realizzazione è stata utilizzata la tecnica
discussa qui, come potete vedere si
ottengono buoni risultati.
La
board con i componenti:
Il
mobiletto in legno di betulla con impregnante nero lucidato con vernice
trasparente all’acqua:
Una
visione generale dell’interno:
Stadio
commutazione degli ingressi e controllo del volume:
L’esterno:
Retro:
Una
foto del lavoro finito con le valvole:
Le
impressioni d’ascolto? …non ci sono parole, un concerto in casa con gli
strumenti perfettamente distinguibili.
Solo
una cosa mi ha meravigliato veramente… ma sono realmente 3,5W?
Discutendo
con un amico, Aldo, circa quest’ultima affermazione, cioè della percezione di
una potenza molto più alta rispetto quella che effettivamente è, vi riporto ciò
che mi ha scritto, che ritengo molto interessante:
[…] Noi, poi, ascoltiamo i decibel e
non i Watt. Le mie OPTIMA hanno una sensibilità di 88db, quindi con 1 lurido
Watt ottengo una pressione sonora media di 88db, con 2W circa 91 e con 4W circa
94db. Questa la radiazione diretta. Comunque se misuri con un fonometro
professionale stiamo superando bellamente i 96db. Quanto sono 96db...prendiamo
un bel CBR600 nuovo fiammante, portiamolo nella nostra stanza e mettiamolo in
moto a circa 5000giri/min. La marmitta omologata deve emettere 95db a tale
regime...ora le proporzioni sembrano diverse perchè il motore emette un suono
continuo mentre i miei e tuoi diffusori emettono segnali impulsivi...ma il
picco di energia acustica istantaneo è idetico. Bastano 3,5W per ricreare