La sorgente Hi-End

 

 

Negli anni ottanta fecero la prima comparsa i CD-player e il mondo Hi-Fi si spaccò a metà, da una parte i sostenitori del vinile, convinti della superiorità sonica e dall’altra quelli che vedevano nel CD il futuro della riproduzione audio.

Senza rischio di smentita, oggi possiamo certamente affermare che i secondi avevano ragione. Tuttavia, anche i primi non si sbagliavano. Da prove d’ascolto, il suono riprodotto da CD risulta “freddo”, cosa ancor più accentuata nei vecchi o economici modelli.

Negli ultimi anni sono state apportate notevoli modifiche e migliorie nel trattamento del flusso dati nei CD-player, tali da portare il CD ad un livello sonico ad altissimo livello. Nonostante questo la comunità Hi-End guarda con scetticismo il CD, e spesso gli audiofili, che si autodefiniscono, puristi, con disprezzo.

La “freddezza” del suono CD è legata alla natura numerica del segnale audio. Il teorema del campionamento ci assicura che, in determinate condizioni, si può passare dal dominio analogico a quello numerico, e viceversa, senza perdita d’informazione, cioè il segnale analogico rimane identico. Questo è vero in teoria, ma nella pratica entrano in gioco tanti fattori che influiscono negativamente, fra tutti è la ricostruzione del segnale. Tale processo avviene essenzialmente con un filtro passa-basso, che non ha una funzione di trasferimento puramente rettangolare e non può averla senza introdurre un numero elevato di poli che pregiudicherebbero la spazialità sonora (stereofonia). Una alternativa al filtro PB di ordine molto alto è il filtro digitale (sovracampionatore), come discusso qui.

Oltre a questo c’è anche da aggiungere un altro problema, forse l’aspetto più critico, ovvero, il supporto fisico, rappresentato dal disco CD. Infatti una serie di problemi sono proprio legati all’ottica, qui i bit memorizzati sul supporto vengono letti grazie ad un laser ed è chiaro che a causa di imperfezioni del supporto, impurità, vibrazioni, la lettura non può mai essere perfetta. C’è anche da ricordare che nei CD non c’è un algoritmo per la correzione degli errori, una scelta dettata dalla necessità di risparmiare spazio.

Allora la domanda è ovvia, perché non abbandonare la lettura ottica dei dati?

 

Una valida alternativa può essere un Hard Disk.

 

Infatti, se memorizziamo la nostra musica in un file su HD, la prima ovvia conclusione è che ci allontaniamo completamente dal concetto di lettura ottica, e dai suoi problemi ed, inoltre, abbiamo un altro grande vantaggio: il flusso dati bufferizzato (con ovvia riduzione/eliminazione del jitter). C’è anche da aggiungere che nel file (musicale) salvato su disco rigido sono compresi alcuni bit necessari per il controllo/correzione degli errori, cosa che nei CD-audio non abbiamo. Un altro vantaggio di questa soluzione, che va un po’ incontro ai fanatici del vinile, è la possibilità di acquisire ad alto bit-rate (sovracampionando) da una sorgente analogica esterna; in pratica possiamo acquisire musica da un giradischi campionando ad una frequenza ben superiore ai 44.1KHz e magari risoluzione a 24 bit, per ottenere audio ad alta qualità da salvare come file sul nostro disco rigido.

 

Enormi vantaggi che ci permettono di parlare di Hi-End.

 

A questo punto nasce il problema della gestione/controllo di un Hard Disk, cosa che è tutt’altro che semplice. Come possiamo collegarlo ad nostro amplificatore?

La cosa più semplice che ci può venir in mente è di sfruttare un PC. Soluzione questa che non è affatto male, si potrebbe dedicare una scheda madre e processore, RAM, disco rigido da qualche centinaio di GB e scheda audio (magari provvista di uscita SPDIF per poterci collegare un DAC esterno) per tal scopo. Magari si potrebbe costruire un mobiletto in legno che contenga il tutto che meglio si addice al nostro impianto.

Un PC dedicato alla riproduzione audio, non necessariamente deve avere prestazioni elevate, anche qualcosa di vecchio può andar bene, come un Pentium III e 128MB di RAM, importante è la capienza del disco rigido, infatti dobbiamo metterci i nostri CD in formato non compresso.

 

Una alternativa al PC, potrebbe essere la X-BOX che è praticamente un PC (Pentium III) chiuso dentro una game-console, quindi ha un suo hardware e un sistema operativo... ma il resto è identico (ha anche un HD!).

Qualcuno ha pensato di programmarla ed ha proposto un sistema operativo: x-box media center. Quindi la x-box diventa a tutti gli effetti una sorgente multimediale, si può ascoltare la radio via internet, leggere CD-Audio o DVD-Audio e salvare musica sul disco rigido interno. Si può far riferimento a questo sito: http://www.xbox-tribe.com/.

 

C’è una terza ed ultima soluzione, che io ritengo la migliore, rappresentata dai cosiddetti HDD-player. Si tratta praticamente di lettori di formati Audio e Video (proprio come un comune DVD-player), solo che il supporto su cui vengono salvati (e quindi letti) i dati non è un CD/DVD ma un Hard Disk (spesso molto capiente). Generalmente è possibile trasferire i dati (quindi i nostri file audio precedentemente rippati col PC) via USB 2.0.

Come ho già accennato prima, questa la ritengo la migliore soluzione. Infatti tali dispositivi svolgono solo funzioni di lettore multimediale e pertanto hanno un semplice sistema operativo (simile a quello dei DVD-player stand-alone) e non, come per il PC, un pesantissimo Windows o chi per lui ed, inoltre, come per comuni CD e DVD-player, hanno l’uscita SPDIF, indispensabile per collegarci un buon DAC.

Un buon prodotto che ritengo adatto ai nostri scopi è il Sarotech AivX 3,5” (http://www.sarotech.com/), distribuito in Italia da http://www.tecnologiecreative.it/ , potete trovare tutte le informazioni qui. Sono disponibili vari modelli con diverse dimensioni del disco rigido, da notare anche i prezzi molto interessanti.

Ovviamente, io l’ho provato, ecco una piccola recensione.

 

Tuttavia, c’è una quarta soluzione: comprare un Mark Levinson (http://www.marklevinson.com/), una sorgente sicuramente Hi-End, certamente non economica però.

 

Giovanni De Filippo

 

 

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