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Terenzio Formenti
GIARDINO NUTRITO DAL VENTO


Il mio  giardino da  alcuni anni  può  essere  definito  "un
giardino nutrito  dal vento".  Da quando me ne interesso io,
ho delegato  il vento  ad effettuare  le inseminazioni,    a
creare gli equilibri e gli squilibri e a gestire le lotte di
potere che  si scatenano all'interno di esso tra le piante e
i fiori  che vi abitano. Io provvedo a far tagliare l'erba e
a dare  acqua quando  essa necessita.  Sono  un  essere  che
guarda, anzi,  direi quasi  che tocca le cose con gli occhi.
Da tempo,  e precisamente  da quando  ho avuto disturbi alla
vista, non  solo vedo,  ma guardo  intensamente  e  le  cose
sembrano provare  piacere ad  essere guardate e ringraziano,
come se  avessero desiderato  e si  fossero aspettate il mio
sguardo. Lo  sguardo è un grande rivelatore degli oggetti ed
essi, svelati,  aiutano chi  li guarda  ad essere felice nel
loro mondo.
    Il  mio giardino  non é solo quello che sta entro il mio
muro di  cinta ma  è anche  quello della casa accanto che si
estende a  livello delle  finestre del primo piano nel quale
io abito.  E' in  questo spazio  collaterale che  cresce una
meravigliosa betulla  che mi ha suggerito di eleggere questa
pianta a  simbolo della donna amata. Già nel mio primo libro
è così nata questa poesia. Essa dice:

BIANCA BETULLA

bosco di betulle

coltre
distesa
come per magia
su una pianura
sconfinata
 macchia
 bianca
 incastonata
 a mezza costa
 in un mare
 verde
 di pini
 di larici
cespo di frati
salmodianti
che pregano
assorti
 betulla solitaria
 che infrangi
 la linearità
 del colle
bisbigli di fate
bisbigli di foglie
mosse dal vento

renna bianca del nord

In questa  poesia ci  sono i  vari aspetti della betulla: le
immense  distese  dei  boschi  della  Lapponia,  la  betulla
isolata intorno  alla quale  si stringono i pini e i larici,
come  per  proteggerla,  il  cespo  di  betulle  riunite  in
crocchio, "la  solitaria", che  crescendo ha  modificato  il
panorama del  mondo. Questa,  forse, è Marisa, "renna bianca
del nord" .
   Passo ora ad un'altra pianta che è apparsa come d'incanto
a crescere  in uno  spazio libero  accanto ad  un cedro  del
libano. Non  conosco il suo nome, ma quando è primavera e le
gemme si  aprono,  si  presenta  come  un  volo  di  piccole
libellule di  un luminoso  color verde pallido. Un giorno le
ho scritto  la sua  prima poesia.  Era autunno  e con lei ho
scoperto che  quando cadono le foglie esse si posano in base
alla direzione del vento che soffia in quel giorno.

    Ma passiamo alla poesia:

OMBRE CREATE DAL VENTO D'AUTUNNO

una pianta
sta perdendo
il suo manto

le foglie cadute
giacciono
gialle
ai suoi piedi

il vento
le ha creato
la sua ombra
di luce

e questo  manto che  cade e  che diventa  ombra di  luce  si
sposta ogni giorno con lo spirare del vento.
   Sono tante le sorprese che un giardino di questo tipo può
donare. Talvolta  mi alzo  al mattino  e mi  accorgo che una
verde pelurie ha ricoperto le parti glabre del giardino e si
estende anche sotto i pini. E' come se il vento della notte,
giardiniere furtivo,  l'avesse portata;  l'erba si  vede, ma
non ho  visto arrivare  i piccoli  semi  che  l'hanno  fatta
nascere, mi  piacerebbe averli  sentiti passare e sussurrare
nel vento.
    Nell'inverno accade che gocce di brina, che splendono al
sole sopra  la stessa  pianta della quale ho parlato or ora,
attirino il mio sguardo.

GOCCE COME GEMME

la mia piccola pianta
dorme ancora
nel giardino silente

gocce
come gemme
ornano
iridescenti
i suoi  esili rami

il verde tenero dei germogli
sverna ancora
sulle bianche
spiagge
dei tropici

Ma poi  la primavera era esplosa nel giardino, ma la piccola
pianta non si era destata. Nasce così una seconda poesia:

PRIMAVERA NON NATA

la mia piccola pianta
non dorme più
nel giardino silente

le gocce iridescenti
non erano gemme
ma lacrime

lacrime per una primavera
che per lei
non nascerà

Fortunatamente per  lei e  per me  la primavera  era solo in
ritardo o  lei stava  facendo  un  sogno  troppo  bello  per
poterlo interrompere. Ho goduto dell'avvenimento, non è nata
una terza  poesia, ma  è una  pianta quella,  che io  guardo
intensamente e con sensazioni particolari
    E'  bello e  talvolta drammatico assistere alle lotte di
potere tra  l'edera e  le viole,  tra l'erba  parietaria  ed
altre erbe  meno selvagge,  vedere a  primavera  fiorire  la
cicoria e  all'inizio dell'estate  vedere il  prato pieno di
pappi che  si  librano  nell'aria  come  trasparenti  poesie
portate dal vento. In una di quelle notti ho fatto un sogno.

UN PAPPO DI TARASSACO

un'erta strada
di montagna

un pappo
volteggia felice
davanti ai miei occhi

un balzo
e io...
mi accoccolo
piccolo
come un granello di senapa
nella sua corolla

notte e giorno
volo
nel cielo... felice

    Ma  la betulla  del vicino  colpisce  ancora...  il  mio
sguardo.
Le stagioni si alternano e arriva l'autunno:

CORPO DI BIANCA BETULLA

bianca betulla

il vento d'autunno
dirada
le tue foglie gialle
a un pallido sole
che ogni giorno
traspare

i tuoi rami
il tuo tronco
il tuo intero corpo
si offrono ormai
al gelido inverno

    Questa  volta è  primavera e  la mia  anima   innamorata
ritorna alla  bianca betulla. Forse ogni pianta ama la terra
dalla quale proviene, e vorrebbe tornarvi.

ANIMA DI BIANCA BETULLA

si copre
di germogli
a primavera
la bianca betulla

esplodono
tenere foglie
alla tepida brezza

e man mano
l'estate si avvicina
di verde intenso
ti ammanti

forse

al nostro sole
ti neghi
per goderti
la tua anima bianca
nata per l'inverno
      il ghiaccio
      la neve
e il vento del nord
che ti accarezza
e ti culla
tra le sue braccia

    Può  avvenire che  io mi  accorga che  il vento,  immane
gigante buono, sta accarezzando le cime delle piante, oppure
lo vedo  come una  mano che  dolcemente scosta i fili d'erba
del prato.  Ma un  giorno si  è tramutato in "immane gigante
crudele "...

IL CEDRO DEL MIO GIARDINO

questa notte
il vento
immane gigante crudele
ha divelto
la cima
del cedro
con me
adolescente

acrobata
un boscaiolo
monumento
ne ha fatto
alla natura crudele

un ramo
verde
è rimasto

per chi
solitario
vi costruirà
il suo nido

Era una  notte d'estate  e un  uragano si  é avventato sulla
città e  ha divelto  la cima  del mio  cedro del  libano,  e
questa enorme  massa  di  legna  e  aghi  ha  scavalcato  la
ringhiera ed  ha raggiunto  e spiaccicato  sulla  strada  la
macchina di  mia figlia. Questo cedro non era giunto portato
dal vento,  ma era  stato acquistato  da me e fatto piantare
quando avevo  quattordici anni.  Io sono  rimasto nel  tempo
quasi  uguale   come  altezza,  ma  lui  aveva  raggiunto  i
quattordici metri.  Comunque  ho  dovuto  prendere  atto  di
quanto era  accaduto, non mi sono perso d'animo e, dopo aver
fatto sgombrare la strada, ho chiamato un boscaiolo acrobata
e, dandogli  indicazioni dal basso, ne ho fatto, a mio modo,
un "monumento  alla natura  crudele". E' diventato un cactus
del  deserto   della  California   che   protende   le   sue
scheletriche  braccia   verso  il  cielo  mentre  un  grande
pennacchio verde domina ancora dall'alto il giardino.

 Ma torna l'inverno:

BETULLA D'INVERNO

stretta
nella bianca scorza

da un coltre di neve
avvolta
dorme la mia betulla

sogna
la primavera del Nord

fiori
bianche volpi

e uomini

nascono
dal bianco manto

    Dietro  alla mia casa c'é un immenso parco, nel quale il
vento raccoglie  semi a  piene  mani  e  li  porta  nel  mio
giardino. Ma  non solo il vento nutre la mia terra, ma anche
l'acqua che,  seguendo  l'inclinazione  del  terreno,  porta
sempre gradite  novità nell'angolo  di sudovest.  In  questo
spazio,  che   nutre  la   mia  anima   curiosa,  sono  nati
spontaneamente due  pinetti, una  pianta dalle  foglie rosse
non meglio identificata e una :

MIMOSA PUDICA

in un angolo
remoto del giardino
da occhi indiscreti
lontana

furtiva é nata
una mimosa pudica
portata forse
dal vento della notte

a sera

le foglie
stanche
chiude
come occhietti


veglia
la notte
sul suo sonno

e Venere nascente
dai sogni
la risveglia

talvolta

nel buio
m' avvicino

vorrei vegliarla

e sogno
accanto a lei

Questa pianta,  con le sue trasformazioni a tempi lunghi e a
tempi brevi,  é diventata  un bel  gioco per  me. Quando era
piccola aveva  rami  che ne ricoprivano tutto il tronco, ora
solo la chioma è rimasta folta. Quando il sole sale alto nel
cielo essa socchiude le palpebre delle sue foglie e quando é
notte le chiude totalmente.
    Ma ora si è fatto tardi anche per me, auguro buona notte
anche a  voi che mi avete seguito fino ad ora e vi offro, in
ricordo  di   questo  nostro   incontro,  il   mio  giardino
addormentato.

GIARDINO DI NOTTE

l'erba
del mio prato
dorme nella notte

occhietti di luce
lucciole addormentate
piccole...
gocce di rugiada
vegliano
il sonno dei mortali





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