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Terenzio Formenti


COME E' DIFFICILE DIMENTICARE UN AQUILONE MAI POSSEDUTO DA BAMBINO


Da bambino  non ho  mai posseduto  un aquilone, e forse, non ne ho
mai visto  uno. Vivevo  in una casa di città, una casa dal piccolo
cortile, cintato da alti muri, e nulla poteva essere visto volare,
nemmeno gli  uccelli dell'aria.  Ho il mesto ricordo di un passero
da nido  finito a morire soffocato nello scarico di una fontanella
triste senz'acqua.  Ho ricevuto in dono un aquilone dai miei figli
già abbastanza  cresciuti,  ma  il  giorno  che  sono  uscito  per
provarlo mi sono accorto che non avrebbe volato perchè mancante di
un pezzo  che forse era andato smarrito. Ora, ogni volta che leggo
sui giornali  l'annuncio di  un incontro di costruzione e prova di
aquiloni, trovo  sempre qualche  buon  motivo  per  rinunciare  ad
essere presente.  Ho visto  cortometraggi  su  incontri  fatti  in
Giappone da  aquilonisti, e  io continuo  a sognare  aquiloni e  a
scrivere poesie  che parlano di loro. Mi è venuta in questi giorni
un'intuizione. Forse  non riesco  a possedere un aquilone perchè è
lui che possiede me.
   Una delle  cose  che  mi  colpisce  é  il  fatto  che  aquilone
significhi anche  vento del nord, in spagnolo si chiama cometa che
è traducibile anche con cometa.  In tedesco si chiama Drache che è
traducibile anche  con drago,  e la stessa cosa vale per l'inglese
con drake,  in francese  si chiama cerf-volant che significa anche
cervo volante.  Credo che  se allargassi la ricerca potrei trovare
altri esempi  di  questa  ambiguità  o  forse  meglio,  di  questa
ambivalenza. Mi  sembrano simbolo  contemporaneamente  dell'una  e
dell'altra in questa loro imprendibilità e in questa loro capacità
di sgusciare,  di lasciarsi  manovrare, ma  anche di manovrare chi
crede di  manovrarli. Credo  che fra  un buon aquilonista e il suo
aquilone si possa creare una situazione di reciproca appartenenza.
  La mia prima poesia sugli aquiloni é nata molto presto nella mia
ancora breve  vita di  poeta. Già  nel mio  primo libro  di poesie
appare un aquilone particolare:

AQUILONE

un aquilone
color del vento
gioca su una bianca spiaggia
con un piccolo nudo bambino

lieve
possente come un desiderio
un refolo
color arcobaleno
trasporta il bimbo
sull'aquilone

dalle bianche spiagge della vita
bimbi d'ogni età
guardano l'aquilone dei miei sogni

   La particolarità  di queste  immagini é  che questo  sembra  un
aquilone apparso in sogno ad uno che non ne ha mai visti o che non
ha mai  notato veramente  come essi funzionino. Si tratta comunque
di un  aquilone invisibile,  é color del vento e pertanto con esso
confuso. E'  lui che  gioca col  bambino e  non viceversa o almeno
giocano fra  di loro  in parità  di azione  e partecipazione. Il "
piccolo nudo  bambino "  e "  le bianche  spiagge della  vita " mi
sembrano  segno   e  simbolo   di  semplicità,  di  innocenza,  di
limpidezza. Mi  piace immensamente  quel " refolo lieve e possente
come un  desiderio "  e mi lascia stupito che l'aquilone sia color
del vento  e il  refolo color  arcobaleno. Indubbiamente da quello
che posso  cogliere, credo  nella potenza  del desiderio  e do  al
vento i  colori dell'arcobaleno. Noto anche che mi immagino che un
grande numero  di bimbi  guardi il  mio arcobaleno  e naturalmente
anche il "me" che viene trasportato.
  Il lettore si domanderà perchè mi stupisco di ciò che ho scritto
io. La  risposta è  abbastanza semplice,  questi versi  sono stati
scritti in  un periodo  nel quale era come se le poesie nascessero
direttamente dalla  penna e pertanto c'è una parte di me che fa da
spettatore, guarda,  si stupisce e interroga. Per esempio una cosa
che non  quadra é  che il  refolo porta un bambino sull'aquilone e
che da  quel momento  l'aquilone va per i cieli come un palloncino
portato dal  vento e  non cade anche se nessuno tiene la corda che
permette ad  un aquilone di sopravvivere come tale. Ma la poesia é
come un sogno. Può permettersi questo ed altro.
   Mi viene  poi  in  soccorso  un  sogno  da  me  successivamente
trasformato in  poesia che,  guarda caso,  viene poi  inserita nel
libro "  Poesie portate  dal vento  ". Forse  non siamo abituati a
pensare e  anche a  verificare che non solo la realtà fa nascere i
sogni, ma  che anche  i sogni  fanno nascere e creano la realtà, o
forse il  sogno è  anche lui  un tipo  di realtà,  anche se noi lo
chiamiamo con un altro nome. La poesia é:

UN PAPPO DI TARASSACO

un'erta strada
di montagna

un pappo
volteggia felice
davanti ai miei occhi

un balzo
e mi accoccolo
piccolo
come un granello di senapa
nella sua corolla

notte e giorno
volo
nel cielo... felice

   In questa seconda poesia-sogno mi sono organizzato meglio, sono
io che  balzo sul  pappo e  perciò che  prendo l'iniziativa con le
relative responsabilità;  non solo,  ma mi sono anche preparato un
trampolino per  il balzo:  " un'erta  strada di  montagna ". E non
volo più,  preoccupato di  farmi vedere  dai bambini del mondo, ma
per la mia personale felicità.
   Per chi  avesse problemi a ritrovarsi con i termini usati, dirò
che il  tarassaco é la cicoria e che il pappo é uno di quei semini
con ombrellino  cinese, che  fa parte  di quelli  che  da  bambini
chiamavamo " soffioni ", e che volano beati nell'aria, portati dal
vento, quando  c'é, forse  perchè vogliono andare a metter su casa
lontano dalla casa paterna.
   Ora parlerò  della poesia  " Aquiloni  " che si trova nel libro
che, guarda caso, si intitola " Aquiloni" . Qualcuno si stupirà di
queste coincidenze,  ma posso  assicurare che  si trova  in  buona
compagnia perchè  anch'io mi  sto stupendo di quanto scopro d'aver
scritto. Non  sto infatti  intessendo un gioco finalizzato, ma sto
semplicemente inseguendo  le poesie  che riguardano il tema che mi
sono proposto,  rispettando l'ordine  cronologico nel  quale  sono
state scritte  e collocate  nei vari libri che si sono susseguiti.
Potremmo pensare,  come  già  accennato  più  sopra,  che  i  vari
accadimenti trovino  da soli  un filo che li porta dalla realtà al
sogno e  dal sogno  alla realtà.  Forse la  poesia è  proprio quel
qualcosa che  mette in  collegamento e fa la mediazione perchè non
viaggino troppo distanti l'una dall'altra.
Ed ora leggiamo la poesia:

AQUILONI

colori che volano

pezzi di carta
che prendono forma
              vita
              gioia

esplosioni di luce
nel sole

piccole
grandi cose
che si affidano al vento
   Mi piace  domandarmi quante cose si possano immaginare sentendo
il verso  "colori che  volano". Mi sembra poi che  di loro sia già
detto tutto  o quasi  con la  frase "  pezzi di carta che prendono
forma, vita,  gioia ".  " Il  verso: esplosioni di luce nel sole "
penso che  sia il  massimo della  luminosità. Nel  verso "piccole,
grandi cose"  c'é  poi  la  contemporaneità  e  l'ambivalenza  del
piccolo e  del grande.  " Si  affidano al  vento ",  ma per vivere
hanno bisogno  di  qualcuno  che  tenga  la  fune.  Ma  di  questo
parleremo più avanti.
   Nella prima  poesia del  libro "Foglie  sparse" appare un altro
aquilone:

UNA GIALLA FOGLIA D'AUTUNNO

legata
a una bava di ragno
una gialla foglia d'autunno
si libra nel cielo
prigioniera felice
portata
da un filo di vento

sotto...
le compagne tristi
giacciono sul prato

e due piccoli fiori
ridono nel sole

legato
ad un filo di ragno
anch'io
aquilone d'autunno
volo
ancora felice
portato
da una bava di vento

quando l'incanto
si spezzerà
giacerò fra le foglie morte
e l'inverno
mi coglierà
in un sonno
che non ha primavera

Questa é una delle mie poesie che più mi affascina.
Passeggiando con  mia moglie nel sole di un pomeriggio di autunno,
vediamo una  foglia che  vibra nel vento e che sembra  si sostenga
contravvenendo alle regole della forza di gravità. Nella poesia mi
viene spontaneo  chiamare questa  foglia "prigioniera  felice"  in
questo suo  librarsi nel  sole e vibrare come se ridesse di gioia,
mentre le  compagne tristi,  che hanno  avuto un'altra sorte o che
non hanno  accettato il  rischio di  lasciarsi far prigioniere dal
filo di  ragno, giacciono  tristi sul  prato.  E' in questa poesia
che appare  nuovamente il  termine aquilone  nel  verso  "aquilone
d'autunno che  volo ancora  felice portato  da una  bava di  vento
perchè legato  ad un  filo di ragno". Probabilmente la mia attuale
felicità possibile  può  derivare  proprio  dall'accettazione  dei
limiti di quanto io possa volare.
  Nello stesso libro, come poesia di chiusura c'é:

TI LASCERO' UN AQUILONE

quando me ne andrò
ti lascerò un aquilone

un aquilone che freme nel vento

legato perché libero

libero
perché tu
ne tieni la fune

ti lascerò un aquilone

sarà la mia ultima poesia

forse
per te
non sarà la prima

   Questa é senza dubbio una poesia di addio, di separazione forse
definitiva,  di   commiato.  Penso  possa  essere  ,eventualmente,
rivolta a  mia moglie.  Credo con l'aquilone di lasciargli le cose
più belle  che io  possa aver  posseduto :  quella " vita e quella
gioia" delle  quali l'aquilone  é simbolo e quella libertà d'amore
che lei mi ha dato e  che é propria dell'aquilone, " legato perchè
libero e  libero perchè  tu  ne  tieni  la  fune  ".  Sembra  duro
accettare questo  verso e immaginare che la magia dell'amore possa
proprio stare  in questa  frase: legati  perchè liberi,  ma liberi
perchè l'altro con amore tiene il capo della fune. Sembra duro, ma
forse è  l'aspetto più  affascinante dell'amore:  un  vincolo  che
libera, una libertà che vincola, ma " aquilone che freme nel vento
". Con  questa poesia  é come  se io passassi "il testimone" della
staffetta della vita. "Sarà la mia ultima poesia".
   Ed ora i bimbi, che non avevo vicini nella mia infanzia vissuta
nella solitudine,  vengono a  trovare la  mia  parte  bambina  che
percorre vagabonda le strade del mondo.
Alla  finestra  di  una  casa  al  decimo  piano  nella  città  di
Montevideo:

un colorato aquilone
occhi di bimbo
affidati a uno spago
curioso mi guarda

   Sono a  San Paolo  del Brasile, sono sul taxi che mi accompagna
all'aeroporto per  il rientro  in Italia.  Un aquilone appare alto
nel cielo  sopra i grattacieli della città, io lo vedo, lo guardo,
lo sento  fin dentro  nell'anima. E' un bimbo che mi  manda il suo
addio e io gli rispondo con una poesia.

UN AQUILONE NEL CIELO

un aquilone nel cielo
alto tra i palazzi
ammiccando...
nel vento
mi guarda

un bimbo che corre

 in un parco

 nel piccolo
 fazzoletto verde
 del prato
 di casa sua

 nel vuoto angosciato
 di una piazza

 tra le casupole
 di una favela

manda un saluto
a me che lascio la sua città.

  E con questa poesia, anche a voi che mi avete letto fino ad ora,
lascio un saluto, e in dono, un aquilone che freme nel vento.
      

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