a Paola
io sono l'arcobaleno della notte
nato dalle tenebre in questa sera di magia
mi chiederete quali sono i miei colori
chiudete gli occhi e li vedrete
sono il pianto d'un bimbo nella notte
la luce negli occhi di due innamorati che si cercano nel buio
i sospiri, i sussurri, i baci d'un incontro d'amore
un fuoco d'artificio che nasce dal buio e muore nel buio
sulle rive d'un lago in una notte di festa
sono gli occhi d'una tigre in amore che bramisce nella giungla
le luci di Broadway e di Chinatown
gli occhi d'un gatto
che miagola alle stelle sul tetto d'una baita
una falce di luna
che taglia la segala in un prato di montagna
gli occhi d'una volpe
che ha deciso che questa notte non ammazzerà
gli occhi d'una lepre
che rassicurata bruca l'erba d'un prato tenero
i palpiti di luce d'una lucciola
che cerca la sua compagna fra i cespugli
sono i fantasmi e i folletti buoni
che compongono i sogni della notte
uno gnomo
che gioca a nascondino con le sue immagini
la serenata d'un grillo del focolare
un fuoco fatuo
che illumina le paure d'un viandante
le favole d'un nonnino
narrate alla luce dei tizzoni ardenti
un vulcano
che proietta nel cielo i suoi lapilli di gioia
il pianto di stelle della notte di San Lorenzo
sono un piccolo uomo
ma sono anche
l'arcobaleno di questa notte di magia
un frammento d'infinito
14 Agosto 1986Presentazione estemporanea dell'autore in una serata di "teatro dell'essere", nel chiostro della tenuta di Rosano (AL)
i am the rainbow of the night
born from darkness on this magical night
you shall ask me what my colours are
close your eyes and you shall see them
i am the cry of a baby in the night
the light in the eyes of two lovers seeking one another in the dark
the sighs the whispers the kisses of a lover's meeting
a firework which is born and then dies in darkness
by a lakeshore on a night of festivity
i am the eyes of a tiger in love that roars in the jungle
the lights of Broadway and of Chinatown
the eyes of a cat that mewls at the stars
from the roof of a mountain hut
a scythe of moon which cuts the rye in a mountain meadow
the eyes of a fox that this night has decided not to kill
the eyes of a hare which reassured browses on the grass in a tender meadow
the burst of light of a firefly that searches for its mate among the bushes
i am the ghosts and the good elves that make up the dreams of the night
a gnome that plays hide and seek with his shadow
the serenade of a cricket of the hearth
a will-ò-the wisp that lights the fears of a wayfarer
a grandfather's tales narrated in the light of burning embers
a small but phosphorescent fish that lights the depths of the ocean
a volcano that spurts into the sky his outbursts of joy
the weeping of stars on St. Lawrence's night
i am a little man
but I am also the rainbow of this magical night
a fragment of the infinite
14th August 1986
An impromptu presentation of the author during a theatrical evening
in the cloister of the Rosano estate.
polvere di stelle
inondata di sole
colori dell'universo
ordinati nel cielo
da un pittore onnipotente
ponte di magia
che raccorda i confini del mondo
rigo musicale dell'armonia cosmica
taboga dell'immenso
voglio costruirmi un arcobaleno
scalarne la cima
e sprofondare in un mare
di stupore... e colori
sole
che nasci
quando ancora
sono immerso nei sogni
e invano tenti di fugarli
che ti neghi nell'eterna notte polare
che doni tramonti infiniti
a chi ha passato l'inverno nelle tenebre
sole
che in una sporca pozzanghera
fai nascere l'arcobaleno
che ti fai cacciare dalla terra
dalle ali dei pipistrelli
che implacabile
metti a terra l'audace
che osa attraversare la valle dell'inferno
che del piccolo uomo
che scala la montagna
fai un gigante
proiettato sulle nubi
sole
che giochi fra le foglie d'autunno
loro tessendo un manto di fuoco
che al tramonto
accendi l'acqua del mare
con un gioco d'oro e d'argento
sole
che a stento giochi a rimpiattino
nelle brume dell'inverno della vita...
non far morire i miei sogni
acqua
che zampilli per magia
da una fessura nella roccia
che nasci paziente dai seracchi dei ghiacciai
e impetuosa
rotoli al piano
che lenta e maestosa scorri
nell'immensa pianura
tracciando volute d'armonia
che negli oceani
finalmente accogli
abbracci accarezzi unisci
e rendi simili fra loro
gli uomini
che a te s'affidano
acqua!
tu che mi hai avvolto e cullato
nel grembo di mia madre
- prima di portarmi
con impeto e tumulto
ai confini del respiro -
disseta ora... la mia sete infinita
ad Andrea
bruci nelle fiamme del bivacco
le paure e i fantasmi
che hanno seguito
- fino ai confini della terra-
l'uomo alla ricerca di sè
ardi nelle vene d'un ribelle per amore
covi sotto la cenere di un popolo oppresso
dai pane sudore e rabbia
al fonditore che ti serve
distruggi in un attimo
ciò che il sole
la luna
la rugiada
hanno costruito negli anni
ti accendi fatuo e furtivo
fra le lapidi dei cimiteri
e insegui nella notte
l'uomo che vive e muore di paura
danzi nell'aria
con lingue e faville impazzite
covi la tua rabbia nelle radici della terra
e la vomiti con veemenza
dalla bocca dei vulcani
cacciato dai venti serpeggi nelle praterie
sfidi la pioggia e l'uragano
rodi dall'interno l'uomo che implode
esplodi nell'emozione delle masse
fuoco!
vedo i tuoi riflessi
negli occhi delle persone
che incontro...
"s'io fossi foco come sono e fui"
vorrei
che solo d'amore e gioia
bruciasse il mondo
sabbia
che componi le immensità dei deserti
in moto perenne
per ingannare l'uomo che ti calpesta
che ti avventi con rabbia
per strappare terre fertili all'affamato
che ti affidi al vento
per visitare e dar colore a terre lontane
sabbia
mondo incantato di piccoli fossili
lasciati sulla terra da un mare perduto
raccolta preziosa d'orme di plantigradi
inghiottiti da ere affamate di futuro
scrigno di scheletri
che ci offrono intatta la storia dell'uomo
sabbia
che ti offri al bimbo
che con occhi incantati
costruisce i suoi primi castelli
che ti concedi all'onda
del mare che li distrugge
che raccogli per un giorno
l'orma dell'uomo
che ti calpesta
per offrirla al vento che la disperda
sabbia
che ti lasci impastare
per la casa dell'uomo che non conosce il ferro
che intorno a un veliero affondato
fai nascere pazientemente un'isola
sabbia
che adorni di trine e merletti il manto degli oceani
vorrei essere
un invisibile granello
cullato dall'onda
perchè il sole mi veda...
e la luna m'accarezzi
un bimbo alla soglia della luce
un vecchio alla porta dell'eternità
una madre che perde il figlio
offrendolo alla vita
una donna che perde il figlio
rubato dalla morte
un bimbo smarrito tra la folla
un uomo ghermito dalla solitudine
pianto di commozione
rabbia
tristezza
disperazione
passione
dolce pianto
in una notte senza stelle
ritmi di luci ombre
bisbigli e grida
ruota gigante
che mi porti a rubare
una stella al firmamento
che mi permetti di guardare
formiche senza volto
brulicanti la terra
che mi proponi
di mescolarmi con gli altri
o sparire nell'azzurro
taboga
arcobaleno lanciato verso il cielo
invito al rischio e all'ebbrezza
proposta di scendere dalla solitudine
e planare in una tazza rivestita d'occhi
trepidazione
velocità
levitazione
tappeto volante che mi rapisci
con fantasia e immaginazione
in un viaggio alla ricerca di me stesso
sala degli specchi
un nanetto buffo e scaltro
mi porta
rovesciato sulla sua testa
un gigante buono e allampanato
mi guarda
dall'alto del suo lungo collo
un grassone rubizzo e pacioccone
mi fa boccacce
labirinto degli specchi
mi perdo
mi cerco
mi trovo
mi smarrisco
m'impaurisco
sbatto
ribatto
gratto
esco...
Arianna m'attende
con un sorriso beffardo negli occhi
pista dei go-kart
monza
daytona
zeltweg
indianapolis
le mans
il circuito m'attrae
provoca
accoglie
abbranca
scaraventa
mi fa volare
e libera la mia voglia bambina
ma
!e luci si spengono...
sulla scena del mondo
caleidoscopio
di luci e colori
occhi
che moltiplicandosi
mi guardano e mi scrutano
sorriso
che si burla di me
da ogni angolo della bocca
volto
che si apre in mille volti
visi
che interrogano
e imprigionano
corpo
che si scompone e ricompone come per magia
se chiudo gli occhi
sparisce
l'argento vivo che fa di te uno specchio
e un vetro trasparente mi propone
di perdermi nel vuoto infinito
o d'incontrare l'altro...
amarlo
e farmi amare
odiarlo
e farmi odiare
un branco
di tigri
fameliche
si avventa
sul mio corpo
indifeso
occhi iniettati di sangue
bramiti
zanne
unghie
strappano
stritolano
succhiano
incidono
annientano
brandelli
di carne
pensieri
emozioni
il mio io
infranto...
assiste
sgomento
allo scempio
a Grazia
nella penombra operatoria
ancora insonnolita
accoglie
i miei lancinanti
sconvolgenti dolori
una figuretta
verde
rosa...
d'oro ha i capelli
é Grazia
qui
la mia mente
avvolta
da volute d'oro
fluttuanti
in un vortice rosa
si arresta
attende
e scalpita
fantasia
un cockerino*
cucciolo inesperto
s'aggira
fra le anse
del mio intestino
un bisognino
nato dalle paure
della prima esperienza
lo inchioda
per un attimo
eterno
alla pallida luce
d'un cono d'ombra
nel silenzio
risuona...
il fruscio
dell'ultimo
punto
buio
vuoto
panico
corre il cockerino
incespica
scivola
sbatte
ribatte
guaisce
abbaia
ulula alla luna
un lamento
di morte
ma qui
non entra
la luna
I'anestesia
è terminata
il cockerino
si scioglie
nel sole
e abbaiando
di gioia
ruzzola
per le strade
del mondo
_________________
* nomignolo affettuoso che si da alla pinza di Cocker
arrivano
impettite
ordinate
professionali
sono le provette
dalla mia vena
sprizza
sangue rutilante
pof pof pof
cappellini
colorati
volano
al vento
un mazzetto
di fiori
d'ospedale
parte
allegro
verso il sole
poveretto
non sa
un computer
lo ingoierà
piccola
bolla d'aria
che sale
al cielo
nella boccia
di vetro
piccola
bolla di vita
che scende
nella vena
per darmi
speranza
un raggio
di sole
incide
la sfera magica
della sofferenza
è subito arcobaleno
ma nella volta
coorti di angeli
chinati
sulla terra
accolgono
le piccole bolle
anime
che lasciano
la vita
cielo!
è ancora presto
per la mia
anima
notte
vuota
buia
infinita
ritmata
dai dolori
del mondo
segnata
dai dolori
del mio corpo
illuminata
da luci fisse
senza vita
notte artificiale
nostalgia
di notti cosmiche
abbarbicato alle rocce
mentre la luna
tesse i suoi arabeschi
sugli orizzonti
dell'anima
un rombo cupo
minaccioso
indefinito
invade
le scale
le volte
gli androni
a passo di carica
invadono
ogni piccolo spazio
lasciato libero
dal dolore
occhi assetati
di cronaca
di emozioni
di commozione
di sofferenza... altrui
si appuntano
interrogano
guatano
succhiano
nutrono... forse
il tempo è finito
la carica dei seicento
si perde
nei rivoli della vita...
delusa
contenta
smarrita
sogno
tamburi
piatti
sistri
invadono
di cacofonici suoni
una bagnata
notte africana
un ballo
frenetico
disarmonico
disarticolato
disarticolante
si avventa
sul mio povero corpo
lame di luce
di colori
di suoni
rompono la notte
tagliano
cigolano
stridono
cozzano
mandando... lampi di frantumazione
tra sogno e realtà
il mio rosso
tram dell'inconscio
arranca
per la ripida
strada dei sogni
un grido
e una luce
irrompono
e squarciano
tenebre
e magia
il mio rosso tram
s'arresta
arretra
scarrucola
sferraglia
contro i confini
d'un binario morto
la sua rossa testa
ferita
s'appoggia
senza vita
contro
la parete della stanza
i tirocinanti
palpebre cucite
occhi
di grosse lenti
rivestiti
si aggirano
furtivi
avvolti
nella loro ombra
d'inesperienza
e paura
guardano
ma non vedono
sentono
ma non odono
inseguono fasce
rotolanti
su pance
pallose
cercano sonde
scivolando
su garze
trasudanti
frugano
carni dolenti
ma le vene
non si offrono
talpe
appendete
alle nostre
piantane
le vostre
paure
e danziamo
insieme
questa notte
il gran sabba
dei pazienti
impazienti
ospedale
gabbia immensa
di pappagalli
in libertà
varietà
dal rosso collare
uccello tropicale
di uso particolare
vive appollaiato
accanto all'ammalato
deve essere ingozzato
al femminile
per balzana idea
viene chiamato
anche...
orchidea
entrano
prudenti
ma decise
morbide
ma avvolgenti
sfiorano
assaggiano
affondano
persone sole
cercano
persone sole
con le quali essere...
più sole
qualcosa
mi colpisce
è il tono
della voce
rappresentan detersivi
detersivi del dolore
a crocchi
si riuniscono
negli angoli
appartati
delle campagne
si scambiano
i ricordi
pancreatite!
c'ero anch'io
colecistite!
presente
tracheotomia!
non so che cosa sia
ma assomiglia alla mia
ottantadue flebo
ventitré trasfusioni
sette operazioni
ognuno
sul petto
ostenta
i nastrini
delle sue... battaglie
sconfitte
vittorie
amici!
scambiamoci
gli indirizzi
non conosco
il tuo nome
il tuo volto
il timbro
della tua voce
porto nella mia carne
la tua firma
illeggibile
uno strano
pudore
m'ha impedito
di toglierti
dal buio inconscio
della sala operatoria
t'immagino
un poeta
che m'ha scritto
sulla pelle
e nella carne
versi di vita
una pietra
posata
su uno stagno
desideroso
di inghiottirla
un piumino
di tarassaco
in un prato
a primavera
che attende
la prima brezza
per lasciare
i suoi pappi
volare
nel cielo
un'eterea
piuma
su un cristallo
posata
che teme
e desidera
che
il soffio
di un bimbo
le inventi
lo spazio
un grumo
di vita
e di gioia
che esploderà
nel sole
ancora
come uragano
partito
dalle viscere della terra
e dai confini dell'universo
ti abbatti
su un'anima
che s'innamora
come vento
che scuote
impetuoso
le cime
degli alberi
la sconvolgi
poi
risacca
che giochi
e rigiochi
sulla battigia...
l'accarezzi
vorrei dar vita
al bimbo
che costruirà castelli
vorrei dar forza
all'onda
che li dissolverà
in un gioco...
senza fine
caos
sbadiglio dell'unlverso
matrice dell'eccezione
spirale
da cui
tutto nasce
a cui
tutto fluisce
labirinto infinito
senza stanza
del tesoro
caos
magma incandescente...
che
mai
rapprende
sono
un uccellino
dal becco
spalancato
vivo
di vento
il vento
del nord
mi nutre
d'odori
di muschi
e licheni
di fiabe
di boschi
di gnomi
e folletti
di buio
di notti
che incombono
sempre
di color
di tramonti
che non muoiono
mai
vento
soffia più forte
che io possa venire
a scoprire il tuo nido
Frank
un silenzio
carico
di parole
un dolore
abbarbicato
nella carne
un sorriso
su un volto
che passa
un sogno
perso
nella notte
un arcobaleno
che muore
in una pozzanghera
a Giulia
le spighe
meditano
a capo chino
han succhiato
alla terra
pepite
d'oro zecchino
i papaveri
ballerine
del vento
trapuntano
il campo
di rosso
fuoco
fatemi
un manto
d'oro e di porpora
per i miei sogni
germoglio
di more
in un cespuglio
fra i sassi
germoglio
di pruno
in una siepe
di spine
germoglio
di rosa
dall'umore
del deserto
covato
germoglio
d'amore
nato
da una carezza
germogli
germogli
germogli
sogno
delle mie reincarnazioni
acqua immensa
da misteriose forze
inchiodata alla terra
respiro dell'universo
dominato dai capricci della luna
massa d'acqua
che contro ogni forza
che ti attanaglia al fondo
di zolla in zolla
di balza in balza
di roccia in roccia
sali a lambire
il fronte dei ghiacciai
accarezza anche oggi
la mia pelle bianca
con la stessa mano
che sfiora
una pelle nera
una pelle gialla
una pelle olivastra
per un infinito
abbraccio d'amore
Garcia Lorca
ho ascoltato
la voce
delle sorgenti
riso argentino
che scaltro
erompe
da una gola
di roccia
ho ascoltato
la voce
del torrente
borbottio
ora quieto...
talvolta impetuoso
di compari
al mercato
ho ascoltato
la voce
del fiume
sagge parole
che raccontano
vite vissute
da generazioni perdute
ho ascoltato
la voce
del mare
dolce chiacchiericcio
di gocce
sulla battigia
e ora...
dormo
e sogno
chioma
di verde...
cupo
velluto
boccucce
di fuoco...
nutrite
dal vento
teste
glabre
che mostrano...
chiostre
di denti ridenti
radici
che succhiano
alla terra
il sangue
dei vulcani
tronco
spoglio
che attende
la sua primavera
sentieri nella foresta
tagliati
a colpi
di machete
sentieri
da laboriose
formiche
in un arido
prato
tracciati
sentieri
disegnati
dalla paura
in una piazza
gremita
di folla
sentieri di sole
nei vicoli
di una città
scolpiti
sentieri
d'una casa
sui muri
pennellati
dall'ombra
sentieri
incisi
sul volto
d'un uomo
vissuto
sentieri
graffiati
dai sogni
nelle oscure
latebre
dell'inconscio
sentieri...
a Marisa
bosco di betulle
coltre
distesa
come per magia
su una pianura
sconfinata
macchia
bianca
incastonata
a mezza costa
in un mare
verde
di larici e pini
cespo di frati
assorti
salmodianti
betulla solitaria
che infrangi
la linearità
del colle
bisbigli di fate
bisbigli di foglie
mosse dal vento
renna bianca del nord
ho intravisto
l'altro
tra i veli
della prima lacrima
mi ha sorriso
gli ho sorriso
ho visto
negli occhi
dell'altro
riflesso
il primo
raggio
di sole
ho giocato
con l'altro
a nascondino
con la luna
ho acceso
sul volto
dell'altra
la prima
scintilla
d'amore
forse
per me
il paradiso
sono
gli altri
brezza primaverile
di petali di pesco
brivido di vento
che increspa
dolcemente
le onde
cavalli bradi
che l'estate impazzisce
onde che si avventano
fra le rocce
ciclone
che trova
finalmente
il suo occhio
di pace
un aquilone
color del vento
gioca
su una bianca spiaggia
con un piccolo
nudo bambino
lieve
possente come un desiderio
un refolo
d'arcobaleno
trasporta il bimbo
sull'aquilone
dalle bianche spiagge della vita
bimbi d'ogni età
guardano
l'aquilone dei miei sogni
seduta
nella pioggia
nel vento
nella nebbia
nel sole
mi offrivi
i tuoi fiori
fiori di serra
di prato
di bosco
fiori... nati come dal nulla
il mio bisogno
di dialogare
con la donna amata
trovava parole
colore
profumo
sole
rugiada
quando ho saputo
che ci hai lasciati
per raccogliere asfodeli
nei giardini dell'infinito
una lacrima
di commozione
vento
pioggia
sole
rugiada
è apparsa sul mio ciglio
teneri innamorati
si cercano
perduti innamorati
si trovano
innamorati trovati
si perdono
gattini abbandonati
cercano padrone
bambini scatenati
si sbucciano
e i pensionati...
vivono
il loro autunno
sotto un cielo
di foglie
che si rinnova
pagaiando
scandisco...
i ritmi
del mio tempo
un pallido
sole
- alle nubi
affacciato -
curioso
mi guarda
la bruma
autunnale
disegna
paesaggi
di magia
su livide
piastre d'onda
lieve
scivola
la canoa
vicino
è ormai
l'inverno
i primi gelidi
refoli
cacciano
gli abitanti dai monti
l'una all'altra
si stringono
le case
e i larici
donano al bosco
colori di sogno
dalla nostalgia
chiamato
risalgo
la mia valle
cercando...
luoghi dimenticati
e volti conosciuti
m'aggiro
tra le piàistre*
stranito
m'addentro
nei boschi
e d'un magico sole
m'avvolge l'incanto
* piàistre = viuzze
danza con me
libellula
che allacciata
alla compagna
leggera
voli
sul canneto
ape
che dominata
da un istinto
infallibile
partecipi
alle compagne
la mappa
del tesoro
danzate con me
colombe
che nell'immenso porto
tracciando
volute di passione
incontrate
l'amore
e voi...
eleganti pivieri
che indossata
la livrea della diversità
ripetete un rito
che vi fa uguali
a mia madre
nella grande cisterna
un piccolo essere
nuotava tranquillo
in un giorno di sole
a botola aperta
sulla valle
spaziarono
i suoi occhi
grandi prati
boschi a perdita d'occhio
cime innevate di fresco
un paese
una casa
un piccolo poggiolo
un desiderio d'amore
realizzò il suo sogno
e io mi trovai
nel grembo di mia madre
in una casa
dal piccolo poggiolo
Molti anni fa un eremita viveva lassù e aveva l'incarico di dare l'allarme con il rintocco della campana nel caso vedesse incendi nel paese o nei boschi.
Era consuetudine dire ai bambini, che chiedevano da dove fossero nati, che prima di venire al mondo essi si trovavano nella cisterna della chiesa di San Gervasio.
raggio verde
che ti riveli all'uomo
capace di attendere
la luce del sole
già tramontato
ti vedo
al crepuscolo del giorno
quando la coscienza
allenta la presa
per donarmi
all'inconscio
ti sento
nelle frange
dei sogni della notte
ti odo
nelle parole dell'uomo
quando l'emozione
ne partecipa il mistero
ti colgo
nell'azzurro degli occhi
della donna... amata
nei racconti di Giulio Verne e nel film di E. Rohmer
ti sento
nube
sospesa nel cielo
leggera come un cirro
pesante come un cumulo
corrucciata come un nembo
mi piaci sfrangiata
come soffione
che offre...
al vento
i suoi pappi
chi sa
dove nasce una nube?