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TERENZIO FORMENTI

POESIE NATE D'ESTATE (1986)


IO SONO L'ARCOBALENO DELLA NOTTE
I AM THE RAINBOW OF THE NIGHT
ARCOBALENO
SOLE
ACQUA
FUOCO
SABBIA
PIANTO
LUNA PARK
SPECCHIO A TRE ANTE
PERITONITE
PREANESTESIA
SOTTO I FERRI
IL PRELIEVO
FLEBO
NOTTE D'OSPEDALE
I PARENTI... DEGLI ALTRI
IL DOLORE
LA SVEGLIA
LE TALPE
I PAPPAGALLI
LE DUE VISITATRICI
I REDUCI
AL CHIRURGO SCONOSCIUTO
CONVALESCENZA

AMORE
CAOS
L'UCCELLINO E IL VENTO DEL NORD
"ciò che non si può ricordare e ciò che non si può dimenticare"
CAMPO DI GRANO CON PAPAVERI
GERMOGLI SELVAGGI
OCEANO
"Signore, dammi orecchie che comprendano le acque"
IL MELOGRANO
SENTIERI
BIANCA BETULLA
L'ALTRO
MOMENTO D'AMORE
AQUILONE
ALLA FIORAIA DI CORSO PALESTRO
NEBBIA
I GIARDINI DI CORSO MAGENTA
GLI IPPOCASTANI DI VIA REBUFFONE
AUTUNNO SUL LAGO DI GARDA
AUTUNNO A BAGOLINO
DANZATE CON ME
LA CISTERNA DELLA CHIESA DI SAN GERVASIO
RAGGIO VERDE
POESIA



PRESENTAZIONE DELL'AUTORE

introduction to the author (follows)


IO SONO L'ARCOBALENO DELLA NOTTE

a Paola io sono l'arcobaleno della notte nato dalle tenebre in questa sera di magia mi chiederete quali sono i miei colori chiudete gli occhi e li vedrete sono il pianto d'un bimbo nella notte la luce negli occhi di due innamorati che si cercano nel buio i sospiri, i sussurri, i baci d'un incontro d'amore un fuoco d'artificio che nasce dal buio e muore nel buio sulle rive d'un lago in una notte di festa sono gli occhi d'una tigre in amore che bramisce nella giungla le luci di Broadway e di Chinatown gli occhi d'un gatto che miagola alle stelle sul tetto d'una baita una falce di luna che taglia la segala in un prato di montagna gli occhi d'una volpe che ha deciso che questa notte non ammazzerà gli occhi d'una lepre che rassicurata bruca l'erba d'un prato tenero i palpiti di luce d'una lucciola che cerca la sua compagna fra i cespugli sono i fantasmi e i folletti buoni che compongono i sogni della notte uno gnomo che gioca a nascondino con le sue immagini la serenata d'un grillo del focolare un fuoco fatuo che illumina le paure d'un viandante le favole d'un nonnino narrate alla luce dei tizzoni ardenti un vulcano che proietta nel cielo i suoi lapilli di gioia il pianto di stelle della notte di San Lorenzo sono un piccolo uomo ma sono anche l'arcobaleno di questa notte di magia un frammento d'infinito 14 Agosto 1986 Presentazione estemporanea dell'autore in una serata di "teatro dell'essere", nel chiostro della tenuta di Rosano (AL)

INTRODUCTION TO THE AUTHOR


I AM THE RAINBOW OF THE NIGHT

i am the rainbow of the night born from darkness on this magical night you shall ask me what my colours are close your eyes and you shall see them i am the cry of a baby in the night the light in the eyes of two lovers seeking one another in the dark the sighs the whispers the kisses of a lover's meeting a firework which is born and then dies in darkness by a lakeshore on a night of festivity i am the eyes of a tiger in love that roars in the jungle the lights of Broadway and of Chinatown the eyes of a cat that mewls at the stars from the roof of a mountain hut a scythe of moon which cuts the rye in a mountain meadow the eyes of a fox that this night has decided not to kill the eyes of a hare which reassured browses on the grass in a tender meadow the burst of light of a firefly that searches for its mate among the bushes i am the ghosts and the good elves that make up the dreams of the night a gnome that plays hide and seek with his shadow the serenade of a cricket of the hearth a will-ò-the wisp that lights the fears of a wayfarer a grandfather's tales narrated in the light of burning embers a small but phosphorescent fish that lights the depths of the ocean a volcano that spurts into the sky his outbursts of joy the weeping of stars on St. Lawrence's night i am a little man but I am also the rainbow of this magical night a fragment of the infinite 14th August 1986 An impromptu presentation of the author during a theatrical evening in the cloister of the Rosano estate.


ARCOBALENO

polvere di stelle inondata di sole colori dell'universo ordinati nel cielo da un pittore onnipotente ponte di magia che raccorda i confini del mondo rigo musicale dell'armonia cosmica taboga dell'immenso voglio costruirmi un arcobaleno scalarne la cima e sprofondare in un mare di stupore... e colori


SOLE

sole che nasci quando ancora sono immerso nei sogni e invano tenti di fugarli che ti neghi nell'eterna notte polare che doni tramonti infiniti a chi ha passato l'inverno nelle tenebre sole che in una sporca pozzanghera fai nascere l'arcobaleno che ti fai cacciare dalla terra dalle ali dei pipistrelli che implacabile metti a terra l'audace che osa attraversare la valle dell'inferno che del piccolo uomo che scala la montagna fai un gigante proiettato sulle nubi sole che giochi fra le foglie d'autunno loro tessendo un manto di fuoco che al tramonto accendi l'acqua del mare con un gioco d'oro e d'argento sole che a stento giochi a rimpiattino nelle brume dell'inverno della vita... non far morire i miei sogni


ACQUA

acqua che zampilli per magia da una fessura nella roccia che nasci paziente dai seracchi dei ghiacciai e impetuosa rotoli al piano che lenta e maestosa scorri nell'immensa pianura tracciando volute d'armonia che negli oceani finalmente accogli abbracci accarezzi unisci e rendi simili fra loro gli uomini che a te s'affidano acqua! tu che mi hai avvolto e cullato nel grembo di mia madre - prima di portarmi con impeto e tumulto ai confini del respiro - disseta ora... la mia sete infinita


FUOCO

ad Andrea bruci nelle fiamme del bivacco le paure e i fantasmi che hanno seguito - fino ai confini della terra- l'uomo alla ricerca di sè ardi nelle vene d'un ribelle per amore covi sotto la cenere di un popolo oppresso dai pane sudore e rabbia al fonditore che ti serve distruggi in un attimo ciò che il sole la luna la rugiada hanno costruito negli anni ti accendi fatuo e furtivo fra le lapidi dei cimiteri e insegui nella notte l'uomo che vive e muore di paura danzi nell'aria con lingue e faville impazzite covi la tua rabbia nelle radici della terra e la vomiti con veemenza dalla bocca dei vulcani cacciato dai venti serpeggi nelle praterie sfidi la pioggia e l'uragano rodi dall'interno l'uomo che implode esplodi nell'emozione delle masse fuoco! vedo i tuoi riflessi negli occhi delle persone che incontro... "s'io fossi foco come sono e fui" vorrei che solo d'amore e gioia bruciasse il mondo


SABBIA

sabbia che componi le immensità dei deserti in moto perenne per ingannare l'uomo che ti calpesta che ti avventi con rabbia per strappare terre fertili all'affamato che ti affidi al vento per visitare e dar colore a terre lontane sabbia mondo incantato di piccoli fossili lasciati sulla terra da un mare perduto raccolta preziosa d'orme di plantigradi inghiottiti da ere affamate di futuro scrigno di scheletri che ci offrono intatta la storia dell'uomo sabbia che ti offri al bimbo che con occhi incantati costruisce i suoi primi castelli che ti concedi all'onda del mare che li distrugge che raccogli per un giorno l'orma dell'uomo che ti calpesta per offrirla al vento che la disperda sabbia che ti lasci impastare per la casa dell'uomo che non conosce il ferro che intorno a un veliero affondato fai nascere pazientemente un'isola sabbia che adorni di trine e merletti il manto degli oceani vorrei essere un invisibile granello cullato dall'onda perchè il sole mi veda... e la luna m'accarezzi


PIANTO

un bimbo alla soglia della luce un vecchio alla porta dell'eternità una madre che perde il figlio offrendolo alla vita una donna che perde il figlio rubato dalla morte un bimbo smarrito tra la folla un uomo ghermito dalla solitudine pianto di commozione rabbia tristezza disperazione passione dolce pianto in una notte senza stelle


LUNA PARK

ritmi di luci ombre bisbigli e grida ruota gigante che mi porti a rubare una stella al firmamento che mi permetti di guardare formiche senza volto brulicanti la terra che mi proponi di mescolarmi con gli altri o sparire nell'azzurro taboga arcobaleno lanciato verso il cielo invito al rischio e all'ebbrezza proposta di scendere dalla solitudine e planare in una tazza rivestita d'occhi trepidazione velocità levitazione tappeto volante che mi rapisci con fantasia e immaginazione in un viaggio alla ricerca di me stesso sala degli specchi un nanetto buffo e scaltro mi porta rovesciato sulla sua testa un gigante buono e allampanato mi guarda dall'alto del suo lungo collo un grassone rubizzo e pacioccone mi fa boccacce labirinto degli specchi mi perdo mi cerco mi trovo mi smarrisco m'impaurisco sbatto ribatto gratto esco... Arianna m'attende con un sorriso beffardo negli occhi pista dei go-kart monza daytona zeltweg indianapolis le mans il circuito m'attrae provoca accoglie abbranca scaraventa mi fa volare e libera la mia voglia bambina ma !e luci si spengono... sulla scena del mondo


SPECCHIO A TRE ANTE

caleidoscopio di luci e colori occhi che moltiplicandosi mi guardano e mi scrutano sorriso che si burla di me da ogni angolo della bocca volto che si apre in mille volti visi che interrogano e imprigionano corpo che si scompone e ricompone come per magia se chiudo gli occhi sparisce l'argento vivo che fa di te uno specchio e un vetro trasparente mi propone di perdermi nel vuoto infinito o d'incontrare l'altro... amarlo e farmi amare odiarlo e farmi odiare


PERITONITE

un branco di tigri fameliche si avventa sul mio corpo indifeso occhi iniettati di sangue bramiti zanne unghie strappano stritolano succhiano incidono annientano brandelli di carne pensieri emozioni il mio io infranto... assiste sgomento allo scempio


PREANESTESIA

a Grazia nella penombra operatoria ancora insonnolita accoglie i miei lancinanti sconvolgenti dolori una figuretta verde rosa... d'oro ha i capelli é Grazia qui la mia mente avvolta da volute d'oro fluttuanti in un vortice rosa si arresta attende e scalpita


SOTTO I FERRI

fantasia un cockerino* cucciolo inesperto s'aggira fra le anse del mio intestino un bisognino nato dalle paure della prima esperienza lo inchioda per un attimo eterno alla pallida luce d'un cono d'ombra nel silenzio risuona... il fruscio dell'ultimo punto buio vuoto panico corre il cockerino incespica scivola sbatte ribatte guaisce abbaia ulula alla luna un lamento di morte ma qui non entra la luna I'anestesia è terminata il cockerino si scioglie nel sole e abbaiando di gioia ruzzola per le strade del mondo _________________ * nomignolo affettuoso che si da alla pinza di Cocker


IL PRELIEVO

arrivano impettite ordinate professionali sono le provette dalla mia vena sprizza sangue rutilante pof pof pof cappellini colorati volano al vento un mazzetto di fiori d'ospedale parte allegro verso il sole poveretto non sa un computer lo ingoierà


FLEBO

piccola bolla d'aria che sale al cielo nella boccia di vetro piccola bolla di vita che scende nella vena per darmi speranza un raggio di sole incide la sfera magica della sofferenza è subito arcobaleno ma nella volta coorti di angeli chinati sulla terra accolgono le piccole bolle anime che lasciano la vita cielo! è ancora presto per la mia anima


NOTTE D'OSPEDALE

notte vuota buia infinita ritmata dai dolori del mondo segnata dai dolori del mio corpo illuminata da luci fisse senza vita notte artificiale nostalgia di notti cosmiche abbarbicato alle rocce mentre la luna tesse i suoi arabeschi sugli orizzonti dell'anima


I PARENTI... DEGLI ALTRI

un rombo cupo minaccioso indefinito invade le scale le volte gli androni a passo di carica invadono ogni piccolo spazio lasciato libero dal dolore occhi assetati di cronaca di emozioni di commozione di sofferenza... altrui si appuntano interrogano guatano succhiano nutrono... forse il tempo è finito la carica dei seicento si perde nei rivoli della vita... delusa contenta smarrita


IL DOLORE

sogno tamburi piatti sistri invadono di cacofonici suoni una bagnata notte africana un ballo frenetico disarmonico disarticolato disarticolante si avventa sul mio povero corpo lame di luce di colori di suoni rompono la notte tagliano cigolano stridono cozzano mandando... lampi di frantumazione


LA SVEGLIA

tra sogno e realtà il mio rosso tram dell'inconscio arranca per la ripida strada dei sogni un grido e una luce irrompono e squarciano tenebre e magia il mio rosso tram s'arresta arretra scarrucola sferraglia contro i confini d'un binario morto la sua rossa testa ferita s'appoggia senza vita contro la parete della stanza


LE TALPE

i tirocinanti palpebre cucite occhi di grosse lenti rivestiti si aggirano furtivi avvolti nella loro ombra d'inesperienza e paura guardano ma non vedono sentono ma non odono inseguono fasce rotolanti su pance pallose cercano sonde scivolando su garze trasudanti frugano carni dolenti ma le vene non si offrono talpe appendete alle nostre piantane le vostre paure e danziamo insieme questa notte il gran sabba dei pazienti impazienti


I PAPPAGALLI

ospedale gabbia immensa di pappagalli in libertà varietà dal rosso collare uccello tropicale di uso particolare vive appollaiato accanto all'ammalato deve essere ingozzato al femminile per balzana idea viene chiamato anche... orchidea


LE DUE VISITATRICI

entrano prudenti ma decise morbide ma avvolgenti sfiorano assaggiano affondano persone sole cercano persone sole con le quali essere... più sole qualcosa mi colpisce è il tono della voce rappresentan detersivi detersivi del dolore


I REDUCI

a crocchi si riuniscono negli angoli appartati delle campagne si scambiano i ricordi pancreatite! c'ero anch'io colecistite! presente tracheotomia! non so che cosa sia ma assomiglia alla mia ottantadue flebo ventitré trasfusioni sette operazioni ognuno sul petto ostenta i nastrini delle sue... battaglie sconfitte vittorie amici! scambiamoci gli indirizzi


AL CHIRURGO SCONOSCIUTO

non conosco il tuo nome il tuo volto il timbro della tua voce porto nella mia carne la tua firma illeggibile uno strano pudore m'ha impedito di toglierti dal buio inconscio della sala operatoria t'immagino un poeta che m'ha scritto sulla pelle e nella carne versi di vita


CONVALESCENZA

una pietra posata su uno stagno desideroso di inghiottirla un piumino di tarassaco in un prato a primavera che attende la prima brezza per lasciare i suoi pappi volare nel cielo un'eterea piuma su un cristallo posata che teme e desidera che il soffio di un bimbo le inventi lo spazio un grumo di vita e di gioia che esploderà nel sole ancora


AMORE

come uragano partito dalle viscere della terra e dai confini dell'universo ti abbatti su un'anima che s'innamora come vento che scuote impetuoso le cime degli alberi la sconvolgi poi risacca che giochi e rigiochi sulla battigia... l'accarezzi vorrei dar vita al bimbo che costruirà castelli vorrei dar forza all'onda che li dissolverà in un gioco... senza fine


CAOS

caos sbadiglio dell'unlverso matrice dell'eccezione spirale da cui tutto nasce a cui tutto fluisce labirinto infinito senza stanza del tesoro caos magma incandescente... che mai rapprende


L'UCCELLINO E IL VENTO DEL NORD

sono un uccellino dal becco spalancato vivo di vento il vento del nord mi nutre d'odori di muschi e licheni di fiabe di boschi di gnomi e folletti di buio di notti che incombono sempre di color di tramonti che non muoiono mai vento soffia più forte che io possa venire a scoprire il tuo nido


"ciò che non si può ricordare e ciò che non si può dimenticare"

Frank un silenzio carico di parole un dolore abbarbicato nella carne un sorriso su un volto che passa un sogno perso nella notte un arcobaleno che muore in una pozzanghera


CAMPO DI GRANO CON PAPAVERI

a Giulia le spighe meditano a capo chino han succhiato alla terra pepite d'oro zecchino i papaveri ballerine del vento trapuntano il campo di rosso fuoco fatemi un manto d'oro e di porpora per i miei sogni


GERMOGLI SELVAGGI

germoglio di more in un cespuglio fra i sassi germoglio di pruno in una siepe di spine germoglio di rosa dall'umore del deserto covato germoglio d'amore nato da una carezza germogli germogli germogli


OCEANO

sogno delle mie reincarnazioni acqua immensa da misteriose forze inchiodata alla terra respiro dell'universo dominato dai capricci della luna massa d'acqua che contro ogni forza che ti attanaglia al fondo di zolla in zolla di balza in balza di roccia in roccia sali a lambire il fronte dei ghiacciai accarezza anche oggi la mia pelle bianca con la stessa mano che sfiora una pelle nera una pelle gialla una pelle olivastra per un infinito abbraccio d'amore


"Signore, dammi orecchie che comprendano le acque"

Garcia Lorca ho ascoltato la voce delle sorgenti riso argentino che scaltro erompe da una gola di roccia ho ascoltato la voce del torrente borbottio ora quieto... talvolta impetuoso di compari al mercato ho ascoltato la voce del fiume sagge parole che raccontano vite vissute da generazioni perdute ho ascoltato la voce del mare dolce chiacchiericcio di gocce sulla battigia e ora... dormo e sogno


IL MELOGRANO

chioma di verde... cupo velluto boccucce di fuoco... nutrite dal vento teste glabre che mostrano... chiostre di denti ridenti radici che succhiano alla terra il sangue dei vulcani tronco spoglio che attende la sua primavera


SENTIERI

sentieri nella foresta tagliati a colpi di machete sentieri da laboriose formiche in un arido prato tracciati sentieri disegnati dalla paura in una piazza gremita di folla sentieri di sole nei vicoli di una città scolpiti sentieri d'una casa sui muri pennellati dall'ombra sentieri incisi sul volto d'un uomo vissuto sentieri graffiati dai sogni nelle oscure latebre dell'inconscio sentieri...


BIANCA BETULLA

a Marisa bosco di betulle coltre distesa come per magia su una pianura sconfinata macchia bianca incastonata a mezza costa in un mare verde di larici e pini cespo di frati assorti salmodianti betulla solitaria che infrangi la linearità del colle bisbigli di fate bisbigli di foglie mosse dal vento renna bianca del nord


L'ALTRO

ho intravisto l'altro tra i veli della prima lacrima mi ha sorriso gli ho sorriso ho visto negli occhi dell'altro riflesso il primo raggio di sole ho giocato con l'altro a nascondino con la luna ho acceso sul volto dell'altra la prima scintilla d'amore forse per me il paradiso sono gli altri


MOMENTO D'AMORE

brezza primaverile di petali di pesco brivido di vento che increspa dolcemente le onde cavalli bradi che l'estate impazzisce onde che si avventano fra le rocce ciclone che trova finalmente il suo occhio di pace


AQUILONE

un aquilone color del vento gioca su una bianca spiaggia con un piccolo nudo bambino lieve possente come un desiderio un refolo d'arcobaleno trasporta il bimbo sull'aquilone dalle bianche spiagge della vita bimbi d'ogni età guardano l'aquilone dei miei sogni


ALLA FIORAIA DI CORSO PALESTRO

seduta nella pioggia nel vento nella nebbia nel sole mi offrivi i tuoi fiori fiori di serra di prato di bosco fiori... nati come dal nulla il mio bisogno di dialogare con la donna amata trovava parole colore profumo sole rugiada quando ho saputo che ci hai lasciati per raccogliere asfodeli nei giardini dell'infinito una lacrima di commozione vento pioggia sole rugiada è apparsa sul mio ciglio


NEBBIA

alito dell'uomo respiro del paesaggio gradita compagna per colui che imbacuccato nei suoi pensieri vive nel tepore della sua anima


I GIARDINI DI CORSO MAGENTA

teneri innamorati si cercano perduti innamorati si trovano innamorati trovati si perdono gattini abbandonati cercano padrone bambini scatenati si sbucciano e i pensionati... vivono il loro autunno sotto un cielo di foglie che si rinnova


GLI IPPOCASTANI DI VIA REBUFFONE

autunno è tempo di pedate gli ippocastani dall'alto dei loro rami regalano castagne invano le lancio contro l'inverno che mi viene incontro


AUTUNNO SUL LAGO DI GARDA

pagaiando scandisco... i ritmi del mio tempo un pallido sole - alle nubi affacciato - curioso mi guarda la bruma autunnale disegna paesaggi di magia su livide piastre d'onda lieve scivola la canoa


AUTUNNO A BAGOLINO

vicino è ormai l'inverno i primi gelidi refoli cacciano gli abitanti dai monti l'una all'altra si stringono le case e i larici donano al bosco colori di sogno dalla nostalgia chiamato risalgo la mia valle cercando... luoghi dimenticati e volti conosciuti m'aggiro tra le piàistre* stranito m'addentro nei boschi e d'un magico sole m'avvolge l'incanto * piàistre = viuzze


DANZATE CON ME

danza con me libellula che allacciata alla compagna leggera voli sul canneto ape che dominata da un istinto infallibile partecipi alle compagne la mappa del tesoro danzate con me colombe che nell'immenso porto tracciando volute di passione incontrate l'amore e voi... eleganti pivieri che indossata la livrea della diversità ripetete un rito che vi fa uguali


LA CISTERNA DELLA CHIESA DI SAN GERVASIO

a mia madre nella grande cisterna un piccolo essere nuotava tranquillo in un giorno di sole a botola aperta sulla valle spaziarono i suoi occhi grandi prati boschi a perdita d'occhio cime innevate di fresco un paese una casa un piccolo poggiolo un desiderio d'amore realizzò il suo sogno e io mi trovai nel grembo di mia madre in una casa dal piccolo poggiolo
Molti anni fa un eremita viveva lassù e aveva l'incarico di dare l'allarme con il rintocco della campana nel caso vedesse incendi nel paese o nei boschi. Era consuetudine dire ai bambini, che chiedevano da dove fossero nati, che prima di venire al mondo essi si trovavano nella cisterna della chiesa di San Gervasio.


RAGGIO VERDE

raggio verde che ti riveli all'uomo capace di attendere la luce del sole già tramontato ti vedo al crepuscolo del giorno quando la coscienza allenta la presa per donarmi all'inconscio ti sento nelle frange dei sogni della notte ti odo nelle parole dell'uomo quando l'emozione ne partecipa il mistero ti colgo nell'azzurro degli occhi della donna... amata nei racconti di Giulio Verne e nel film di E. Rohmer


POESIA

ti sento nube sospesa nel cielo leggera come un cirro pesante come un cumulo corrucciata come un nembo mi piaci sfrangiata come soffione che offre... al vento i suoi pappi chi sa dove nasce una nube?

© Copyright by Terenzio Formenti Via Ragazzoni 17, I-25123 Brescia, Italia; Tel. e Fax 0039/30/3365511
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