AQUILONI (1988)
sono vento
mi nutro di nubi
di pioggia
di rugiada
sono gabbiano
sfioro con le bianche ali
le spiagge dell'universo
sono fantasia
vado correndo
folletto buono
tra i sogni
del giorno e della notte
sono realtà
vivo abbarbicato
come un mugo
sul crinale del monte
sono sole
do tepore alle membra
intirizzite dalla paura
sono uomo...
vivo d'amore
colori che volano
pezzi di carta
che prendono forma
vita
gioia
esplosioni di luce
nel sole
piccole
grandi cose
che si affidano al vento...
legate a una fune
ombra
che mi precedi
mi segui
e talvolta
mi persegui
che t'accoccoli
potente
ai miei piedi
dimmi
qual'è
il nostro dialogo
due occhi che parlano di vita
un odore nel vento
una stagione che muta
un sogno che si sveglia
un gesto che s'esprime
un'emozione che balbetta
un colore disegnato nell'aria
il sapore d'un incontro
o forse...
una piccola
grande luce
che accesa dentro
chiede d'uscire
R. Tagore
gioco nel sole
nella notte
nella nebbia
gioco
con le gocce
che cadono
giocano le foglie
le onde
i venti
a nascondino con le nubi
giocano le stelle
anche
così
soltanto
crepuscolo della coscienza
miracoli della notte
immaglnl
sensazioni
incubi
carezze
graffi
lamenti
lotte
amori
desideri
crepuscolo dell'inconscio
miracoli del giorno
cielo a pecorelle
nuvole bianche
grigie
rosa
attendono un pastore
un pastore
per l'infinito
innumeri
laboriose
formiche
attendono
verdi segnali
per guadare
fiumi di macchine
s'addentrano
nelle viscere della terra
per fare
pigiate in sferraglianti celle
il loro miele quotidiano
silenziose
salgono
in tubi multicolori
immensi grattacieli
e si perdono...
nel cielo
morbide pantofoline
accolgono i miei piedi
stanchi dal lungo peregrinare
magici bastoncini
inseguono
pesciolini che nuotano
in vaste ciotole
fra alghe
abbarbicate sul fondo
pennelli
intrisi di nero inchiostro
disegnano
su bianchi fogli
fantastici segni
di colore...
e poesia
seduto nella notte
all'ombra d'una banca
preziosa
di scintillanti metalli
un nero omino
al tremulo lume
d'una candela
di pergamena vestita
legge
su una trepida mano
i segni delle stelle
è notte
da un ramo
cade
furtiva
una foglia
voglio fermarla
sospesa
trasparente
alla luce d'un lampione
lnvano
la terra
non può attendere
bianca betulla
il vento d'autunno
dirada
le tue foglie gialle
che il sole
rende trasparenti
i tuoi rami
il tuo tronco
il tuo intero corpo
si offrono ormai
al gelido inverno
tappeto
di foglie rosse
macchia vermiglia
che scalda
una fredda giornata d'autunno
tappeto
di foglie secche
dolce giaciglio
di giovani innamorati
nell'ultimo pallido sole
parla la pioggia
talvolta
un parlottare fitto fitto
talaltra
un sommesso brusio
parla di mari
fiumi
torrenti
parla di nubi
vento
nebbia
rugiada
parla la pioggia
e
le cose
rispondono...
in silenzio
giardino incontaminato
racchiuso
dietro le sbarre
d'un antico cancello
I mlel occhl
accarezzano
il manto
di foglie dorate
che copre armonioso
il segreto dei tuoi viali
questa notte
in sogno
passeggerò furtivo
sul frusciante tappeto
domani
coglierò sorpreso
l'orma
dei miei passi
evanescenti ombre
nascono
dal buio
lampioni
camminano
immobili
portando folate
di pallida luce
innamorati
avvolti
nel soffice manto
si respirano...
l'anima
è inverno
timida
s'insinua
una lucertolina
sotto la porta
del mio studio
dolcemente
le accarezzo
la testa
socchiude gli occhi
e mi chiede
- perché la gente
entra da te?
ma non so
forse cerca calore
batte gli occhietti...
e s'acquatta
beata
sul tappeto
una stanza
di collegio
una
pallina
di gomma nera
accoccolata
sopra un letto
un libro
di chimica
addormentato
sopra una scrivania
due età
passate
che mi vengono incontro
fuori
il verde
il vento
il sole
d'una nuova primavera
catturare la luce
la luce dei tuoi occhi
del tuo corpo
della tua anima
catturare la luce
la luce del tuo conscio
la luce del tuo inconscio
catturare il mistero della tua luce
koala blu
occhi grandi
profondi
caldi
inespressivi
piccolo animale di peluche
caldo come vivo
che mangi
pensoso
le tue foglie
guardando
lontano
che d'ogni ramo fai
una comoda poltrona
dormi tranquillo
accoccolato
attorno al tuo marsupio
baie di mare
di sole
di sale
graffi del caso
dell'uomo
del vento
manciate di case
buttate qua e là
da un costruttore distratto
città
ordinate a tavolino
sfida al creato
un'isola
dimenticata nell'oceano
e nel deserto...
una casa
che si fa ricordare
R. Tagore
uno
molti
voglia di libertà
d'appartenere
di essere
di sparire
voglia di carezze
voglia di gioco
molti
uno
un rosso palloncino
affacciato al cassonetto
attende
un colpo di vento
che l'afferri e liberi
un soffio di magia
lo mette in cammino
sulla strada dei suoi sogni
sulle incerte
piccole
invisibili
rosse gambette
ballonzolante
s'avvia
acquattato
all'ombra d'un cespuglio
giallo un palloncino
l'attende
Insleme
affrontano
dubbiosi
e felici
l'avventura d'una vita
rubata
alla morte
Raymond Queneau
seguo
pazientemente
la mia ombra
sotto il sole
nel buio
nel vento
nella pioggia
non lascerò
che fugga
la mia ombra
io
le appartengo
poesla
di esistere
di sognare
poesia
di vedere
sentire
capire
e forse...
di capire
che si può anche
morire
R. Tagore
vivo
coi miei fantasmi
gioco
coi miei fantasmi
e
morirò con loro
o forse...
la loro festa continuerà
urla
graffi
morsi
in un abbrancarsi
che distrugge
dolcezza
baci
carezze
in un abbraccio d'amore
R. Tagore
pazienti stelle
s'affollano
nelle galassie
nubi tempestose
s'addensano
nel cielo
granelli di sabbia
s'ammassano
nel vento del deserto
oscurando il sole
ma lo spazio dell'uomo
forse...
è ancora infinito
notti bianche
notte d'armonia
crepuscolo di nostalgia
sulle scale
d'una chiesa sconsacrata
un rito si compie
un uomo
canta
malinconico
la sua storia
una fisarmonica
respira le sue note
un coro di persone...
muto
accorda
i suoi sguardi
a Marisa
camminavi
davanti a me
tra la folla
ti ho guardato
intensamente
per un attimo
eterno
ho temuto
che tu
non mi sentissi
mille occhi
ti vedono
ma i miei...
ti guardano
con amore
a Marlna
mi hai sorriso
ti ho sorriso
e mi hai ceduto uno spazio
accanto a te
scritta nella tua lingua
ti ho dato una poesia
un frammento della mia anima
che tu potessi cogliere
ora
con la penna
che mi hai donato
ti sto dedicando
questi versi
sono venuto a te
per comprare una rosa
alla donna amata
e tu
me n'hai fatto dono
forse
un fiore
non si compra
né si vende
lo si passa
con amore
dalla terra
alla donna
treno di magia
cullato dal tuo sferragliare
questa notte t'ho sognato
trainato da renne
scivolavi
silenzioso
sulla steppa
sfiorando paludi e laghi
ti libravi leggero
sulla taiga
allegro
zigzagavi
tra bianche betulle
e dolcemente
baciavi
i fiori della tundra
con il sorriso della primavera
negli occhi
come un'ombra
seguivi tuo nonno
bambina siberiana
ti ho dato in dono un foulard
e l'ho annodato
attorno alle tue esili spalle
con un grazie
nel tuo sguardo ridente
ti sei allontanata donna
donna siberiana
piccola
trasparente
bambina
nata tra fate
gnomi e folletti
la tua pelle
ha il colore del ghiaccio
che all'alba
copre
delle betulle
il tronco
i tuoi capelli
l'oro pallido del sole
che a primavera
sfida la notte polare
i tuoi occhi
la vita del fiore
che primo
timido
sboccia
dalla coltre di neve
Svieta luce della taiga
notte bianca
di Leningrado
stranito
un gabbiano
chiama
con rauco grido
la sua compagna
notte nera
di Siberia
in un angolo del firmamento
da un cielo turchese
nasce
un sole di fuoco
notte stellata
di Mosca
rubini
e diamanti
dialogano
tra loro
nel cielo
foglie cadute
che il vento
turbinando
ha raccolto
e disperso
una sola
caduta nello stagno
si è sciolta nell'acqua...
evapora nel sole
ora
la pioggia
ne intride
pianti
risa
sogni
magma
freddo da millenni
scende a lambire il mare
una mareggiata selvaggia
invade
furiosa
un anfratto
un boato
di polvere di mare
disegna
un arcobaleno nell'aria
una rugiada
di colori
m'accarezza la pelle
e un brivido di sole
dolcemente l'asciuga
in un gioco eterno
s'alternano
le stagioni
di questa magia
ho ascoltato la luce
frusciare di lucciole
in una calda notte d'estate
esplosione di lontani fuochi
d'una festa sconosciuta
balbettio di candela
al capezzale d'un ammalato
e ora
donna
mi lascio cullare
dalla luce dei tuoi occhi
ninna nanna d'amore
bocca
che s'apre
si stupisce e bacia
pelle
che vibra
le sensazioni dell'universo
cuore
utero chiuso
e nido
a cielo aperto
nel volto dell'altro
oggi c'è il sole
ma se una nube l'oscura
la pioggia lo bagna
la grandine lo ferisce
il vento l'accarezza
e un lampo
gli ridona
la luce...
la luce
d'un sorriso
Paul Eluard
nel cielo
si spegne
l'ultima stella
attonita
la notte
s'arresta
ai confini della luce
i sogni
s'attardano
a inventarmi
il giorno
Paul Eluard
ciò ch'è stato capito
più non esiste
i pensieri
l'hanno divorato
rlmane...
il sapore
delle cose vive
piccoli
uccellini
da nido
disposti qua e là
s'una brulla pianta
come grosse
gemme di primavera
pigolanti
attendono
a becco spalancato
larve invisibili
portate
dal vento
un buio vento
s'inventa
ululando
il cammino
le piante del giardino
si torcono
gemono
stridono
chl
ha incontrato lo sguardo
del vento della notte?
lo sguardo intenso
d'una donna
una mano calda
che partecipa vita
un corpo
nel sole
d'una bianca spiaggia
un sorso d'acqua
per una sete infinita
un respiro d'amore
nel quale perdersi
un abbraccio d'amore
nel quale trovarsi
sfiorare
un prato verde
a primavera
accarezzare
un campo di grano maturo
lisciare
dolcemente
una pelle ambrata
baciare
non visto
due labbra socchiuse
tuffarsi
nel profondo dell'anima
cullarsi
in due occhi
verde mare
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