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Ingresso libero (1974)

Tu, forse non essenzialmente tu
Ad esempio a me piace il sud
A.D. 4000 D.C.
A Khatmandu
Supponiamo un amore
E la vecchia salta con l'asta
Agapito Malteni il ferroviere
I tuoi occhi sono pieni di sale
L'operaio della Fiat, "la 1100"


Tu forse non essenzialmente tu

Tu, forse non essenzialmente tu
un'altra ma è meglio fossi tu.
Tu, forse non essenzialmente tu 
hai scavato dentro me e l'amicizia c'è.
Io che ho bisogno di raccontare io 
la necessità di vivere rimane in me 
e sono ormai convinto da molte lune 
dell'inutilità irreversibile del tempo 
mi svegli alle nove e sei decisamente tu 
e non si ha il tempo di vedere la mamma e si è già nati 
e i minuti rincorrersi senza convivenza 
mi svegli e sei decisamente.... 
Tu, forse non essenzialmente tu 
e la notte confidenzialmente blu cercare l'anima. 
Tu, forse non essenzialmente tu 
un'altra ma è meglio fossi tu 
e vado dal barone ma non gioco a dama 
e bevo birra chiara in lattina 
me ne frego e non penso a te 
avrei bisogno sempre di un passaggio 
ma conosco le coincidenze del "60" notturno 
lo prendo sempre per venir da te.
Forse non essenzialmente tu 
e la notte confidenzialmente blu cercare l'anima.

Ad esempio a me piace il sud

Ad esempio a me piace la strada
col verde bruciato, magari sul tardi 
macchie più scure senza rugiada 
coi fichi d'India e le spine dei cardi.
Ad esempio a me piace vedere 
la donna nel nero del lutto di sempre
sulla sua soglia tutte le sere 
che aspetta il marito che torna dai campi.
Ma come fare non so 
sì devo dirlo ma a chi 
se mai qualcuno capirà 
sarà senz'altro un altro come me. 
Ad esempio a me piace rubare 
le pere mature sui rami se ho fame 
ma quando bevo sono pronto a pagare 
l'acqua, che in quella terra è più del pane. 
Camminare con quel contadino 
che forse fa la stessa mia strada 
parlare dell'uva, parlare del vino 
che ancora è un lusso per lui che lo fa. 
(Rit.) 
Ad esempio a me piace per gioco 
tirar dei calci ad una zolla di terra 
passarla a dei bimbi che intorno al fuoco 
cantano, giocano e fanno la guerra.
Poi mi piace scoprire lontano 
il mare se il cielo è all'imbrunire 
seguire la luce di alcune lampare 
e raggiunta la spiaggia mi piace dormire.
(Rit. 2 vv.) 

A.D. 4000 D.C.

I miei amici carburati a doppio corpo 
li ha ripresi il fondatore dell'estate, 
un vecchio gioca a carte salta il banco 
dopo la sua escalation è tanto stanco. 
Sugli alberi le scimmie cloroformizzate 
raccontano le storie delle fate 
un quadro di Guttuso messo all'asta in un mercato 
fa il piano quinquennale del peccato. 
Quest'anno un inverno disertore 
annuncia il fallimento di Sapporo, 
la strada mandarino e latte caldo 
non la conosco dove porterà? 
È una ruota che gira 
che gira e se ne va 
ma ritorna e dopo parte 
gira gira e se ne va.
Un cielo zabaione, sangue e miele 
mi fa sentire piccolo e crudele 
un nastro registrato a cento piste 
ricorda la voce antropomorfica dell'uomo del 2000. 
Un topo murato vivo in un music hall 
balla il tip-tap sul suo motocross 
scriveva un venusiano emigrato 
a un anno luce dalla sua città.
(Rit. 4 vv.) 

A Khatmandu

Si fumava non ci davano la sòla 
uno sguardo o soltanto la parola 
ci bastava per capire dove il lupo va a guaire 
e la notte quei ricordi della sera 
fra i fumi degli spini e la barbera 
ci facevano pensare dove il lupo va a sbranare. 
A Khatmandu non c'eri più 
ma ho visto i tuoi occhi sull'asfalto blu. 
A Khatmandu quand'ero giù 
fra i fori e la stazione c'era via Cavour.
A Khatmandu non sei più lì 
quando la tua voce non arriva più al mi.
Ritornavo masticando le altalene 
risorgendo dalla croce a kerosene 
ma capimmo in un momento 
quando il lupo teme il vento. 
A Khatmandu c'è anche Gurù 
ci porta in paranoia predicando a testa in giù.
A Khatmandu non dormi più 
ti sforzi di scavare dentro i tuoi tabù.
 

Supponiamo un amore

Supponiamo noi due / un amore nulla più
supponiamo un amore / che non voglio che vuoi tu 
sola davanti a un bicchiere / mi aspetteresti la sera 
supponendo un amore / che non voglio che vuoi tu? 
Supponiamo un mattino / tu ti alzi e ami me 
e che il tempo non passi / che non vivi senza me 
fra tanta gente diversa / ritroveresti te stessa
supponendo che sola / tu non vivi senza me? 
Supponiamo è già tardi / devi andare ma non vuoi 
supponiamo che cerchino / il mio viso gli occhi tuoi 
arrossiresti nel viso / se mi rubassi un sorriso 
supponendo che in fondo / ciò che conta siamo noi? 
Amore, amore 
supponiamo dei giorni / a creare i ricordi 
Amore, amore 
supponiamo un amore / una volta soltanto 
un amore che vuoi tu 
Supponiamo una stanza / tu mi aspetti già da un po' 
il telefono squilla / dico forse non verrò 
sapresti tacere il dolore / e non portarmi rancore 
supponendo che soffri / perché amore non ti dò? 
Amore, amore 
supponiamo dei giorni / a creare i ricordi 
Amore, amore 
supponiamo quei giorni / a sfogliare i ricordi 
Amore, amore 
supponiamo un amore / una volta soltanto 
un amore che vuoi tu.

E la vecchia salta con l'asta

Solitario nel vecchio castello
consumando la triste vigilia 
inedito annaffia l'antico rampollo 
coniato negli anni da antica famiglia.
Non valse l'amore di tre cortigiane 
per divietar l'emottoico pianto 
né il rosso nettare di tre damigiane 
l'erede è partito, il cavallo, il suo manto. 
Nella foresta di faggi segati 
le nuvole acerbe di cieli malati 
come gli illusi le assurde chimere 
seguendo l'amore partì il cavaliere. 
Tremila città tremila villaggi 
la sagoma bianca striata dei faggi 
scordò la sua terra scordò la sua casta 
rimase una vecchia che salta con l'asta. 
E salta la vecchia e salta un bambino 
nella penombra segata di un pino 
la vecchia si ferma il bimbo riposa 
si chiude nei petali come la rosa. 
Confida giocando alla vecchia incolore 
la sua vecchia storia il suo vecchio amore 
la vecchia racconta la favola antica 
di quel cavaliere che cerca l'amica. 
(Rit.)

Agapito Malteni il ferroviere

Agapito Malteni era un ferroviere
viveva a Manfredonia giù nel Tavoliere 
buona educazione di spirito cristiano 
e un locomotore sotto mano. 
Di buona famiglia, giovane e sposato 
negli occhi si leggeva: molto complessato, 
faceva quel mestiere forse per l'amore 
di viaggiare sul locomotore. 
Seppure complessato il cuore gli piangeva 
quando la sua gente andarsene vedeva 
perché la gente scappa, ancora non capiva 
dall'alto della sua locomotiva. 
La gente che abbandona spesso il suo paesello 
lasciando la sua falce in cambio di un martello 
è gente che ricorda, nel suo cuore errante 
il misero guadagno del bracciante. 
Ma una tarda sera partì da Torre a Mare 
doveva andare a Roma e dopo ritornare 
pensò di non partire oppure senza fretta 
di lasciare il treno a Barletta. 
Svelò il suo grande piano all'altro macchinista 
buono come lui ma meno utopista 
parlò delle città di genti emigrate 
a Gorgonzola oppure a Vimercate. 
E l'altro macchinista capì il suo compagno 
felice e soddisfatto del proprio guadagno 
e con le parole cercava di fermarlo 
ma fu una mano ad addormentarlo. 

I tuoi occhi sono pieni di sale

Amo il sale della terra amo il sale della vita
amo il sale dell'amore amo il sale che c'è in te.
I tuoi occhi sono pieni di sale,  
i tuoi occhi sono pieni di sale 
di quel sale mattutino che tu prendi in riva al mare 
di quel sale che a pensarci ti vien voglia di guardare. 
Le tue labbra sono piene di sale,  
le tue labbra sono piene di sale 
di quel sale mattutino che tu prendi in riva al mare 
di quel sale che a pensarci ti vien voglia di baciare. 
Il tuo corpo è pieno di sale,  
il tuo corpo è pieno di sale 
di quel sale mattutino che tu prendi in riva al mare 
di quel sale che a pensarci ti vien voglia di sognare. 
La tua mente è piena di sale,  
la tua mente è piena di sale 
di quel sale mattutino che tu prendi in riva al mare 
di quel sale che a pensarci ti vien voglia di pensare. 
 

L'operaio della Fiat, "la 1100"

Hai finito il tuo lavoro 
hai tolto trucioli dalla scocca 
è il tuo lavoro di catena 
che curva a poco a poco la tua schiena 
neanche un minuto per ogni auto 
la catena è assai veloce 
e il lavoro ti ha condotto 
a odiare la "128". 
Ma alla fine settimana 
il riposo ci fa bene 
noi andremo senza pensieri 
dagli amici a Moncalieri 
................................... 
la "1100", la "1100". 
Hai lasciato la catena 
un bicchiere di vino buono 
ti ridà tutto il calore 
trovi la tua donna fai l'amore 
sei già pronto per partire 
spegni tutte le luci di casa 
metti il tuo abito migliore e pulito 
lasci al gatto la carne per tre giorni 
e insieme a una Torino abbandonata 
trovi la tua macchina bruciata. 
(Rit. 2 vv.)

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