Regista isolato e ascetico,
autentico regista maledetto, grande figlio della Nouvelle Vague ne ha perpetuato
lo spirito ben oltre gli Anni '60. La maman et la putain, Mes petites
amoureuses e Une sale histoire rappresentano indubbiamente gli esiti
estremi e radicali del movimento.
Nato il 30 novembre 1938 a Pessac (Gironde). Sinteressa di cinema fin
dal 1943. Nel 1962 è aiuto-regista e attore in Les roses de la vie,
cortometraggio di Paul Vecchiali. Verso la fine deI 1963, Jean Eustache
scrive il suo "soggetto personale", Les mauvaises frequentations.
Nel 1964 Eustache si dedica al montaggio: Dedans Paris, cortometraggio
di Philippe Théaudière, e Les taches, cortometraggio di
Raymonde Baudry Delahaye. Nel 1965, Jean-Luc Godard, che ha apprezzato Les
mauvaises frequentations diventa produttore del film di Eustache, Le
Père Noël à les yeux bleus (t.l. Babbo Natale ha gli
occhi blu, 1966), mediometraggio. Girato a Narbonne è la piccola cronaca provinciale
con qualche affinità con "I vitelloni" di Fellini; Jean-Pierre
Léaud ne è il protagonista. Il film, abbinato a Du còté
de Robinson (t.l. Dalla parte di Robinson, 1963), fu distribuito come Les
mauvaises fréquentations (t.l. Le cattive compagnie). Nel 1966 si
dedica al montaggio di Jean Renoir le Patron, tre trasmissioni televisive,
realizzate da Jacques Rivette, per la serie «Cinéastes de Notre
Temps ». Nel 1967 cura il montaggio di Les idoles di MarcO
e di LAccompagnement cortometraggio di Jean André Fieschi.
Nel 1968 Eustache produce e gira La rosière de Pessac (rifatto
nel 1979); nel 1970 produce e gira Le cochon in collaborazione con Jean
Michel Barjol. Nel 1970 monta anche Une Aventure de Billy Le Kid di Luc
Moullet. Nel 1971 produce e gira Numèro zèro, film oltre
2 ore, "volutamente" realizzato per rimanere inedito. Nel 1973 realizza
il suo film più famoso: La maman et la putain (t.l. La mamma e
la puttana, 1973). Lungo tre ore e mezzo viene presentato al festival di Cannes
dove suscita tempestose polemiche. Oggi può essere considerato il miglior
film francese degli anni ' 70. Su un rigoroso impianto narrativo, fondato sul
ricorso al tempo reale con la cinepresa spesso ferma che registra il quotidiano
nella sua banalità, il film mette a fuoco la problematica esistenziale
di una gioventù inquieta e incerta. Le ultime sue opere sono Mes
petites amoureuses (t.l. Le mie piccole innamorate, 1975), straniante reportage
sull'educazione sessuale di un ragazzino di provincia che la madre separata
toglie al paradiso rurale della nonna e porta con sé a convivere con
un amante e a fare l'operaio e Une sale histoire (t.l. Una sporca storia,
1978), racconto di una esperienza di voyeurismo, film che non trovò una
distribuzione. Si è tolto la vita nel 1981.
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Filmografia:
Du còté de Robìnson (mm, 1963)
Le pére Noël a les yeux bleus (mm, 1965)
Les mauvaises fréquentations (fusione dei due film precedenti,
1966)
La rosière de Pessac (1968-69)
Le cochon (mm, coll. Jean-Michel Barjol, 1971-75)
Numèro zéro (1971 - inedito)
La maman et la putain (1972-73)
Mes petites amoureuses (1974)
Une sale histoire (mm, 1977)
La rosière de Pessac 79 (1979)
Odette Robert (cm, estratto per la televisione di Numèro zèro,
1980)
Le jardin des dèlices de Bosch o A vec passion Bosch (cm, per
la televisione, 1980)
Les photos dAlixe (cm, 1980) |