Il
Collettivo nacchere rosse di Pomigliano è stata una aggregazione di compagni (circa 30/40) che si proponevano innanzi tutto obiettivi di crescita politica attraverso la discussione e la partecipazione alle lotte politiche e sociali e in secondo luogo la riproposta del folklore musicale campano. Formato in prevalenza da operai e in misura minore da studenti, il collettivo non intendeva operare la riesumazione di canti estinti o in via di estinzione (operazione che faceva invece la Nuova compagnia di canto popolare cui occorre riconoscere il merito di avere aperto la via alla proliferazione di gruppi che hanno operato nel Napoletano documentando la positiva riscoperta del folklore musicale campano), bensì cantare e suonare le canzoni vive nell’area di Pomigliano, nonché nuove canzoni nate nel vivo delle lotte operaie. Esso dunque ci ha mostrato il folklore in atto fra gli operai e i lavoratori, e questo il merito va a loro sicuramente riconosciuto. Responsabili del collettivo sono stati cinque compagni i cui nomi sono: Sciascià, Tonino, Giovanni, Pasquale e Felice; alcuni di essi militavano prima nel Gruppo operaio E’ Zezi di Pomigliano D’Arco.
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