CANZONIERE NAZIONALE
DEL VENTO ROSSO


Espressione musicale della Lega del vento rosso, organizzazione culturale del Partito comunista (m-l) italiano, noto prima del 1972 come Unione dei comunisti italiani marxisti-leninisti. Hanno dato una lunga serie di concerti e spettacoli nelle piazze e nelle varie situazioni di lotta. Fra i componenti più noti ricordiamo Ciccio Giuffrida e Pierangelo Bertoli.


UNIONE DEI COMUNISTI ITALIANI M-L
Nasceva a Roma il 4 ottobre del ‘68 dalla trasformazione del gruppo Falcemartello, dall'adesione di un gruppo del movimento studentesco romano (Luca Meldolesi, Nicoletta Stame) e dall’assimilazione di alcuni gruppi m-l minori. Il gruppo era, forse, più noto con il nome del suo settimanale “Servire il Popolo”, e costituiva la maggiore organizzazione dell’area m-l insieme al PCd’I m-l (nel momento migliore l’Ud, nel ‘70, dichiarò di aver raggiunto i 10.000 aderenti, ma la cifra appare inverosimile; è comunque certo che abbia avuto alcune migliaia di aderenti). Aveva i suoi punti di forza a Milano, Catania, Roma, Bergamo ed in Calabria. Nel rapido successo dell’UCI è probabile che abbiano inciso vari fattori: il discorso politico estremamente semplice, che ne facilitava la penetrazione in ambienti contadini e sottoproletari; il modello di vita imposto ai militanti che esercitava un discreto fascino su strati di studenti alla ricerca di una “rigenerazione” a fianco della classe operaia; l’impronta fortemente propagandistica di tutta l’attività politica del gruppo; soprattutto l’insolita disponibilità di denaro che permise la pubblicazione di un settimanale con molte pagine, l’apertura di decine di sedi, una casa editrice. Dopo una prima fase “estremista” l’UCI subì una svolta (estate ‘69) espellendo Luca Meldolesi ed avviando una trasformazione della linea tesa a ricalcare il più fedelmente possibile i modelli di comportamento della III Internazionale e del PCI degli anni ‘50. Stabilì una momentanea alleanza con altri gruppi del movimento studentesco  costituendo (fra il ‘70 ed il ‘71) l’area più prossima al PCI nell’estrema sinistra. Nel ‘71 dava vita ad una serie di organismi fiancheggiatori, detti “Movimento delle 5 leghe”: la Lega del Vento rosso (intellettuali ed artisti), la Lega delle donne comuniste, la Lega della gioventù comunista, la Lega della vecchia Guardia e la Lega dei pionieri (adolescenti e bambini). Caratteristico del gruppo era il complesso sistema di rituali e di regole di vita dei militanti: essi dovevano dare tutti gli oggetti di lusso al partito (fra cui tostapane, phon per i capelli, giradischi, libri di autori borghesi che erano considerati beni di tipo consumistico e quindi veicoli dell’ideologia borghese) che avrebbe povveduto a rivenderli per ricavare denaro per le iniziative politiche; ad essi, se lavoravano, era consentito di trattenere solo una parte dei guadagni pari al salario di un operaio, mentre il resto andava al partito; ai militanti era proibito severamente avere rapporti extraconiugali, fumare hashish, avere rapporti omosessuali, vestire in modo lussuoso o sconveniente, alle ragazze era sconsigliato portare i capelli lunghi. Grande attenzione, infatti, riservava il gruppo ai temi della moralità comunista e del comportamento familiare e sessuale dei suoi militanti. Ad essi non era consentito sposarsi in chiesa e si consigliava di cercare il coniuge all’interno dell’organizzazione; alla classica cerimonia nuziale veniva sostituito il “matrimonio rosso”celebrato dal più anziano della sede che, dopo la dichiarazione di volontà degli sposi, li congedava con la frase di rito: “Vi dichiaro uniti in nome della Rivoluzione Socialista, andate e generate una sana razza comunista”. Più avanti il gruppo (ormai divenuto partito) ebbe modo di approfondire i suoi punti di vista in materia con un convegno sui problemi della famiglia e della sessualità (titolo del convegno “L’unità della famiglia comunista al servizio della rivoluzione socialista”, Milano, gennaio ‘73) nel quale, dopo aver dichiarato che una eccessiva attenzione verso i problemi della sessualità era sintomo di mentalità piccolo-borghese, si fornirono indicazioni più precise ai militanti in materia di sessualità: era proibita la masturbazione, il coito anale e il coito orale (se non nella fase iniziale del rapporto), l’orgasmo doveva essere unico e simultaneo. In caso contrario, infatti, la coppia avrebbe dimostrato di avere problemi ideologici per cui si prescriveva di parlarne in cellula in modo che i compagni potessero dare aiuto per risolverli. Grande rilevanza nel modello organizzativo dell’UCI era rivestita dal ruolo del suo segretario generale Aldo Brandirali, oggetto di costanti lodi ed anche di canzoni che ne ricordavano i molti meriti proletari. Nel giugno del ‘70, quando già alcuni abbandoni avevano segnato la vita dell’organizzazione, uno scandalo la lacerava portando alla scissione della sua sede romana: il segretario della federazione, Guglielmo Guglielmi, rivolgeva un violento attacco a Brandirali, accusandolo di aver ‘‘fascistizzato l’Unione, di aver promosso il culto della sua personalità, di aver condotto il gruppo su posizioni chiaramente trotzkjiste, di considerare il gruppo come un insieme di sottosviluppati da plagiare...”. Ma soprattutto rilevava particolari sconcertanti sulla vita privata di Brandirali: il possesso di una “Giulia Super”, il vivere in villa, l’avere abitudini abbastanza dispendiose non perfettamente conformi al modello di vita comunista prescritto dallo statuto. Guglielmi veniva immediatamente espulso, ma il prestigio dei dirigenti agli occhi di molti militanti era seriamente scosso. Seguiva una serie di epurazioni nello stesso gruppo dirigente, cui corrispondeva una fitta serie di abbandoni da parte dei militanti di base. Nel marzo del ‘72 l’UCI si trasformava in PCI m-l.

PARTITO COMUNISTA ITALIANO MARXISTA LENINISTA
Nel marzo del ‘72 il congresso dell'UCI m-l decideva la sua trasformazione in Partito, assumendo il nome di PCI m-l. In realtà si trattò solo di una semplice operazione propagandistica: non si era verificata alcuna confluenza nell’UCI e i suoi ranghi, ben lungi dall’infittirsi, si erano pesantemente assottigliati nei mesi precedenti per uno stillicidio di micro scissioni e di passaggi di suoi militanti ad altri gruppi (Manifesto, AO, LC, altri gruppi m-l). Lo stesso gruppo dirigente restò sostanzialmente invariato con Brandirali confermato nella carica di segretario generale. Dopo solo due mesi dalla sua fondazione, il PCI m-l affrontava il terreno elettorale ottenendo solo 85.000 voti in tutta Italia, pari allo 0,2% con punte appena superiori (e comunque ben inferiori all’1%) a Catania e Milano. L’insuccesso elettorale segnò il tramonto di “Servire il Popolo” via via respinto verso l’area dei gruppi più piccoli e marginali. Né valse ad evitare questo destino il tentativo di dar vita ad un “quotidiano murale” di intervento operaio (“La Voce Operaia”), che avrebbe dovuto sostituire il settimanale ma che durò solo qualche settimana. “La Voce operaia” tuttavia restò come giornale aperiodico del gruppo. A partire dalla fine del ‘76 una crisi interna al gruppo, ridotto ormai a dimensioni minime, portò all’espulsione del suo segretario generale Aldo Brandirali. Il nuovo gruppo dirigente, riunito intorno ad Eleonora Fiorani, operò una profonda trasformazione: il gruppo smise gradualmente la sigla di PCI m-l assumendo quello del suo giornale “Voce Operaia”, assunse un modello organizzativo molto più fluido ed informale e, abbandonata l’originaria ortodossia stalinista, si spostò decisamente nell’area dell’Autonomia Operaia partecipando all’ala più estremista del movimento del ‘77. Con il rifluire del movimento “Voce Operaia” si dissolse.

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