ANTONELLA BOTTAZZI (1944-1997) |
|
Quando in Italia non esisteva ancora una “canzone d’autrice” ma soltanto alcune seminali esperienze che non costituivano un vero e proprio filone (ad esempio, quelle di Giovanna Marini o Margherita Galante Garrone), quando Gianna Nannini non aveva pubblicato il suo primo LP e non era stata ancora realizzata la compilation de “Le cantautori”, che può forse rappresentare il primo atto ufficiale del movimento, insomma quando l’essere una cantautrice italiana poteva essere considerato un’utopia più che una realtà già esisteva la cantautrice Antonella Bottazzi. La quale ultima s’illustra nel panorama della musica leggera italiana della prima metà degli anni settanta per le sue “canzoni intelligenti”. Nelle sue canzoncine per i più piccini, che sempre ai più grandi riservavano la doppia lettura, la Bottazzi molto spesso trasfigurava il suo schierarsi a favore di una figura femminile schiacciata da un universo maschile che prevarica e inghiotte. Il suo interesse per le tematiche ecologiche, che traspare da un brano intitolato Un cantico per Frate Francesco, si accompagna ad un’accentuata sintonia con la canzone d’autore francese e i suoi principali interpreti (es. il Leo Ferrè di Paris canaille). L’album culto di Antonella Bottazzi, che trasuda femminismo fin dalla bellissima grafica di copertina, intitolato “Dedicato a te”, è attualmente oggetto di ampia considerazione da parte dei collezionisti di anticaglie viniliche ma anche dei più raffinati estimatori della miglior canzone d’autore italiana. Grande popolarità arride alla cantautrice di Rocchetta Tanaro nei primissimi anni settanta allorquando, scoperta da Marcello Marchesi, fa tanta televisione (“Quattro chitarre più una”, “Per un gradino in più”) e prende parte alle più importanti rassegne canore allora in auge: il Festival di Sanremo del ’74, "Canzonissima '73", "Un disco per l’estate '73", “Senza rete '73”, la prima edizione del “Premio Tenco” nel ’74. Due brani, in questa fase della carriera, arrivano più di altri all’attenzione del grande pubblico: Un sorriso a metà e Per una donna, donna. Quest’ultimo dedicato a Marlene Dietrich, la “prima femminista”. Poi soltanto l’oblio, interrotto una prima volta verso la fine degli anni settanta dalla realizzazione di un album concepito per il mondo dell’infanzia e per quello dei genitori consapevoli. Una seconda volta, qualche anno più tardi, dalle due partecipazioni ad un festival per cantautori della RAI denominato “Un’isola da trovare” con due simpatiche ed ispirate canzoncine appartenenti allo stesso filone. Scompare nel marzo del ’97, dimenticata dai più, avendo lasciato negli animi dei meno la traccia di un passaggio che non è stato invano. |
|
Discografia
|
|
(Scheda a cura di Domenico) |