"la vita di coppia" "il sesso" "salute" "gratis"Clicca qui per contattarci ... saremo felici di rispondervi
"la vita di coppia" "il sesso" "salute" "gratis"
   
il sesso e le sue curiosità  
la vita di coppia
salute
lo sapevate che
 
       
Servizi  

Devi dire qualcosa? Dillo con una cartolina...clicca qui!!!

Vuoi inviare una breve frase a qualcuno? Clicca qui!!!

 

   
   
sfondi, cartoline immagini e tanto altrodivertimento assicurato, con le barze, file pps, file sonori , le massime e le bachecheoroscopo, giochi on-line, meteo, guestbook, chat, programmi utili e tanto altro
 
 

 

DISFUNZIONI

Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders dell'American Psychiatric Association, nella sua ultima edizione (DSM-IV) classifica le disfunzioni sessuali nel modo seguente: (NOTA: Per esserci " disfunzione", si devono verificare contemporaneamente le tre condizioni: A, B e C.)

Disturbo da desiderio sessuale ipoattivo

A Fantasie sessuali e desiderio di attività sessuale persistentemente o ricorrentemente carenti (o assenti). Il giudizio di carenza o assenza viene fatto dal clinico, tenendo conto dei fattori che influenzano il funzionamento sessuale, come l'età e il contesto di vita del soggetto. B L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali C La disfunzione sessuale non è meglio attribuibile ad un altro disturbo psichiatrico (ad eccezione di un'altra disfunzione sessuale) e non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es. una sostanza di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale.

Disturbo di avversione sessuale

A Persistente o ricorrente estrema avversione ed evitamento di tutti (o quasi tutti) i contatti sessuali genitali con un partner sessuale B L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali C La disfunzione sessuale non è meglio attribuibile ad un altro disturbo in asse 1 (tranne un'altra disfunzione sessuale).

Osservazioni:

Disturbo da desiderio sessuale IPOATTIVO E AVVERSIONE SESSUALE

Cause della patologia del desiderio sessuale ipoattivo

Il sociologo Kinsey, già 50 anni orsono, aveva dimostrato che il comportamento sessuale (in particolare quello maschile) si distribuisce secondo una curva ai cui due estremi si collocano da una parte coloro che hanno un desiderio sessuale basso e, dall'altra, quelli che lo hanno molto alto. Questi ultimi possono avere anche 30 o più rapporti sessuali la settimana per molti anni, mentre gli altri avranno una vita sessuale molto povera. Se ne seguiamo una lettura medica, non si può dire che l'uno e l'altro rientrino nella patologia: sono soltanto i due estremi di un fenomeno biologico.

Anche se il DSM-IV ci ha mostrato diagnosi piuttosto precise della patologia del desiderio sessuale, non è facile stabilire, al di fuori di situazioni eclatanti, quale è il limite al di fuori del quale sta la patologia. Spesso si tratta della percezione soggettiva del proprio o dell'altrui desiderio. In questo entrano in gioco fattori individuali e di coppia, aspettative, confronti con esperienze precedenti che possono rendere insoddisfacente ciò che non avrebbe connotati di patologia. Di fatto, il desiderio sessuale sia nell'uomo, sia nella donna, rappresenta un patrimonio che matura seguendo precise tappe biologiche e psicologiche che vedono dapprima il bambino alla scoperta del proprio corpo e quindi del piacere. Si organizzerà ulteriormente poi nella maturazione psicosomatica che si avvia con la pubertà e troverà, nelle prime relazioni di coppia e nei primi accoppiamenti, il terreno dove poter esprimere il grande o piccolo patrimonio conseguito. Tanto migliore sarà stata l'evoluzione psicosessuale, tanto migliore sarà la possibilità di vivere e di esprimere il desiderio

Avversione sessuale e inibizione del desiderio

L’avversione sessuale esprime sempre marcate difficoltà emotive verso il sesso in condizioni psicologiche e psicopatologiche che coinvolgono estrema ansietà, sentimenti di terrore, attacchi di panico e manifestazioni somatiche (nausea, palpitazioni, vertigini e difficoltà alla respirazione). In alcuni casi l’avversione è estesa versa tutti gli stimoli a valenza sessuale, compresi baci e toccamenti. Questa eventualità è associata spesso, come accade in patologie come l’anoressia nervosa, a un disturbo dell’immagine corporea (o comunque a un vissuto negativo del proprio corpo) e a una cattiva elaborazione della propria femminilità. Ne possono essere causa anche esperienze sessuali traumatiche vissute nell’infanzia o nell’adolescenza, quali molestie o abuso sessuale.

A volte la mancanza di desiderio o la sua ipoattività dipendono da inibizioni psicologiche transitorie: un periodo di stress particolarmente intenso, impegni di lavoro più pressanti del solito, preoccupazioni per la salute di un genitore, un periodo di tensione nel rapporto di coppia per un dato problema e tutta la miriade di seccature quotidiane che, quando si accentuano, possono interferire con il desiderio. Di solito, in questi casi, non si arriva a vedere organizzato un quadro clinico; la diminuzione del desiderio sessuale non proseguirà, solitamente, troppo oltre il mantenersi della causa che l'ha scatenata, salvo complicazioni. Infatti, se nella coppia vi è uno stato di tensione latente, di condizioni nelle quali si annida la lotta aspra per il potere, la necessità di reclamare il proprio ruolo e se la comunicazione già difetta, vicende queste piuttosto comuni, si possono innescare reazioni a catena che contaminano più pesantemente il desiderio. Vi sono anche condizioni più precisamente psichiatriche che impediscono a questa energia di esprimersi. In primo luogo, la depressione. Disturbo diffuso, in molte sue gradazioni sintomatologiche, è il responsabile del ritiro di molti desideri dalle opzioni dell'esistenza di un dato individuo. In questa condizione non vi sarà il desiderio di fare l'amore, ma neppure quello di lavorare, di godersi il tempo libero, di frequentare gli amici. Non si tratterà quindi di un problema strettamente sessuale, ma la sessualità sarà una delle tante aree di vita e del comportamento inibite da questa psicopatologia. Diverso è il quadro, evidentemente, se il disturbo depressivo è insorto in seguito ad una disfunzione sessuale. Anche in altri disturbi mentali il desiderio può essere ridotto, come nel disturbo ossessivo-compulsivo, nell'ansia generalizzata e, non raramente, in presenza di psicosi.

Le cause psicologiche di inibizione del desiderio sessuale sono quindi molte: individuali e di coppia, come pure rilevante è la sua dipendenza da condizioni psichiatriche.

Oltre a queste, vi sono una moltitudine di cause organiche che possono portare a riduzione o scomparsa del desiderio che si possono schematizzare per aree:

A) Malattie primitive, maschili o femminili, delle gonadi a origine disgenetica, infiammatoria, degenerativa, tumorale, autoimmune, ecc.

- sindrome di Klinenfelter - sindrome di Turner - sindrome di Reinfenstein - anorchia congenita - orchiectomia/ovariectomia - criptorchidismo - necrosi testicolare da torsione del funicolo - leydigoma - menopausa

B) Alterazioni o patologie ipotalamo-ipofisarie a eziologia infiammatoria, degenerativa, tumorale, autoimmune che determinano quadri di:

- ipopituitarismo globale anteriore - deficit isolato di gonadotropine

C) Cause endocrine maschili e femminili extra-gonadiche

- iperprolattinamia - sindrome di Cushing - morbo di Addison - mixedema - tumore surrenalico femminilizzante - sindrome da carcinoide - pinealoma secernente - sindromi paraneoplastiche

D) Patologie sistemiche

- epatopatie croniche - nefropatie croniche - emopatie - neoplasie - malattie defedanti in genere

E) Diabete mellito

F) Disturbi neurologici

- morbo di Parkinson - epilessia del lobo temporale - traumi cranici - neoplasie del lobo prefrontale

G) Farmaci:

- estrogeni (nell'uomo) - anti-androgeni - reserpina - clorotiazide - spironolattone - alfa e betabloccanti - metildopa - anticolinergici - antistaminici - antidepressivi (in dosaggi inopportuni e con indicazione scorretta) - neurolettici - benzodiazepine - sali di litio - barbiturici - cannabinoidi - allucinigeni - narcotici

In primo luogo, va evidenziata la dipendenza del desiderio sessuale dagli ormoni sessuali, variabile da soggetto a soggetto, e che possono sussistere anche per induzione psicologica in alcune condizioni (la più eclatante è la castrazione).

Una frequente influenza sul desiderio è data dalle patologie sistemiche per effetto di fattori metabolici e psicometabolici. In soggetti cirrotici, malnutriti, con insufficienza renale o con diabete mellito, i processi metabolici rallentano e si ripercuotono prima sulle funzioni dell'organismo, compresa quella sessuale, e poi sull'assetto psicologico. Ne è un esempio paradigmatico il diabete mellito, la cui azione negativa sul desiderio è secondaria alle alterazioni vascolo-nervose indotte da tale patologia.

Tra i farmaci, particoare attenzione va data a quelli di uso più comune, come alcuni antiipertensivi e gli anti-recettori H2 per l'istamina qualche volta ancora usati per la terapia dell'ulcera. Infine alcuni farmaci attivi sul Sistema Nervoso Centrale (antidepressivi, cannabinoidi, narcotici), dopo una prima fase nella quale si può osservare un rilancio del desiderio, fanno seguire un calo dell'attività sessuale, con compromissione della libido.

Aumento del desiderio sessuale

Esistono alcune patologie psichiatriche nelle quali l'eccesso di desiderio sessuale ne rappresenta uno dei sintomi. In particolare negli episodi maniacali, che sono il contraltare di quelli depressivi. In questo disturbo mentale lo stato di eccitamento invade molte aree, attività e comportamenti, compreso quello sessuale. Può essere presente anche in un disturbo di personalità, come il cosiddetto "disturbo borderline". Tra le cause principali, sul piano organico si possono rilevare:

A) Disturbi endocrini

- ipertiroidismo - acromegalia

B) Farmaci

- ormoni sessuali - L-dopa - stimolanti (stricnina) - paraclorofenilalanina

Tra i disturbi endocrini, l'acromegalia è nota da molto tempo come una condizione nella quale la pulsione sessuale è aumentata. Cesare Lombroso definiva gli acromegalici come "strenui amatori" e ricerche successive hanno evidenziato un aumento della libido in soggetti con questa patologia. Tra i farmaci, si deve ricordare come la L-dopa, usata per la cura del Morbo di Parkuinson, provochi un aumento del desiderio sessuale.

Disturbo maschile dell'erezione

A Persistente o ricorrente impossibilità di raggiungere, o di mantenere, un'erezione adeguata fino al completamento dell'attività sessuale. B L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali C La disfunzione dell'erezione non è meglio attribuibile ad un altro disturbo psichiatrico (diverso da una disfunzione sessuale) e non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es. una sostanza di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale.

Osservazioni:

DISTURBI DELL’EREZIONE

I disturbi dell'erezione sono le disfunzioni sessuali sulle quali la ricerca si è maggiormente impegnata, esprimendo risultati importanti sia sul piano speculativo, sia su quello clinico.

Da molto tempo la necessità di differenziare l'etiopatogensi organica da quella psicogena, ha portato alla ricerca di strumenti diagnostici utili a definire questa differenziazione. Il contributo più importante in questa direzione è stato dato dall'osservazione che, durante il sonno, un maschio non affetto da disturbo dell'erezione su base organica, ha erezioni spontanee.

Le prime osservazioni in questo senso furono fatte negli anni 40 da Ohlme Yer che descrisse una sequenza erettiva ricorrente nel sonno che Aserinsky (1955) notò essere correlata alle fasi REM del sonno, quelle nelle quali, di solito, si producono i sogni. Le ricerche successive, fatte a cavallo tra gli anni 60 e 70 da Fisher (1965), Karakan (1966 e 1972) e Jovanovic (1972), dimostrarono poi che nel maschio normale, dalla nascita fino alla tarda età e con un massimo alla pubertà, sono presenti cicli di erezione associati in notevole percentuale alle fasi REM del sonno. In più, Fisher nel 1983, potè dimostrare che anche nella donna si verifica una simile correlazione, anche se con minore costanza, attraverso cicli di vasocongestione pelvica durante le stesse fasi del sonno.

Su queste basi teoriche si sono sviluppati vari tentativi di monitorare l'erezione durante il sonno. Il primo tentativo fu fatto con lo "stamp test" (testi dei francobolli). Al soggetto veniva infatti applicata una striscia di francobolli attorno al pene in stato di riposo. Durante la notte, se la zigrinatura che li divideva era lacerata significava che il pene aveva raggiunto l'erezione. Questa metodica piuttosto naif fu sostituita, alla fine degli anni 70, dal monitoraggio della tumescenza peniena notturna (NPTm). Tecnicamente l'esame consisteva nel collocare due anellini di gomma sul pene a riposo. Durante la notte, tramite il loro collegamento che un apparecchio di registrazione a penna, le variazioni di volume del pene inducevano le variazioni del tracciato. Il suo significato clinico era certamente superiore a quello di tutte le tecniche diagnostiche usate fino a quel periodo. Era possibile riconoscere soprattutto la patologia neurovascolare periferica e differenziarla dai disturbi su base psicogena. Tuttavia anche questa metodica, a causa dei molti falsi positivi e negativi non potè essere considerata attendibile. Il problema più grave era costituito dall'equivoco tra le registrazioni della rigidità, rispetto a quelle della tumescenza del pene, condizioni che esprimono un differente stato di eccitamento e di afflusso di sangue ai corpi cavernosi. Fu quindi messa a punto una nuova metodica, più raffinata e computerizzata, per lo studio delle erezioni notturne, la rigidometria. Basata sul medesimo principio e su una sostanziale identità tecnica con il NPTm ha avuto il pregio di monitorare la rigidità del pene. Pur fornendo un supporto diagnostico molto più soddisfacente, non la si può considerare sempre esaustiva per una diagnosi differenziale certa tra disturbo psicogeno ed organico. Per questo, fin dall'inizio degli anni 70 (Macvar, 1973), fu applicata la metodica dell'esame doppler per lo studio emodinamico della circolazione del sangue nel distretto pelvico. Anche questa indagine non dimostrò una precisione del tutto soddisfacente, dovendo essere talvolta integrata con indagini più invasive come l'arteriografia. Più recentemente, l'utilizzo di un vasodilatatore: la papaverina, per indurre l'erezione tramite la sua iniezione diretta nei corpi cavernosi, ha proposto un cambiamento di indirizzo diagnostico e un possibile supporto terapeutico. Questa metodica è stata superata dalla scoperta che una prostaglandina (PG1) era più adatta allo stesso utilizzo. Prima dell'entrata in commercio del Viagra è stato il trattamento di elezione per molte impotenze vascolari e alcuni disturbi erettivi su base psicogena. Il suo uso non è stato, in ogni caso, soppiantato dal nuovo farmaco.

Principali cause organiche di disturbo dell’erezione

Si possono classificare nel modo seguente:

A) Anormalità morfo-funzionali del pene

- microfallo - ipospadia - epispadia - incurvatura laterale congenita del pene - fimosi - malattia di La Peyronie

B) Cause neurogene:

- lesioni del lobo temporale - sclerosi multipla - traumi e patologie del midollo spinale - neuropatie periferiche

C) Cause vascolari

- falcemia - sindrome di Leriche - aterosclerosi - arteriopatia obliterante dell’arteria pudenda interna - arteriopatia diabetica - trombosi dei corpi cavernosi secondaria a priapismo - alterazioni del reflusso venoso

D) Cause endocrine

- sono generalmente implicate le patologie che alterano il desiderio sessuale

E) Cause chirurgiche

- chirurgia addomino-perineale

F) Farmaci

- estrogeni - reserpina - clonidina - diuretici (in particolare, spironolattone) - anticolinergici - antistaminici - antidepressivi - neurolettici - etionamide - alcool - cannabinoidi - narcotici

Cause psicologiche

Sono responsabili di circa la metà dei disturbi dell’erezione. Alcune possono derivare da malformazioni organiche che possono creare turbe psico-comportamentali. Senza arrivare a evidenze patologiche, la preoccupazione di insufficienza delle dimensioni del pene è un elemento di frequente innesco di difficoltà sessuali. In questo caso si tratta di un’espressione di inadeguatezza nei confronti di modelli di “virilità” ai quali il soggetto si sente in obbligo di uniformarsi e corrispondere. La causa più frequente di disturbo psicologico dell’erezione è la cosiddetta ansia da prestazione. In questo caso il maschio attribuisce all’erezione il compito di accreditare se stesso presso la partner; il rapporto sessuale diventa quindi la testimonianza di essere all’altezza e di poter giocare il ruolo che al maschio compete. Questi “doveri” possono creare uno stato di ansietà che rende impossibile l’erezione. Anche molte condizioni di stress interferiscono negativamente con questa fase della risposta sessuale maschile e, in genere, l’associano a una diminuzione del desiderio. Lo stesso vale per la presenza di quadri di ordine psichiatrico, in particolar modo la depressione.

In linea generale possiamo quindi differenziare tre tipi di disturbi dell’erezione:

- primari quando il soggetto non ha mai avuto la possibilità di beneficiare di un’erezione sufficiente ad un rapporto sessuale completo - secondari quando, dopo un periodo di buon funzionamento sessuale, si instaura un deficit erettivo - situazionali quando soltanto in alcune situazioni non è possibile ottenere e mantenere l’erezione

Disturbo dell'eccitazione

A Persistente o ricorrente incapacità di raggiungere, o di mantenere fino al completamento dell'attività sessuale, un'adeguata risposta di eccitazione sessuale con lubrificazione -tumescenza (reazione di lubrificazione -tumescenza legata all'eccitazione sessuale) B L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali C La disfunzione sessuale non è meglio attribuibile ad un altro disturbo psichiatrico (ad eccezione di un'altra disfunzione sessuale) non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es. una sostanza di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale.

Disturbo dell'orgasmo nella donna

A Persistente o ricorrente ritardo o assenza, dell'orgasmo dopo una fase di eccitazione sessuale normale. Le donne mostrano un'ampia variabilità nel tipo o nell'intensità della stimolazione che induce l'orgasmo. La diagnosi del disturbo dell'orgasmo femminile dovrebbe basarsi sulla valutazione del clinico che la capacità di orgasmo della donna sia minore di quanto ci si aspetterebbe per età, esperienza sessuale, e adeguatezza della stimolazione sessuale ricevuta B L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali. C La disfunzione dell'orgasmo non è meglio attribuibile ad un altro disturbo psichiatrico (ad eccezione di un'altra disfunzione sessuale) e non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza(per es. una sostanza di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale.

Osservazione:

DISTURBO DELL'ECCITAZIONE E DELL'ORGASMO NELLA DONNA

La fase di eccitamento determina nella donna modificazioni morfologiche e funzionali dei genitali. In particolare la lubrificazione delle pareti vaginali. Questa fase di eccitamento può preludere o meno alla risposta orgasmica. Non è frequente il riscontro di disfunzioni orgasmiche su base esclusivamente organica, dato che l'interferenza psicologica ed emotiva è preponderante, quando non determinante, per questa disfunzione.

Vi sono comunque patologie che possono produrre interferenze sui meccanismi fisiologici della risposta riflessa che determina la risposta orgasmica:

A) Cause neurologiche

- sclerosi multipla - sclerosi laterale amiotrofica - tabe dorsale - siringomielia - neuriti e neuropotie - discopatia lombare - paraplegia - mieliti

B) Cause chirurgiche

- chirurgia addomino-pelvico-perineale - chirurgia aorto-iliaca - simpaticectomia toraco-lombare - linfoadenectomia retroperitoneale

C) Cause vascolari

- angina - infarto - ipertensione grave - microangiopatia diabetica

D) Cause endocrine e metaboliche

- ipogonadismi primitivi e secondari - endocrinopatie extragonadiche - diabete

E) Patologie

organiche sistemiche che causano deperimento organico o dolore cronico

F) Farmaci

- antidepressivi serotoninergici e inibitori delle MAO - sedativi - alcool - narcotici - progestinici - bloccanti alfa-adrenergici Questa ultima classe ha azione negativa sull'orgasmo dipendentemente dalle dosi utilizzate e, in genere, questi farmaci interferiscono anche con il desiderio sessuale.

Il disturbo dell'orgasmo è tuttavia quasi sempre dipendente da questioni di natura psicologica o relative a quelle che originano nella coppia.

Va premesso che non è considerata clinicamente anorgasmica una donna che riesce ad ottenere l'orgasmo mediante la masturbazione e non con il coito.

A questo proposito, la sessuologa americana Zussman, negli anni 80, sosteneva che nessuna donna è anorgasmica. Coloro che non riescono a raggiungere l'orgasmo hanno avuto la sventura, diceva, di trovare un cattivo "giardiniere", non in grado di sollecitare ciò che sarebbe stato possibile. Non è certo solo questa la causa dell'anorgasmia, anche se un tale aspetto non è mai da sottovalutare.

Più frequentemente il disturbo deriva da un cattivo rapporto con la sessualità ed in particolare con il piacere. Vi sono donne che quando sentono salire l'intensità dell'eccitamento non si concedono di andare oltre, provando talvolta un marcato senso di ansietà. Ciò dipende, di solito, da un'educazione molto repressiva nei confronti delle cose del sesso e della possibilità di acquisire piacere dagli eventi della vita. In altre circostanze si può verificare l'omologo di quella che nel maschio è chiamata "ansia da prestazione". L'aspettativa di arrivare all'orgasmo crea tensione e un'attenzione tanto disturbante a ciò che è desiderato, che toglie la possibilità di vivere in rilassatezza ed abbandono l'esperienza sessuale.

Disturbo dell'orgasmo maschile

A Persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell'orgasmo dopo una normale fase di eccitazione sessuale nell'ambito di una attività sessuale che il clinico, tenendo conto dell'età del soggetto giudica adeguata per localizzazione, intensità e durata B L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali. C La disfunzione dell'orgasmo non è meglio attribuibile ad un altro disturbo psichiatrico (ad eccezione di un'altra disfunzione sessuale) e non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es. una sostanza di abuso, un farmaco)o di una condizione medica generale.

Osservazione

EIACULAZIONE RITARDATA E IMPOSSIBILE

EIACULAZIONE RITARDATA

Sono variamente distribuite tra organiche e psicogene. L’eiaculazione ritardata non rappresenta, di per sé, un’entità patologica. Nella cultura orientale è addirittura una pratica che attinge le sue radici in fondamenti filosofici. Il cosiddetto “coito riservato” infatti è una pratica che, secondo la filosofia Zen, fa sì che il maschio continui a fare l’amore senza mai eiaculare anche per molte ore, con lo scopo di attingere energia dalla donna e di non disperdere la propria. Nella nostra cultura ciò di solito non avviene e l’eiaculazione ritardata si può presentare soprattutto in condizioni di scarso eccitamento. Tra le cause organiche che la inducono e che inducono, ancor più precisamente, l’eiaculazione impossibile, troviamo:

A) Cause neurologiche

- tumori o traumi del midollo - sclerosi multipla - morbo di Parkinson - neuropatie

B) Cause endocrino-metaboliche

- ipotiroidismo - diabete

C) Cause chirurgiche

- interventi nel distretto addomino-pelvico-perineale

D) Farmaci

- bloccanti alfa-adrenergici - neurolettici - antidepressivi triciclici e serotoninergici - alcool - metoclopramide - cannabinoidi - narcotici In particolare sono i farmaci antidepresivi triciclici e serotoninergici che presentano come frequente effetto collaterale il ritardo dell’eiaculazione.

EIACULAZIONE IMPOSSIBILE

Occorre fare una differenziazione tra a) il quadro clinico completo, nel quale non vi è eiaculazione e neppure orgasmo; b) le condizioni nelle quali non vi è eiaculazione, ma è mantenuta la sensazione orgasmica; c) quelle situazioni in cui vi è eiaculazione senza orgasmo.

Nella situazione a) le cause organiche sono assimilabili a quelle viste per l’eiaculazione ritardata. Sul piano psicologico, solitamente, si tratta di una conseguenza di un quadro ossessivo, caratterizzato da una necessità di controllo che si riverbera anche sulla sessualità. Nella situazione b) posiamo essere di fronte a quella che si definisce eiaculazione retrograda, con orgasmo quindi mantenuto, ma mancanza di emissione di sperma che, invece, viene spinto in vescica. Ne possono essere causa:

A) Problemi chirurgici

- esiti di prostatectomia - interventi di simpaticectomia addominale - chirurgia dell’aorta addominale - linfoadenectomia retroperitoneale

B) Diabete mellito

C) Farmaci

- tioridazina

Quando invece all’esame delle urine non sono presenti spermatozoi, si è di fronte ad un orgasmo anaeiaculatorio, che può essere determinato da:

A) Cause chirurgiche

- distruzione delle vie simpatiche addominali - blocco dei deferenti a livello del collicolo prostatico da cause infiammatorie o traumatiche e post-chirurgiche

B) Cause endocrine

- ipogonadismi primitivi e secondari (vi è diminuzione di eiaculato per deficit di testosterone)

C) Farmaci

- bloccanti alfa-adrenergici

Nella situazione c) il normale riflesso eiaculatorio non è accompagnato da orgasmo.

Di solito tutte le fasi della risposta sessuale si susseguono normalmente e l’erezione è mantenuta per diversi minuti dopo l’eiaculazione. La sola causa organica di questo disturbo è da attribuirsi ad una patologia del midollo spinale. Di solito le cause sono psicologiche, con meccanismi psicosomatici che bloccano il piacere. Spesso si tratta di un sintomo dell’area isterica.

Eiaculazione precoce

A Persistente o ricorrente eiaculazione a seguito di una minima stimolazione sessuale prima, durante, o poco dopo la penetrazione e prima che il soggetto lo desideri. Il clinico deve tenere conto dei fattori che influenzano la durata della fase di eccitazione, come l'età, la novità del partner sessuale o della situazione e la frequenza recente dell'attività sessuale B L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali. C L'eiaculazione precoce non è dovuta esclusivamente agli effetti diretti di una sostanza (per es. astinenza da oppiacei).

Osservazioni:

EIACULAZIONE PRECOCE

Si tratta di una disfunzione che, nella stragrande maggioranza dei casi, dipende da cause psicologiche.

Va detto subito che, tuttavia, non va considerata come patologia nei giovani, nei quali la risposta sessuale può essere fisiologicamente più accelerata che in epoche successive. La sua base psicopatologica è rappresentata dall’ansia. Si tratta di una disfunzione sessuale abbastanza recente, dato che, fintanto che il piacere femminile era considerato un optional, il fatto che il maschio eiaculasse in poco o molto tempo non faceva un gran differenza né esperienziale, né clinica. Il centro del sintomo è rappresentato dalla circostanza che l’eiaculatore precoce non ha il controllo automatico della propria eiaculazione e ciò lo porta a sentirla accadere prima di quando desideri (e con lui la partner). Tuttavia vi sono anche cause organiche che, pur se non frequentemente, inducono questo sintomo:

A) Patologie del glande

- frenulo corto - stati infiammatori acuti o cronici

B) Patologie delle vie urinarie

- uretriti - vesciculiti - prostatiti

C) Patologie neurologiche

- sclerosi multipla - tumori midollari - spina bifida

D) Altre situazioni fisio-patologiche

- stress - ipertiroidismo

F) Farmaci

- simpaticomimetici - antidepressivi inibitori delle MAO

Queste condizioni, in particolare quelle legate a patologie delle vie genito-urinarie, devono essere valutate con attenzione prima di avviare un soggetto a un trattamento psicologico.

Dispareunia (dolore durante il coito)

A Ricorrente o persistente dolore genitale associato al rapporto sessuale in un maschio o in una femmina. B L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali. C L'anomalia non è causata esclusivamente da vaginismo o da mancanza di lubrificazione, non è maglio attribuibile ad un altro disturbo psichiatrico (tranne un'altra disfunzione sessuale), non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es. una sostanza di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale.

Osservazioni:

DISPAREUNIA

Il dolore durante il coito può essere evento che colpisce sia il maschio, sia la femmina. Può essere dovuta a mancanza di lubrificazione, ma in questo caso si tratta di una disfunzione della fase di eccitamento.

NEL MASCHIO

Dal punto di vista organico le cause possono essere suddivise in:

A) Dolore durante l’erezione, causato da:

- fimosi o parafimosi - frenulo corto - ipospadia - traumi del pene - balanite o balanopostite - infiammazioni della mucosa o della cute acute o croniche - uretriti - curvatura congenita del pene - sindrome di La Peyronie

B) Dolore durante la penetrazione, causato da:

- fimosi o parafimosi - frenulo corto - balanite o balanopostite - infiammazioni della mucosa o della cute acute o croniche - uretriti - curvatura congenita del pene

C) Dolore durante l’eiaculazione, causato da:

- iperplasia prostatica - prostatiti - cancro della prostata - uretriti - stenosi uretrali - cancro dell’uretra - vesciculiti - epididimiti - orchiti - condilomi acuminati - ernia inguinale - torsione del funicolo - spasmo o colica del cremastere

NELLA DONNA

Nella donna si può suddividere:

A) Dispareunia esterna, dovuta a:

- ipoplasia vaginale - imene intatta o fibrosa - vaginismo - patologie del clitoride - vulvo-vaginiti infiammatorie o atrofiche - uretriti - postumi di episiotomia - postumi di terapia radiante

B) Dispareunia interna, dovuta a:

- uretriti trigoniti - cistiti - infiammazioni del collo dell’utero, acute o croniche - endometriosi - infiammazioni pelviche acute o croniche - retroversione fissa dell’utero - congestione pelvica - proctiti - gravidanza ectopica - patologia ovarica - postumi di interventi chirurgici locali - alterazioni anatomiche del pene (dimensioni eccessive, sindrome di La Peyronie) - traumi da parto

C) Dispareunia durante l’orgasmo dovuta a:

- spirale - gravidanza - stati iperestrogenici

Oltre a tutte queste possibilità di origine organica del disturbo, vi sono molte condizioni psicologiche che lo possono determinare. In particolare il dolore può insorgere quando vi è la paura del piacere ed il suo evitamento. Può essere anche in gioco una problematica del rapporto di coppia, laddove il dolore è una modalità che fa evitare l’incontro sessuale indesiderato. In questi casi occorrerà fare attenzione alla diagnosi differenziale con un disturbo dell’eccitamento che non permetterà alla donna di lubrificarsi. In linea generale, anche se un po’ grossolanamente, sarà più probabile essere di fronte ad una dispareunia su base psicogena se il dolore comparirà già all’inizio della penetrazione, mentre se si presenterà a penetrazione completa potrà essere più probabile una causa organica.

Vaginismo

A Ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura del terzo esterno della vagina, che interferisce col rapporto sessuale. B L'anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali. C L'anomalia non è meglio attribuibile ad un altro disturbo psichiatrico (per es. disturbo di somatizzazione) e non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una condizione medica generale.

Osservazioni:

VAGINISMO

Le cause sono, in grandissima prevalenza, psicologiche. La sua natura organica può dipendere da un imene rigido o, più frequentemente, da una reazione a dolore persistente durante il coito. IL vaginismo è la causa più frequente di matrimoni bianchi. Nel 1957, il rapporto Kinsey ne riportava il 2% di tutte le patologie sessuali, nel 1988 Renshaw il 5% e nel 1990 Spector il 15%. Si tratta di una patologia molto più diffusa di quanto non si creda, che dipende da uno spasmo involontario dei muscoli pelvici e perineali che circondano l’ingresso e le pareti della vagina. Tale riflesso entra in gioco di fronte ai tentativi di penetrazione. L’origine psicologica a volte è ben evidente, associandosi a fobia del sesso, alti livelli di ansia, magari causati da esperienze sessuali traumatiche, come violenze od abusi. Nella maggior parte dei casi non vi è però un riscontro psicologico eclatante, se non una cattiva organizzazione della sessualità dovuta, in special modo, alla crescita in un ambiente sessuofobico.

Questo materiale è stato preso dal sito http://www.benessere.com


 
 
SEnza seNSO Team
     
contribuisci !!!

C'è un nuovo servizio di
SEnzaseNSO BLOG
, puoi anche tu dire la tua
blog di SEnzaseNSO

 
Novità

 

Iscriviti al Vaffanculo Day

 
SFONDI
Cerchi uno sfondo per il tuo P.C.? Clicca qui!!!