Spunti di riflessione
dalla psicologia dell’evoluzione
L'evoluzione della specie umana ha
comportato modificazioni anche a livello psicologico. La Psicologia
dell'Evoluzione si occupa di studiare tali cambiamenti e le
loro implicazioni. In questo articolo si analizzano i rapporti
di coppia dal punto di vista della Psicologia dell'Evoluzione
e si propongono delle "regole" (o dei consigli)
per migliorare tali rapporti e rendere la coppia duratura.
Studi hanno dimostrato che il cervello
degli esseri umani nel maschio e nella femmina funziona in
maniera diversa, specialmente a livello di attitudini mentali.
La donna ha sviluppato un tipo di comunicazione verbale e
intuitiva dei sentimenti, per cui il cervello femminile è
molto più portato all’intimità, all’interiorità,
all’intuizione, all’espressione verbale. L’uomo
ha sviluppato un’altra attitudine, per cui eccelle nell’orientamento
spazio-temporale, nella logica.
Da questi studi si è capito
che il nostro cervello è di una estrema plasticità,
la nostra mente si è forgiata nel rapporto con l’ambiente
nei secoli, durante l’evoluzione dei secoli. Per quanto
riguarda i rapporti di coppia, dalla Psicologia dell’Evoluzione
possiamo ricavare due notizie, una buona e una cattiva: la
buona è che gli esseri umani sono geneticamente destinati
ad innamorarsi, non c’è niente da fare (non tutte
le specie di animali o di ominidi conoscono l’innamoramento).
Ci si innamora anche con il naso, grazie ai ferormoni, messaggi
chimici che la persona che ci fa innamorare emette. La cattiva
notizia è che le coppie non sono necessariamente destinate
a restare unite, o a durare eternamente. E’ naturale
arrivare a perdere interesse per il partner, trovarlo poco
attraente e accompagnarsi a un’altra persona.
Nel 1987 nel libro "La scimmia
nuda", Desmond Morris affermava che la natura (l’evoluzione)
porta naturalmente l’uomo verso la coppia. Sembrava
un discorso molto fondato, suffragato anche da osservazioni
sul comportamento animale: in alcuni pennuti (piccioni) si
era scoperta la monogamia. ...poi si è osservato che
anche le femmine ed i maschi di piccione tradiscono!
Le femmine tradiscono quando questo
giova alla specie (quando avere più amanti serve a
tirar su i piccoli). Questo è il concetto evolutivo:
l’evoluzione va in ordine all’interesse della
specie, l’individuo non conta nulla, conta la specie.
Sono i geni del più forte che vanno trasmessi. L’individuo
può anche morire, scomparire.
Nella civiltà umana l’evoluzione
ha fatto sì che, oltre a trasmettere i geni, sia nata
una forte componente genitoriale a servizio del piccolo dell’uomo.
L’uomo ha inventato l’amore romantico, l’amore
di coppia, che però non è destinato a durare
in eterno, è un amore che può anche finire,
può esaurirsi. L’idea della sacra famiglia, dal
punto di vista scientifico dell’evoluzione, è
un mito.
Sternberg, professore di psicologia
e pedagogia a Jale, ha teorizzato un concetto di amore completo,
sulla base di tre componenti fondamentali: l’impegno
come componente cognitiva, l’intimità come componente
emotiva e la passione come componente motivazionale dell’amore.
Si può visualizzare l’amore come un triangolo
in cui quanto maggiori sono impegno-intimità-passione,
tanto più grande è il triangolo e più
intenso l’amore.
Nelle ricerche statistiche si è
visto tuttavia che col tempo, tutto, all’interno della
coppia, tende a diminuire.
Nelle coppie studiate calano: le capacità
di comunicare, l’attrazione fisica, il piacere di stare
insieme, gli interessi comuni, la capacità d’ascoltare,
il rispetto reciproco, il trasporto romantico, tutti dati
che Sternberg ha rilevato come naturalmente orientati ad esaurirsi,
se non si fa qualcosa. E’ importante dunque sapere cosa
aspettarsi col tempo, avere prospettive realistiche, circa
quello che si potrà avere. Dunque, dal punto di vista
della Psicologia dell'Evoluzione, la coppia serve per indurre
il maschio umano a investire nella dimensione genitoriale,
in modo che il cucciolo d’uomo abbia due genitori solidali
a farlo crescere, questo ha condotto l’evoluzione della
specie umana (oltre che il bisogno di trasmettere i geni).
Motivo centrale per cui uomini e donne
s’innamorano pare sia il vantaggio genetico dell’avere
due genitori dediti al benessere del cucciolo umano. Tuttavia
il termine innamoramento, come la parola amore, fa pensare
a qualcosa di stabile, di duraturo, di simmetrico, di statico,
ma è un’idea fuorviante di amore: proprio per
avere un alto investimento parentale maschile la femmina può
essere indotta all’infedeltà, per amore della
specie anche le donne tradiscono (stiamo parlando sempre dal
punto di vista dell’evoluzione della specie).
Darwin era convinto che l’umana
fosse l’unica specie animale morale, etica. E’
vero cioè che possiamo decidere, approvare, disapprovare
un comportamento, abbiamo la capacità tecnica di condurre
una vita ragionevole alla luce della consapevolezza, della
memoria, del giudizio; questo per quanto riguarda la psicologia
dell’evoluzione della specie.
Per l’evoluzione nostra, dell’individuo,
che spinta abbiamo a vivere in coppia?
Nella nostra evoluzione personale ci
sono due momenti fondamentali: si passa dall’autocentrismo
all’allocentrismo. L’autocentrismo è nelle
primissime fasi della vita (narcisismo primario e narcisismo
secondario) quando il bambino non vede altro che se stesso:
io, io e basta! Quando l’investimento è tutto
in se stessi. Poi c’è l’allocentrismo,
quando si arriva all’altruismo: lo spirito naturale
porta all’incontro del tu, alla scoperta dell’altro,
alla creazione della coppia, con diverse attitudini e sfaccettature:
l’attitudine omosessuale, l’attitudine bisessuale
e l’attitudine eterosessuale.
In effetti, quando facciamo dei test
di orientamento sessuale, lo spettro delle possibilità
umane si estende a sette situazioni di soggetti:
esclusivamente eterosessuali prevalentemente
eterosessuali, ma in alcune circostanze con tendenze omosessuali
prevalentemente eterosessuali, ma con una forte componente
omosessuale essenzialmente bisessuali omosessuali, ma con
una forte componente eterosessuale omosessuali, ma in alcune
circostanze con tendenze eterosessuali esclusivamente omosessuali
In una recente ricerca fatta a Los
Angeles su 11000 studenti universitari, tutti etero dichiarati,
è risultato che un terzo (circa 3500) avevano avuto
esperienze omosessuali soddisfacenti (in un clima come a Los
Angeles e a San Francisco le persone possono riconoscere le
proprie componenti omosessuali senza inibizioni).
Silvia Vegetti Finzi nel suo libro
"A piccoli passi" fa vedere come si va verso l’eterosessualità,
non è detto che tutti ci si debba arrivare: dai tre
ai cinque anni il bambino costruisce la sua identità
sessuale nel rapporto passionale con il genitore dell’altro
sesso. Quando il processo avviene naturalmente il bambino
rinuncia a malincuore a una parte di sé, quella maschile
o femminile, e costruisce la propria identità; questa
parte di sé a cui rinuncia va nell’inconscio.
Ecco perché avere fantasie bisessuali è normale.
Però c’è una parte di bambini che, in
una specie di delirio di onnipotenza, non cresce perché
non rinuncia a niente, né alla parte maschile, né
a quella femminile: bisessuali sarebbero gli eterni immaturi,
colore che non si decidono ad essere né etero, né
omosessuali.
Secondo Willy Pasini i bisessuali si
dividono in due tipi: gli immaturi, che non hanno scelto e
gli ipermaturi, che hanno deciso di non scegliere, non hanno
bisogno di schierarsi. La maggiore o minore diffusione della
bisessualità in una società dipende dall’alternante
prevalere del modello greco o del modello romano. Per il modello
greco possiamo riferirci al 1968, epoca della liberazione
sessuale, la pulsione rivolta verso ogni oggetto (il simposio
di Platone). Il modello romano è quello che si ferma
sull’oggetto, e distingue di un oggetto secondo natura
e di un oggetto contro natura (anni ’80). Negli anni
’90 c’è una situazione di conflitto: i
due modelli sono in alternanza. Secondo gli studiosi pare
che le donne negli anni ’90 siano più a loro
agio nella flessibilità totale dei ruoli sessuali.
Gli immaturi, tra i bisessuali, sono
inquieti, agitati, tesi, timidi. Gli ipermaturi sono coloro
che, con disinvoltura, una volta amano un uomo e una volta
una donna. Dagli studi risulta in realtà che le donne
si muovono bene in questa dimensione, di solito hanno storie
con più uomini. Gli uomini bisessuali hanno qualche
donna, ma hanno più uomini, tendono più all’omosessualità.
I veri bisessuali sono in realtà pochi. Potrebbe esserci
una mancanza di autoriconoscimento, difficoltà a riconoscersi
omosessuali.
Martin Valbe nel suo libro "Attrazione
duale" ha studiato 800 bisessuali di San Francisco. Ha
trovato tante risposte tranquille: una percentuali di questi
bisessuali ha un bimenage: stanno contemporaneamente con un
uomo e con una donna (circa un terzo).
Per molti è confortante passare
per bisessuali: il lato etero viene vissuto alla luce del
sole, il lato omo nell’ombra. Quando Willy Pasini parla
di ipermaturi, parla di questo atteggiamento di difesa, di
colui che sta bene dov’è, ci si nasconde l’orientamento
di fondo più significativo, più profondo, ma
ci sono anche varie fasi della vita, verso la vecchiaia, per
es. c’è un ritorno all’omosessualità.
La cosa importante sarebbe arrivare
all’accettazione della propria sessualità così
com’è, e viverla come la migliore per sé,
nel proprio momento evolutivo.
Ma quand’è che la coppia
dura? Come abbiamo visto, Sternberg descrive tre dimensioni
dell'amore di coppia: quella dell’attrazione fisica,
della passione (quando si dice "ti desidero"), quella
dell’intimità, qui ci sono i sentimenti, l’innamoramento,
l’intimità costruita col tempo (cioè il
"ti amo") e quella dei fattori cognitivi (cioè
del "ti scelgo").
Non c’è niente come l’attrazione
fisica che generi infatuazione, amori fatui, che durano poco.
L’attrazione fisica soggiace alla legge dell’assuefazione,
dopo un po’ c’è bisogno di cambiare, anche
se è già una buona base essere attratti da una
persona.
Molta più durata dà la
dimensione affettiva, i sentimenti, l’innamoramento.
Ma quello che dà stabilità alla coppia è
la scelta volontaria, basata su fattori come le affinità
elettive, i valori, la storia condivisa (qui ci stanno anche
i valori etici, i valori morali e religiosi). Qualcuno sviluppa
una coscienza etica illuminata dalla fede, si scopre che si
hanno gli stessi valori. L’amore completo e quello che
dà stabilità, è questo lato del triangolo,
la scelta di non andare sempre là dove ti porta il
cuore o l’istinto: si sposa un destino, non solo una
persona che piace, si sposa una storia.
Ed ecco alcuni pareri ...
Willy Pasini dice che l’amore
che dura è regrediente e progrediente: ciò che
unisce una coppia è l’aver fatto insieme un cammino,
come due che hanno fatto la guerra, l’università,
una vita matrimoniale insieme... Hanno costruito una storia
di coppia. Ma non basta il motivo regrediente, ci deve essere
anche quello progrediente: bisogna anche condividere i progetti
del futuro.
Alberoni afferma che ci deve essere
una continua possibilità: da una parte si ha bisogno
della sicurezza di amare e di essere amati (amore come intimità),
dall’altra c’è un declinarsi continuo tra
la fedeltà e la possibilità all’infedeltà.
La tranquillità non è un sedersi, un sentirsi
arrivati: la realtà è una tensione dinamica.
Caffaro propone invece il desiderio
antidivorzio, un sesso più soft, meno consumato, meno
frettoloso, che non si brucia nel breve tempo, corroborato
dalla dimensione dell’amicizia, con la quale si diventa
complici. Non è in fondo importante sapere con chi
stare, ma chiedersi " cosa posso diventare, come posso
realizzarmi stando accanto a una persona " (fare una
tabula presentia e una tabula absentia e valutare i pro e
i contro, i vantaggi e gli svantaggi di stare con una persona,
serve molto meno, la somma spesso è uguale a zero).
Non pensiamo di essere incanalati in
un percorso prestabilito, predisposto. Cerchiamo di integrare
i conflitti (il bisogno di avventura e il bisogno di tranquillità):
Jung affermava che ognuno ha da realizzare in sé la
sintesi complessa, razionale e specifica, delle proprie incompatibilità
e contraddizioni.
Dieci regole (o consigli) per stare
bene insieme
1. Non pretendete di dividere tutto
con il partner. "Separarsi" ogni tanto fa bene:
ricorda che oltre all’amore c’è il resto
del mondo.
2. Fate sì che i vostri corpi
diventino "amici": coltivate il piacere di dormire
abbracciati, di toccarvi, di fare la doccia insieme...
3. Trovate un collega con il quale
confidarvi e sfogare le eventuali insoddisfazioni professionali:
il fidanzato non può assorbire sempre il vostro malcontento.
Col tempo potrebbe diventare insofferente.
4. Festeggiate i vostri anniversari.
I rituali creano uno stacco dalla routine quotidiana e sono
il pretesto per "fare il punto" della situazione
affettiva.
5. Non cercate di cambiare il partner.
Si può chiedergli di modificare un atteggiamento che
vi dà fastidio, ma se non vi accontenta forse è
perché non può cambiare.
6. Non rinunciate a sperimentare. Anche
se sul piano sessuale tutto funziona a meraviglia, cercate
di scoprire le corde più nascoste del vostro erotismo
e del suo.
7. Non esagerate in tattiche, strategie,
bugie. Il mondo di Beautiful è solo in tv: nella quotidianità,
sincerità e comunicazione diretta sono una grande atout
per la durata.
8. Giocate con il partner. Soprattutto
non vergognatevi di mostrare il vostro lato più infantile
e spontaneo: questo dà la misura di quanto potete affidarvi
l’una all’altro.
9. Non rovesciate sulla coppia i vostri
problemi psicologici. E resistete alla tentazione di usare
il partner come uno psicoterapeuta: lui non può aiutarvi
realmente (è troppo coinvolto con voi) e prima o poi
vi vedrebbe come un paziente da curare, non una persona da
amare.
10. Ricordate di dire spesso vostro
compagno quello provate per lui. Lo sa già? Non importa:
sentirselo ripetere è diverso.
Questo materiale è stato preso
dal sito http://www.benessere.com
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