Questa parla del giorno del mio
compleanno, mi sentivo tanto solo..
Oggi sono ancora qui
vivo come ventuno anni fa,
vorrei essere quello che non sono: un bambino.
esperienze: non sono mai abbastanza ho
ancora da soffrire e piangere per capire che.
sono ancora vegeto.
Della vita non ho provato molto e
non so abbastanza, non ho letto quasi nulla.
E mi ritrovo solo, su questa nave
In mezzo all’Oceano Indiano..
Sotto di me c’è il profondo,
sopra invece l’infinito.
E’ già notte e c’è sempre la solita luna
forse un po’ diversa, è la luna turca.
ormai è la mia unica amica
alla quale riesco a parlare sinceramente e
so che non mi tradirà mai..
ma non può aiutarmi molto.
Vorrei fuggire da qui.
Vorrei camminare sull’acqua come San Francesco,
ma non saprei quale direzione prendere,
qui è tutto uguale,
forse sceglierei quella dove c’è più luce,
anche se so, che una nuova alba, nascerà dalla parte opposta..
son sicuro che mi perderei
e rinuncio a tutto,
e mi aggrappo ancor di più alle corde d’acciaio
che cingono questa nave,
questa casa galleggiante,
ormai succube da un forzato e assiduo
frequentamento di medesime persone.
Ho la rabbia nel sangue..
Vorrei qualcuno vicino
Per non sentirmi tanto solo.
Qualcuno cui stringere la mano,
sentire il suo calore,
avere una parola amica..
Solo così riuscirei a dimenticare la mia
Solitudine,
… a sentirmi in compagnia da qui per tutta la vita.
Giuseppe Sacco - Mare
aperto bordo 29/10/1982
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