Nave Audace D 5Nave Audace D 55151

Foto Giuseppe Sacco

Nave Audace D 551

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Giuseppe Sacco
   

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Raccolta Poesie  ( 18 poesie ▼ )     Raccolta foto ( 18 foto )


Nome Giuseppe
Cognome Sacco
Nato il 29 Ott.
Nato a Acquappesa
Provincia CS
Residente Guardia Piemontese Terme
Provincia CS
Grado  
Categoria Cuoco
Servizio  
Contingente  
Città C.A.R.  
Data C.A.R.  
Tipo ferma  
Matricola  
Città corso  
Data corso  
Imbarco 10-11-1981
Sbarco 10-11-1982

 

Raccolta Foto

 
Poppa

 
 BRC - 1982

 
BRC mare aperto 1982

 
BRC mare aperto 1982

 
Giuseppe Sacco e Massimo Rizzi ( sulla destra del gruppo in piedi )

 
Piramidi

 
***

 
***

 
I cuochi di Nave Audace anno 1982

 
Si mangia ! ( da sinistra - Mannarino - Sacco - Nieddu )

 
Cucina - 1981-1982

 
Cucina - 1981-1982

 
Sacco - capo Mureo

 
Sacco - capo Mureo Gruppo

 
Mogadicsio ottobre 82  Luciano Mannarino Giuseppe Sacco

 
Giuseppe Sacco - Carlo Stresino Gruppo

 

▲ Inizio Pag.

 


           Raccolta poesie di Giuseppe Sacco        

 

 ... Aria vado a poppa …

Laggiù nel profondo del mare

Si sta muovendo un’onda.

Travolge la mia realtà.

...Certo è difficile per Voi capire

Perché non avete mai provato

Nel mare senza confini.

Su c’è il cielo e attorno… i ricordi, le amarezze

La voglia di fuggire da qui

Ecco la sera

Più bella e misteriosa che mai

Senza cri-cri dei grilli e cuculi ma

L’infinito buio e le stelle

Di quest’ultime ne scelgo una a caso…

Quella che brilla di più e gli do vita,

un nome

magari quello del mio amore.

Convinto che questa illumina pure

la persona amata

e il riflesso, come per una magia astrale

fa percepire i miei pensieri, le mie parole

E tutte le sere è la, puntuale, e

Mi affretto per andare a vederla, a parlargli…

E ricomincio a fantasticare…

E tra un’altra sigaretta,

il rumore della nave,

l’onda della scia a sbattersi su di essa

come per montarsi…

non mi rendo conto che intanto sto

andando su e giù tra la Sicilia e la Grecia

che è tardi

e domani sono di guardia alle 05,00

    Giuseppe Sacco - Mare aperto, bordo li 15/06/1982


Dedicata a Nave Audace

 GLORIA AUDACE COMES

                ( La gloria sta con gli audaci )

 Siamo saliti su questa nave

abbiamo   gridato nel mare

e abbiamo giocato con le onde

E le nostre lacrime non bastavano ad

allietare il dolore.

L’energia era sottozero..

E il nostro sguardo fisso su, in alto

Il pianto di qualcosa di nostro e di molto lontano

serviva a farci sentire uomini

a stringerci ancora di più

a qualche ricordo a qualche canzone.

Siamo stati grandi!

E qui dopo tanto è tornata la luce

Sono rinati i colori..

E il viaggio continua, la nave va avanti

sempre con marinai pieni di speranza e di gloria

E con la voglia di lottare

contro il mare antagonista

      Giuseppe Sacco -  26/11/1982


Avevo conosciuto una ragazza a Barcellona

Per Miriam

Partii tempo addietro

Ma niente riusciva a fare durare ancora un po’

il nostro sogno.

Era già tutto previsto.

Come pure che non ci saremmo rivisti più.

Ora la tua immagine è sbiadita

ma il mio cuore è rimasto la, sulla costa.

E, insieme al malinconico Cristoforo Colombo,

l’ho visto allontanarsi con la città.

E la tua voce mi arrivava confusa

nell’ingrandirsi del cielo e del mare.

Le promesse legate al filo della speranza

dove il tempo spezza ogni sentimento.

    Giuseppe Sacco -  24/06/1983


Questa parla del giorno del mio compleanno, mi sentivo tanto solo..

 

 Ventuno anni

Oggi sono ancora qui

vivo come ventuno anni fa,

vorrei essere quello che non sono: un bambino.

esperienze: non sono mai abbastanza ho

ancora da soffrire e piangere per capire che.

sono ancora vegeto.

Della vita non ho provato molto e

non so abbastanza, non ho letto quasi nulla.

E mi ritrovo solo, su questa nave

In mezzo all’Oceano Indiano..

Sotto di me c’è il profondo,

sopra invece l’infinito.

E’ già notte e c’è sempre la solita luna

forse un po’ diversa, è la luna turca.

ormai è la mia unica amica

alla quale riesco a parlare sinceramente e

so che non mi tradirà mai..

ma non può aiutarmi molto.

Vorrei fuggire da qui.

Vorrei camminare sull’acqua come San Francesco,

ma non saprei quale direzione prendere,

qui è tutto uguale,

forse sceglierei quella dove c’è più luce,

anche se so, che una nuova alba, nascerà dalla parte opposta..

son sicuro che mi perderei

e rinuncio a tutto,

e mi aggrappo ancor di più alle corde d’acciaio

che cingono questa nave,

questa casa galleggiante,

ormai succube da un forzato e assiduo

frequentamento di medesime persone.

Ho la rabbia nel sangue..

Vorrei qualcuno vicino

Per non sentirmi tanto solo.

Qualcuno cui stringere la mano,

sentire il suo calore,

avere una parola amica..

Solo così riuscirei a dimenticare la mia

Solitudine,

… a sentirmi in compagnia da qui per tutta la vita.

        Giuseppe Sacco - Mare aperto bordo 29/10/1982

 

Questa mi è stata ispirata dall’Audace vedendola da una banchina, prima di partire per un esercitazione.

  CT AUDACE DDH 551

 A te che passi immensità di acque,

Che percorri infinità di miglia,

portando con te anime imprigionate

negli sperduti orizzonti.

Lasciando a ognuno di loro

La speranza di ritornare.

Trasportando con te fatiche e avventure.

Fedeli gabbiani seguono la tua ambigua rotta.

Canzoni stonate contornano la tua voce meccanica

rompendo lo specchio del mare.

Graduati e comuni..  sbattuti,

Che affidano a te un destino che pesa..

Ora come sempre sei lì, dove qualcuno si perde, qualcuno rimane..

Qualcun altro torna indietro, o non ce la fa’,

ancora un altro ti conoscerà..

Ancora Audace!

Giuseppe Sacco  -  30/04/1982


Queste erano le mie brande, ne avevo cambiato due..

  Eq.2,  Br 45-20

Vecchie mie, compagne mie,

quante cose vi ho confidato

ogni volta che mi innamoravo.

Quante lacrime avete asciugato

in quelle impetuose notti di navigazioni.

Il rollio ed il beccheggio erano dolci note

nell’infinità delle notti sperdute.

Dove tutto  era limitato dal vuoto e dal buio.

Dove erano lontani i ricordi del cuore.

Il desiderio inappagato…

lasciava il segno nella mente e nello spirito..

Le turbe follie scatenavano

l’agitazione dell’animo commosso.

Mentre poi.. sognavo, sognavo e vivevo.

    Giuseppe Sacco -  27/05/1983


Qui non vedevo l’ora di sbarcare definitivamente

 

 IL MARE DELLA VITA

Seduto a poppa della nave

guardo il mare passare.

.. E la scia all’infinito..

sembra toccare il cielo

Gli uomini passano

accanto ai sentimenti.

E le parole ondeggiano nel rumore

 e nell’aria.

Mentre le nuvole pacano

segreti del mare.

Ma quando arriva l’amore..

il mare si ferma.

Si alza un vento dolce..

e appare il sole.

E’ invitante il richiamo del mare.

Ma ho abbandonato la nave,

ho un posto grande..

nel mare della vita.

    Giuseppe Sacco - 8/11/1982


Questa parla del periodo del militare durante il quale seppi che la ragazza mi aveva lasciato e si era messo con un altro proprio per la mia assenza. (Non era amore!)

 NOSTALGIA E DELUSIONE

Mi sono perso nel mare,

Ma nessuno che trovi il coraggio

di venirmi a cercare

Cercare poi dove?

Che la corrente mi muove e mi spinge lontano.

Dove non trovo nessuno a darmi una mano.

Una mano che mi salvi dal mare profondo e

mi riporta al mondo

Un mondo che mi costringe a bere e a fumare per parlare.

Ma a parlare di cosa se non ho niente da dire.

Non ho neanche una casa o una donna curiosa

che mi fa le solite mille domande e

non c’è un cane che risponde.

Poi provo a fare l’amore,

quello che mi tocca al cuore e

che si perde ogni notte..

Accidenti che inferno!

L’inferno è una nave di nome Audace

Senza speranza nel cuore

Delusioni per quelli chi ci hanno avuto a che fare:

io ad esempio.

Appena torno, se mi accorgo che respiro, allora

vuol dire che sono ancora vivo e

pronto per tornare ancora a dire che bello,

e’ finito l’inverno torna la primavere e

tornano tutti quanti i giorni lasciati indietro

 e me li ritrovo davanti più sani che mai e

dove ritrovo te che dicevi

“Ti aspetterò per sei, per dodici, per diciotto mesi”

… e me lo ripetevi tanto che ci avevo creduto.

       Giuseppe Sacco  -  5/10/1982


(Questa l’ho scritta dopo aver finito di militare su Nave Audace e, abitando in un paese di mare, camminando sul lungomare, mi erano rimasti dei rimpianti..)

 DIMENTICATO DAL MARE E DALL’AMORE

Piccole pozze di acqua salmastra

disseminate lungo la via..

Ricordo il movimento delle onde del mare

che si rispecchiavano sull’altalena del cielo.

Il vento scioglie gli ormeggi delle navi

che ieri ancoravano in questo porto.

Oggi invece le vedo nella mia mente

ma si dilatano come nebbia.

Sul mio corpo non c’è più

la fresca brezza del mare.

Ragnatele coprono il mio viso e le mie dita,

s’ispessiscono man mano che il tempo passa..

Ho i capelli pieni di polvere.

Gli abiti stracciati e sudici.

Nessuno mi vuole più..

Sono stato dimenticato ormai..

Silenzioso e triste continuo a raccontare

ma più nessuno mi ascolta

      Giuseppe Sacco  -  1/1/1983

 


 

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