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piccolo bastardo infame guarda cos'hai combinato con tutte le tue bandiere e con i tuoi cortei con il tuo Che Guevara e le canzoni di ribellione credi davvero che ancora qualcuno voglia ascoltare la tua voce? le auto sputano lingue di fuoco le strade piangono lacrime nere sulle pagine dei giornali hanno già i titoli pronti puoi nasconderti nei cortili o fuggire per le scale tanto arriveremo e poi faremo festa con le tue foto e i tuoi filmati con i tuoi slogan e i pugni alzati credi davvero che ancora qualcuno voglia ascoltare la tua voce? GENOVA BRUCIA - CON IL TUO SASSO! QUALCUNO MUORE - PROPRIO ADESSO! L'ITALIA CADE - CON IL TUO SASSO! UN COLPO ESPLODE - NON E' REATO! LA BORSA CROLLA - E' UN ATTENTATO! IL DOLLARO SALE - CON IL TUO SASSO! MILANO TREMA - LE TUTE BIANCHE! E IL PARLAMENTO - CON IL TUO SASSO! VOTA LA LEGGE GIUSTA un giorno sul ponte di Messina passeremo con le jeep e ricorderai che non si scherza con chi decide e chi comanda con i tuoi amici marocchini e quei finocchi intellettuali farete meglio a stare zitti se tenete alla vostra testa -Modena City Ramblers



"Oggi provo gioia in ogni nuovo incontro, ogni nuova amicizia o amicizia ritrovata che mi regala Carlo, da un anno, anche senza esserci più. Oggi provo dolore per tutta questa gioia che non posso condividere con lui e rabbia verso coloro che quotidianamente pianificano morti, verso coloro che ritengono una vita meno importante del Mibtel. Rabbia verso coloro (coloro e non colui) che me lo hanno ucciso e continuano a farlo. Un anno senza Carlo: un anno in cui si piange, ci si affoga nel fare, qualunque cosa pur di non pensare; in cui si pensa, tra poco la confusione finisce e lui torna a casa. Poi ricordi quel buco, e allora ti attacchi disperata al suo bacio quando ci si incontra, al suo ciao, al calore di lui addormentato sul divano e io che mi accoccolo vicino a lui. Ho vissuto 23 anni con Carlo. Quanti anni sarò costretta a vivere senza?" (Haidi Giuliani, la mamma di Carlo)

"In Italia non c'è la pena di morte. Ma Carlo è stato condannato a morte, giustiziato, torturato" (Haidi Giuliani, la mamma di Carlo)

"Si è detto che Carlo fosse un punkabestia, un disadattato; non lo era, ma anche fosse? È un motivo sufficiente per ammazzare la gente?" (Haidi Giuliani, la mamma di Carlo)

"Il mondo che si autodefinisce civile e democratico non essendo riuscito a risolvere i problemi della povertà, ha deciso di fare la guerra ai poveri" (Eduardo Galeano)

"...ma sopratutto voglio ringraziare Carlo. Una vita breve, ma anche nella sua vita breve ci ha dato tante cose e ce ne ha date ancora in questi giorni, ha dato a mia moglie, a mia figlia, a me la forza di stare in piedi, la forza di riuscire ancora a parlare, la forza, se così posso dire, di cercare di ragionare, e per questo credo che gli sia dovuto questo ringraziamento. Ci ha regalato in questi giorni delle cose incredibili, l'affetto di voi tutti, la vicinanza di voi tutti, ci ha fatto rincontrare amici, cari che per le vicessitudini della vita avevamo perso di vista e che in questi giorni abbiamo rincontrato, ci ha dato la forza delle idee, dei pensieri, ci ha fatto conoscere, molto di più di quanto non avessimo potuto fare prima, i suoi amici, i giovani, i tanti giovani che sono qui, e anche in questo ci ha insegnato e mi ha insegnato delle cose. Anch'io commetto come tutti o più di tutti tanti errori, anch'io a volte mi sono fatto prendere da giudizi frettolosi, ho imparato stringendo l'affetto dei suoi amici, dei tanti amici così diversi come è stato detto,che non si deve, mi auguro che nessuno lo faccia più, per presunzione o per sfrontatezza, giudicare un ragazzo per la maglietta sdrulcita, per il pantalone bucato, per le scarpe rotte, per le treccioline che ha in testa o per il pearcing che ha sul viso, perché sotto quelle magliette sdrulcite, sotto quelle treccioline, ho capito anch'io, ancora di più di quanto non mi abbia fatto capire Carlo, che ci sono dei cuori pieni, delle teste che pensano, della voglia di fare,questa insaziabile sete di giustizia. Ecco io ho imparato in questi giorni queste cose e spero davvero che si riesca a ripercorrere tutti insieme un cammino. Riflettevo in questi giorni terribili, ne ho parlato con le vecchie appartenenze ma anche con i giovani, che in fin dei conti le cose che abbiamo di fronte, le cose che vediamo, le cose che vogliamo sono le stesse, vogliamo un mondo migliore, persino meno schifoso, se guardiamo le cose più rivoltanti che questo mondo ci offre, che però certo i giovani e non e noi che veniamo dalle vecchie storie, dalle vecchie militanze diciamo che ci vuole tempo, che ci vuole pazienza, che ci vuole prudenza. Allora io provavo a riflettere su questo, che forse i giovani devono allungare un pò il loro percorso, domani mattina forse non ce la fa nessuno, bisogna che il tempo guardi un pò più avanti. Ma noi, quelli vecchi e stanchi come me, dobbiamo accorciarli quei tempi, non ci può essere una differenza tra domani e tra cento anni, mettiamoci un pò daccordo, diciamo fra dieci anni, bene, però da domani mattina cominciamo, perché fra dieci anni ce l'abbiamo fatta,tutti insieme. Ecco, questo può essere il messaggio più forte che mi viene da quel figlio piccolo e tanto grande, cerchiamo di tenerlo sempre con noi,lui è qui con noi, di onorarne la memoria, rifiutiamo la violenza, uniamoci, non c'é nessuna diversità che possa impedirci di stare insieme per raggiungere un obiettivo giusto. Un suo caro amico lo ricordava, una delle lettere più commoventi che abbiamo ricevuto è quella di un frate Capuccino. Ora voi sapete Carlo ha vissuto come la sua famiglia nella ferma convinzione della laicità, e credo che poche cose siano così diverse tra la visione laica della vita e la fede cristiana di un frate Capuccino, quella diversità così grande non ha impedito che fra Carlo e quel frate ci fosse una tenera amicizia, ci fosse la condivisione di speranze, di obiettivi, a volte deluse, ma ogni delusione riproponeva quelle speranze, e allora se una diversità così grande non permette la divisione, perché dobbiamo consentirla fra noi!! Cerchiamo in nome di Carlo di realizzare ancora più forti unità, rifiutiamo le cose brutte, le cose violente, guardiamo le cose che voleva lui, e le cose che voleva lui erano le cose concrete, voi sapete che per volontà sua, perché era così, voi lo avete conosciuto, abbiamo detto neanche un fiore, chi vuole invece di una rosa versare mille lire su quel conto, faremo delle cose concrete che lui voleva fare: le adozioni a distanza, le borse di studio per gli studenti dei paesi poveri che non possono studiare, Mandela e la sua lotta generosa contro l'Aids, le associazioni non governative che si battono tutti i giorni, e non dovremo prendere le cose che riusciremo a fare con quel fondo come un simbolo per essere più rilassati la sera, ed essere contenti, ed esserci liberati la coscienza, ma come uno stimolo per poi, tutti insieme, giorno per giorno, riuscire a costruirle perché non ci sia più bisogno nemmeno della carità, perché quelli sono diritti che la gente deve conquistare e che noi dobbiamo aiutarli a conquistare. Questo è quello che mi ha insegnato Carlo e penso che lo abbia insegnato a tutti noi. Ciao Carlo, un abbraccio... Ciao Carlo!" (Giuliano Giuliani padre di Carlo)

"...Vorrei soffermarmi sulle immagini e le notizie riguardanti quelI'incredibile movimento destinato ancora a crescere. Di questo riesco a commuovermi anche da Korogocho. Non me lo aspettavo tanto imponente. Ritengo che questo movimento saprà prendere le distanze da ogni linea di violenza e tutti i tentativi di delegittimarlo come spacca-vetrine avranno vita breve." (Padre Alex Zanotelli dalla discarica dei disperati di Nairobi)

"A Genova più che in altri posti si è fissato in me un pensiero. Che la bellezza appartiene a tutti. Soprattutto a quella parte dell'umanità che non si accontenta del mondo in cui vive. A quell'umanità a cui va stretto il mondo così com'è. A Genova c'erano degli esseri umani bellissimi, di ogni età. Mai come durante i giorni del G8 è stato vero per me che l'uomo nella sua tensione di rinnovamento è "bello".... Ho immagini vive di un popolo vivo che è sceso in piazza. Vivo e unico. Senza barriere ideologiche o politiche, mosso da un unico sentimento di cambiamento." (Tano D'Amico, fotografo dei "movimenti")

"... Perché le ferite su quei corpi avrebbero potuto essere le nostre, la bieca violenza vista da quegli occhi avremmo potuta vederla noi, le lacerazioni per gli insulti gridati avrebbero potuto essere le nostre; perché la violenza cieca non vede colore o bandiera, colpisce duro e indifferente, vede solo la debolezza e la paura che avrebbe potuto essere la nostra. Giovani come noi puniti solo perché hanno esercitato con orgoglio il loro diritto ad esprimere opinioni "contro", il loro diritto ad esserci".(Federico e Francesca)

"...E' nato un movimento dei movimenti e secondo me segna una nuova stagione. Non sò che strade prenderà, se ce la farete se ce la faremo a costruire in tempo un'alternativa di società alla globalizzazione capitalista, ma è certo che sulla scena del mondo è apparso un nuovo protagonista. Delle due cose, il G8 e la contestazione del G8 a Genova quello che rimarrà è il secondo non è il primo..." (Fausto Bertinotti)

"...San Paolo dice che la verità ci fa liberi. Ma qual è la verità? Quella raccontata dalle immagini inequivocabili e dalle drammatiche testimonianze o quella mistificata del suo governo? Io c’ero e ho visto. Io c’ero e ho avuto paura. Io c’ero e ho capito che è cambiato il clima. La verità è che a Genova si è consumata la violenza più efferata e più vergognosa, che in un primo tempo si è cercato anche di nascondere e quando ciò non è stato più possibile per le numerose registrazioni, ecco scaricare la colpa sul vecchio governo. Di fronte a tutto questo e ad altro io le chiedo: Ma lei, onorevole Casini davvero si trova a suo agio in questa compagine? Davvero crede che la verità è quella che raccontano i vari Fede e vari ministri? Si è posto qualche interrogativo in più o preferisce quella verità per tacitare la coscienza? Sono certa che dentro di sé lei è tormentato, perché un vero cristiano non può bluffare con se stesso... Fra i manifestanti di Genova se ha guardato bene, c’era anche un uomo con le mani e i piedi forati e con una corona di spine in testa che a gran voce gridava insieme agli altri: cancellate il debito, aiutate i deboli ed è stato manganellato più degli altri perché... il perché lo troverà leggendo con molta attenzione il Vangelo - Matteo 25,37..." (Lettera aperta al Presidente della Camera)

"Vedo il mondo come una gara di automobili. C'è una macchina, l'economia, che è molto avanti e che funziona come una vettura suicida, che distrugge tutto l'ambiente. Non c'è nessuno che controlla il volante e il freno. L'altra macchina va invece molto piano, è una presa di coscienza della gente, che parte dall'istinto di conservazione. Questi prendono coscienza che la macchina del sistema è impazzita. E io vedo che l'altra macchina piano piano la sta raggiungendo". ( Manu Chao)

"A Genova EMERGENCY ha dovuto sfilare in silenzio, con striscioni e magliette listate a lutto. Perché si è persa una vita umana, quella di Carlo Giuliani, e altre vite sono state offese, violate, umiliate. E ogni volta che si perde una vita umana, si è perso.... Il pianeta degli uomini scompare se non ci sono più diritti umani, diventa solo una giungla feroce e brutta. Già, i diritti umani, anche questi in vendita, spesso in saldo. Chi ha inneggiato alla "guerra umanitaria" per porre fine alla pulizia etnica in Kosovo, oggi applaude che i Giochi Olimpici si svolgano in un Paese, la Cina, responsabile della pulizia etnica in Tibet. Per costoro, anche i diritti umani si misurano sempre e solo in dollari, divieto d'accesso per chi non è potenziale fonte di danaro.
Continueremo a dire queste cose e soprattutto a praticarle, nel lavoro di EMERGENCY in Italia e nei paesi in guerra. Vorremmo poterne parlare con tanti esseri umani, senza doverlo fare con le braccia alzate di fronte a manganelli e spranghe, a sassi e pistole puntate. E soprattutto senza un segno di lutto sulle nostre magliette." (Emergency)

"La violenza di una minoranza rischia di far passare in secondo piano le istanze pacifiche e costruttive e le attività di una larga maggioranza del movimento di base che contesta gli effetti, universalmente riconosciuti, del processo di globalizzazione (come l'impatto sociale ed ambientale e la necessità di regolamentare e controllare il commercio internazionale e l'opera delle multinazionali). I contraccolpi provocati dagli episodi di violenza non aiutano a porre al centro del confronto i contenuti della protesta e la ricerca di soluzioni. Inoltre pregiudicano la possibilità per le associazioni non governative e per la società civile di essere ascoltati e compresi." (GreenPeace)

Questa destra mi fa paura (I. Montanelli, prima delle elezioni politiche del 2001)

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