Costerà
sette miliardi, ora la legge tornerà al Senato
Dovrà essere approvato un emendamento essenziale per il finanziamento
dei decreti attuativi del provvedimento
ROMA
- Via libera della Camera alla legge delega di riforma della scuola.
Adesso il testo dovrà tornare al Senato per l´approvazione di due
emendamenti passati in Commissione Bilancio. Il primo, in sostanza
formale, ritoccando il triennio di copertura per la materna
e la scuola primaria non più dal 2002 al 2004, ma dal 2003 al 2005.
Il secondo emendamento è invece cruciale per la maggioranza: ogni volta
che il governo avrà pronto uno dei decreti attuativi dovrà presentare
e far approvare una legge di spesa per finanziare quel pezzo di riforma.
Il problema è saltato fuori giovedì scorso, quando
il presidente della Commissione Bilancio, ha annunciato che il ministero
dell´Istruzione non aveva fornito le cifre del fabbisogno finanziario.
Dopo un vertice tra Berlusconi la Moratti e Tremonti è stato trovato l´accordo.
Il ministro dell´Economia ha puntato i piedi
ed è stato irremovibile: le varie fasi della riforma, per le quali il
governo ha tempo due anni dall´approvazione definitiva del Senato, si
faranno a tappe e solo se ci saranno i soldi necessari. Ma quanto costerà?
Cifre ufficiali non ce ne sono, ma gli addetti ai lavori parlano di 7
miliardi di euro.
Quali
sono i decreti attuativi?
Innanzitutto
l´anticipo scolastico del primo anno della materna e delle elementari:
i genitori che vorranno potranno chiedere l´iscrizione se i loro figli
avranno compiuto 3 anni o 6 anni entro il 28 febbraio dell´anno
scolastico in corso. Il secondo riguarderà il doppio canale: gli
otto licei e la formazione professionale, una scelta che gli studenti
dovranno fare al termine della scuola primaria, elementari più medie,
dove verrà abolito l´esame di quinta
elementare. Seguiranno il decreto sull´alternanza scuola lavoro,
quello sulla formazione-lavoro, ed il personale da assumere per l´insegnamento
dell´inglese e dell´informatica che dovrebbe partire dal primo anno
delle elementari. «Un risultato molto positivo, una legge di
riforma che ci avvicina all´Europa - è il primo commento del
ministro Letizia Moratti - che ha come obiettivo quello di innalzare la
qualità della scuola e di dare a tutti una scuola personalizzata e che
garantisca a ciascuno opportunità di successo con un percorso coerente
con le proprie vocazioni». Soddisfatto anche il
responsabile scuola degli "azzurri": «Nella riforma c´è l´essenza
di Forza Italia - afferma Mario Mauro - alle opposizioni rinnovo l´offerta
di un confronto sereno e responsabile, con il quale contribuire alla
costruzione comune del futuro dei nostri giovani». Durissimi i commenti
dall´opposizione. «Una riforma vuota nei contenuti che passerà alla
storia come per aver costretto l´Italia ad essere l´unico Paese al
mondo che diminuisce l´obbligo scolastico», commenta il responsabile
scuola dei Ds Andrea Ranieri. Anche la Cgil spara a zero: «È stata
approvata una legge anticostituzionale portando indietro l´orologio
della storia - dichiara il segretario nazionale scuola Enrico Panini -
la nostra battaglia continua nelle scuole e scenderemo in piazza a Roma
il 12 aprile per difendere la scuola pubblica». Ma anche nella
maggioranza c´è chi esprime alcune preoccupazioni. L´Udc ha
presentato sette ordini del giorno, «cogenti per il governo», che lo
impegnano, tra l´altro a graduare l´applicazione dell´anticipo
scolastico, a risolvere il problema dei precari assieme a quello che
riguarda gli insegnanti di sostegno.
a cura di Mario
Reggio
Fonte: La Repubblica del 19 febbraio 2003