Gruppo Biblico di Evangelizzazione




Vite eccellenti di Terziari Francescani


- Lucchese e Bonadonna -
(Parte 2)

1. L'Italia medievale
   
   
2. Guelfi contro Ghibellini
 
3. Il denaro soprattutto
 
   
4. Come il giovane ricco
5. Sull'orlo dell'abisso
   
   
6. Il Poverello
 
7. Conversione
 
8. L'Ordine della Penitenza

 


9. Sorella morte

10. Perchè Lucchese e Bonadonna



7. Conversione
Lucchese rimase profondamente impressionato dalle parole semplici di Francesco. Se non fosse stato per quello scontro col disgraziato commerciante poco tempo prima, la sua fatuità non gli avrebbe forse mostrato da che parte cominciare. In realtà era ormai sicurissimo sul da farsi. Non erano per lui i voli mistici, i digiuni e i cilizi dei santi. Come Zaccheo del Vangelo egli doveva cominciare con il prosaico dovere di provvedere i mezzi di sussistenza a quelli che aveva danneggiati. Preferì farlo personalmente e, così sperava, pacificamente, cominciando da quel tale che lö'aveva accusato con tanta asprezza.

Ma in una cittadina come Poggibonzi questo atteggiamento inconsueto di un ricco proprietario che restituisce denaro a un piccolo negoziante, non poteva passare inosservato; e presto cominciarono ad arrivare alla moglie dele voci su quello che lui faceva. Mai nella vita familiare si erano nascosti niente, e Bonadonna s'impaurì. Volle sapere. E lo interrogò. Era possibile che desse via grosse somme di denaro? Si, rispose tranquillamente il marito. Cercava di rimediare a qualcuno dei suoi traffici commerciali disonesti. Bonadonna ne fu indignata.

- "Non sei mai stato disonesto", diceva, "e il tuo buon nome è eccellente fra tutti gli altri commercianti".

Lucchese le spiegò che da quando aveva ascoltato Francesco d'Assisi aveva incominciato a guardare il commercio non più dal punto di vista del profitto, ma da quello dell'eternità che tutto abbraccia. Dal punto di vista del guadagno, lui, Lucchese, era stao molto, m molto esagerato. Bonadonna non potè o non volle dare un senso a quelle parole, e per la prima volta il freddo dell'incomprensione si diffuse in quella bella casa che il loro matrimonio gli aveva regalato.

Quanto sono umani quest'uomo e questa donna del XIII secolo!!! Essi non immaginarono neanche lontanamente che la loro piccola e delicata storia sarebbe stata tramandata, come esempio, anche a gente che vive in n continente alloa non ancora scoperto, e che combatte pure la sua battaglia terrena.

Nessuno può prevenire la grazia; e Lucchese che amava profondamente sua moglie fu abbastanza saggio da non forzare lo sbocco della cosa con discussioni.

Ma si dette a pregare. Francesco aveva lasciato un gruppetto di frati per consolidare la sua opera nella zona, avendo trovato per loro un aloggio in cima alla collina, sopra Poggibonzi, dove esisteva da secoli il piccolo santuario di Santa Maria di Camaldo. Lassù Lucchese soleva venire a pregare e si sentiva felice, incoraggiato dalla presenza dei discepoli di san Francesco. E siccome i frati cercavano di edificare una cappella con le loro mani, Lucchese passò più di una serata a trasportare grosse petre e portar via la terra a acarrettate.

Si possono immaginare i sentimenti della povera Bonadonna quando seppe che suo marito lavorava come un operaio comune. Inoltre, chiecchiere le aveva riferito che era stato visto nelle strade più povere della città-fortezza di Poggibonzi a portar sacchi di grano in sporchi tuguri.

L'atmosfera in casa diventava sempre più tesa. Bonadonna, osservandolo più da vicino, notava che egli pareva non gustasse più i piatti prelibati che gli preparava da sempre; voleva civi più ordinari. A volte, svegliandosi di notte, vedeva nell'oscurità il suo marito inginocchiato e istintivamente capì che suo marito pregava anche per lei. Quando poi Lucchese abbandonò i suoi ricchi abiti e anelli d'oro e cominciò a vestire abiti semplicissimi, sentì che era giunto il momento per una chiarificazione.

Lucchese era pronto. Le disse con delicatezza che d'ora innanzi volva vivere solo per Cristo e dedicarsi al sevizio di Cristo nella persona dei poveri. E aggiunse anche che aveva bisogno dell'aiuto e del sostegno della moglie, come mai sino allora. Bonadonna non potè far altro che acconsentire. Anche se tutto que che si riferiva al nuovo stile di vita era contrario ai suoi gusti e desideri mondani, ella si attaccò all'unica cosa che le interessava al massimo: suo marito, che l'amava e aveva bisogno del suo aiuto; glielo darà con tutto il cuore. Lucchese ne fu felicissimo. Sapeva che c'erano molte cose che Bonadonna poteva fare per i bisognosi, meglio di lui. Inoltre, egli potrà dire a chi ha fame, di venire a casa sua, a prendere cibo; sinora l'aveva fatto con una certa perplessità o se ne era riguardato per delicatezza, dato che la casa era dote matrimoniale di Bonadonna. E in breve tempo i poveri delle località vicine andarono a frotte, sicuri di non tornare a mani vuote. Anche e soprattutto aveva influito nella donna un fatto miracoloso, in anticipo di 6 secoli su quanto sarebbe avvenuto al Curato d'Ars. Un giorno essa aveva vuotato la dispensa di tutto il pane per i poveri, ne arrivano ancora.

- Non ce n'è più - dice Bona.
- Apri la madia, ti prego.

E la trova piena di pane freschissimo e profumato.

Ormai, marito e moglie, uniti come prima in ogni cosa, cammineranno tenendosi per mano, nella via della santità.



8. L'Ordine della Penitenza

Francesco aveva visitato la Val d'Elsa 6 anni prima. Correva voce che fosse per venirci di nuovo. Intanto la sua fama di santità era cresciuta e numerosi cristiani da ogni parte si mettevano sotto la sua Regola, che il Papa ora aveva approvato. Aveva fondato un Primo Ordine per uomini che volessero vivere in assoluta povertà, come lui, a perfetta imitazione di Cristo; un Secondo Ordine di Povere Dame, guidate dalla nobile Chiara degli Scifi.

Ma l'enorme influsso di Francesco fu anche sentito dal suo popolo, da quelli che i legami domestici ritenevano nel mondo. Madri di famiglia, padri con figli a carico, adolescenti, anziani, sani e malati - molti erano spinti a vole emularlo. Anche Lucchese e Bonadonna, quando cominciarono a fare insieme la via ascensionale verso la santità, sentirono il desiderio di essere completamente seguaci di Francesco, e si domandarono anche se Dio non volesse da essi il supremo sacrificio di lasciarsi e prendere i voti religiosi.

Già nelle città e borgate dove Francesco passav questo fermento spirituale stava diventando richiesta, e spesso al termine di una predica si trovava assediato da uomini e da donne che chiedevano a gran voce di seguirlo. Pacatamente e niente sorpreso egli spiegava che non potevao abbandonare i loro doveri imposti da Dio, ma che tuttavia non disperassero.

- Dio ha chiamato tutti, senza eccezione, alla vita perfetta; anche chi vive nel mondo, può aspirare ad essa. Abbiate pazienza e io scriverò una regola anche per voi e sarete miei fratelli e mie sorelle.

Arrivò Francesco di nuovo nella Val d'Elsa; Lucchese e bona avvicinarono Francesco, il quale li ricevette come se avesse già saputo della loro santa vita. Lucchese spiegò il loro desiderio di essere francescani sul serio, anche se ciò avesse comportato il sacrificio di lasciarsi. Francesco disse: NO. Come marito e moglie potevano ugualmente essere francescani e aiutarsi, l'un l'altro verso la santità.



9. Sorella morte

Per quanto grandi fossero state le loro privazioni, fatiche, penitenze, la loro salute e il vigore fisico erano rimasti inalterati sino all'età di circa 70 anni. Ma, un mattino di aprile bona non potè più alzarsi. al vederla tanto debole, Lucchese, anch'esgli indisposto andò a chiamare Padre Ildebrando, guardiano del convento. A Bona fu amministrata l'Unzione degli infermi, e per l'ultima volta Gesù venne da lei, a lei che così spesso era andata a Lui nella persona dei bisognosi. Poi, serenamente, rese il suo spirito a Dio. Lucchese chiuse gli occhi alla moglie e le sorelle, terziarie

I miracoli operati per l'intercessione di questi due terziari francescani, non solo negli anni immediatamente dopo la loro morte, ma durante i secoli, sono stati numerosi e di vario genere. La preghiera delle mamme per i loro figli riceve speciale ascolto. anch'esse, prepararono amorevolmente e con riverenza, il suo corpo per la sepoltura. Avevano appena finito di seppellire la moglie quando si accorsero che anche Luchese stava morendo. Padre Ildebrando chiamato di nuovo in fretta, compì per il marito gli stessi riti come per la moglie. Lucchese morì mentre dicevano le ultime prechiere. Era il 28 aprile 1250.





10. Perchè Lucchese e Bonadonna

La vita di Lucchese e Bona, sebbene separate dalla nostra da tanti secol, ha un significato molto reale per noi; e forse questa è una delle ragioni per cui Dio ha permesso che le loro reliquie sfuggissero alle vicissitudini del tempo. Non molto tepo dopo la loro morte, una delle tante guerre tra città e città portò a Poggibonzi una banda saccheggiatrice di mercenari tedeschi. Avevano interesse (comuner per il medioevo) alle sacre reliquie e mandarono un ultimatum tipicamente medioevale al padre guardiano della chiesa di San Francesco: come prezzo dell'incolumità dei frati, chiedevano il corpo di un santo. sotto questa minaccia, i frati consegnarono il corpo di Bonadonna, ma le staccarono il braccio e la mano destra.

Durante la Seconda Guerra Mondiale (1939 - 1945) la chiesa - ora nota come Basilica di San Lucchese - fu gravemente bombardata, ma la cappella che custodisce il corpo di San Lucchese non soffrì alcun danno.

È noto che i santi dei secoli passati hanno un proprio messaggio da trasmettere all'avvenire, quasi per "stare al passo coi tempi".
1. Lucchese e Bonadonna ci mostrano con la loro vita vissuta nel mondo che si può osservare il Grande Comandamento al di fuori delle mura di un convento. Essi erano essenzialmente apostolo laici e non avevano affatto la mentalità che suppone le opere di carità come prerogativa degli ordini religiosi. Vissero in pieno la vita cristiana e le loro azioni furono il risultato diretto, l'espressione coerente del loro amore di Dio. Noi che proprio soltanto ora stiamo cominciando a capire che ogni persona è chiamata alla vita perfetta di carità - amore a Dioe e amore agli uomini - posiamo risalire di circa 800 anni per una lezione in materia.

2. Marito e moglie possono formare un insieme inestimabile al servizio di Dio. La Chiesa ha costantemente predicato la santità del vincolo matrimoniale; eppure sino a tempi recenti il ricco campo dell'attività apostolica partecipata è tato lasciato largamente incolto. Anzi si poneva l'accento sulla separazione dei sessi nelle associazioni religiose, ed ecclesiali, e mentre questo succedeva, rimaneva e rimane quanto mai vero, che marito e moglie lavorando insieme possono realizzare un bene unico nell'apostolato laico. In ogni parte del mondo la famiglia e il vincolo matrimoniale, persino la nascita e la sopravvivenza dei figli sono insidiate. Pare che oggigiorno, come mai in passato, l'esempio di sposi cristiani santi abbia bisogno di essere messo in piena luce, al di fuori della casa.

Insieme Bonadonna e Lucchese hanno tracciato una vita per le persone sposate. Molte coppie sentono confusamente che piacerebbe loro essere di aiuto e guida, sviluppando così la loro vocazione - perchè senza dubbio di vocazione si tratta. Il loro desiderio è un seme che comincia a germogliare alla luce e al calore degli insegnamenti del Concilio Vaticano II che parla inequivocabilmente della chiamata dei laici all'apostolato e li invita con appello pressante.

Tutti gli sposi in genere sentano questa chiamata; chiedano l'intercessione di questa coppia santa per rispondervi e dare il loro contributo di carità sociale alla diffusione del Regno di Dio su questa terra.





 
Nicola Benson

 
 


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