Parte - B - (di Gabriella Parissi) |
Q | uesto questo articolo comincia una serie di riflessioni sul tema della sessualitá. Per troppo tempo la sessualitá é stato un tabú. Oggi alla societá pare che ci siamo liberati di questo tabú. Al contrario, pensiamo che mai come oggi ci sia un vero e proprio tabú del sesso. |
Alcuni affermano che il momento più bello nella coppia è
il periodo del corteggiamento.
Chi pensa questo, credo non abbia capito niente di cosa sia l’amore…
Chi si ferma al corteggiamento non ha capito che l’amore è crescita continua, anche quando sembra di andare in discesa o di essere in una vallata ultra piatta.
L’amore è dirsi si tutti i giorni, conquistarsi tutti i giorni, mettersi in gioco ogni giorno con tutte le nostre paure e insicurezze.L’amore, il vero amore, è dinamismo e non staticità. Per questo mi piace pensare che una coppia “cammina insieme” piuttosto che affermare che “sta insieme”, perché nel cammino c’è l’idea del movimento e del cambiamento.
L’amore dunque è crescita continua, io faccio crescere te, tu fai crescere me, noi facciamo crescere gli altri, gli altri fanno crescere noi.. per camminare verso una meta comune: la Vita nello Spirito.
Ma si può crescere solo se non
dipendiamo da nessun altro, neanche dal fidanzato/a
o dal marito o dalla moglie o dai genitori.
Dobbiamo pensare con la nostra testa, con la nostra anima, interrogarci
su ciò che stiamo facendo e vivendo.
Dobbiamo essere svegli. Siamo rinati per essere svegli, coscienti di
noi, delle nostre azioni, senza lasciarci travolgere dagli eventi e dagli
altri.
Dobbiamo vivere le cose e viverle coscientemente.
Che significa?
Penso che si tratti di viverle consapevolmente. E’ importante essere
consapevoli e motivati, non lasciare che le nostre azioni ci sfuggano
dalle mani, che possiamo essere giudicati per non essere stati
consapevoli.
Abbiamo una responsabilità
verso il mondo e verso la società che condividiamo solo con la nostra
coscienza.
Paolo in 1 Cor 2,15 afferma
senza poter essere giudicato da nessuno. (1 Corinzi 2,15)
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Questi uomini vagliano tutto con consapevolezza, alla luce dello Spirito di Dio, e da nessuno possono essere giudicati, perché anche negli errori agiscono motivatamente, facendo tutto con amore.
Non è importante la perfezione spirituale è importante camminare consapevolmente.
La coscienza è la nostra maestra di guida, nella coscienza sentiamo la voce di Dio. La coscienza ci rende consapevoli.
E’ importante far camminare la nostra coscienza in questa direzione
e ciò si rende possibile attraverso il confronto con il mondo che
ci circonda ( fidanzato/a marito moglie famiglia amici..) ma sempre ragionando
con la propria testa.Se non faremo ciò finiremo per diventare dipendenti
da tutto e da tutti e nelle nostre coppie invece che compagni di viaggio
saremo delle zavorre pesanti che non solo non faranno crescere noi ma nemmeno
i nostri compagni che non si sentiranno appoggiati né stimolati
in niente.
Se affideremo a Dio la nostra vita lo Spirito di Dio ci renderà
svegli e consapevoli fino in fondo e ci farà uscire dai nostri labirinti
di paura per trovare finalmente il nostro posto.
Non siamo liberi di
amare o non amare.
Noi siamo liberi per
amare.
Tutti abbiamo bisogno di sapere che siamo importanti per qualcuno,
che siamo gradevoli, che abbiamo un valore, che siamo desiderati.
E’ una necessità vitale che compare nelle primissime fasi di
vita e ci accompagna per tutta la vita.
Essere oggetto di attenzioni è sempre piacevole, anche se queste
provengono da persone con le quali non si è in rapporti stretti:
un invito a pranzo dice che la nostra presenza è gradita; un regalo
suggerisce che si è pensato a noi con affetto...
Nell’ambito della coppia le premure, le attenzioni assumono un valore
unico e possono esprimersi in mille modi. Fra le possibilità espressive,
la più particolare, la più esclusiva, la più potente
è l’incontro sessuale.
Nel momento in cui un uomo e una donna si cercano per un rapporto,
si comunicano questo messaggio: “ fra tutte le persone ho scelto te, perché
desidero solo te, perché tu sei per me una persona molto speciale.”
Chi riceve una tale conferma sa di essere importante e sa di essere stato
scelto nella globalità della sua persona per quel che rappresenta
nella vita dell’altro/a.
Cos’è che rende così particolare il rapporto sessuale fra due persone e il piacere che se ne ricava?
E’ la presenza del sentimento che rende così unico un rapporto sessuale, se non vi fosse questo, la sessualità umana sarebbe simile alla sessualità animale e il piacere che se ne ricava, benché intenso, non avrebbe la risonanza emotiva che invece possiede. Durante il rapporto sessuale ciascuno si sente il fulcro dell’attenzione dell’altro/a.
Ciascuno dona tenerezza e ne riceve, copre di attenzioni e ne è ricambiato, regala piacere e ne ha in contraccambio. Lo scambio di premure vicendevoli presente in realtà in tutta la vita della coppia trova qui il momento di massima espressione. E’ l’impatto emotivo che rende il piacere sessuale così importante, così ricco di significati. A confermarlo basta il fatto che un rapporto in cui si sia coinvolti solo a livello fisico offre scarsa soddisfazione, pur se l’acme del piacere viene raggiunto da entrambi i partner: non lascia quella sensazione di profondo appagamento che si sperimenta quando lo si vive con tutti i suoi significati.
E’ quindi fondamentale vivere bene senza fretta la fase preliminare dell’incontro: lo scambio di carezze di baci crea un clima di serenità e di unione, indispensabile per sentirsi desiderati e per desiderare.
Essere coccolati , accarezzati, baciati, soddisfa il nostro desiderio
di abbandonarci alle cure di qualcuno che ha a cuore la nostra felicità.
Il momento della fusione di due corpi non è più semplice
incontro fisico, ma incontro che interessa l’affettività di due
persone nel senso più completo: significa accettazione totale dell’altro
per costituire una nuova identità che non è più un
uomo con una donna, né una donna con un uomo, ma due esseri umani
fusi insieme in un momento di intimità assoluta. E il piacere che
se ne ricava è pari al piacere fisico, anzi superiore e con questo
si fonde in un’unica sensazione di profondo appagamento.
I preliminari rivestono importanza fondamentale anche nella fase conclusiva del rapporto sessuale a dispetto del loro nome. Spesso invece si tende a considerare concluso il rapporto con il raggiungimento dell’orgasmo. Raggiunto quello, finito tutto! È sbagliato interrompere all’improvviso un’esperienza così coinvolgente e ricca di valori: il rimanere vicini, prolungando l’intimità permette di vivere meglio la fase del distacco, di renderla più graduale, offre ai partner l’opportunità di gustare insieme il grande senso di appagamento e di abbandono reciproco che segue la conclusione dell’incontro e diventa preziosa occasione per scambiarsi confidenze, che in altre situazioni potrebbero trovare difficoltà ad essere espresse.
Se viene vissuto in questo modo allora il rapporto sessuale diventa
realmente momento di vero amore, di dono reciproco, altrimenti
rimane solo momento di ricerca egoistica del piacere individuale.
Il tempo delle coccole
Il tempo delle coccole è ogni momento in cui un uomo e una donna
si scambiano tenerezze e si affidano reciprocamente alle premure dell’altro,
ogni momento in cui si abbandonano nelle mani dell’altro lasciando cadere
ogni difesa esprimendo in lui o in lei la più completa fiducia.
Molte coppie vivono una sessualità insoddisfacente perché
saltano il tempo delle coccole e non si rendono conto quanto sia fondamentale
questo momento che racchiude in sé i valori affettivi più
importanti per la coppia .
E’ un errore credere che la libido possa prescindere dalla tenerezza:
essa è il preambolo indispensabile al rapporto intimo è componente
preziosa dell’erotismo. Essere capaci di regalare coccole e di riceverle,
consapevoli di ritornare un po’ bambini, significa vivere il rapporto sessuale
con amore, dove non c’è più chi agisce e chi subisce, ma
una coppia che vive insieme un momento di profonda intimità
Una coppia nella quale entrambi i partner sono consapevoli che nel
momento in cui donano amore, tenerezza, coccole e piacere fisico altrettanto
ne ricevono.
Il tempo delle coccole significa far proprie le esigenze dell’altro/a
, significa saper accettare le differenze e i diversi ritmi , significa
provare a mettersi nei panni dell’altro, significa trovare un punto d’incontro
a metà strada tra le esigenze dell’uno e dell’altra.
Preliminari e Bibbia
Molti pensano che nella spiritualità cristiana non ci sia posto
per il piacere, che non ci sia posto per i preliminari: il sesso sarebbe
vissuto unicamente in funzione della procreazione. Facciamo 2 considerazioni:
1. Da una parte è vero che non è possibile staccare l’aspetto
della procreazione dal sesso: le due cose sono legate fisicamente. Oggi
stiamo svuotando la sessualità da questo significato, non tanto
e non solo per la propaganda sui metodi contraccettivi, ma per la mentalità
edonistica che si è diffusa, secondo la quale il sesso ha a che
fare solo con il piacere. Ecco che ragazzini di 15, 16 anni affrontano
la sessualità, con un corpo pronto, ma con una mente, da questo
punto di vista, sottosviluppata! Ecco che nascono in molte coppie figli
indesiderati, perchè frutto, non di amore, ma di piacere. Ed è
a quel punto che ci si sveglia! Prima il sesso sembra un giochino divertente!
2. Nella spiritualità cristiana c’è posto non solo per il piacere fisico, ma anche per quello spirituale che deriva dall’unione intera di 2 esseri umani: spirito, anima e corpo. Spesso il sesso viene vissuto solo a livello corporeo: il piacere che ne deriva non è paragonabile, al piacere dell’unione globale, che talvolta diventa quasi un piacere mistico, che ti fa sopraeleva sulla realtà, al contrario del piacere puramente corporeo/mentale, che se di forte intensità, ti porta verso l’abbassamento.
Ecco alcuni versetti della Bibbia a conferma di quanto detto:
Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino. (Cantico dei Cantici 1,2)
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e si allunghino le ombre, me ne andrò al monte della mirra e alla collina dell'incenso. (Cantico
dei Cantici 4,6)
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sorella mia, sposa, quanto più deliziose del vino le tue carezze. L'odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi. (Cantico
dei Cantici 4,10)
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c'è miele e latte sotto la tua lingua e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano (Cantico
dei Cantici 4,11)
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vedremo se mette gemme la vite, se sbocciano i fiori, se fioriscono i melograni: là ti darò le mie carezze! (Cantico
dei Cantici 7,13)
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come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! (Cantico
dei Cantici 8,6)
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La vita di un figlio
dunque può iniziare nell’egoismo o nell’amore:
sta a noi, scegliere!
maschio e femmina li creò. (Genesi 1;27)
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Questa affermazione del primo racconto della creazione è fondamentale
per comprendere la sessualità umana: l’uomo per volere di Dio esiste
come maschio e come femmina.
Non esiste l’essere umano asessuato, da definire in un secondo tempo
come maschio o come femmina a seconda delle funzioni peculiari dell’uso
della sessualità: esistono invece l’essere umano maschio e l’essere
umano femmina. E l'essere maschio o femmina non dipende soltanto dal corpo:
si è "maschi" o "femmine" anche nell'anima, cioè nell'IO.
Così la sessualità, non si esprime solo nella genitalità,
ma in tutto il nostro agire, in tutto il nostro pensare, in tutto il nostro
sentire, provare e amare.
La sessualità umana non è un attributo accidentale
della creatura, una facoltà, una funzione, un esercizio o come qualcosa
di cui ci si serve; l’uomo non è un essere sessualmente non definito
cui sia data in esercizio la sessualità maschile o femminile. Questa
è, al contrario, dimensione costitutiva della persona è componente
fondamentale della sua personalità, è un suo modo di essere,
di manifestarsi, di comunicare con gli altri, di sentire, di esprimersi,
di vivere l’amore.
Il testo biblico su questo punto è molto chiaro: maschio e femmina
li creò e con ciò si afferma che la sessualità umana
è qualcosa di sostanziale e di originario che appartiene
all’ordine dell’essere e non qualcosa di accidentale o di derivato.
Oggi invece si tende a concepire l’uomo come un individuo “autodeterminantesi”
e quindi, in questo senso, libero di usare la propria sessualità
come gli pare. La sessualità viene concepita non come una dimensione
costitutiva dell’uomo, ma come un’opportunità di cui avvalersi.
La sessualità umana, nella versione cristiana, riguarda la persona
nella sua totalità di spirito anima e corpo, e solo se inserita
in queste tre dimensioni che la sessualità può esprimere
e manifestare positivamente tutta la sua specificità.
e i due saranno una sola carne (Genesi 2,24)
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Dio chiama l’uomo e la donna con le loro differenziazioni sessuali all’unione
delle loro persone e delle loro vite. L’unione della quale si parla è
certo quella della vita in comune, ma è insieme quella propriamente
sessuale.
L’uomo e la donna sono stati creati per l’unità, e tale unità,
attraverso la quale diventano una sola carne, ha fin dall’inizio
il carattere di un’unione che deriva da una scelta: formati ad immagine
di Dio, l’uomo e la donna sono chiamati a un’autentica comunione di persone:
tale comunione si caratterizza per la totalità (una sola carne),
e di conseguenza per la fedeltà. Chi sceglie quindi un’attività
sessuale con una persona dello stesso sesso annulla il significato e i
fini del disegno del Creatore riguardo la realtà sessuale.
L’attività omosessuale non esprime un’unione complementare, capace di trasmettere una vita, e contraddice il fatto che gli esseri umani in quanto creature di Dio sono chiamati a rispecchiare nella complementarietà dei sessi l’interiore unità del Creatore.
Nella creazione Dio stabilì principi di sessualità in
base ai quali l’umanità doveva svilupparsi. Quando gli individui
scelgono di essere omosessuali rigettano i principi divini della sessualità.
Il loro comportamento risulta essere peccato contro la natura stessa della
sessualità che
Dio ha stabilito:
Le loro donne hanno
cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche
gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi
di passione gli uni con gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini
con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che si addiceva
al loro traviamento.
(Romani 1;26,27)
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Con l’entrata del peccato nel mondo la relazione uomo donna diventa ambigua: la differenziazione sessuale non cessa di essere “una cosa molto buona”, ma cade sotto l’influsso della forza di divisione rappresentata dal peccato.
Alla gioia di fronte all’irriducibile differenza dell’altro subentra
il desiderio del possesso egoistico:
(Genesi 3;16).
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I rapporti uomo donna si inquinano e la differenziazione sessuale,
con tutto ciò che essa comporta, può assurgere a motivo di
dominio, sopraffazione e strumentalizzazione; può divenire attaccamento
ispirato solo all’istinto e al desiderio senza accoglienza, senza familiarità,
senza solidarietà.
Ne segue inevitabilmente una perdita di consapevolezza del carattere
di alleanza , proprio dell’unione che le persone umane avevano con Dio
e fra di loro.
Benché il corpo umano conservi ancora il suo significato sponsale,
ora questo è oscurato dal peccato.
Il deterioramento dovuto al peccato comincia a svilupparsi nella storia
degli uomini di Sodoma (Genesi 19; 1-11).
Non vi può essere dubbio sul giudizio morale espresso contro
le relazioni omosessuali.
Il testo biblico è molto chiaro e duro:
(Levitico 18;22)
(Levitico 20, 13)
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Paolo indica come peccatori coloro che compiono atti
omosessuali:
Sono convinto che la legge non è
fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori,
per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli
assassini, per i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i
falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla
sana dottrina.
(1 Timoteo 1; 9,10)
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La condanna che la Bibbia fa dell’omosessualità è molto chiara e molto forte.
L’Antico Testamento insegna che coloro che commettono atti omosessuali
dovrebbero essere messi a morte ( Levitico 20; 13); il Nuovo testamento
è in pieno accordo e Paolo dice che tra coloro che non entreranno
nel regno di Dio c’è anche chi agisce da omosessuale:
Non illudetevi né immorali, né
idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti,
né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti,
né rapaci erediteranno il regno di Dio.
E tali eravate alcuni di voi ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati, nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio ( 1 Corinzi 6; 9,10,11)
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Gesù è la nostra unica speranza: “in nessun altro c’è salvezza, non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati” (Atti 4; 12).
"Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha resuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura chiunque crede in lui non sarà deluso". (Romani 10; 9,11).
La Bibbia quindi, condanna l'omosessualità non come semplice questione immorale, ma perchè ontologicamente corrotta: non si tratta di atti immorali, ma di atti che vanno contro la stessa struttura dell'essere. Gesú non condanna gli omosessuali, li ama come ogni altro essere umano. Li ama e li rispetta. Gli omosessuali possono anche essere degli splendidi esseri umani. Al tempo dellAntico Testamento, ma anche del Nuovo, psicologia e pedagogia erano solo nel loro stadio germinale. Oggi abbiamo una nuova comprensione del "fenomeno" omossualità. Ciò non annulla la Parola di Dio, in quanto l'omosessualità rimane ancora contraria all'essenza umana laddove è frutto di libertinaggio, di desideri smodati e quando è frutto di libera scelta (la stessa considerazione vale per ogni altra cosa considerata "peccato" cioè ostacolo all'amore di Dio). La psicologia e la pedagogia ci consentono, tra le altre cose, di comprendere quando e fino a che punto una pesona può considerarsi "libera" e, coniugate alla Parola di Dio, ci aiutano ad affrontare la questione nel giusto modo.
Vista la complessità della questione ritengo sia molto utile
affrontare l’argomento anche da altri punti di vista (psicologico pedagogico)
in modo che possa risultare il più completo possibile.
Ciò sarà oggetto di un prossimo articolo.