Gruppo Biblico di Evangelizzazione

VII Incontro:
La  salvezza  II
 


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7.1 Fraintendimenti

Forse fin qui ti sarà sembrato che rinascendo per fede tutti i tuoi problemi saranno risolti, che vivrai in un campo di fiori e che non dovrai più combattere. Non sarà così; la Bibbia non dice mai che chi crederà in Cristo non dovrà subire delle prove (Mt 7,24-27). La fede non serve ad evitare le prove, ma a superarle. La fede deve essere esercitata, altrimenti non diverrebbe forte. Essa è contemporaneamente un dovere e un gran privilegio, ma ricorda che tutto questo comporta grandi prove. Quando chiedi maggior fede considera che è come se chiedessi maggiori difficoltà. Non puoi avere una grande fede soltanto per tenerla da parte e lasciarla arrugginire.

Tuttavia, quando la fede viene messa alla prova, e a volte vieni meno, non pensare di essere stato definitivamente battuto dal peccato. Se sei nato di nuovo, come l'apostolo Paolo, potrai essere provato in ogni maniera, ma non fino all'estremo; perplesso, ma non disperato; perseguitato, ma mai abbandonato; atterrato, ma non ucciso. Dio non permetterà che tu venga tentato al di là delle tue forze; in ogni prova Egli ti darà anche la via d'uscita, affinchè tu possa sopportare la tentazione (1 Cor 10,13): quando dunque sei fortemente tentato, cerca la via d'uscita, essa esiste sempre e il Signore l'ha preparata per te.

Abbiamo detto che per rinascere è necessario un atto di fede. Ma poi? Se la mia fede finisse? Che cosa succederà di me? Anche se la tua fede diventasse così piccola fino al punto da non essere più visibile, Dio rimarrebbe fedele alla sua Parola (Is 42,3). Se crederai veramente in Cristo, la tua fede potrà diventare come il mare che, con la bassa marea, si ritira per vari metri dalla riva e lascia scoperto il fondo melmoso; qualcuno potrebbe dire affrettatamente che il mare se n'è andato o che si è prosciugato; ed è in questi frangenti che l'opera subdola ed accusatrice di Satana prende piede. Egli fa apparire la nostra condizione come uno stato irrecuperabile e i nostri problemi molto più grandi di quelli che sono. Tuttavia tu non sarai reciso dal Signore. Anzi, quando la tua fede sarà come un'onda impetuosa non sarai più meritevole agli occhi di Dio, di quando la tua fede è agli sgoccioli. Il fatto che tu sia accettato non dipende dalla quantità della tua fede, ma dall'immensa misericordia di Dio.

Forse penserai che dal momento in cui rinascerai non peccherai mai più. Purtroppo dobbiamo dire che anche un Figlio di Dio può peccare: non nel senso che Dio lo approva, ma nel senso che continua ad essere libero di andarsene dalla casa del Padre quando vuole, ha questo potere. Peccherai, ma il peccato non ti dominerà, non sarà più la tendenza naturale e se imparerai ad essere costantemente riempito di Spirito Santo (lo vedremo), i tuoi peccati tenderanno a diminuire e il tuo amore verso te stesso, verso i fratelli e verso Dio tenderà ad aumentare. Tuttavia, anche se tu dovessi peccare,ancora, la tua accettazione davanti a Dio non dipenderà dai tuoi meriti, ma dalla perfetta giustizia di Cristo, e tale perfetta giustizia non viene invalidata da peccati occasionali.

Ma se il peccato è grave? Dio ci guardi dal farlo, ma se dovesse accadere ritornando nella casa del Padre Celeste raggiungeremo il Cielo. Forse non potremo godere in pienezza dell'eredità che abbiamo dilapidato con tale peccato, come il figlio prodigo, ma ugualmente, usufruiremo della presenza e dell'amore di Dio. Egli non ci caccerà via, se ci saremo profondamente pentiti. Ma dobbiamo stare attenti: la Parola di Dio va "tagliata" correttamente, stando attenti a non farne un uso cattivo o tanto meno egoistico. Al tempo di Paolo si diceva "Pecchiamo, affinchè la grazia abbondi" (Rm 3,9 Rm  6,1-2). La condanna di chi pensa in questo modo è inevitabile e giusta, essi stessi scelgono in tal modo la loro condanna. Chi si approfitta dell'amore di Dio non si comporta da suo figlio, dimostrando di non desiderare la Vita Eterna.

Se il Signore non cancella dal Libro della Vita (Lc 10,20) coloro che pur essendo rinati, hanno commesso peccati mortali, non è per far fare loro quello che vogliono, ma per dar loro ancora occasione di ravvedersi. Ma non si può indugiare sul peccato: quel Padre che oggi attende con grande compassione e misericordia il loro ritorno, domani sarà costretto, in virtù della Sua giustizia, ad essere un giudice inflessibile.


7.2 La conversione

Un altro mezzo attraverso il quale si manifesta la salvezza è la conversione, che è espressione necessaria della fede. La fede senza la conversione sarebbe come un fuoco che non brucia, sarebbe fede morta, inefficace. Se la fede non ha provocato in noi la conversione non è vera fede e la salvezza non è vera salvezza, non è cioè completa. Ma in che consiste la conversione per la Parola? Essa non si limita ad un cambiamento morale (c'è anche questo), sarebbe ben poca cosa. Essa rappresenta un cambiamento di vita che non è provocato dalle nostre forze o dai nostri propositi, ma dalla fede che ci spinge ad affidare la nostra vita di peccato a Gesù e a ricevere la sua vita di Figlio di Dio. Egli comincia a vivere, amare servire e agire in noi e attraverso noi.

Questo significa volgere le spalle al peccato, ma soprattutto volgere il nostro volto a Dio, o meglio, dargli il nostro cuore.

Mercurio è il pianeta più vicino al sole. La sua temperatura è molto elevata e il colore è incandescente. Tuttavia questo si verifica solo in una metà del pianeta, in quella rivolta verso il sole, perchè l'altra metà resta nelle tenebre e al freddo. Soltanto quando il pianeta gira e guarda il sole, la sua parte oscura si illumina e si riscalda. Allo stesso modo ci sono cristiani che stanno vicino a Dio, a volte anche molto vicino, però non hanno rivolto verso di lui la parte nascosta, dov'è la tenebra del peccato. Quando ci volgiamo verso Dio cambia tutto: cambiamo noi. Il cambiamento morale non è una condizione per la salvezza, ma è la conseguenza del fatto che ci siamo rivolti verso Dio.

Un altro aspetto della conversione è vivere da figli. Alcune persone hanno basato il loro cristianesimo su una vita retta, ma non come figli. Sono rimasti ancora al Vecchio Testamento. Quando si parla di conversione di s.Paolo non si dice che aveva abbandonato la sua vita di peccato, poichè sappiamo che era un fervente fariseo e un fedele osservatore della Legge. Paolo si convertì da uomo retto a figlio. Quando ebbe il suo incontro personale con Gesù sulla strada di Damasco, cominciò a vivere non come uomo retto, ma come figlio: si convertì da uomo retto a figlio e questo non per i suoi sforzi, ma come conseguenza della fede in Gesù Cristo (Gv 1,12).

La fede deve, quindi, essere orientata verso la conversione: la conversione è opera di Dio, ma il desiderio è nell'uomo.La conversione è un cambiamento di vita: cambiamo la nostra vita con la vita di Gesù.

Per la riflessione:

1. Che cosa significa conversione?

2. Che rapporto c'è tra fede e conversione?


7.3 La manifestazione esterna della fede e della conversione

La fede e la conversione avvolgono l'uomo nella sua totalità e non solo una parte del suo essere. Per questo devono manifestare esteriormente la loro profondità interiore. Se la fede e la conversione non si manifestassero in alcun modo, bisognerebbe dubitare della loro veridicità.

Paolo dice che per raggiungere la salvezza occorrono 2 cose:

Se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha resuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. (Rm 10,9-10).

Quando Paolo parla del cuore e della bocca, si riferisce sia alla parte più interiore dell'uomo, che a quella più esteriore. Ossia la fede deve essere profonda, ma deve anche manifestarsi. Anche Pietro ci esorta a dare ragione della speranza che è in noi (1 Pt 3,15). Bisogna cioè esprimere con i fatti e con le parole quello che crediamo e speriamo.

Nel processo di evangelizzazione kerigmatica è assolutamente necessario un momento apposito, nel quale ci sia l'opportunità di manifestare la fede e la sua conversione di fronte a Dio e di fronte alla comunità. Questo aspetto è stato così poco considerato dalla Chiesa cattolica e a volte è stato sminuito da alcuni fratelli evangelici. E' necessario trovare un equilibrio in accordo con la nostra ricca tradizione.

Confessare pubblicamente che Gesù è l'unico Salvatore, Salvatore personale, e proclamare la sua Sovranità sulla nostra vita, sono 2 aspetti che dobbiamo rivalutare.

Nel ministero di Gesù incontriamo frequentemente queste manifestazioni di fede che sprigionano il potere salvifico.

Quindi riassumendo: è molto importante che la fede e la conversione, abbiano una manifestazione esteriore e pubblica. Nessuna vergona, nessun timore, nessuna timidezza difronte a questo: Dio conosce la nostra fragilità, è comprensivo e si scioglie vedendo gli sforzi di coloro che stanno diventando suoi Figli, figli che già considerava tali, ma che lo diventano realmente solo con la fede in Cristo. Ricordiamoci che siamo difronte ad un cambiamento radicale della nostra esistenza, siamo difronte alla vita e alla morte (eterna).

Per la riflessione:

Dai un titolo riassuntivo ai seguenti brani:

- Mc 5, 25-34 :

- Lc 19,8 :

- Mt 16,16 :

- Gv 20,28 :

- Mt 20,31 :

- Lc 7,36-38 :


7.4 La salvezza fuori della Chiesa

Questo è un punto molto delicato. Nel concilio di Firenze del 1430 fu stabilito che non ci poteva essere salvezza al di fuori della Chiesa. Come deve essere interpretata questa affermazione ?

Evidentemente se diamo alla Chiesa la definizione di comunità dei salvati, è ovvio che non ci può essere salvezza fuori della Chiesa. Se però intendiamo per Chiesa l'insieme di tutti coloro che si riconoscono sotto la guida dei vescovi, nell' "organismo" Chiesa, allora le cose cambiano. Con il concilio di Firenze si pensava di aver raggiunto la predicazione del Vangelo in tutti i luoghi della terra. Pochi anni dopo, la scoperta delle Americhe rimise in gioco tutto quanto. Oggi non possiamo più fare finta che non esistano altre religioni, sebbene quella cristiana non possa dirsi una religione, nel senso classico: anzi io la definerei l'anti-religione. Che speranza di salvezza può avere un buddista o un munsulmano? Un ateo può salvarsi? Chi ha ascoltato il Vangelo della Salvezza, ma gli è stato posto in maniera sbagliata, se la Verità gli è giunta in maniera fondamentalmente distorta e quindi ha rigettato quel Vangelo possiamo dire con certezza che non sarà salvato?

Innanzitutto non dobbiamo dimenticare che la Vita Eterna è lo stesso Gesù Cristo (Gv 14,6) e che la Vita Eterna consiste in un rapporto d'amore con Dio (Gv 17,3), quindi chi consapevolmente rifiuta il Vangelo, e rifiuta l'amore di Dio, rifiuta di sottomettersi in modo filiale a Lui, rifiuta la Salvezza, e Dio non può costringerlo a vivere per l'eternità con sè. Detto questo vediamo che la Chiesa riconosce che esiste una via "ordinaria" di giungere alla Salvezza, che consiste nel compiere un atto di fede in Gesù Cristo, affidargli completamente tutta la nostra vita, senza riserve, considerandolo il nostro personale Signore e Salvatore. Successivamente si dovrà vivere per fede e mantenere viva questa fede tramite opere concrete di amore verso i fratelli, nella Chiesa, cioè Gesù non ci ha salvati perchè rimanessimo ognuno per conto nostro, ma perchè potessimo fondare e vivere in un comunità. Questa è la via ordinaria.

Tuttavia essa riconosce anche una via "non ordinaria", di cui non sappiamo con esattezza, in che cosa consista. Possiamo dire solo che Dio non si lega a doppio filo con la Chiesa: la Salvezza è sempre un dono di Dio e in quanto dono Egli è padrone di darlo a chi vuole (Mt 20,1-15), sia esso buddista, munsulmano, ebreo, o ateo. Ci sono atei, infatti, che rifiutano un Dio che non è il Dio di Gesù: chi di noi può giudicare quale Dio egli rigetti? Probabilmente questa via non ordinaria consiste nell'amare i fratelli, nel fare la volontà di Dio anche se a livello inconscio; non lo sappiamo, Dio solo lo sa. Quello che sappiamo è che anche costoro, sebbene non conoscano Gesù personalmente o non ne abbiano mai sentito parlare, saranno salvati grazie a Gesù (Gv 14,6  At 4,12).

Il principio di salvezza fuori della Chiesa "ufficiale" è sancito dallo stesso Paolo in Rm 1,19-20 e Rm 2,14-16.

Per la riflessione:

1. Riassumi quali sono le 2 vie di salvezza?

2. Al di là delle 2 vie, in chi abbiamo la redenzione? (Gv 14,6  At 4,12)

3. Dai un titolo a:

Rm 1,19-20 :

Rm 2,14-16 :

4. Se le cose stanno così, perchè seguire la via ordinaria?


7.5 Vivere nella signoria di Gesù Cristo (Robert Munger)

6° episodio : Assumere il controllo totale.

Con dita tremanti Gli passai la chiave. Egli la prese, aprì la porta, entrò nel guardaroba e prese tutte quelle cose putrefatte e marce che v'erano e le gettò via. Quindi pulì l'armadio e lo ridipinse. Tutto ebbe luogo in un momento: quale vittoria e sollievo avere quelle cose morte fuori dalla mia vita!.

Mi venne un pensiero:

- "Signore, c'è la possibilità che Tu possa prendere il controllo di tutta la casa e farla funzionare per me come hai fatto con l'armadio ? Prenderesti la responsabilità di mantenere la mia vita come dovrebbe essere ?".

Il Suo volto si illuminò e rispose:

- "Certamente, è questo ciò che voglio fare, perchè non puoi essere un cristiano vittorioso, contando solo sulla tua forza. Lasciami agire attraverso te e per te. Questa è la soluzione perfetta, ma, ", continuò lentamente, " io sono solo un ospite e non ho autorità per procedere fino a che il titolo di proprietà della tua casa non sia mio".

Caddi in ginocchio e dissi:

- "Signore, Tu sei stato un ospite ed io il padrone di casa. D'ora in poi sarò il Tuo discepolo e Tu sarai il mio Signore". Mi diressi alla cassaforte, presi il titolo di proprietà della casa e dei suoi contenuti e volonterosamente firmai il titolo di passaggio di proprietà della casa a Lui esclusivamente per il tempo e per l'Eternità.

-"Ecco qua, tutto quello che io so che ho, è per sempre Tuo: fai tutto Tu ed io dimorerò con te come discepolo e amico".
 
 

Per la riflessione:

1. Confronta le dichiarazioni fatte qui dal protegonista, con quelle del primo episodio. Perchè solo questa volta Gesù prende il controllo totale del suo cuore ? Quali motivazioni hanno spinto il protagonista alla richiesta di sovranità di Gesù nel primo episodio e quali in quest'ultimo ?

2. In che modo è possibile diventare un cristiano vittorioso ? Quale è il nostro compito e quale quello di Gesù Cristo ?
 


7.6 Proclamazione della Signoria di Gesù Cristo

Questo è il momento più importante di questo studio. Fino ad ora hai studiato la Bibbia, ti sei aperto alla Parola di Dio, hai scoperto che essa più che altro parla del Suo amore per te, solo per te, non per te in quanto uomo, non per te inserito nell'umanità, ma proprio per TE. Forse però non provi costantemente tale amore, forse non ci credi fino in fondo, forse non riesci a sperimentarlo. Il motivo, lo abbiamo visto, è il tuo essere peccatore, è il peccato che ci separa da Dio, ma non dal suo amore. Per questo Gesù è morto, è morto per te, cioè, al tuo posto:

il salario del peccato è la morte, quindi tu dovevi morire, non perchè tu abbia compiuto cose gravi ai suoi occhi (forse anche per questo), ma in quanto in te regnava un principio di ingiustizia e tu eri ingiusto.

Hai visto che Gesù con il suo Sangue e la sua Croce ti ha già perdonato e ti ha già salvato, ma affinchè tale salvezza possa entrare nella tua sfera spirituale e possa avere effetto è necessario che tu accetti Gesù Cristo come tuo Signore e Salvatore.

Non conta il fatto di essere cristiano già da molti anni, o il fatto di frequentare una chiesa, non conta se lo preghi tutti i giorni, se ricevi spesso i sacramenti, conta se lo hai accettato nel tuo cuore e "hai ceduto la tua proprietà". Se hai già compiuto questo passo, non lo fare di nuovo, altrimenti lo offenderesti, accetta per fede il fatto che Lui è già entrato in te e ti ha già salvato. Se non hai compiuto tale passo, lo puoi fare adesso, in questo stesso momento. Non aspettare di essere pronto/a, non lo sarai mai, non pulire la casa da solo/a lasciandolo fuori ad aspettare, fallo entrare ed insieme ripulirete quanto di marcio c'è in te, ed incomincerete insieme, un viaggio splendido e avventuroso.

Non ci sono formule precise per proclamare Gesù Signore, è importante che tutto questo sgorghi dal tuo cuore. Ti propongo comunque una preghiera, ma non è assolutamente necessario che tu la segua. Ti consiglio di scegliere un posto isolato e tranquillo, se puoi, scrivi la tua preghiera su un foglio di carta, considera nuovamente la tua preghiera, rileggila e proclamalo con fede tuo Signore e Salvatore. Poi ringrazialo di avere accettato la tua preghiera, come segno della tua fede, e brucia il foglio: non avrai più bisogno di esso. Ricorda che i segni esteriori non servono al Signore, ma a te, quindi non è necessario che tu segua questa traccia, ciò che conta agli occhi del Signore è che tu faccia un atto di fiducia in Lui.

Per capire bene questo discorso prendiamo l'esempio di due persone innamorate l'uno dell'altro che decidono di sposarsi: esse si amano probabilmente già da molto tempo e si ameranno ancora per altri anni, ma ad un certo punto scatta la decisione di sposarsi. Il giorno in cui si sposeranno non sarà la prima volta in cui si dicono di volersi bene e si spera, neanche l'ultima; si sono già conosciuti e frequentati da molto tempo, ma tutto ciò non basta per dichiararli marito e moglie, tutto ciò è solo preparatorio. Per quanto io ami una donna e faccia per lei mille sacrifici o le dimostri il mio amore con mille regali, mille gentilezze, standole vicino, desiderandola, abbracciandola... niente di tutto questo farà di noi marito e moglie: è solo un atto di fede che potrà fare di noi due sposi. Certo la fede proviene dall'amore e a sua volta produce amore, ma l'amore da sola non basta a dichiararci marito e moglie. Solo quel "si", detto da me e da lei, potrà renderci sposi: forse in quel momento non proveremo niente di speciale e forse potremmo anche stupirci per questo, forse non si apriranno i cieli dopo il matrimonio e la stanchezza, la confusione potrà non farci sentire emozioni particolari, ma tutto ciò non conta: quel "si" detto sinceramente basta per renderci sposati; ben vengano le emozioni, le sensazioni e i sentimenti, ma non dobbiamo vivere per essi, altrimenti la nostra vita sarà continuamente dipendente dalle circostanze esteriori.

Le sensazioni possono portarci alle stelle e farci sembrare ad un palmo da Dio: dobbiamo quindo sfruttarle fino in fondo, anche abbandonarci ad esse. Ma esse non sono la via per arrivare a Dio, esse ci sono date in più come dono, sono un sintomo, non la causa: il mezzo vero che ci permette di vivere in armonia con Dio è la fede in Dio (non la fede astratta). Di questo ne riparleremo più a lungo, perchè è una questione molto importante, che spesso viene travisata e vissuta male.



 
 


In questo luogo di preghiera sento le tue braccia infinite
Abbracciarmi
Carezzarmi
Cullarmi in una stretta di infinito amore.
E' per questo bene che ti lodo e so di essere il tuo diletto.
Gesù, io credo nella tua resurrezione.
Dio ti ha glorificato, ti ha riempito del suo Spirito Santo
e ti ha dato un Nome, che è sopra ogni altro nome.
Mi inginocchio davanti a te come segno che ti riconoscoSignore,
mio Signore e mio Salvatore: il padrone della mia vita
e mi sottometto totalmente a te e alla tua santa volontà,
perchè tu faccia di me ciò che vuoi.
Fino ad adesso ho guidato io la mia vita e ho peccato,
non voglio essere più il centro della mia vita, Signore.
Prendi tu la guida.
Fammi desiderare di fare quello che tu vuoi.
Ti affido tutto me stesso.
Voglio essere tuo, solo tuo e di nessun altro.
Non voglio essere schiavo nè dei soldi,
nè del piacere,nè di qualsiasi altro vizio o brama che mi allontanino da te.
Ti do tutta la mia vita,
per sempre.
Io non voglio più vivere,
vivi tu in me.
Dammi la tua vita in cambio della mia,
che adesso ti consegno per sempre.
Ti apro completamente la porta del mio cuore.
Entra in me e rimani con me per sempre.
So che tu hai preso sul serio le mie parole,
così come io ho preso sul serio la tua chiamata,
e per questo ti ringrazio anticipatamente,
come segno della mia fede,
per tutto quello che compirai nella mia vita,
grazie Signore Gesù, mio Salvatore.

















7.7 Adesso possiedi la Vita Eterna

Quando accettiamo per fede Gesù come nostro Signore e Salvatore, anche se i nostri sensi possono non rivelarlo, sul piano del nostro spirito veniamo non migliorati, ma letteralmente trasformati: diventiamo Figli di Dio (Gv 1,12 Rm 8,15-16 1 Gv 3,1-2), fratelli di Cristo e quindi possediamo la Vita Eterna (riuscite ad immaginare Dio che lascia morire in eterno un suo Figlio?). Ma come, si dirà, non lo eravamo già? Non siamo tutti figli di Dio?
Diciamo, che Dio ci ha sempre amato non solo come sue creature, ma come figli, non perchè noi lo fossimo realmente, ma perchè il suo amore traboccante non poteva avere limiti. Quindi anche nel A.T. troviamo molti passi in cui Dio ci chiama figli. Ma non lo eravamo realmente, ma solo spiritualmente: adesso c'è come un "documento" che attesta che noi siamo e rimarremo sempre figli suoi. Anche se ce ne andassimo dalla sua casa, noi rimarremo figli suoi, non perchè Egli ci consideri tali, ma perchè lo siamo divenuti realmente. Noi però, al contrario, dobbiamo considerare tutti fratelli, meglio ancora, dobbiamo porci verso TUTTI come fratelli, così come ha fatto Dio da sempre, sia verso coloro che sono fratelli di sangue, fratelli spirituali o nessuno di questi.

Siamo fin da ora Figli di Dio, ma ancora non lo possiamo vivere pienamente: solo con la resurrezione, quando Satana non avrà più alcun potere su di noi, lo vivremo davvero. Questo, del resto, è valso per lo stesso Gesù, <<costituito Figlio di Dio mediante la resurrezione>> (Rm 1,4): in una frase la Chiesa riassume questo concetto dicendo che adesso il Regno di Dio si trova in una fase del già e del non ancora.

In Gesù Cristo quindi, paradossalmente, si è realizzato anche Dio Padre (oltre a noi) perchè Gli ha ottenuto una famiglia divina con cui condividere eternamente il suo amore e la sua libertà.

Ma chi ci assicura che davvero possediamo la Vita Eterna? Non è presuntuoso ammettere di averla?

In primo luogo non è affatti presuntuoso per 2 motivi: il primo riguarda il fatto che essa è dono di Dio, noi non presumiamo di essercela meritata, anzi non ce la meritavamo affatto, meritavamo solo il castigo. Il secondo è che difronte a tanta evidenza scritturale è assurdo pensare il contrario. Difronte alla salvezza e alla Vita Eterna la Bibbia non parla mai con incertezza, non lascia spazio a interpretazioni: o la si accetta o la si rifiuta. In secondo luogo, se preghiamo nella Verità, lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che davvero abbiamo ricevuto la Vita Eterna. Di seguito sono elencati tutti i passi che mostrano la verità sulla Vita Eterna

1. Lc 10,20:

2. Gv 1,12:

3. Gv 3,18:

4. Gv 5,24 :

5. Rm 3,23-24:

6. Rm 6,23:

7. Rm 8,15-17:

8. Rm 8,23:

9. 1 Cor 6,20:

10. 2 Cor 5,17:

11. Ef 2,8:

12. Col 2,14:

13. 1 Pt 1,3-5:

14. 1 Gv 3,1-2 :

15. 1 Gv 5,13:

16. Ap 2,10:


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