Il ventinovesimo capitolo
30
È così
disperata la situazione dei viandanti solitari nell'immensità
del vuoto? Domanda seria ad adatta alla circostanza. Ma, pur
in un così piccolo cataclisma, non riesco a scacciare
dalla mente l'altra domanda: come diavolo fa il mio compagno
a sapere che siamo di fronte al limite della morte?
Lo osservo per un secondo, due secondi, tre secondi. Il subconscio
mi avverte che qualcosa non va: Goblin sembra lento nei movimenti,
peggio di una lumaca. Neanche un tremolio dei muscoli? Poi finalmente
capisco cos'è successo: tutto l'ambiente si è immobilizzato,
come se il tempo si fosse bloccato, come se la lancetta dei secondi
non scorresse più per scandire l'ora. Anche Goblin è
intrappolato nella sua posizione. Anche il buio non prosegue
più nella sua folle distruzione.
Tutto è fermo, eppure so che è virtualmente impossibile.
Nulla si crea e nulla si distrugge, dice la scienza, ma tutto
si trasforma. Il tempo scandisce questa trasformazione, e per
questo non può mai incepparsi.
"Bravo, hai indovinato!".
Chi ha parlato? Alzo la testa verso l'origine del suono. Un ectoplasma?
Lo vedo sfumato, dai bordi indefiniti. Lungo i lineamenti del
suo corpo sospeso a metà nel vuoto, lo strato sottilissimo
di pelle cutanea pare gonfiarsi ad afflosciarsi senza interruzioni
di sorta, e una cortina fumogena che lo attraversa pare un tutt'uno
con lui. Non saprei descriverlo meglio.
"In realtà",mi fa, "ho aggiunto al quadro
una serie di ostacoli che rallentano notevolmente l'azione. Ah
già, che sbadato, mi sono dimenticato di fare le presentazioni.
Il sono il Genio della Lampada. Ho creato questo luogo inaccessibile
per isolarmi dal resto dell'umanità, e nessuno può
osar oltrepassare la porta d'accesso. Solo uno c'è riuscito,
ahimè, ma aveva un potere più forte della morte.
Un dio, se si può definirlo tale. Forse è stato
lui a creare questo universo fittizio.".
Fa una pausa ed osserva la statua di Goblin: "Il tuo amico
è rimasto bloccato come gli altri, ma tu no. Tu sei rimasto
immune al mio potere. Lo devo interpretare come un segno? Tu
sei identico al primo violatore del mio regno, lo stesso carisma,
la stessa grinta, la stessa irrazionalità!".
Una domanda mi frulla per la testa: "Ti liberi degli altri
uccidendoli?".
"Oh no, sono più intelligente e mi limito a soddisfare
un loro desiderio. L'ho detto, sono il Genio della Lampada! Solo
che dovrebbe essere un desiderio ben espresso, perché
subito dopo l'intruso subirà gli effetti del dissolvimento
conseguente alla morte. Dovrei recitare con voi due il rituale
della domanda
Oh già, dimenticavo, devo prima liberare
il tuo amico dall'incantesimo. Ecco, uno schiocco di dita ed
è fatta!".
Un banale schiocco di dita? Questo qua mi vuol prendere per i
fondelli!
Goblin riprende l'azione interrotta ed osserva la porta. Quindi
capisce l'irrazionalità dell'azione, osserva me e il Genio
e sembra sbalordito: "Mi sono perso qualcosa?".
"Beh si
", faccio io, non sapendo come spiegarglielo.
Il Genio mi precede: "Il sono il Genio della Lampada ed
ho creato questo mondo per isolarmi dagli altri. Voi avete osato
profanare il luogo sacro e per questo ho usato il mio potere
per distruggervi
"
"Ma non siamo ancora distrutti!", obietta lui.
"Oh no!", risponde il Genio, "Non lo hai ancora
capito? Voi siete già morti! Io ho poteri sovrumani di
vita e morte su chiunque. Ma siccome trovo barbaro un simile
sistema, voglio dimostrarmi più intelligente e concedo
alla mia vittima un desiderio. Naturalmente consiglio anche di
esprimere bene questo desiderio, perché dopo non c'è
più scampo. Un ottimo suggerimento, che la stragrande
maggioranza delle vittime ha accettato, è di chiedere
di aver salva la vita, in modo da uscire dal tunnel e non pensarci
più. Eh si, tutti pusillanimi! Allora, avete capito le
regole del gioco?".
"Credo di si, dobbiamo esprimere ora il desiderio?",
chiede Goblin.
"Oh no, bisogna seguire un rituale, come ho già spiegato
al tuo compagno. Tengo molto alla precisione del rito, sapete?
Tutte le vittime devono essere sottoposte agli stessi stimoli,
così posso verificare le differenti reazioni all'evento.
Il dio che ha violato il regno ha reagito in maniera contorta,
qualcuno ha esitato prima di rinunciare ad un'esplorazione inconsueta,
altri hanno accettato, mentre i rimanenti - e sono tanti! - hanno
in pratica supplicato per uscire da quest'inferno!".
Goblin, finora incerto di fronte all'individuo più strambo
di tutti quelli che ho incontrato finora, ritrova il buonumore:
"Benissimo, accettiamo! Però prima avrei una richiesta
da farti, se non hai il timore che possa compromettere il rito.".
"Sentiamo".
"Vorrei consultarmi con il mio amico Sergio, magari sarebbe
possibile fornire una risposta adeguata."
"Oh oh, dei temerari, a quanto pare. Acconsento a tre condizioni:
che non formuliate una richiesta in comune, cioè che ognuno
decida da solo il desiderio da esprimere, che non decidiate una
risposta preventivata in anticipo e che parliate a voce alta,
in modo da verificare la correttezza della consultazione. Si
capisce, non vorrei che svanisse l'effetto sorpresa e venisse
a meno la genuinità del rito."
Goblin si rivolge a me: "Il Genio non mi lascia molta scelta,
per cui vorrei solo ricordarti che il tuo destino è quello
di seguire il
come lo ha definito? Il dio che ha violato
il regno. Quest'individuo che forse ha creato l'universo delle
illusioni mentali - lo so perché ho letto nei tuoi pensieri
- , quest'essere con cui un giorno dovremo confrontarci ha poteri
immensi, e se vuoi verificare la possibilità di scontrarti
con lui dovrai misurare il tuo coraggio, evitando di scegliere
di aver salva la vita. Io ti seguirò, qualunque sia il
tuo desiderio."
Appena si interrompe, il Genio pare soddisfatto: "Mi sembra
che le mie condizioni siano state rispettate!".
Poi scompare. E riappare. Sempre sospeso nel vuoto.
"Questo luogo è sacro agli dèi."
Fa una pausa ad effetto. Poi riprende.
"Ho di fronte a me due profanatori."
Congiunge le mani e le solleva in alto.
"La morte non è abbastanza per loro, ma ti prego,
Dio onnipotente, di non riservargli la punizione prevista per
un simile oltraggio. Vedi? Mi prostro ai tuoi piedi per supplicare
perdono".
S'inginocchia, sempre tenendo alzate le mani congiunte. Quindi
si rialza e, continuando a lievitare sopra il pavimento, ci rivolge
uno sguardo carico di rimproveri.
"Il Dio ha deciso di essere clemente. In qualità
di Suo servitore, mi ha consentito di soddisfare un vostro desiderio.
Ditemi cosa desiderate e io acconsentirò!".
Riapre le mani, rivolgendole verso di noi. Si capisce che è
il nostro turno. Inizio io, ormai deciso ad esplorare l'inferno:
"Voglio seguire le orme del tuo violatore!". Tocca
a Goblin: "Voglio essere il suo scudiero!". Risponde
il Genio: "L'avevo intuito. Dev'essere scritto nel destino
che voi due dobbiate combattere con Colui che Non Deve Essere
Nominato e distruggere l'Universo da lui creato. Forse non riuscirete
ad oltrepassare la porta, malgrado abbiate espresso il desiderio.
A meno che non abbiate la stessa forza del vostro nemico. Sia
fatta la vostra volontà!".
Quindi scompare definitivamente, mentre la porta si dissolve.
Noi andiamo oltre il varco. Sarà la fine definitiva?
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