PrimiPASSI

RACCONTO SENZA NOME

di Patrizio Conz

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La seconda puntata

3^ puntata

Gli scienziati erano sbigottiti, era meglio di quanto si aspettassero ma questo voleva dire che su Marte esisteva o era esistita una forma di vita aliena, almeno simile a noi per caratteristiche, e per questo non divulgarono l'informazione ai media. Venne lanciata in segreto una nuova missione con la collaborazione dei Russi, Giapponesi, Francesi e di altri stati tra cui l'Italia, che ebbe così modo di provare il suo prototipo di reattore alimentato con un sottoprodotto dell'uranio che eliminava l'ingombro degli enormi serbatoi necessari per staccarsi dalla Terra. La nuova missione contemplava l'utilizzo di un'equipaggio umano che sarebbe sceso sul pianeta muovendosi tramite degli Esoscheletri già utilizzati in missioni nelle profondità marine che li avrebbero protetti dalla temperatura esterni di -80° C. Sbarcarono su Marte nel Marzo del 2000, i primi uomini su Marte...almeno i primi dopo molto tempo......ma il pianeta non era deserto come sembrava dalle foto delle sonde, gli uomini della Nasa ebbero solamente il tempo di sentire uno dei pionieri che riferiva alla base di sentire sotto ai piedi delle strane scosse, un attimo dopo le scosse si intensificarono e dal terreno marziano uscì una creatura enorme simile ad un verme ma grande come un balena che fagocitò l'intero gruppo....e poi fù il nulla.
Delle astronavi gigantesche decollarono da Marte in forze dirigendosi verso la Terra, nel 2002 una delle astronavi atterrò nel deserto egiziano e una delegazione di scienziati e diplomatici venne mandata verso di loro per accoglierli come amici, all'avvicinarsi degli uomini dall'astronave partì un raggio che polverizzò tutto il gruppo, di li a poco scesero tutti gli occupanti dell'astronave che iniziarono distruggere tutto ciò che li circondava.
Essi erano i discendenti dei Cetha....costretti a vivere per millenni sotto il suolo di Marte per sopravvivere, dovevano assolutamente spostarsi su un'altro pianeta per garantire la sopravvivenza della loro specie, e il pianeta prescelto fu la Terra.
Noàh stava pensando ancora assorto nei suoi ricordi quando il marinaio, suo compagno di viaggio, lo avvisò che si stavano avvicinando alle coordinate che gli aveva detto di raggiungere, solo una cosa lo preoccupava, la bussola era come impazzita e anche se poco tempo prima erano nel centro della tempesta ora il cielo appariva sereno e senza alcuna nuvola, sembrava un paesaggio da sogno......proprio come quello che aveva visto nel sogno Noàh......poi il silenzio e tutto divenne nero..................
Scosse la testa ma non riusciva più a ricordare nulla, recorda solo la barca che si impennò e colò a picco assieme a lui e al capitano Hable e poi il risucchio in fondo al mare, il nulla.........
Si trovava in una specie di grotta ma non sapeva nè come c'era arrivato nè dove si trovava esattamente la grotta, si alzò ancora un po' intontito e iniziò a guardarsi intorno, la caverna proseguiva verso nord ma la visibilità diminuiva progressivamente tanto che alla fine Noàh per poter camminare doveva costantemente toccare con la mano la parete destra della grotta. Ad un certo punto vide che verso di lui si avvicinava un bagliore tremolante e sentì dei passi echeggianti nel silenzio. Si nascose dietro una roccia ed aspettò, prendendo una roccia in mano, che i passi si avvicinassero. Quando li sentì abbastanza vicini Noàh scattò con un balzo verso la luce e subito dopo si sentì un urlo......
"Ma sei impazzito figliolo..."; era la voce di Hable "se proprio non vuoi rifondermi i danni della barca bastava che me lo dicessi, non c'era bisogno di farmi un assegno in testa con quella pietra...". Noàh ora era più tranquillo perchè sapeva di non essere solo là sotto, anche se la sua compagnia era Huble. Si rivolse verso di lui per constatare di non averlo ferito gravemente e per appurare l'entità dela ferita in testa.
"Scusami, pensavo tu fossi......", "Morto ?!? Non posso morire prima di ricevere da te i 5000 crediti , sta sul mio contratto, quello che hai firmato non te lo ricordi ?".
Noàh abbozzò un sorriso e si rivolse verso nord, "Dobbiamo proseguire di qua........." disse.
"Ho già esplorato io lì avanti, è un vicolo cieco, siamo spacciati, la grotta è in fondo al mare e termina in un vicolo cieco, non abbiamo ricambio di ossigeno e quindi moriremo asfissiati........e fino adesso ti ho detto solo i lati positivi della faccenda"
Il ragazzo sembrò non ascoltarlo neppure, si mosse con passo deciso verso la parete a nord ed iniziò a esaminarne la superficie con la mano. Intanto Hable continuava a parlare "Avevo sentito storie strane su questo posto, ma per natura sono piuttosto scettico. Come si dice, finchè non vedo non credo, infatti quando ho visto mia moglie a letto con un altro ho creduto fosse il caso di aruolarmi in marina..."
Le parole si smorzarono in bocca ad Hable quando vide quella scena, Noàh era circondato da una luce bianca e imponendo le mani sulla parete con gli occhi chiusi stava cantando una nenia in una strana lingua. Dopo poco la parete sparì e Noàh cadde in ginocchio, esausto. Hable gli corse incontro e iniziò a dargli degli schiaffetti in faccia per farlo riprendere, "Magari ti avessi conosciuto prima ragazzo, mi sarebbe bastato farti conoscere mia suocera, gli avresti stretto la mano e lei non sarebbe più entrata in camera da letto proprio nel più bello con la mia ex moglie, ....quando dormivo...."
Noàh era vistosamente affaticato, parlava glutturalmente e non sembrava la sua voce, poi aprì gli occhi e disse "Cosa ci faccio tra le tue braccia ? E perchè sono sudato ?"
"Faccio lo stesso effetto a molte donne..." disse Hable, "comunque non so come hai fatto ma sei riuscito a sgretolare la parete che formava un vicolo cieco nella grotta, sembravi come posseduto ...."
"Ricordo, qualcuno mi ha detto cosa fare....."
Noàh e Hable si incamminarono e rimasero sconvolti da quello che videro, un immenso tempio, sul pavimento c'erano le stelle. Al centro di esso vi era Venere. Tutt'intorno sette colonne e al centro di Venere si ergeva un piedistallo. Verso nord vi era una nicchia che doveva avere la funzione di altare.
I due si mossero in quella direzione, Noàh lo toccò e si aprì un passaggio che portava più in basso. Percorsero tutta la discesa accostandosi alla parete in modo da non scivolare sugli scalini in roccia e finalmente giunsero alla fine della loro pellegrinazione.
Tutte le pareti intorno a loro erano composte da schermi e da macchinari che emettevano luci intermittenti e suoni convulsi, sopra di loro vi erano delle ventole che garantivano il ricambio d'aria nella stanza. Sulla parete più a est quattro bare di cristallo, due vistosamente danneggiate, le altre due ancora intatte, una delle quali era aperta. L'ultima bara conteneva il corpo di un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri, sembrava ancora vivo, per terra due scheletri che si tengono per mano. Ora Noàh si ricorda, il sogno, una donna dai folti capelli biondi che partorisce con grandi dolori, dona la sua vita per farne nascere un'altra..............
Un uomo anch'egli con gli occhi azzurri e i capelli biondi che a fatica mette il bimbo nella bara, la sua morte....in qualche modo lui e la donna dovevano essere uniti............
Il bambino che cresce molto più lentamente degli esseri umani, la sua voce, il suo richiamo........

Noàh allunga di scatto le mani verso la bara, ed ecco che il ragazzo apre gli occhi....poggia anch'egli le mani sulla bara.....un lampo di luce....adesso era lì, davanti ai suoi occhi, immobile e silenzioso, eppure parlava. Gli raccontava del dolore che provava, della tristezza che aveva in cuore....la bara di cristallo si aprì, e colui che vi era dentro portò la sua mano alla fronte di Noàh, nel suo viso inespressivo apparì un sorriso e nei suoi occhi comparirono delle lacrime. "Vedo che tu puoi capirmi, è per questo che ti ho chiamato, tu sei il 'risvegliatore'....il prescelto....io mi chiamo Yeobà....sono il figlio degli Dei".
A quelle parole Hable sbiancò, non poteva credere a quello che vedeva eppure nel suo cuore non c'era traccia di sgomento ma anzi, c'era calma e serenità, era una sensazione di sicurezza che non provava da moltissimo tempo.
"Come scritto nelle profezie il popolo della stella del mattino non vi abbandonerà, noi ci siamo fusi con i vostri progenitori in modo da creare gli esseri superiori che siete ora. Certi umani però erano già simili a noi geneticamente, però essi non sapevano come sfruttare tutte le loro potenzialità e preferimmo non rivelare loro l'immenso potere che possedevano. Non è un caso che vi troviate voi due qui, amici, voi possedete questo immenso potere, voi come altri tre esseri umani e mia sorella, Geha....."
I tre si voltarono verso la bara aperta, ".....mia sorella.....si è svegliata prima di me, e da sola ........... impossibile ......... questo vuol'dire che .....
Noàh, Hable dobbiamo trovare gli altri tre uomini e mia sorella, il vostro destino sta per compiersi e in qualche maniera mia sorella centra qualche cosa. Solo se saremo tutti uniti riusciremo nel nostro compito, io vi aiuterò e rispetterò il volere dei miei padri, questo mondo ha bisogno di pace......
Dopo quelle parole Noàh e Hable si guardarono negli occhi e seguirono senza fiatare Yeobà entrando in un tunnel luminoso che li avrebbe portati verso il loro avvenire.......
Solo allora Noàh capì che lui apparteneva alla storia .........e ne scriverà un altro capitolo, il decisivo per l'umanità intera.