1^
puntata
Questo
è l'anno 13° del regno di Kartimos e della regina
Casillkia, qui racconto gli avvenimenti che hanno portato il
nostro popolo alla disfatta. Il mio nome è Castios, sono
uno scriba reale adibito alla registrazione di ogni fatto o avvenimento
che possa avere importanza per il mio signore e padrone Re Kartimos.
Per capire le ragioni di questa disfatta annunicata dovrò
chiarirvi gli eventi della nostra storia passata.
Le nostre antiche scritture narrano che i Divini sono scesi dalla
stella del mattino...
forse questa è Venere...si così la chiamavano gli
antichi, ma voglio finire di leggere; all'alba di questo mondo,
una volta scesi dal loro carro celeste trovarono attorno a loro
un mondo sterile e primitivo, il pianeta era abitabile comunque,
e dopo la fuga dalla loro patria non potendo tornare indietro
decisero di creare un insediamento in cui si sarebbero rifugiati
aspettando soccorso dal loro pianeta natale.
Questo mondo era identico al loro, prima che succedesse l'irreparabile.
Foltissima vegetazione, la vita animale era ancora di tipo primitivo
con enormi rettili carnivori che si nutrivano dei vegetariani.
Distaccati da questi animali apparivano due popolazioni di umanoidi,
una popolazione era composta da esseri semi-bipedi in quanto
la loro andatura non era ancora del tutto eretta. Loro erano
il prodotto dell'evoluzione di quell'animale ormai scomparso
dal nostro continente chiamato scimmia, erano in grado di comunicare
tra loro con uno scarsissimo vocabolario ma la loro forza stava
nell'organizzazione e nella collaborazione tra loro.
L'altra popolazione era formata da rettili bipedi, dalla forte
indole bellicosa, ma dalla scarsa intelligenza e dal linguaggio
composto in maggior parte da urla e richiami.
Le due popolazioni erano sempre in guerra tra loro. All'arrivo
dei Divini, che si guardavano dall'intromettersi nelle loro lotte,
le due popolazioni iniziarono ad adorarli e a venerarli in quanto
come è noto, tutto quello che i primitivi non sapevano
spiegare lo divinizzavano. E' chiaro che l'impatto delle loro
due culture primitive con degli esseri molto superiori a loro
sia per intelligenza che per aspetto, i Divini erano alti due
volte i primitivi ed erano perennemente avvolti da uno strano
bagliore bianco che non faceva intravedere bene i loro tratti
somatici, gettò le due popolazioni nel caos e diede un
motivo in più alle due razze per darsi battaglia, infatti
quale è miglior pretesto per una guerra se non la religione
? E così gli scontri tra gli umanoidi si accrebbero nella
speranza di farsi ben volere dai Divini che però erano
più preoccupati per la loro patria e per i soccorsi che
ritardavano che delle illogiche beghe tra gli autoctoni.
Aspettarono a lungo i visitatori ma mai nessuno arrivò
a recuperarli, e quando una notte videro quello spettacolo incredibile
si convinsero che nessuno sarebbe più arrivato a salvarli.
Quella sera uno di loro aveva visto strani segni nel cielo, sembrava
che il firmamento stesse per crollare sulla terra. Le stelle
danzarono in cielo e le due Lune si tinsero di sangue, si allargarono
e si restrinsero nel cielo e sembrava che la volta celeste stessa
si accartocciasse come una pergamena: uno spettacolo orrendo
che gelò il sangue a tutti gli esseri della Terra.
Trascorsero alcuni attimi in un silenzio di ghiaccio, poi un
rumore cupo e sordo che era partito sommessamente per poi aumentare
la sua intensità, talmente tanto che tutte le creature
della terra vennero avvolte da un manto di terrore e pazzia e
molti dal dolore si uccisero, i Divini rimasero immobili e impassibili.
L'ultimo atto di questa tragedia iniziò con una luce abbagliante
che partì proprio dal pianeta dei Divini e che illuminò
a giorno la terra per alcuni secondi alla quale seguì
un'altro bagliore proveniente dalla "stella rossa"....La
stella rossa, Marte !!!.....
La loro patria e la "stella rossa" erano state colpite
dalle Armi di Dio e della loro popolazione non rimase nulla se
non sale e il ricordo del loro passato splendore.
Dopo quegli avvenimenti, per volontà del supremo, accadde
che gli esseri e gli oggetti sulla terra prima vennero portati
al cielo e poi vennero schiacciati per terra. La prima Luna,
più vicina alla terra, a causa di questo sconvolgimento
precipitò rovinosamente cadendo nel Grande Mare dell'ovest.
Fù una catastrofe immane, gli antichi decisero di rifugiarsi
nei loro giacigli di vetro all'interno del tempio sotterraneo
che avevano costruito, parlarono senza aprire bocca a tutte le
creature della terra, dissero che sarebbero stati risvegliati
solo dalla volontà del supremo e che un giorno sarebbero
ritornati e avrebbero portato la pace nel mondo per impedire
che quello che è successo a loro si ripeta un'altra volta.
Dopo l'impatto della prima Luna con la terra si svegliarono tutti
i vulcani che eruttarono per molti cicli venusiani
........Cicli Venusiani...penso che voglia dire giorni, erano
utilizzati nel calendario Maya........
Le ceneri e i lapilli ricoprirono completamente il cielo di una
coltre nerissima che impedì il passaggio dei raggi solari
per molti elgath...... Contemporaneamente a ciò, grazie
alla violenza dell'impatto della prima Luna con la terra si creò
, come quando si getta un sasso in acqua, un'onda circolare che
si innalzò fino al cielo, era alta più di una montagna
e si infranse con estrema violenza al suolo spazzando via ogni
cosa.
Poi il silenzio e piovve per cicli e cicli, tanto che la terra
ferma era quasi del tutto scomparsa, i poli si spostarono dal
loro asse e ci fu una lunga glaciazione. Quasi tutte le forme
di vita precedenti erano morte, sia animale che vegetali, i grandi
rettili e la popolazione di rettili-ominidi morirono di stenti
perchè essendo organismi a sangue freddo non poterono
sopportare per molto tempo la mancanza del sole.
Gli uomini-scimmia in piccola parte riuscirono a salvarsi spostandosi
nelle sommità delle montagne più alte e costruendo
rifugi improvvisati in ogni parte del mondo emerso.
Venne l'epoca dei giganti
...... ho letto qualcosa a proposito, con lo sconvolgimento magnetico
avvenuto dopo il cataclisma le massiccie dosi di radiazioni diedero
luogo a mutazioni genetiche che aumentarono la statura di alcuni
esseri viventi anche di 4 volte il normale.....
I giganti combattevano ferocemente contro gli uomini-scimmia
perchè essi a differenza dei giganti allevavano il bestiame
in modo da avere sempre cibo a disposizione. Era un passo importante
dell'evoluzione questo in quanto gli ominidi non si basavano
più esclusivamente sulla caccia ma anche sull'allevamento,
i Giganti però preferivano uccidere che allevare e
data però la scarsa forza fisica degli uomini-scimmia
essi vennero quasi del tutto massacrati dai Giganti.
Da lungo tempo il ricordo degli Dei si tramandava di generazione
in generazione tra gli uomini-scimmia e ogni anziano ripeteva
ai giovani che essi un giorno sarebbero tornati per portare la
pace nel mondo. Una sera uno dei giovani uomini-scimmia venne
chiamato in sogno degli antichi che gli rivelarono l'esatta ubicazione
del tempio sommerso avvertendoli che per salvarsi da un'immane
disastro avrebbero avuto bisogno del loro aiuto. L'ominide con
alcuni compagni partì il giorno seguente alla ricerca
del tempio degli antichi, viaggiarono per moltissimi cicli e
trovarono il tempio immerso nel Grande Mare della Luna.
Entrarono nel tempio grazie ad uno strano meccanismo che si attivò
all'approssimarsi del giovane. Una volta all'interno notarono
che il tempio conteneva oggetti stranissimi, luci intermittenti
e strani macchinari. Più distanti sulla destra vi erano
quattro bare di cristallo allineate contro la parete.
Si rivolsero verso una delle bare di cristallo, all'interno di
essa appariva una figura di fanciulla bellissima, dalla pelle
color latte e dai lunghissimi capelli biondi. I primitivi osservarono
le altre bare e videro che due di esse erano rotte, all'interno
di esse apparivano soltanto gli scheletri deformi e fragili appartenuti
agli sfortunati dormienti.
L'ultima bara era ancora intatta, essa però emetteva un
assordante rumore, come un fischio, ad intervalli regolari. All'interno
di quest'ultima vi era un ragazzo bellissimo, alto con i capelli
biondi ed anch'esso di carnagione bianca.
Gli uomini-scimmia apparivano frastornati da quasto fischio pulsante
e sconvolti dalla diversità di questi esseri, ma l'ominide
che era stato contattato in sogno si avvicinò alla bara
e vi appoggio la sua mano. Con stupore di tutti l'essere al suo
interno aprì di scatto gli occhi mostrandone lo splendido
color acqua.
L'uomo all'interno della bara portò anch'egli la mano
alla superficie interna della bara e l'ominide venne come scosso
da dentro, iniziò a sentire la voce dell'antico senza
che lui muovesse le labbra. Come un pupazzo mosso da una forza
invisibile l'ominide armeggiò sulle bare e dopo un po'
di tempo riuscì ad aprirle tutte e due.
Le profezia era compiuta, alla fine gli antichi Dei vennero liberati
dalle loro tombe di cristallo.
Questi esseri magnifici parlavano senza aprire la bocca e la
loro parola poteva essere captata solo dall'ominide contattato
in sogno, essi rivelarono il loro nome agli ominidi, Hadam era
il nome del uomo e Evhàe quello della donna.
Gli antichi in segno di gratitudine per ciò che gli ominidi
avevano fatto per loro li avvolsero con la loro luce e li resero
capaci di parlare come facevano loro.
Gli esseri illuminati rivelaro all'ominide che avevano contattato
che entro poco tempo sarebbero stati attaccati in massa dai Giganti
e che a causa dell'enorme spargimento di sangue che avrà
luogo nella battaglia il Dio Efreet farà tremare la terra
e le farà sputare fuoco. Per aiutarli nella battaglia
gli antichi diedero a questi esseri un'arma in grado di uccidere
qualunque nemico solo con il suono.
Ad un cenno di Hadam gli antichi e gli uomini-scimmia vennero
avvolti da una luce e un momento dopo si trovarono inspiegabilmente
al villaggio degli uomini-scimmia, si organizzarono le difese
a capo delle quali vennero messi gli Dei. Come previsto iniziò
la battaglia, i nemici non si potevano neppure avvicinare agli
illuminati che morivano sotto atroci sofferenze, con gli occhi
che uscivano dalle orbite, il cervello usciva dal cranio e la
colonna vertebrale scoppiava fuori dalla schiena con estrema
violenza dilaniando il corpo degli sfortunati. Hadam e Evhàe
non muovevano neppure un muscolo, camminavano semplicemente tenendosi
per mano e tutto quello che gli si parava davanti veniva spazzato
via da una forza misteriosa preceduta da un bagliore accecante,
intanto gli ominidi usando le armi sonore sgominarono gli ultimi
drappelli di Giganti senza pietà. Queste armi provocavano
una fuoriuscita di sangue e materiale celebrale dal naso e dalle
orecchie del nemico su cui veniva puntata provocandone la morte
istantanea.
Al tramonto la battaglia finì e iniziò a piovere,
sembrava che il cielo stesso adirato per lo spargimento di sangue
volesse lavare l'orrore dalla terra.
L'ultimo Gigante era morto, molti uomini-scimmia avevano perso
la vita nella battaglia ma tutti iniziarono a festeggiarono la
grande vittoria e il grande evento adorando e cantando inni agli
Dei.
Hadam parlò all'uomo-scimmia che aveva contattato in sogno
e gli conferì il nome di Noàh ossia "Il risvegliatore",
gli spiegò che, sapendo che loro non sarebbero vissuti
ancora a lungo, volevano in qualche maniera vivere "all'interno
di essi". Allora Hadam gli spiegò che ogni futuro
nascituro avrebbe dovuto ricevere "il sangue degli Dei"
in modo che essi sarebbero potuti vivere ancora fondendosi con
loro. Per mezzo di questa fusione si creò una nuova razza,
la razza umana come la conosciamo noi oggi, e gli illuminati
insergnarono loro le arti e le scienze della loro cultura ormai
morta.
Un giorno Evhàe si sentì male, era il presagio
di una nuova sventura, la pioggia ormai cadeva da 30 cicli, Hadam
disse a Noàh che lui e la sua popolazione si sarebbero
dovuti imbarcare per dirigersi nella Terra-Promessa, un'oasi
di terra rigoliosa dove gli Dei avevano riportato alla vita alcune
specie animali e vegetali del passato. Questa terra si trovava
in mezzo al grande Mare dell'Ovest e si chiamava Elgolànd.
...............Elgolànd....è il nome antico di
Atlantide.............
Questo era l'ultimo dono che gli Dei fecero all'umanità
prima di sparire per sempre nel loro tempio sommerso nel mare,
ci avevano protetti e scelti allo stesso tempo come loro eredi.
I superstiti umani si imbarcarono appena in tempo, ebbe luogo
un'esplosione tremenda che spazzò via letteralmente tutto
il loro villaggio e in terra si formò una immensa crepa
dalla quale uscì il sangue della terra, il villaggio degli
uomini era stato inghiottito dalla terra.
E dopo molti cicli passati in mare smise di piovere, questo fu
un buon presagio in quanto finalmente giunsero ad Elgolànd,
vi si insediarono e crearono una grande città che fortificarono,
questa città venne chiamata Atlantide.
Questa città prosperò e all'interno di esse venivano
coltivate le arti e le scienze come gli Dei ci insegnarono, e
approfittando del fatto che finalmente le terre a poco a poco
riemergevano dagli abissi del mare la gente iniziò a colonizzare
le terre emerse ed essi portarono con loro il sapere degli antichi.
Atlantide divenne la capitale del sapere e era a capo di sette
città satelliti che avrebbero irradiato la cultura in
tutto il mondo conosciuto, in questa città secondo gli
insegnamenti degli Dei non si costruivano armi, non esisteva
un'esercito ma esisteva solamente un'corpo speciale adibito alla
difesa dei 7 anziani del Re e della Regina, non esisteva la pena
di morte e chi uccideva un suo simile veniva esiliato.
Ma venne un giorno in cui il sole si oscurò facendo piombare
nelle tenebre la città di Atlantide, dal cielo scesero
degli enormi carri celesti dalla strana forma a punta seguiti
da un'altro dalle fattezze di un felino. Scesero dal cielo e
si insediarono in una regione desertica che possedeva soltanto
un grande fiume dalla forma biforcuta come la lingua di un serpente
e che straripava periodicamente.
...............l'Egitto..........
Dagli strani e mastodontici carri a punta si aprirono dei portelli
e da essi uscirono migliaia di uomini, dalle fattezze identiche
agli Dei se non per la carnagione scura e gli occhi e i capelli
neri. Una volta che furono usciti tutti si udì un richiamo
come di una tromba mastodontica, un istante dopo dalla bocca
del carro dalla forma felina partì un raggio che si diresse
verso le zampe dello stesso. Dopo poco dal raggio uscirono degli
uomini che indossavano delle maschere dalle forme anch'esse di
felini, poi altri uscirono indossando maschere simili a falchi
ed infine apparì agli occhi di tutti una figura altissima
ed imponente che indossava una maschera d'oro. Questa figura
era circondata da un'alone luminosissimo di colore giallo che
emetteva un fastidioso sibilio, ad un cenno dell'uomo tutti si
inginocchiarono ed iniziarono ad intonare una nenia in una lingua
sconosciuta.
Si erano avverate le profezie degli Dei, essi ci avevano predetto
che dal cielo sarebbe arrivata una grande sventura un giorno
ed essa sarebbe stata preannunciata dal'oscuramento di Atlantide.
Quegli uomini erano i discendenti dei Cetha, il popolo della
stella rossa. Si erano salvati dalla distruzione del loro pianeta
intraprendendo un lunghissimo viaggio che si sarebbe concluso
solo dopo moltissimi Celgath, tanto che molte generazioni di
giovani crebbero e morirono nel mare di stelle.
Essi erano i discendenti della popolazione che attaccò
il pianeta degli Antichi e che venne colpita dalla maledizione
di Dio che li sterminò.
Sapendo del pericolo che avrebbero corso se fossero stati scoperti
dai Cetha gli atlantidi decisero di costruire una nuova città
in mezzo al mare che sarebbe stata circondata da 5 cerchi di
chiuse che avrebbero avuto oltre alla funzione di fortificazione
anche quella di unica via di accesso alla città dall'esterno.
I Cetha comandati abilmente dal loro Fhàraon, emissario
del dio Sole in terra, conquistarono senza problemi le regioni
a loro confinanti, anche grazie alle favolose armi tramandate
dai loro avi, e si impossesarono di tutte le ricchezze dei popoli
sottomessi.
Essi non esitavano a distruggere intere popolazioni pur di calmare
la loro sete di ricchezza e gloria.
Le popolazioni del Nord, nostre alleate, giunte oramai allo stremo
perchè private delle riserve alimentari che provenivano
dalle popolazioni del Sud erano preoccupate per l'avanzata inarrestabile
dei Cetha e ci chiesero aiuto. Noi, come secondo gli insegnamenti
degli Antichi, non potevamo partire all'attacco dei Cetha assieme
ai nostri alleati, anche perchè cosi sarebbe stata scoperta
la nostra esistenza, quindi fornimmo loro la conoscenza per creare
le armi di cui ci parlarono gli Dei.
Così tutte le popolazioni del Nord coalizzate assieme
partirono all'attacco dei territori dei Cetha, grazie alle armi
che fornimmo loro riuscirono ad arrivare fino alla loro capitale
ma lì vennero sgominati dalle truppe scelte del Fhàraon.
Delle creature dalla testa a forma di falco cavalcavano Fenici
di Fuoco e altre creature dalla testa a forma di felino cavalcavano
dei carri che si muovevano per terra alla velocità del
lampo. Il capo di una delle popolazioni nostre alleate per avere
salva la vita rivelò al Fhàraon la nostra esistenza
e l'esatta ubicazione della nostra capitale e quello fù
l'inizio della fine. Poco tempo dopo le nostre città satellite
caddero a una a una sotto i possenti colpi dei Cetha che si diressero
in forze all'attacco finale contro Atlantide.
Ci hanno attaccati sia per cielo che per mare ma siamo sempre
riusciti a respingere i loro attacchi grazie alle armi degli
Antichi, abbiamo sgominato anche la guardia scelta del Fhàraon
che dopo questa sconfitta è entrato nel mastodontico carro
a forma di felino seguito dalle altre truppe che entrarono nei
carri a punta, la terra tremò e i carri salirono in cielo
dirigendosi verso Atlantide.
Da delle fessure sulle cime dei carri a punta piovvero proiettili
di fuoco che distrussero in parte le nostre chiuse, oramai i
Cetha avevano penetrato le nostre difese ed erano arrivati ad
centro di Atlantide.
Il Fhàraon in quel momento parlò dicendo che se
non ci fossimo arresi a loro essi ci avrebbero spazzato via dalla
faccia della terra cancellando il nostro ricordo dalle generazioni
future proprio come i loro avi avevano fatto con gli antichi.
Tutto era perduto, non potevamo arrenderci altrimenti essi sarebbero
entrati in possesso del segreto degli Antichi quindi i 7 anziani
decisero di untilizzare per il bene del mondo l'arma di Dio. |