PrimiPASSI

Le storie di

STRISCIO

di Italo Papini

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Il secondo capitolo

3° CAPITOLO

Cospirazione e panini

Una giornata come un’altra. La strada tappezzata da manifesti bicolore (costano meno) che pubblicizzava l’arrivo in paese del Grande Maestro dell’Infinito, il guru, la guida della nuova onda. Solo per quella sera, solo per i nuovi adepti.

Le Poste Italiane, via lettera posta prioritaria (milleddue!, mezzo chinotto!), avevano avvertito Striscio dell’evento e, da fonti assolutamente fondate (Alina che spiava dalla strada) sapevamo che il nostro aveva intenzione di fare una visita al Grande Maestro.

Tutto stava funzionando come un meccanismo oliato a puntino. Unica pecca: Io e Alina non sapevamo cosa avesse fatto Telepiù. Avevamo invece notizie confortanti da Treppaia: il suo amico era ancora calvo e si stava divertendo un mondo ad entrare nella parte del guru.

Avevamo appuntamento con Telepiù alle 17,20 in punto davanti il barrino. Io e Alina eravamo lì.

Telepiù arrivò con la bici di suo fratello, con la ruota dietro frastornata e la catenache sembrava cantare da un giradischi anni settanta. Frenò proprio davanti alla porta del barrino, schizzando ciottoli contro il vetro. Udimmo distintamente il Beppo inveire, ma il momento era troppo importante per occuparsi di lui.

"Allora.... dicci..."

"Ho trovato il posto! E’ perfetto..... venite, è qui vicino!"

Seguimmo Telepiù fino ad un bandone sverniciato, in un posto dove i gatti neri, se ti vedono, si toccano. "E’ qui!" orgogliosamente profferì Telepiù.

L’aspetto, così, chiuso, era terrificante. Si immaginavano i tarponi (per quelli non del paese sono i grossi topi di fogna) chescorrazzavano liberi e indisturbati tra i relitti di mobili e le croste penzolanti di carta da parati "annitrenta".

"Fa schifo" disse seria Alina.

Ma Telepiù non si scompose: girò la chiave nella serratura della serranda e.... voilà!

La stanza che stava al di là del vetro (bello pulito e lustro) sembrava uscita fuori da un libro di magia del diciottesimo secolo! Una cosa stupefacente.

"Come hai fatto?" chiesi a Telepiù che gongolava, godendosi gli sguardi ammirati miei e di Alina.

"La stanza è di un mio cugino, l’arredamento è del teatro (conosco il custode, basta riportare tutto domani) e.... insomma va bene?"

La domanda retorica dice molto sulle insicurezze del personaggio ma in quel momento solo il fatto di essere in presenza di una ragazza mi trattenne dal baciare Telepiù.

Proprio in quel momento arrivò Treppaia con il suo amico.

"Ciao, io sono Guido... anzi no: sono il Grande Maestro dell’Infinito!"

Dopo le presentazioni entrammo nel locale e cominciammo ad organizzarci al meglio: secondo le locandine il Grande Maestro sarebbe arrivato alle 21 esatte ed erano già le 18,32.

Alle 19,30 era tutto perfettamente sincronizzato: mancava solo lui, Striscio.

Arrivarono dal barrino (grazie ad Alina) panini e bibite per tutti e alle 20,30 il piano iniziò ad ingranare.

Capitolo 4°: di prossima pubblicazione.