Il dì
riluce del chiaro
Che la notte trascorsa depone
Sul rorido manto della terra alma
Di augelli e fiori in estasi.
Quando ancor
la speme d'ore liete
Non placa il suo iuvane empito,
S'accovaccia l'occaso agreste
Su le molli palpebre del putto in fasce.
Agreste è
la notte e l'occaso,
Col suo carico d'atri istanti,
mette in cor all'uomo un senso
D'indefinita noia, mal sublime. |
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