Cio' che primeggia in
"PICNIC A HANGING ROCK" e' il dualismo tra estrema
razionalita' ed oscuro ignoto: immerso nell'epoca vittoriana
di inizio '900, la pellicola di Peter Weir produce oblique simbologie,
innalzando quell'impareggiabile "senso del contrasto"
che vede contrapposta la civilizzazione ed urbanizzazione dell'uomo
alla monolitica, intatta spiritualita' ed esoterismo emanati
dalla roccia millionaria (Hanging Rock). Il pubblico sembra venire
subliminalmente, irreversibilmente attratto da quello stesso
magnetismo che le tre giovani ed avventurose fanciulle (Miranda,
Marion ed Irma) subiscono lungo il loro graduale scalare l'imponente
roccia vulcanica. E' fin troppo chiarificatoria l'intensa, inusuale
atmosfera che si percepisce sin dalle prime immagini del film:
il flauto di Pan suonato da Gheorghe Zamfir e' il perfetto contrappunto,
l'idilliaca colonna sonora di quel pomeriggio del 14 Febbraio
1900 che avra' si' un inizio, ma che mai vedra' un epilogo: dal
momento in cui il gruppo di ragazze del Collegio Appleyard giungera'
ai piedi della roccia al fine di festeggiare il giorno di San
Valentino, ha inizio la parte piu' coinvolgente, inquietante,
esoterica e magica di Picnic A Hanging Rock: lo spettatore, in
particolar modo quello dotato di maggiore trasporto emozionale,
non potra' resistere al fascino subliminal-esoterico infuso dal
flauto di Zamfir, flauto che crea un'unica, maestosa ed insuperata
simbiosi con i misteri e segreti della sovrastante, possente
roccia vulcanica. Di fronte a Madre Natura, l'essere umano civilizzato
non potra' mai agire, semmai solo subire: subire il suo fascino
occulto e mai del tutto svelato. Si tratta dello stesso fascino,
potere magico che le tre ragazze avventuratesi sugli ostici sentieri
di Hanging Rock percepiscono, in particolare Miranda, di certo
il personaggio centrale di tutta l'opera di Weir, colei che sembra
godere di poteri sensitivi di gran lunga superiori a quelli delle
sue compagne di escursione. "Lei sa cose che voi non vi
immaginereste neanche
" - affermera', profetica, Sara,
rivelando, seppur implicitamente, la sensitivita' di Miranda.
A noi comuni mortali sara' solamente concesso formulare ipotesi,
congetture, supposizioni, accumulando dubbi su dubbi, incertezze
su incertezze, ma arrivando, di fatto, a nulla: perche' proprio
il "nulla", l'ignoto, cio' che esiste e fluttua al
di la' di ogni confine legato alla logica, non potranno che apparire
all'uomo in veste di enigmi infinitamente criptici, destinati
ad una inevitabile, rassegnata irrisolvibilita'. Altrimenti,
che spiegazione oggettiva mai potremmo fornire quando al centro
di ogni questione risiede Madre Natura, ovvero la vita prima
ancora della vita, il tempo ancor prima del tempo? Miranda, seppure
inconsciamente, aveva, antecedentemente la gita (e nel film lo
si intuira' quando, durante i preparativi mattutini per la gita
di Hanging Rock, rivelera' a Sara "Faresti meglio a cercarti
qualcuno a cui voler bene
io non staro' qui ancora a lungo
")
gia' avvertito quelle "forze oscure ed obliquamente indefinite"
che la avrebbero strappata all'inespressiva routine di ogni giorno:
nessuno, forse nemmeno il piu' intuitivo degli spettatori puo'
accorgersi tale profetica affermazione si tratti di un addio
non solo alle rigide, restrittive regole del Collegio ma anche
l'addio al mondo materiale dominato dalla logica, l'addio ad
una esistenza per abbracciarne un'altra, incerta ed inquietante
ma al contempo nuova ed inesplorata, e per questo infinitamente
magnetica: fuga da una civilta' troppo schematica e prigioniera
di assurdi preconcetti e razzismi per essere vissuta da uno spirito
libero come Miranda.
La staticita' della roccia, unita alla sua incertezza di piccoli
boschi e sentieri rimasti a lungo inesplorati, funge meravigliosamente
da contraltare all'allegria e spensieratezza delle collegiali,
ingenuamente sopraffatte da cosi' tanto mistero; cosi' ci appaiono
antitetici il tono fiabesco, "sovra-dimensionale" e
fuori dal tempo del Picnic sulla roccia, e la realta' del Collegio
impersonata dalla dura, inflessibile Direttrice Appleyard a cui
si antepone la romantica, sognante e ribelle Sara: lo spirito
di intensa allegria ed atmosfera instauratesi fra le ragazze
durante lo svolgersi del party di San Valentino ai piedi della
roccia, atmosfera amplificata da un clima afoso e soleggiato
di fine Estate, si scontra, dunque, con il pathos tetro e decadente
della stanza in cui Sara subisce la personalita' rigida e dittatoriale
di Miss Appleyard.
In sintesi, assisteremo a due mondi, uno nettamente contrapposto
all'altro: quello in cui domina il pragmatismo di una Societa'
perfettamente integrata, il cui unico scopo e' educare i propri
figli secondo rigide e mai compromettenti regole e discipline,
limitando pero' gravemente, al tempo stesso, la liberta' di spirito
ed innocente ribellione di cui un adolescente avrebbe sempre
bisogno, al fine di sviscerare i propri istinti, la propria personalita'
e creativita'; il secondo avente, invece, come epicentro Madre
Natura e le sue immortali creature la cui bellezza e' rimasta
inalterata, intatta nel tempo: simbolo, questo, di ignoto e mistero,
segreto ed infinita curiosita', nonche' assoluta liberta' di
interpretazione da parte dell'uomo: e sara' proprio il tempo
a doversi inchinare, quel giorno di San Valentino, dinanzi all'oscuro,
inevitabile magnetismo profuso dalle rocce, come se ci fossimo
inoltrati in nuova, sconosciuta, inesplorata dimensione.
Il fascino subliminale ed esoterico che costituisce PICNIC A
HANGING ROCK e' frutto di un insieme di elementi e fattori perfettamente
integrati e superbamente coordinati dal geniale Weir, con il
preciso intento di impedire allo spettatore di giungere ad una
logica, "terrena", fin troppo prevedibile soluzione;
dividerei, dunque, il film nei seguenti, salienti tratti:
- il contesto temporale: quale migliore ambientazione Joan Lindsay
(l'autrice dell'omonimo romanzo) avrebbe potuto scegliere per
la narrazione della misteriosa apparizione? Il 1900 viene, in
questo preciso contesto, calato nella funzione, simbolica, di
"alba dei tempi": offrirci uno spaccato d'epoca in
cui non erano ancora presenti telefoni, radio, macchine, aerei,
uniti alla classica "elettricita' domestica" di cui
oggi nessuno di noi potrebbe fare a meno, e' quanto di piu' affascinante
ed intrigante: io stesso sono rimasto implacabilmente attratto,
"stordito" dalla grazia e dalla armoniosita' di quelle
fanciulle, cosi' struggentemente immerse nel loro tempo, cosi'
ritualistiche nei minuziosi preparativi mattutini;
- l'inusuale atmosfera di sospensione nel tempo: gia', sospensione
nel tempo: si ha, da subito, la sensazione di una giornata differente
dal solito, una giornata ricca di Sole e colma di speranza per
il futuro, futuro accompagnato dalle sue irrinunciabili, romantiche
utopie; l'atmosfera e' decisamente piu' intensa che in altri
giorni: fra le collegiali Appleyard viene ad instaurarsi un'alchimia
e complicita' pressoche' perfette: i cuori sembrano battere piu'
forte, gli occhi acquistano un'inedita espressivita', mentre
l'ego di queste fanciulle si innalza e vola libero, oscillando,
armoniosamente volteggiando in aria. L'emotivita' che si percepisce
e' fortissima, scatenante, contagiosa, struggente, commovente.
La sessualita' non viene esercitata in maniera ambigua e volgare,
anzi: e', essa stessa, sinonimo di innocenza e grande, arcaica
spiritualita'. Un'innocenza ed una spiritualita' che l'uomo avrebbe
drasticamente smarrito lungo il corso di quel Secolo che aveva,
da poche decine di giorni, schiuso gli occhi all'Universo;
- - infine, il flauto di pan: il successo, la fama, il prestigio
e la straordinaria bellezza di una pellicola come PICNIC A HANGING
ROCK lo si deve in particolar modo a questo antichissimo strumento,
suonato con invidiabile, metafisica emotivita' dal grande Gheorghe
Zamfir: mai accompagnamento musicale ha funto in maniera cosi'
fiabesca ed onirica da complemento alle immagini di dolcissima,
eterea, surreale "sospensione" presenti nel film, in
peculiar modo nelle scene avvenute durante il picnic e susseguente
misteriosa scomparsa.
Sappiate, dunque, che
PICNIC A HANGING ROCK non si tratta solo di una bellissima, insuperata
pietra miliare della Storia del Cinema: esso e' molto, molto
di piu': e' cio che io definisco un "film fuori dal tempo",
o, ancora meglio, "uno spaccato di Cinema fuori da ogni
contesto spazio-temporale"
gia', un film ed una vicenda estranei a qualsiasi collocazione
spazio-tempo, proprio come quel giorno di San Valentino del 1900
ad Hanging Rock
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